L’ipotiroidismo è una condizione in cui la ghiandola tiroidea, una piccola ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo non produce una quantità sufficiente di ormoni tiroidei. Se trattata tempestivamente, consente alle persone di vivere una vita normale e sana. Con la diagnosi precoce, la prevenzione e una corretta gestione tramite dieta e farmaci, è possibile affrontare questa patologia senza compromettere la qualità della vita e gestire la condizione prevenendo complicazioni a lungo termine.
Cos’è
L’ipotiroidismo si verifica quando la tiroide non è in grado di produrre abbastanza ormoni, principalmente la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Questi ormoni sono fondamentali per il corretto funzionamento del metabolismo e per l’energia del corpo. Quando la produzione di ormoni tiroidei diminuisce, il metabolismo rallenta, portando a una serie di sintomi fisici e psicologici.
La condizione può svilupparsi lentamente, rendendo difficile identificare subito i segni. La diagnosi viene di solito confermata da esami del sangue, che misurano i livelli di ormoni tiroidei e l’ormone tireotropo (TSH), un indicatore che segnala se la tiroide sta lavorando correttamente. L’ipotiroidismo può colpire chiunque, ma è più comune nelle donne e nelle persone di età superiore ai 60 anni.
Sintomi
I sintomi dell’ipotiroidismo possono variare da persona a persona, ma i più comuni includono:
- Affaticamento e stanchezza eccessiva: una sensazione di stanchezza costante, anche dopo aver dormito a sufficienza.
- Aumento di peso: un rallentamento del metabolismo può causare un accumulo di peso, anche senza cambiamenti significativi nell’alimentazione o nell’attività fisica.
- Pelle secca e capelli fragili: la pelle diventa secca, pallida e pruriginosa, mentre i capelli possono diventare più sottili e fragili.
- Sensibilità al freddo: le persone con ipotiroidismo tendono a sentire il freddo più di altre, a causa del rallentamento del metabolismo.
- Costipazione: la motilità intestinale rallenta, portando a difficoltà digestive.
- Depressione e ansia: i cambiamenti nei livelli ormonali possono influire sull’umore, causando sintomi di depressione, tristezza o ansia.
- Dolori muscolari e articolari: alcuni pazienti sperimentano dolore muscolare, crampi o rigidità articolare.
Anche se questi sintomi sono comuni, non sono esclusivi dell’ipotiroidismo e possono essere facilmente confusi con altre condizioni. Per questo motivo, una valutazione medica approfondita è fondamentale per una diagnosi accurata.
Ipotiroidismo infantile
L’ipotiroidismo nei bambini è meno comune, ma può essere particolarmente problematico se non viene trattato tempestivamente. Se non diagnosticato in età precoce, infatti, può influire negativamente sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino. Nei neonati, i segni possono essere sottili ed includere:
- Sonnolenza eccessiva;
- Ritardo nel movimento o nel pianto;
- Crescita lenta;
- Lingua gonfia;
- Ittero persistente
Il trattamento precoce con ormoni tiroidei sintetici può prevenire i danni a lungo termine, e per questo motivo sono previste screening neonatali per individuare i casi di ipotiroidismo congenito.
Cause dell’ipotiroidismo
L’ipotiroidismo può avere diverse cause. La causa più comune in molte parti del mondo è la tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune. Altre cause includono difetti congeniti, carenze nutrizionali o danni alla tiroide dovuti a trattamenti medici come la radioterapia. Vediamo più nel dettaglio le principali cause di ipotiroidismo:
- La tiroidite di Hashimoto: è una malattia autoimmune che porta il sistema immunitario ad attaccare erroneamente la tiroide, danneggiandola e riducendo la produzione di ormoni. Questa condizione è la causa più comune di ipotiroidismo nelle persone adulte, soprattutto nelle donne. La malattia di Hashimoto si sviluppa lentamente nel tempo e può passare inosservata fino a quando i sintomi diventano evidenti.
- Trattamenti medici: in alcuni casi, l’ipotiroidismo può essere causato da trattamenti medici che danneggiano la tiroide. Ad esempio, la radioterapia al collo, che viene usata per trattare alcuni tumori, può danneggiare la ghiandola tiroidea, portando a ipotiroidismo. Inoltre, la rimozione chirurgica della tiroide (a causa di tumori o altre problematiche) può provocare una carenza permanente di ormoni tiroidei.
- Carenze nutrizionali: una carenza di iodio nella dieta è una causa comune di ipotiroidismo in alcune aree del mondo dove l’accesso a alimenti ricchi di iodio è limitato. Lo iodio è essenziale per la produzione di ormoni tiroidei. Tuttavia, nei paesi industrializzati, le carenze di iodio sono meno frequenti grazie all’uso di sale iodato.
