L’insulino-resistenza è una condizione caratterizzata da un’alterata risposta al glucosio introdotto nell’organismo. In caso di insulino resistenza le cellule non rispondono in modo efficace all’insulina, provocando un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Questa condizione può insorgere come parte di un insieme di complicanze tipiche della sindrome metabolica.
Vediamo cos’è, a cosa è correlata e come gestirla.
Cos’è l’insulino resistenza
L’insulino-resistenza è una condizione che si verifica quando i recettori di membrana presenti sulle cellule smettono di rispondere all’ormone insulina, di conseguenza il glucosio, piuttosto che essere assorbito dalle cellule e utilizzato per produrre energia, rimane nel sangue, innalzando sia la glicemia che i livelli di insulina, ovvero l’ormone secreto dal pancreas che controlla i livelli di glucosio nel sangue
Un eccessivo aumento dell’insulina circolante e dei livelli di glucosio nel sangue non gestiti, con il tempo, possono causare danni a organi e tessuti.
Dall’insulino-resistenza si può guarire grazie ad un approccio multifattoriale che comprende l’adozione di regimi alimentari adeguati, l’esercizio fisico regolare e, se necessario, l’utilizzo di farmaci specifici.
Insulino resistenza e diabete
L’insulino-resistenza è una condizione che, se non adeguatamente gestita, può portare allo sviluppo di diverse condizioni patologiche cardio-metaboliche tra cui il diabete gestazionale e il diabete di tipo 2.
Il Diabete di tipo 2 è una malattia cronica dovuta alla perdita progressiva di un’adeguata secrezione di insulina da parte delle cellule β del pancreas, spesso sullo sfondo di una resistenza all’insulina e una sindrome metabolica preesistenti.
In questo caso, una dieta per diabetici è il regime alimentare più indicato per gestire il diabete di tipo 2.
Il diabete gestazionale, d’altra parte, si verifica durante la gravidanza quando gli ormoni prodotti dalla placenta causano insulino-resistenza. Sebbene questa forma di diabete spesso scompaia dopo il parto, le donne che lo sperimentano hanno un maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in futuro e di predisporre il bambino a problematiche tra cui:
- ipoglicemia subito dopo la nascita;
- problemi respiratori;
- maggior rischio di obesità o di sviluppare diabete di tipo 2, ipertensione, alterazioni dello sviluppo neurocognitivo in età adulta.
Patologie collegate (ovaio policistico)
Livelli elevati dell’ormone insulina apportano danni e squilibri a molti tessuti e organi e, tra questi, l’ovaio è frequentemente colpito, contribuendo all’insorgenza della sindrome dell’ovaio policistico, o PCOS.
La PCOS è una sindrome che colpisce tra il 5 e il 10% delle donne, si caratterizza da ovaie che presentano microcisti sulla loro superficie, insorge solitamente nel periodo puberale ed è considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile.
L’insulino-resistenza porta l’ovaio a produrre una maggiore quantità di androgeni nel sangue come il testosterone, i quali portano ad una disregolazione della secrezione di LH (ormone luteinizzante).
L’LH gioca un ruolo fondamentale nell’ovulazione perché ha il compito di stimolare la produzione di estrogeni e progesterone.
La sindrome dell’ovaio policistico presenta una serie di segni e sintomi tra cui:
- irsutismo (eccesso di peluria sul viso e corpo);
- acne;
- aumento di peso;
- alopecia androgenetica (predisposizione a calvizie);
- disturbi mestruali (mestruazioni dolorose e irregolari, cicli scarsi o prolungati);
- problemi di fertilità.
Una dieta ipoglicemica stilata da un nutrizionista e l’esercizio fisico regolare risultano fondamentali per non andare ad iperstimolare la produzione di insulina e, di conseguenza, ridurre la resistenza insulinica e riequilibrare l’assetto ormonale.
