Elastina e invecchiamento: cos'è, sintesi e degradazione
L’elastina è una proteina che lavora in sinergia con il collagene per rendere elastica e resistente la pelle. Viene sintetizzata nel derma, e la sua degradazione può essere dovuta all’invecchiamento o ad ulteriori fattori.

L’elastina è una proteina che lavora in sinergia con il collagene per rendere elastica e resistente la pelle. Viene sintetizzata nel derma, e la sua degradazione può essere dovuta all’invecchiamento o ad ulteriori fattori.
Cos'è l'elastina?
L’elastina è una proteina che contribuisce a mantenere la pelle elastica e capace di adattarsi ai movimenti.
Insieme al collagene, con cui lavora in sinergia, forma una sorta di “rete di sostegno” che dà alla pelle elasticità e resistenza.
Nei prodotti cosmetici, l’elastina viene spesso utilizzata in forma idrolizzata, ossia scomposta nei piccoli peptidi che la compongono.
In questa forma, non conserva le proprietà elasticizzanti originali, ma può comunque svolgere un’azione idratante e protettiva.
A cosa serve l'elastina?
L’elastina ha il compito di rendere la pelle flessibile e resistente alle deformazioni.
Grazie alla sua struttura, può infatti allungarsi e tornare alla forma iniziale senza danneggiarsi, permettendo alla cute di seguire i diversi movimenti del corpo e “sopportare” le sollecitazioni come pressioni o stiramenti.
Il suo ruolo è particolarmente evidente non solo nella pelle, ma anche in altri tessuti come i polmoni e le pareti dei vasi sanguigni, dove l’elasticità è fondamentale per garantirne il normale funzionamento.
Con l’invecchiamento, la diminuzione dell’elastina contribuisce alla perdita di elasticità cutanea, favorendo la comparsa di rughe e rilassamento dei tessuti. Non solo. La carenza di questa proteina è associata anche ad ispessimenti vascolari, con potenziali danni nel sistema cardiovascolare o predisposizione a sviluppare disturbi.
Elastina e collagene
Elastina e collagene sono due proteine che, di fatto, collaborano nel mantenere la struttura e le proprietà meccaniche della pelle.
Il collagene contribuisce a fornire compattezza e sostegno ai tessuti. L’elastina, invece, è responsabile in particolare dell’elasticità cutanea.
Queste due componenti si intrecciano in una sorta di “rete” tridimensionale. La presenza del collagene in particolare va a limitare l’estensione massima delle fibre elastiche, garantendo così un equilibrio tra elasticità e resistenza.
La sintesi dell'elastina
La sintesi dell’elastina avviene nei fibroblasti del derma, dove viene prodotta inizialmente sotto forma di tropoelastina. Si tratta di un monomero ad alto peso molecolare, ricco di amminoacidi come glicina, valina, alanina e prolina.
Una volta prodotta, la tropoelastina viene secreta nello spazio extracellulare e si dispone vicino alla membrana delle cellule.
Qui, interagisce con le microfibrille di fibrillina per formare delle fibre elastiche. Queste sono composte da una parte centrale, costituita dall’elastina vera e propria, e da una componente strutturale esterna, formata da microfibrille tubulari.
Il risultato è il già citato reticolo tridimensionale che garantisce elasticità e resistenza alla pelle.
La degradazione dell'elastina
La degradazione dell’elastina può essere causata da diversi fattori, e porta ad una sostanziale perdita di elasticità della pelle.
Una delle situazioni più comuni è la distensione eccessiva del tessuto cutaneo, come avviene in caso di rapido aumento di peso. Quando l’elastina non riesce più a sostenere lo stiramento, si verifica un cedimento del tessuto e la comparsa delle cosiddette smagliature.
Anche l’uso prolungato di terapie a base di cortisone può potenzialmente ridurre la sintesi di elastina, aumentando il rischio di alterazioni strutturali del derma.
A livello molecolare, la degradazione è favorita dall’attivazione di alcuni enzimi, in particolare le cosiddette elastasi, che frammentano la proteina compromettendone la funzione.
L’elastina e l’invecchiamento
Anche l’invecchiamento può causare cambiamenti nella produzione di elastina.
Con il passare degli anni, infatti, i livelli di elastina tendono a diminuire fisiologicamente in modo significativo. Dopo i 25-30 anni circa, la sintesi di nuova elastina rallenta drasticamente, mentre aumentano contestualmente i vari processi di degradazione.
Il risultato è una progressiva perdita di elasticità cutanea. La pelle tende ad apparire meno tonica, più sottile e segnata da rughe.
Inoltre, a partire più o meno dallo stesso periodo anche la struttura del collagene cambia, diventando più rigida e fibrosa, e contribuendo anch’essa a dei cambiamenti nell’aspetto della pelle.
Molte strategie cosmetiche e nutrizionali puntano a preservare l’elastina, rallentarne la degradazione e stimolarne, quando possibile, la sintesi.
Tuttavia, l’efficacia di tali interventi dipende da vari fattori, tra cui lo stile di vita e la salute generale dell’individuo.
Una dieta con un corretto contenuto di antiossidanti, ad esempio, può contribuire a proteggere l’elastina dai danni provocati dai radicali liberi.
Gli integratori di elastina
L’assunzione di integratori di elastina per via orale viene solitamente proposta con l’obiettivo di favorire la sintesi endogena di elastina, fornendo all’organismo tutti gli amminoacidi e, più in generale, le sostanze necessarie alla sua produzione. Tuttavia, l’uso di integratori presenta dei limiti, in particolare per via del fatto che la loro efficacia non è ancora, attualmente, supportata da prove scientifiche certe, anzi.
A eccezione di casi specifici in cui siano presenti delle carenze nutrizionali evidenti, non ci sono prove solide che l’integrazione abbia un impatto diretto e significativo sulla sintesi di nuove fibre elastiche.
L’elastina, infatti, ha un’emivita (ovvero un tempo di decadenza) molto lunga e un turnover molto basso, il che rende difficile intervenire efficacemente solo attraverso la dieta o gli integratori. In caso di dubbio, comunque, prima di utilizzare degli integratori è opportuno chiedere consiglio ad un nutrizionista per valutare la possibilità di effettuare eventuali correzioni nella propria dieta, qualora sbilanciata.
Fonti:
- Lin, C.-J., Cocciolone, A. J., & Wagenseil, J. E. (2022). Elastin, arterial mechanics, and stenosis. AJP Cell Physiology, 322(5), C875–C886. https://doi.org/10.1152/ajpcell.00448.2021