Melanina: cos'è e a cosa serve
La melanina è il pigmento che conferisce il colore alla pelle, agli occhi e ai capelli, e serve principalmente per proteggerci dai raggi UV della luce solare.

La melanina è il pigmento che conferisce il colore alla pelle, agli occhi e ai capelli, e serve principalmente per proteggerci dai raggi UV della luce solare.
Cos'è la melanina
La melanina è un pigmento naturale che viene prodotto dai melanociti, ovvero le cellule presenti nello strato più profondo dell’epidermide, nei capelli, negli occhi, in alcune aree del cervello e nell’orecchio interno.
Si tratta della sostanza che determina il colore di pelle, occhi e capelli nelle persone e negli animali, e la quantità varia soprattutto in base a fattori genetici, etnici ed evolutivi.
Nei melanociti, la melanina si forma a partire da un amminoacido, la tirosina, attraverso un processo chiamato melanogenesi. All’interno dei melanociti, la melanina si accumula in alcuni organelli specializzati, chiamati melanosomi, che vengono poi trasferiti ai cheratinociti, le cellule principali dell’epidermide.
È proprio questo “trasferimento” che rende visibile la pigmentazione della pelle.
Quali sono i tipi di melanina?
Esistono tre tipi principali di melanina: eumelanina, feomelanina e neuromelanina. Ognuna ha caratteristiche e funzioni diverse.
- L’eumelanina è la forma più diffusa, e si distingue in due sottotipi: nera e bruna. Si tratta della varietà responsabile delle tonalità pelle, occhi e capelli;
- La feomelanina dona colori più chiari e tendenti al rosso. È concentrata soprattutto nelle labbra, nei capezzoli e nelle zone “rosate” del corpo;
- La neuromelanina, a differenza delle altre due, non influenza il colore esterno del corpo. Si trova infatti nel cervello, dove partecipa ad una serie di processi che sono, ad oggi, ancora oggetto di studio. Tuttavia è noto che livelli ridotti di neuromelanina sono associati ad alcune malattie neurodegenerative. come il Parkinson.
Ogni persona possiede una combinazione unica di questi pigmenti.
Le differenze di proporzione tra eumelanina e feomelanina determinano non solo il colore dei capelli e della pelle, ma anche la capacità della cute di difendersi dai danni causati dai raggi solari.
A cosa serve?
La melanina serve principalmente a proteggere la pelle dai danni dei raggi ultravioletti, nonché, su un livello meno “pratico”, a determinare il colore di pelle, capelli e occhi.
Quando ci esponiamo al sole, infatti, i melanociti aumentano la produzione di questo pigmento. La melanina assorbe i raggi UV e forma una sorta di strato protettivo sopra il nucleo delle cellule, riducendo i rischi di danni al DNA.
Oltre a bloccare parte delle radiazioni, la melanina neutralizza i radicali liberi generati dall’esposizione al sole, limitando lo stress ossidativo che accelera l’invecchiamento cutaneo.
Nonostante questi benefici, è importante ricordare che la melanina da sola non basta a garantire una protezione completa dai raggi UV.
I dermatologi raccomandano di usare sempre la crema solare qualora ci si debba o si voglia esporsi al sole, indipendentemente dal colore della pelle.
La melanina e il colore della pelle
Il colore della pelle dipende dalla quantità e dal tipo di melanina prodotta dai melanociti e trasferita ai cheratinociti. Tutti abbiamo un numero simile di melanociti, ma chi ha pelle scura produce più eumelanina, un pigmento scuro.
Al contrario, chi ha pelle chiara produce meno eumelanina e più feomelanina, di tonalità più chiara e rossastra, e i melanosomi (ovvero gli organelli che contengono la melanina) tendono a degradarsi più rapidamente.
Nelle popolazioni con carnagione scura, i melanosomi sono grandi, numerosi e isolati. Questo impedisce che vengano distrutti troppo presto
e. In chi ha carnagione chiara, invece, i melanosomi sono piccoli, spesso riuniti in gruppi e più facilmente degradabili, limitando così la pigmentazione visibile.
