Il reflusso gastroesofageo è una condizione estremamente diffusa e in costante aumento. Secondo recenti stime, la sua prevalenza nella popolazione mondiale negli ultimi decenni è stata del 13,9%, con notevoli variazioni tra diverse regioni e Paesi (Li et al., 2023). In Italia, questa condizione colpisce approssimativamente dal 25% al 30% della popolazione. Esploreremo insieme la definizione del reflusso gastroesofageo, i sintomi associati, le cause sottostanti, le opzioni terapeutiche disponibili e le strategie preventive, al fine di favorire il recupero del benessere quotidiano.
Cos’è il reflusso gastroesofageo?
Il reflusso gastroesofageo, noto anche come reflusso acido, si verifica quando il contenuto dello stomaco risale nell’esofago in quantità o per un tempo sufficiente a causare sintomi o complicazioni più o meno severi. Se questo fenomeno diventa cronico e ricorrente o se il liquido gastrico è particolarmente acido, si configura come Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE).
Sintomi e caratteristiche
I sintomi del reflusso gastroesofageo possono variare da individuo ad individuo in termini di intensità e frequenza. Trai i sintomi tipici rientrano il bruciore di stomaco, comune dopo i pasti o durante la notte in posizione supina, le gastriti e il rigurgito acido, ovvero la sensazione di reflusso di liquidi o cibo acido in gola spesso accompagnato da sapore amaro. Possono però anche manifestarsi sintomi atipici come nausea, laringite, singhiozzo, insonnia, dolore toracico, disfagia e tosse cronica, soprattutto di notte.
Tutti questi sintomi possono essere occasionali o persistenti e peggiorare in risposta a determinati alimenti, posture o stili di vita.
Cause e fattori che contribuiscono al reflusso gastrico
Le cause del reflusso gastroesofageo sono multifattoriali e possono includere:
- Malfunzionamento del cardias, o sfintere esofageo inferiore, cioè la valvola che separa lo stomaco e l’esofago, permettendo al contenuto gastrico di risalire verso l’alto;
- Ernia iatale, dove una parte dello stomaco si sposta dal basso verso il torace attraverso un’apertura nel diaframma;
- Sovrappeso e obesità che aumentano la pressione addominale;
- Assunzione di farmaci che possono ridurre la pressione del cardias, come anestetici, antidepressivi, antidolorifici e alcuni sedativi. Altri farmaci come antibiotici e antinfiammatori non steroidei possono anche causare o aggravare il reflusso gastroesofageo;
- Aumento della produzione di acido cloridrico, particolarmente evidente in primavera quando questo disturbo sembra peggiorare;
- Stili di vita poco salutari come mangiare troppo velocemente o poco, e coricarsi subito dopo i pasti. Abuso di alcol e fumo, poiché il fumo può rallentare lo svuotamento gastrico e stimolare la produzione di acido, mentre l’alcol può irritare la mucosa dell’esofago;
- In gravidanza il reflusso può verificarsi a causa della crescita del feto o dei cambiamenti ormonali.
Alimentazione per reflusso gastroesofageo
L’alimentazione gioca un ruolo importante nell’ aggravare o alleviare i sintomi del reflusso gastroesofageo, sebbene i dati presenti in letteratura sulla tematica siano oggetto di dibattito (Heidarzadeh-Esfahani et al. 2021).
Le linee guida 2022 dall’ American Gastroenterological Association, sulla base dei dati analizzati, suggeriscono di evitare il consumo di alimenti che potenzialmente potrebbero causare il reflusso o aggravarne i sintomi (Katz et al. 2021). Tra questi alimenti rientrano: il caffè e il cioccolato, che contengono sostanze capaci potenzialmente di rilassare il cardias; i cibi piccanti e salati, o gli alimenti acidi come agrumi e pomodori, che possono andare ad irritare direttamente l’esofago; e le bevande gassate, che possono aumentare la pressione intragastrica, contribuendo al reflusso. Infine, gli alimenti ad alto contenuto di grassi possono influenzare il reflusso gastroesofageo attraverso entrambi i meccanismi: rallentando lo svuotamento dello stomaco, il che aumenta la pressione all’interno dello stesso favorendo il ritorno dei succhi gastrici nell’esofago; e stimolando la produzione di acido gastrico, che aumenta ulteriormente il rischio di reflusso.
