L’ipertiroidismo è una condizione che, se non trattata, può avere gravi conseguenze sulla salute generale ed influire su vari organi. Fortunatamente, con una diagnosi tempestiva e l’adozione di trattamenti adeguati, è possibile riuscire a controllare i sintomi e condurre una vita normale evitando potenziali complicazioni. Il segreto non sta solo nell’intervento medico, ma anche nell’adottare un stile di vita sano, che include una dieta equilibrata e abitudini quotidiane che favoriscono il benessere.
Cos’è
L’ipertiroidismo è una condizione medica caratterizzata da un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroidea. La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo. Ha un ruolo essenziale nel regolare molte funzioni corporee, come il metabolismo, il battito cardiaco e la temperatura corporea. Quando la tiroide produce troppi ormoni, si verificano alterazioni significative nell’equilibrio energetico e nel funzionamento degli organi, con sintomi che possono compromettere gravemente la qualità della vita.
Gli ormoni tiroidei principali coinvolti in questo processo sono la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Normalmente, i livelli di questi ormoni sono regolati da un sistema di feedback complesso tra la tiroide, la ghiandola pituitaria e l’ipotalamo, ma in caso di ipertiroidismo, questo equilibrio si rompe, portando a una condizione di “iperattività” della ghiandola tiroidea.
Cause
L’ipertiroidismo può essere causato da diverse condizioni che influiscono sul funzionamento della tiroide. Tra le cause più comuni vi sono:
- Malattia di Graves: una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca la tiroide, inducendola a produrre eccessivi ormoni tiroidei.
- Noduli tiroidei iperfunzionanti: anche noti come adenomi tossici, sono escrescenze benigne sulla tiroide che producono autonomamente ormoni tiroidei, senza regolazione.
- Tiroidite: infiammazioni della tiroide, come la tiroidite subacuta, che possono provocare una temporanea iperproduzione di ormoni.
- Assunzione eccessiva di iodio: l’elemento essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei, che in eccesso può stimolare la tiroide a produrre troppi ormoni.
- Assunzione di farmaci tiroidei: l’uso non controllato di farmaci a base di ormoni tiroidei, spesso assunti per problemi di ipotiroidismo, può portare a uno stato di ipertiroidismo.
Ipertiroidismo e malattia di Graves
La malattia di Graves rappresenta una delle principali cause di ipertiroidismo. Si tratta di un disturbo autoimmune che induce il sistema immunitario ad attaccare la ghiandola tiroidea, stimolandola a produrre una quantità eccessiva di ormone tiroideo. Oltre ai sintomi comuni dell’ipertiroidismo, la malattia di Graves può anche causare una particolare condizione nota come oftalmopatia di Graves, che porta a gonfiore, irritazione e sporgenza degli occhi (esoftalmo). Questa patologia è più comune nelle donne rispetto agli uomini e può avere una componente genetica.
Fattori di rischio
Alcuni fattori possono aumentare la probabilità di sviluppare l’ipertiroidismo. Tra i principali troviamo:
- Storia familiare: avere parenti con disfunzioni tiroidee o malattie autoimmuni aumenta il rischio;
- Storia personale: alcune malattie croniche, tra cui l’anemia perniciosa e l’insufficienza surrenalica primaria;
- Età e sesso: le donne sono maggiormente predisposte rispetto agli uomini, specialmente in età adulta e durante la menopausa;
- Fumo: il fumo può contribuire a sviluppare malattie tiroidee autoimmuni, come la malattia di Graves;
- Elevato apporto di iodio: le persone che consumano elevate quantità di iodio (attraverso cibi, integratori o farmaci) possono essere a rischio di ipertiroidismo;
- Gravidanza pregressa: una gravidanza recente può aumentare il rischio di sviluppare tiroidite, che può portare all’ipertiroidismo.
Prevenzione
Sebbene non sia possibile prevenire tutte le cause di ipertiroidismo, adottare alcune abitudini sane può ridurre il rischio di sviluppare in questa patologia:
- Evitare l’eccessivo apporto di iodio: limitare il consumo di sale iodato e di integratori contenenti iodio, soprattutto per chi ha una predisposizione familiare;
- Monitorare i livelli tiroidei: chi ha una storia familiare di disturbi tiroidei dovrebbe sottoporsi a controlli periodici per identificare precocemente eventuali squilibri;
- Evitare il fumo: il fumo è collegato a una maggiore incidenza di malattie autoimmuni della tiroide, quindi evitarlo può ridurre il rischio;
- Gestire lo stress: anche se non direttamente collegato, lo stress cronico può influire sulle funzioni del sistema immunitario, aumentando il rischio di malattie autoimmuni.
Sintomi dell’ipertiroidismo
I sintomi dell’ipertiroidismo possono assomigliare spesso a quelli di altre patologie, il che rende talvolta complicata la diagnosi. Inoltre, possono variare notevolmente da persona a persona e di intensità in base alla quantità di ormoni tiroidei in eccesso e alla durata della condizione. Alcuni dei sintomi più comuni includono:
- Perdita di peso improvvisa: nonostante un’alimentazione normale o persino aumentata.
- Aumento del battito cardiaco: con tachicardia o palpitazioni, che possono portare a un affaticamento del cuore.