Melanina e abbronzatura
La cosiddetta abbronzatura non è altro che la “risposta” della pelle all’esposizione solare, la quale produce più melanina per proteggersi dai raggi solari. Quando ci si espone al sole, infatti, i melanociti aumentano la sintesi di melanina, che si accumula nei melanosomi e viene trasferita ai cheratinociti, formando uno scudo che assorbe e disperde parte delle radiazioni ultraviolette.
Questo processo, però, non è immediato. La pelle infatti inizia a scurirsi solo dopo un certo tempo dall’esposizione, perché servono diverse ore o giorni perché la nuova melanina raggiunga gli strati superficiali.
In chi ha pelle chiara, la melanina prodotta è meno abbondante e contiene più feomelanina, che protegge in maniera meno efficiente rispetto all’eumelanina. Per questo le persone con la carnagione chiara tendono in genere a scottarsi facilmente.
La mancanza di melanina
La mancanza di melanina può causare condizioni come albinismo, vitiligine o ipopigmentazione.
- L’albinismo è una malattia genetica rara in cui i melanociti non producono o producono pochissima melanina: la pelle resta molto chiara, i capelli sono bianchi o di un colore biondo chiarissimo e gli occhi tendono ad avere un colore azzurro pallido o grigio;
- La vitiligine è invece una perdita localizzata di melanina dovuta alla distruzione dei melanociti da parte del sistema immunitario. Si manifesta con chiazze bianche ben definite sulla pelle, di dimensioni e forme variabili. Questa condizione non è pericolosa ma può avere un forte impatto psicologico, soprattutto se le aree colpite sono visibili;
- Anche lesioni, ustioni o infezioni cutanee possono ridurre la melanina nella zona danneggiata. La pelle, infatti, guarisce ma può rimanere più chiara.
Come stimolare la produzione di melanina?
Stimolare la produzione di melanina in modo sicuro non è semplice e le soluzioni commerciali, come creme o pomate apposite, nonché gli integratori alimentari, non sono state approvate scientificamente.
I melanociti producono melanina soprattutto come risposta naturale all’esposizione ai raggi UV. Tuttavia, affidarsi al sole o alle lampade abbronzanti senza che vi sia adeguata protezione non è consigliabile, perché aumenta il rischio di danni alla pelle e di sviluppare tumori cutanei.
Nei casi di vitiligine o altre condizioni di ipopigmentazione, esistono delle terapie specifiche che possono effettivamente stimolare la ripresa della produzione di pigmento nella pelle colpita, ma vanno eseguite solo sotto stretto controllo medico.
Infine, si ipotizza che assumere cibi che fanno bene alla pelle, ad esempio alimenti ricchi di collagene o di vitamina D, possa in una certa misura stimolare anche la produzione di melanina.
In che alimenti si trova la melanina?
La melanina non si trova negli alimenti perché è un pigmento prodotto internamente dai melanociti. Tuttavia, alcuni cibi e alcuni integratori, come gli integratori di collagene, possono supportare indirettamente la salute della pelle e di conseguenza “aiutare” i melanociti a “lavorare bene”.
- Alimenti ricchi di antiossidanti come aglio, melograno, cannella, alloro e peperoncino contribuiscono a ridurre lo stress ossidativo che danneggia le cellule della pelle, inclusi i melanociti;
- Anche frutta e verdura ricche di carotenoidi e betacarotene, come pomodori, carote, zucche, peperoni e frutti di bosco, sono fonti naturali di vitamine e polifenoli che possono aiutare la salute della pelle.
Che differenza c’è tra melanina e melatonina?
La melanina e la melatonina sono due sostanze diverse, anche se i nomi, essendo molto simili, possono confondere.
- La melanina, come abbiamo visto, è il pigmento che dà colore a pelle, capelli e occhi;
- La melatonina, invece, è un ormone che regola il ritmo sonno-veglia.