- Altre cause: altre condizioni, come l’ipofisite (infiammazione dell’ipofisi) o la sindrome di Klinefelter, possono causare un malfunzionamento della tiroide. Anche l’invecchiamento può portare a un deterioramento della funzionalità tiroidea.
Prevenzione
La prevenzione dell’ipotiroidismo dipende dalla causa sottostante. Poiché la malattia di Hashimoto e altre malattie autoimmuni non possono essere prevenute, l’approccio migliore è quello di diagnosticare e trattare la condizione precocemente. La prevenzione può includere anche:
- Assunzione adeguata di iodio: L’assunzione di iodio attraverso una dieta equilibrata, che includa alimenti come pesce, latticini, uova e sale iodato, è fondamentale per la salute della tiroide.
- Screening regolari: Le persone a rischio, come le donne sopra i 60 anni, dovrebbero sottoporsi a controlli regolari per monitorare la funzionalità tiroidea.
Intervenire sulla dieta
Una dieta equilibrata gioca un ruolo cruciale nel supportare la salute della tiroide, specialmente in caso di ipotiroidismo. Alcuni nutrienti sono particolarmente importanti per il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea. Ad esempio, il selenio, che è essenziale per la conversione dell’ormone tiroideo T4 in T3 (la forma attiva), si trova in alimenti come noci brasiliane, pesce, carne magra, uova e cereali integrali. Anche la vitamina D, presente in alimenti come pesce grasso, uova e funghi, supporta la salute tiroidea, poiché interviene nella sintesi degli ormoni. Allo stesso modo, lo zinco (presente in carne, legumi e noci) è un minerale importante per la funzione tiroidea.
Un altro aspetto da considerare è la presenza di alimenti goitrogeni, come cavoli, broccoli, cavolfiori, soia e spinaci, che contengono composti in grado di interferire con l’assorbimento dello iodio dalla tiroide. Sebbene questi alimenti possano ridurre la funzione tiroidea, cucinarli ne diminuisce l’effetto goitrogeno, rendendoli sicuri per chi soffre di ipotiroidismo.
In sintesi, una dieta equilibrata, come quella mediterranea, ricca di nutrienti essenziali, può essere molto utile per la gestione dell’ipotiroidismo, supportando la funzione tiroidea e migliorando il benessere generale.
La dieta mediterranea, che si basa su frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce, olio d’oliva ed un moderato consumo di latticini e carne bianca è particolarmente adatta per le persone con ipotiroidismo, poiché è naturalmente ricca di nutrienti che supportano la funzione tiroidea. Il pesce, in particolare, ricco di selenio e omega-3, aiuta a migliorare la funzione ormonale e a ridurre l’infiammazione, che può essere problematica nelle malattie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto. L’olio d’oliva, invece, principale fonte di grassi sani, ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che supportano la salute della tiroide.
Diagnosi
L’ipotiroidismo viene diagnosticato principalmente tramite esami del sangue che misurano i livelli di TSH e ormoni tiroidei. Un livello elevato di TSH, accompagnato da bassi livelli di T4 e T3, è indicativo di ipotiroidismo. A volte, potrebbe essere necessario un ulteriore test, come un’ecografia tiroidea o una biopsia, per determinare la causa sottostante della disfunzione tiroidea.
Prognosi
La prognosi dell’ipotiroidismo è generalmente favorevole con un trattamento adeguato. Una volta diagnosticato e trattato con ormoni tiroidei sintetici, la maggior parte delle persone può condurre una vita normale. Tuttavia, se non trattato, l’ipotiroidismo può portare a complicazioni come l’aumento del colesterolo, problemi cardiaci, infertilità e, nei casi più gravi, il coma mixedematoso.
Come si cura l’ipotiroidismo
Il trattamento principale per l’ipotiroidismo è la somministrazione di ormoni tiroidei sintetici, come la levotiroxina. Questo farmaco sostituisce gli ormoni che la tiroide non è in grado di produrre. La dose viene determinata dal medico in base ai livelli ormonali nel sangue e alle necessità individuali del paziente.
Il trattamento è di solito a vita e richiede un monitoraggio periodico per garantire che i livelli di ormoni tiroidei siano corretti. La levotiroxina è generalmente ben tollerata, ma i dosaggi devono essere adeguati per evitare effetti collaterali.
In alcuni casi, se l’ipotiroidismo è causato da una malattia autoimmune, potrebbe essere necessario trattare anche quella condizione per gestire completamente il problema.
FONTI:
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Manuela Amato è una nutrizionista specializzata in pazienti cardiopatici.
Laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana, ha sei anni di esperienza presso il Centro Cardiologico Monzino-IRCCS di Milano.
Ha conseguito un Dottorato in Terapie Avanzate Biomedico-Chirurgiche e continua a formarsi per mantenere aggiornate le sue competenze nel campo nutrizionale.