La soia fa male alla tiroide?
Il legame tra soia e tiroide è il seguente: mangiarla non fa “male” alla tiroide, ma potrebbe interferire con eventuali terapie farmacologiche.

Il legame tra soia e tiroide è il seguente: mangiarla non fa “male” alla tiroide, ma potrebbe interferire con eventuali terapie farmacologiche.
La soia fa male alla tiroide?
No, nelle persone con una funzione tiroidea normale la soia non provoca danni alla tiroide o, comunque, non ci sono prove scientifiche definitive che lo faccia.
La questione ha attirato molta attenzione perché la soia contiene i cosiddetti isoflavoni, ovvero dei composti vegetali che hanno un’attività simile a quella degli estrogeni e, come tali, sono stati oggetto di numerosi studi.
Tuttavia, secondo diversi studi, l’assunzione di soia non andrebbe ad alterare la corretta funzionalità della tiroide (Jemiliat Otun et al., 2019).
Le uniche situazioni in cui può essere necessaria cautela nell’assunzione sono quelle in cui la tiroide sarebbe già compromessa - ad esempio in caso di ipotiroidismo o ipertiroidismo -, oppure in presenza di carenza di iodio.
Le interazioni farmacologiche
L’assunzione di soia, come del resto l’assunzione di diversi alimenti, può potenzialmente interferire con il corretto funzionamento di alcuni farmaci, o con il loro assorbimento da parte dell’organismo.
In particolare:
- Ormoni come gli estrogeni o gli estroprogestinici;
- Gli ormoni tiroidei.
È il caso di chi soffre di ipotiroidismo. In genere, le persone affette da questo disturbo vengono trattate con la somministrazione di ormoni tiroidei sintetici, come la levotiroxina.
La soia può, effettivamente, interferire con l’assorbimento del farmaco, rendendolo meno efficace.
Non è necessario eliminare completamente la soia dalla dieta, ma è importante fare attenzione in particolare al momento in cui la si consuma.
La soia e l’Eutirox
Chi assume Eutirox (ovvero la levotiroxina) per trattare l’ipotiroidismo deve sapere che la soia può ridurre l’assorbimento del farmaco a livello intestinale.
Questo non significa che la soia debba essere evitata del tutto ed eliminata dalla propria dieta, ma che è fondamentale prestare attenzione alla tempistica di assunzione.
Il farmaco andrebbe assunto a stomaco vuoto, preferibilmente sempre alla stessa ora, e da linee guida sarebbe necessario attendere almeno un’ora prima di consumare qualsiasi alimento.
È dunque prudente attendere almeno due o tre ore dall’assunzione del farmaco prima di assumere della soia, ad esempio consumandola durante il pranzo o la cena se il farmaco viene assunto al mattino, prima della colazione.
Tuttavia, per qualunque dubbio in materia è opportuno rivolgersi al proprio endocrinologo, che eventualmente andrà a prescrivere degli esami del sangue per la tiroide, e al proprio biologo nutrizionista di fiducia.
I benefici della soia
La soia è un alimento ricco di nutrienti e composti bioattivi che può offrire diversi benefici per la salute, purché inserita in quantità adeguate all’interno di una dieta equilibrata.
Si tratta di una fonte completa di proteine vegetali, contiene fibre, grassi insaturi, vitamine, minerali e in particolare isoflavoni.
Gli isoflavoni della soia, in particolare, sono stati associati:
- Una potenziale riduzione delle vampate di calore e dei sintomi legati alla menopausa;
- Possibili effetti positivi sui livelli di colesterolo LDL;
- Possibili effetti positivi sulla pressione arteriosa;
- Potenziali benefici sulla salute delle ossa, in particolare nelle donne in post-menopausa.
Inoltre, la soia è povera di grassi saturi e contiene acidi grassi polinsaturi, utili per la salute cardiovascolare, nonché un discreto contenuto di proteine.
Viene spesso consigliata come potenziale alternativa ad alimenti di origine animale, in particolare nelle diete vegetariane e vegane, assieme a seitan, tempeh e tofu.
Tuttavia, è importante ricordare che nessun alimento è “miracoloso” di per sé.
I (potenziali) benefici della soia si manifestano solo se viene consumata con moderazione e all’interno di un’alimentazione sana e variegata, redatta da un professionista.
Sebbene la soia e i suoi derivati (come la lecitina di soia) non facciano “male alla tiroide” di per sé, in caso si soffra di disturbi tiroidei, è comunque opportuno consultare un professionista prima di introdurla nella propria dieta, in modo da valutare eventuali possibili interazioni con la terapia e definire quantità e modalità di assunzione adeguate al proprio caso.
Fonti:
- Jemiliat Otun, Amirhossein Sahebkar, Östlundh, L., Atkin, S. L., & Thozhukat Sathyapalan. (2019). Systematic Review and Meta-analysis on the Effect of Soy on Thyroid Function. Scientific Reports, 9(1). https://doi.org/10.1038/s41598-019-40647-x