Se si è in sovrappeso o obesità, la prescrizione di una dieta sana e bilanciata per dimagrire può essere una soluzione non solo per ridurre la resistenza insulinica, ma anche per promuovere la perdita di tessuto adiposo e migliorare la condizione del ciclo mestruale.
Sintomi dell’insulino resistenza
Tra i sintomi più comuni dell’insulino resistenza troviamo:
- Letargia e difficoltà a concentrarsi: i picchi e i cali glicemici ai quali la persona con insulino resistenza si trova ad affrontare possono influire sui livelli energia durante la giornata.
- Aumento della fame: questo può portare a una maggiore assunzione di cibo e potenzialmente contribuire all’aumento di peso.
- Ipertensione arteriosa: la resistenza all’insulina può contribuire all’innalzamento della pressione arteriosa.
- Alterazioni dei livelli di colesterolo ematici: Le persone con insulino resistenza possono avere livelli elevati di colesterolo LDL “colesterolo cattivo”.
- Aumento di peso: soprattutto determinato dall’accumulo di grasso viscerale nella regione addominale.
Diagnosi
L’HOMA Index è un indice utilizzato per valutare l’insulino resistenza.
L’HOMA IR si calcola con una formula matematica che stima la sensibilità all’insulina e la funzione delle cellule del pancreas e considera le concentrazioni sieriche di glucosio e insulina a digiuno.
Se la glicemia rilevata tramite il test ematico della glicemia a digiuno è espressa in milligrammi /dL( mg/100ml) la formula da applicare è:
HOMA Index = (glicemia a digiuno x insulinemia a digiuno) / 405
Range di normalità (cioè soggetti non insulino resistenti) : 0,23 – 2.5
Cause dell’insulino resistenza
Le cause dell’insulino resistenza possono essere molteplici e sono spesso interconnesse.
Ecco alcune delle principali cause:
- Dieta scorretta: una dieta povera di fibre e sbilanciata a favore di zuccheri semplici e carboidrati raffinati può contribuire all’insulino resistenza.
- Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica, soprattutto aerobica come camminata o corsa, riduce la sensibilità delle cellule all’insulina e favorisce l’accumulo di grasso.
- Stress psicologico: lo stress cronico può influenzare negativamente la produzione di insulina a causa dell’innalzamento cronico dei livelli di cortisolo, ormone che alza la glicemia.
- Gravidanza: l’obesità in gravidanza aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare la resistenza insulinica e il diabete gestazionale.
- Fattori ormonali e genetici: la sindrome di Cushing e alcune malattie genetiche possono aumentare il rischio di insulino resistenza.
Trattamento dell’insulino resistenza
Il trattamento dell’insulino resistenza è cruciale per prevenire lo sviluppo di condizioni più gravi come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Il dimagrimento, soprattutto la riduzione del grasso addominale, può migliorare significativamente la sensibilità all’insulina.
Anche una perdita di peso modesta può avere un impatto positivo sulla resistenza all’insulina, poiché un primo dimagrimento visibile è segnale di una riduzione anche del grasso viscerale, accumulo adiposo più dannoso per la salute cardiovascolare e metabolica.
Ecco alcune strategie efficaci per trattare l’insulino resistenza:
- attività fisica: l’esercizio fisico regolare è uno dei pilastri del trattamento dell’insulino resistenza. Attività aerobiche come la camminata, il nuoto o la corsa sono consigliate.
- dieta: adottare una dieta equilibrata ricca di fibre, frutta, verdura e proteine magre può aiutare a migliorare la sensibilità all’insulina.
- farmaci: in alcuni casi, potrebbe essere necessario l’uso di farmaci per migliorare la sensibilità all’insulina o per controllare i livelli di glucosio nel sangue. Farmaci come metformina sono comunemente prescritti per trattare l’insulino resistenza.
- monitoraggio regolare: è importante monitorare regolarmente i livelli di glucosio nel sangue e consultare un medico per un piano di gestione personalizzato.