- Sudorazione e intolleranza al caldo: la pelle può diventare calda e sudata.
- Irritabilità e nervosismo: l’ipertiroidismo può influire sul sistema nervoso, causando ansia, irritabilità e sbalzi d’umore.
- Stanchezza e debolezza muscolare: specialmente nelle braccia e nelle gambe.
- Tremori alle mani: piccoli tremori che possono diventare evidenti soprattutto in situazioni di tensione.
- Disturbi del sonno: insonnia o difficoltà a dormire in modo profondo.
- Alterazioni del ciclo mestruale: nelle donne, l’ipertiroidismo può causare cicli mestruali irregolari.
Diagnosi
Per diagnosticare l’ipertiroidismo, i medici possono ricorrere a diversi esami:
- Esami del sangue: per misurare i livelli di T3, T4 e TSH. In caso di ipertiroidismo, i livelli di T3 e T4 sono generalmente elevati, mentre il TSH (ormone tireotropo) è basso.
- Scintigrafia tiroidea: un test che utilizza un isotopo radioattivo per evidenziare eventuali noduli o aree iperattive nella tiroide.
- Ecografia tiroidea: per valutare la struttura della ghiandola e individuare eventuali noduli.
- Test degli anticorpi: per rilevare la presenza di anticorpi autoimmuni specifici, indicativi ad esempio della malattia di Graves.
Cure e trattamenti per l’ipertiroidismo
Il trattamento dell’ipertiroidismo varia in base alla causa sottostante, all’età del paziente e alla gravità dei sintomi. Le opzioni di trattamento comprendono:
- Farmaci antitiroidei: come il metimazolo e il propiltiouracile, che riducono la produzione di ormoni tiroidei. Questi farmaci sono spesso il primo approccio per i pazienti più giovani o per chi ha sintomi moderati.
- Radioiodio: una forma di trattamento che utilizza iodio radioattivo per distruggere parte della tiroide e ridurre la produzione di ormoni. Questo trattamento è efficace, ma può portare all’ipotiroidismo, richiedendo successivamente una terapia sostitutiva con ormoni tiroidei.
- Chirurgia: la tiroidectomia parziale o totale è considerata in casi di noduli grandi, sintomi gravi, o quando gli altri trattamenti non risultano efficaci. Dopo l’intervento, il paziente potrebbe dover assumere ormoni tiroidei per compensare la funzione ridotta o assente della tiroide.
Interventi sull’alimentazione
Una dieta equilibrata e mirata è uno strumento fondamentale per gestire i sintomi dell’ipertiroidismo e migliorare la qualità della vita. Alcune scelte alimentari possono giocare un ruolo chiave nel supportare il corpo e contribuire al benessere generale. Ecco alcune raccomandazioni pratiche:
- Ridurre l’apporto di iodio: un eccesso di iodio può stimolare ulteriormente la tiroide. È utile preferire il sale non iodato e limitare il consumo di alimenti ricchi di iodio, come alghe, frutti di mare e alcuni tipi di pesce.
- Aumentare gli antiossidanti: gli alimenti ricchi di antiossidanti, come frutta e verdura, sono essenziali per contrastare lo stress ossidativo, sostenere il sistema immunitario e ridurre l’infiammazione, che può essere più pronunciata nelle persone con ipertiroidismo.
- Scegliere proteine magre: le proteine di alta qualità, provenienti da fonti magre come pesce, pollo, legumi e tofu, sono fondamentali per mantenere la massa muscolare, che può essere compromessa dall’ipertiroidismo.
- Evitare sostanze stimolanti: caffeina e alcol, noti per la loro capacità di stimolare il sistema nervoso, possono peggiorare i sintomi tipici dell’ipertiroidismo, come tachicardia, irritabilità e ansia. Limitarne il consumo può contribuire a ridurre questi effetti negativi.
- Integrare vitamina D e calcio: l’ipertiroidismo può avere un impatto negativo sulla salute ossea, aumentando il rischio di osteoporosi. Per prevenire questa condizione, è importante assicurarsi di avere livelli adeguati di vitamina D e calcio. Alimenti come latticini, pesce azzurro, uova e verdure a foglia verde sono ottime fonti di questi nutrienti vitali.
La dieta mediterranea sembra essere particolarmente benefica sulle patologie tiroidee. Ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani come l’olio d’oliva, essa promuove un’alimentazione equilibrata che supporta la salute della tiroide e previene l’infiammazione. Tuttavia, è fondamentale considerare che anche i prodotti tipici di questa dieta possono essere contaminati da interferenti endocrini, come pesticidi e altre sostanze chimiche. Pertanto, è consigliabile scegliere alimenti provenienti da coltivazioni sostenibili e biologiche, riducendo al minimo l’esposizione a sostanze nocive per la tiroide.
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Manuela Amato è una nutrizionista specializzata in pazienti cardiopatici.
Laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana, ha sei anni di esperienza presso il Centro Cardiologico Monzino-IRCCS di Milano.
Ha conseguito un Dottorato in Terapie Avanzate Biomedico-Chirurgiche e continua a formarsi per mantenere aggiornate le sue competenze nel campo nutrizionale.