Lo iodio è un elemento chimico appartenente agli alogeni, essenziale per il corretto funzionamento del nostro organismo. Si tratta di un componente essenziale degli ormoni tiroidei, che regolano funzioni vitali come il metabolismo, la temperatura corporea e lo sviluppo del sistema nervoso.
Cos’è lo iodio?
Lo iodio è un elemento facente parte dei cosiddetti elementi alogeni. È presente in minima parte nel nostro organismo, ed è fondamentale assumerlo tramite l’alimentazione poiché componente degli ormoni tiroidei.
È possibile trovarlo soprattutto nel pesce, nelle alghe, nel latte, nelle uova e nella carne. Tuttavia, la quantità di iodio presente negli alimenti non è “fissa”, e può variare anche di molto, ad esempio a seconda delle condizioni del suolo.
A cosa serve lo iodio?
Come accennato, lo iodio è una delle componenti degli ormoni tiroidei. Quindi, è fondamentale per tutte le funzioni che vengono regolate dagli ormoni della tiroide. In particolare, ricordiamo:
- Il corretto funzionamento della tiroide;
- Il corretto sviluppo del sistema nervoso centrale e dello scheletro, soprattutto durante la gestazione e durante l’infanzia;
- La corretta regolazione della temperatura corporea;
- Il metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine.
La carenza di iodio può causare tutta una serie di disturbi – di cui parleremo nel paragrafo dedicato -, così come l’eccesso di iodio. Pertanto, è fondamentale assumerlo nelle quantità adeguate.
Quanto iodio assumere?
La dose media raccomandata di iodio è di 150 microgrammi al giorno. Tuttavia, si tratta di una dose che può variare, soprattutto nelle donne incinte e durante l’allattamento. In questi casi si arriva a circa 300 microgrammi al giorno.
Tuttavia, per evitare sovradosaggi potenzialmente dannosi è essenziale chiedere consiglio al proprio medico o al proprio nutrizionista di riferimento.

Dove si trova?
Lo iodio si trova in diversi alimenti, in particolare il pesce marino – compresi crostacei e molluschi -, all’interno dei prodotti caseari e del sale iodato. Quest’ultimo, in Italia, viene fortificato con circa 30 milligrammi per chilogrammo di sale, ed è spesso utilizzato per combattere eventuali carenze.
Gli alimenti ricchi di iodio
Come accennato, non è facile stabilire le quantità di iodio presenti all’interno degli alimenti, in quanto queste ultime possono variare anche notevolmente a seconda di diversi fattori.
Di seguito, tuttavia, riportiamo una tabella con i contenuti medi di iodio all’interno di diversi alimenti, da quello che ne contiene in quantità maggiori in giù:
Alimento | Quantità medie di iodio |
Pesce d’acqua marina | 1220 μg/kg, fino a 2.5 mg/kg a seconda dell’acqua |
Molluschi | 798 μg/kg, fino a 1.6 mg/kg a seconda dell’acqua |
Sale marino | circa 3 mg/kg se iodato |
Latte di mucca | 50-200 μg/L |
Uova | 70-90 μg/kg |
Carne | 50 μg/kg |
Cereali | 47 μg/kg, con variazioni anche considerevoli a seconda del terreno |
Pesce di lago e fiume | 30 μg/kg |
Legumi | 30 μg/kg |
Verdura | 29 μg/kg |
Frutta | 18 μg/kg |
La carenza di iodio
La carenza di iodio è particolarmente diffusa in Europa, e alla lunga può causare problemi di salute anche piuttosto gravi. Tra i sintomi principali ricordiamo:
- La comparsa del cosiddetto gozzo, un rigonfiamento della gola. Si forma poiché la tiroide tende ad ingrandirsi per riuscire ad “assorbire” più iodio;
- Ipotiroidismo, ovvero produzione insufficiente di ormoni da parte della tiroide;
- Arrochimento della voce;
- Riduzione della fertilità;
- Secchezza e gonfiore della cute;
- Perdita di capelli;
- Aumento di peso apparentemente ingiustificata.
Può essere diagnosticata tramite esami del sangue.
La carenza di iodio in gravidanza è pericolosa?
In gravidanza la carenza di questo elemento è particolarmente pericolosa, può infatti:
- Comportare morte fetale o parto prematuro;
- Rallentata crescita del feto;
- Alterazioni nello sviluppo cerebrale del feto.
Ad oggi è comunque possibile prevenirla efficacemente, con dieta adeguata e uso di eventuali integratori. In caso di dubbio è possibile rivolgersi ad un nutrizionista, online o in presenza, anche tramite il servizio di nutrizione professionale offerto da Serenis.
In quest’ultimo caso, il primo colloquio conoscitivo è totalmente gratuito.
Lo iodio e la tiroide
Come abbiamo visto, il corretto funzionamento della tiroide e l’assunzione di iodio sono strettamente interconnessi.
Anche un’assunzione eccessivamente elevata può causare diversi problemi, tra cui tiroidite e ipertiroidismo. Raramente ciò avviene per un’alimentazione errata; più spesso si tratta di assunzioni eccessive per via dell’uso di farmaci particolari, ad esempio per trattare le patologie cardiache, oppure mezzi di contrasto.
Infine, chi soffre di tiroidite di Hashimoto – una malattia autoimmune che causa ipotiroidismo – dovrebbe prestare particolare attenzione all’assunzione di questa sostanza, mantenendo un equilibrio: né quantità eccessive, né insufficienti.
Fonti:
- Iodine deficiency disorders in Europe. (1989). PubMed. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/2670299/
- Hatch-McChesney, A., & Lieberman, H. R. (2022). Iodine and Iodine Deficiency: A Comprehensive Review of a Re-Emerging Issue. Nutrients, 14(17), 3474. https://doi.org/10.3390/nu14173474
- Pennington, J. a. T. (2020). Iodine. In CRC Press eBooks (pp. 249–289). https://doi.org/10.1201/9781003065920-8
- Sohn, S. Y., Inoue, K., Rhee, C. M., & Leung, A. M. (2024). Risks of iodine excess. Endocrine Reviews. https://doi.org/10.1210/endrev/bnae019

Articolista e copywriter con oltre dieci anni di esperienza. Appassionata riguardo il settore della nutrizione.