Farmaci
Farmaci come la Metformina agiscono direttamente sulla riduzione della resistenza insulinica.
Assumibile per via orale, viene spesso prescritta per il trattamento del prediabete e del diabete tipo 2.
Da sola la Metformina ha importanti effetti sulla glicemia, ma risulta più efficace se accompagnata da una dieta su misura e dall’esercizio fisico adeguato alla persona.
Alimentazione
Prima di iniziare un’alimentazione mirata per gestire l’insulino resistenza è indicato il supporto di un biologo nutrizionista o, comunque, di un professionista della nutrizione che possa fornire un piano sicuro e personalizzato.
In generale, tra le diete più efficaci per perdere peso e abbassare la quantità di glucosio e insulina circolanti troviamo:
La Dieta Low Carb
La dieta low carb si concentra sulla riduzione dei carboidrati nella dieta quotidiana, incoraggiando il corpo a utilizzare le riserve di grasso come fonte di energia.
La Dieta Chetogenica
La dieta chetogenica spinge la riduzione dei carboidrati all’estremo per indurre uno stato di chetosi, il che significa che circa il 65-75% delle calorie giornaliere proviene dai grassi, il 20-25% dalle proteine, e solo il 5-10% dai carboidrati.
In chetosi, il corpo utilizza i chetoni derivati dai grassi come principale fonte di energia e questo può portare a una rapida perdita di peso, tuttavia richiede un monitoraggio rigoroso dell’alimentazione durante e post dieta.
Diete come la chetogenica e la low carb infatti non sono applicabili ad ogni soggetto indistintamente e sono tendenzialmente sconsigliate come modello alimentare da seguire nel lungo periodo, poiché il corpo, durante la reintroduzione dei carboidrati, potrebbe non essere in grado di gestirli correttamente.
La Dieta Ipoglicemica
La dieta ipoglicemica è lo stile alimentare più indicato per tenere sotto controllo la glicemia; è basata sul consumo limitato di alimenti contenenti zuccheri raffinati e la prevalenza di cibi a basso indice glicemico come legumi, verdure e cereali integrali.
Una dieta ipoglicemica strutturata da un professionista per mantenere un deficit calorico risulta essere quella più indicata per favorire sia la perdita di peso che il controllo dei livelli di insulina e glucosio ematici.
Questo tipo di dieta, se strutturata in modo equilibrato, inserendo tutti i macronutrienti a pasto, permette di migliorare la resistenza insulinica senza eccessive restrizioni.
Fonti:
- Lebovitz, H. E. (2001). Insulin resistance: definition and consequences. Experimental and Clinical Endocrinology & Diabetes, 109(Suppl 2), S135–S148. https://doi.org/10.1055/s-2001-18576
- Della Salute, M. (n.d.-d). Sindrome dell’ovaio policistico. https://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4564&area=fertilita&menu=vuoto
- User, S. (n.d.-a). Diabete gestazionale. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/diabete-gestazionale#:~:text=Nel%20bambino%20pu%C3%B2%20causare%3A,sviluppo%20neurocognitivo%20in%20et%C3%A0%20adulta
- Ienco, D. L. (2024, May 13). Dieta chetogenica: pro e contro. Project inVictus. https://www.projectinvictus.it/dieta-chetogenica-fa-male/?srsltid=AfmBOoplMJqScMLOsn9g9kEcsi8hJ1FrtgNgFDv6RJozKT3O3sBPuBdT
Giulia D’Amato è una copywriter con una forte passione per salute e il benessere della persona.
Sin dai tempi dell’università, ha sviluppato un interesse per le strategie di promozione della salute, focalizzandosi su alimentazione a base vegetale, esercizio fisico, benessere mentale e crescita personale. Giulia eccelle nel comunicare questi temi attraverso il web, combinando le sue competenze in copywriting con la sua dedizione al benessere.