È importante notare che la risposta individuale agli alimenti può variare, e alcuni pazienti possono essere più sensibili a determinati tipi di cibo rispetto ad altri. Per questo motivo, una dieta personalizzata che tenga conto dei fattori specifici del paziente può essere cruciale nel trattamento e nella gestione del reflusso gastroesofageo.
Parallelamente, può essere utile adottare delle strategie comportamentali come preferire pasti piccoli e frequenti, masticare lentamente i bocconi, evitare primi piatti brodosi e cibi o bevande troppo calde o troppo fredde, non bere grosse quantità di liquidi durante il pasto ma sorseggiarli lentamente nel corso della giornata.
Diagnosi e trattamento
La descrizione dei sintomi tipici del reflusso è spesso sufficiente per determinare la diagnosi ed impostare un periodo di terapia con farmaci inibitori di pompa protonica. Tuttavia, le linee guida 2022 per la diagnosi e il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo, qualora dopo un periodo di terapia non si ottenessero risultati o in presenza di sintomi allarmanti, indicano l’utilizzo di differenti esami diagnostici come:
- esofagogastroduodenoscopia: per escludere complicanze come esofagite, ulcere o tumori;
- esame radiologico: per approfondire la condizione del tubo digerente
- manometria esofagea: per valutare la funzione dello sfintere esofageo inferiore;
- pH-metria esofagea: per monitorare l’acidità nel tratto esofageo e valutare il reflusso acido;
Le linee guida del 2022 suggeriscono innanzitutto l’utilizzo di un trattamento personalizzato sulla base delle caratteristiche individuali del paziente e sulla gravità dei sintomi e delle complicanze:
- Perdita di peso consigliato nei pazienti obesi e sovrappeso;
- Modifiche dello stile di vita:
- Dieta: come visto precedentemente, evitare cibi potenzialmente irritanti. Alcuni studi affermano che la dieta dissociata può essere utile per ridurre le difficoltà digestive legate a questa patologia;
- Postura: attendere almeno 2-3 ore dopo i pasti, prima di coricarsi; alzare la testata del letto di circa 10-15 cm;
- Fumo: eliminare questa abitudine che permette l’inserimento di una notevole quantità di aria;
Se queste non dovessero portare ad un sollievo sufficiente dai sintomi, il medico può suggerire l’assunzione di farmaci. Nei casi più gravi, invece, può essere preso in considerazione anche il trattamento chirurgico.
Prevenzione e farmaci per reflusso gastrico
La prevenzione del reflusso gastroesofageo include principalmente la perdita e il mantenimento di un peso corporeo sano, l’adozione di una dieta equilibrata e la modifica dello stile di vita. Nei casi in cui questi accorgimenti non siano sufficienti, il medico può intervenire prescrivendo anche farmaci per gestire efficacemente i sintomi e prevenire complicazioni future:
- Antiacidi: utili per alleviare sintomi occasionali. Agiscono rapidamente neutralizzando l’acido nello stomaco e riducendo i sintomi del reflusso gastroesofageo;
- Inibitori della pompa protonica (PPI): riducono la produzione di acido e promuovono la guarigione dell’esofagite erosiva;
- Antagonisti del recettore H2: riducono la quantità di acido prodotto;
- Farmaci procinetici: migliorano la motilità dello stomaco e dell’esofago, facilitando lo svuotamento gastrico dopo i pasti.
È sempre importante consultare un medico per valutare e gestire il reflusso gastroesofageo in modo appropriato. Il trattamento varia a seconda della gravità dei sintomi e delle condizioni specifiche del paziente.
Fonti:
- Li et al., 2023
- Katz et al. 2021
- Heidarzadeh-Esfahani et al. 2021
Manuela Amato è una nutrizionista specializzata in pazienti cardiopatici.
Laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana, ha sei anni di esperienza presso il Centro Cardiologico Monzino-IRCCS di Milano.
Ha conseguito un Dottorato in Terapie Avanzate Biomedico-Chirurgiche e continua a formarsi per mantenere aggiornate le sue competenze nel campo nutrizionale.