Dieta per diverticolite: consigli e raccomandazioni

La dieta per diverticolite è un regime alimentare pensato per alleviare i sintomi della diverticolite e prevenire la sua insorgenza.

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Dieta per la diverticolite

La diverticolosi intestinale rappresenta una condizione molto diffusa nei Paesi Occidentali, soprattutto dopo i 50 anni, che può arrivare ad interessare fino al 70% della popolazione ultra ottantenne.

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Diverticolosi e diverticolite: di cosa si tratta?

diverticoli sono piccole estroflessioni, solitamente della parete del colon, ma che possono comparire raramente anche in altre parti dell’apparato digerente, come esofago, stomaco o intestino tenue.

Nell’80% dei casi i diverticoli restano asintomatici: in questo caso si parla semplicemente di diverticolosi. Circa il 20% dei pazienti, invece, può sviluppare sintomi addominali come gonfiore o alterazioni dell’alvo (parliamo in questo caso di malattia diverticolare sintomatica non complicata, SUDD).

Solo in una bassissima percentuale di pazienti i diverticoli si infiammano e si sviluppa quella che prende il nome di diverticolite, che talvolta può complicarsi con ascessi, perforazione o peritonite che rendono necessario intervenire chirurgicamente. 

È quindi fondamentale distinguere diverticolosi e diverticolite: sono due condizioni diverse per natura e gravità, che richiedono approcci dietoterapici completamente differenti.

Sintomi

La sintomatologia della malattia diverticolare sintomatica può essere, per certi versi, simile a quella della sindrome dell’intestino irritabile. Alcuni sintomi sono:

  • Dolore addominale, spesso localizzato nella parte sinistra, all’altezza del colon;
  • Meteorisimo;
  • Diarrea o stipsi, talvolta alternate;

In presenza di diverticolite può comparire anche nausea e diminuzione dell’appetito e/o febbre.

Fattori di rischio

Le cause della malattia diverticolare e della diverticolite sono ancora da chiarire, ma alcuni fattori di rischio sono:

  • Predisposizione genetica;
  • Età avanzata;
  • Stile di vita sedentario;
  • Dieta povera di fibre
Guarigione: cura, rimedi e trattamento

Per i casi asintomatici non è prevista alcuna terapia.

In caso di malattia diverticolare sintomatica, il medico può decidere di intervenire con medicinali come antispastici o antibiotici, insieme a una mirata dietoterapia.

In presenza di diverticolite complicata può essere necessario un intervento chirurgico e una specifica dietoterapia.

Quale dieta seguire per diverticolite e diverticolosi?

Dal punto di vista nutrizionale, la gestione cambia in modo sostanziale: la diverticolosi è una condizione generalmente asintomatica che beneficia di abitudini alimentari a lungo termine, mentre la diverticolite è un’infiammazione acuta che richiede un approccio dietetico completamente diverso. Vediamo insieme che tipo di dieta seguire in base alla condizione.

Cosa mangiare nella diverticolosi asintomatica

In assenza di infiammazione o sintomi specifici, l’obiettivo della dieta è favorire la regolarità intestinale e ridurre il rischio di sviluppare diverticolite. Sebbene il ruolo delle fibre rimanga ancora da chiarire, le evidenze più forti indicano che uno stile alimentare ricco di fibre e prevalentemente a base vegetale è associato a una minore incidenza di episodi infiammatori.

In presenza di diverticolosi, gli alimenti consigliati sono:

  • Cereali integrali: riso integrale, avena, farro, orzo, pane e pasta integrali o semi-integrali
  • Verdura e frutta
  • Legumi, anche decorticati o passati se la tolleranza alle fibre è inizialmente ridotta
  • Frutta secca e semi
  • Acqua a sufficienza: 1,5-2 litri al giorno.

La fibra va aumentata gradualmente per evitare meteorismo o fastidio, soprattutto se l’intestino inizialmente non è abituato. In particolare, è importante prediligere fonti di fibra solubile, ovvero frutta, verdura e legumi. La fibra solubile forma un gel nel tratto digestivo e può aiutare a prevenire la stipsi, migliorare il transito intestinale e ridurre la pressione nel colon.

Sebbene non esistano alimenti da evitare in senso assoluto, dalla letteratura scientifica più recente è emerso come una dieta occidentale ricca in carni rosse e lavorate (pancetta, hot dog, salame, prosciutto…), cereali raffinati e alimenti ad alto contenuto di grassi può predisporre ad un maggior rischio di sviluppare diverticolite rispetto al modello alimentare mediterraneo. 

Alcune evidenze suggeriscono infine che il consumo regolare di alcol può aumentare il rischio di sviluppare diverticolite, anche in soggetti con diverticolosi asintomatica. È quindi consigliabile limitarlo o evitarlo soprattutto nei pazienti con storia di episodi infiammatori.

Cosa mangiare durante la diverticolite acuta?

Nella fase acuta, l’approccio nutrizionale è completamente diverso ed è sempre necessario l’intervento di un medico gastroenterologo, che potrà prevedere anche l’utilizzo di farmaci e/o di intervenire chirurgicamente a seconda della gravità della condizione.

Durante un episodio di diverticolite acuta è necessario seguire una dieta a basso residuo, ovvero le fibre vanno ridotte temporaneamente per ridurre il lavoro del colon e alleviare l’infiammazione.

Alcuni cibi generalmente ben tollerati sono:

  • Brodi magri, passati di verdure ben filtrati
  • Riso bianco, semolino, patate lesse
  • Carni bianche e pesci magri
  • Frutta senza buccia
  • Acqua, thè deitenato e tisane

Nei casi più sintomatici può essere prescritta una dieta liquida per 48/72 ore, cui seguirà una graduale reintroduzione degli alimenti ed in particolari delle fonti di fibre.

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Fonti:

Bibliografia

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Carabotti M., Falangone F., Cuomo R., Annibale B. (2020)

Schede pratiche sull’alimentazione nelle malattie digestive - progetto proposto e coordinato da Leonardo Baiocchi e dal Comitato Direttivo UNIGASTRO — Edra S.p.A.

Baiocchi L. , Comitato Direttivo UNIGASTRO (2017)

Diverticular disease as a chronic illness: evolving epidemiologic and clinical insights. — Am J Gastroenterol 2012; 107(10), pp. 1486-1493

Strate, L. L., Modi, R. , Cohen, E. , Spiegel, B.M. (2011)

Nut, corn, and popcorn consumption and the incidence of diverticular disease. — JAMA 2008; 300(8), pp. 907-914

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