L’ipertensione arteriosa, o “pressione alta”, è una condizione in cui la pressione del flusso del sangue che “preme” contro le pareti delle arterie è particolarmente elevata.
Cos’è l’ipertensione arteriosa
L’ipertensione arteriosa, comunemente definita come “pressione alta”, è una condizione in cui la pressione del flusso del sangue che “preme” contro le pareti delle arterie risulta particolarmente elevata, e costante nel tempo. L’ipertensione arteriosa va trattata, poiché il cuore lavora più intensamente per portare il sangue e, a lungo andare, può causare problemi anche gravi all’apparato cardiocircolatorio o agli altri organi.
La pressione arteriosa viene misurata in mmHg (millimetri di mercurio) e si divide in:
- Pressione sistolica, la “massima”, ovvero la forza che il sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni quando il cuore si contrae;
- Pressione diastolica, la “minima”, ovvero la pressione quando il cuore è a riposo tra una contrazione e l’altra.
Generalmente, si parla di pressione alta quando la pressione supera i valori di 120/80 mmHg, ovvero 120 per la massima e 88 per la minima, rimanendo elevati per tempi più o meno lunghi.
Si parla invece di ipotensione, o pressione bassa, quando i valori sono inferiori a 100/60 mmHg.
Diagnosi dell’ipertensione arteriosa
I valori che indicano ipertensione arteriosa, come accennato, sono generalmente superiori a 120/80 mmHg, un valore considerato normale e “al limite”.
La classificazione dell’ipertensione arteriosa dipende da quanto, effettivamente, questo valore sia elevato rispetto alla norma:
- Pressione elevata. Non è ancora ipertensione di per sé, ma occorre tenere monitorati i valori per evitare salgano ulteriormente. Di solito si attesta tra 120 e 129 mmHg per la massima, ma attorno o sotto gli 80 mmHg per la minima;
- Ipertensione al primo stadio. I valori si collocano tra i 130 e i 139 mmHg per la massima e gli 80 e 89 mmHg per la minima. Non si tratta ancora di ipertensione grave, tuttavia è necessario allertare un medico e, solitamente, apportare delle modifiche al proprio stile di vita per riportare la pressione a valori normali. Generalmente in questo stadio non sono necessari farmaci;
- Ipertensione al secondo stadio. I valori si collocano sopra i 140 mmHg per la massima e sopra i 90 mmHg per la minima. È uno stadio potenzialmente grave, che richiede l’allertamento di un medico il quale valuterà eventuali cambiamenti nello stile di vita e prescriverà appositi farmaci per abbassare la pressione.
Vi è poi una condizione chiamata crisi ipertensiva, una vera e propria emergenza medica che richiede intervento immediato. Si verifica quando la pressione supera i 180 mmHg per la massima e i 120 mmHg per la minima. Se non trattata tempestivamente può causare gravi complicazioni a carico del cuore o dell’apparato cardiocircolatorio, come ictus o arresto cardiaco.
Cause
Le cause dell’ipertensione arteriosa dipendono dalla tipologia di ipertensione. In particolare:
- Ipertensione primaria, o ipertensione essenziale. Si tratta della forma di pressione alta più comune, e non deriva da una vera e propria causa specifica. Di solito si presenta con l’avanzare dell’età, in maniera graduale. L’aterosclerosi, ovvero la formazione di placca all’interno delle arterie, può contribuire al suo sviluppo, così come stili di vita e abitudini poco salutari, come il tabagismo, o diete errate, ricche di grassi e di sodio;
- Ipertensione secondaria. È una forma meno comune, la cui insorgenza è improvvisa e dovuta a condizioni mediche sottostanti, o uso (o abuso) di farmaci. Tra le cause principali di ipertensione secondaria ricordiamo:
- Malattie renali;
- Problemi genetici;
- Apnee notturne;
- Disturbi tiroidei, per cui possono essere prescritte specifiche diete, ad esempio quella per la tiroidite di Hashimoto.
- Uso o abuso di farmaci quali determinate tipologie di antidolorifici, oppure contraccettivi orali;
- Uso o abuso di droghe come la cocaina.
Vi è poi una particolare categoria di ipertensione, chiamata ipertensione da camice bianco. Si verifica quando il soggetto sperimenta un aumento improvviso della pressione solamente in condizioni di stress psicologico, come un esame universitario o, appunto, una visita medica (Martin & McGrath, 2013). Sebbene temporaneo, è comunque un campanello d’allarme che potrebbe indicare condizioni più serie, e pertanto è buona norma parlarne con il proprio medico.
Tipologie di cause
Come accennato, dunque, l’ipertensione può essere dovuta ad una molteplicità di cause, che si dividono in:
- Problematiche legate alla salute del soggetto, come malattie sottostanti;
- Uso di sostanze come farmaci o droghe;
- Stili di vita errati;
- Problematiche psicologiche, come lo stress.
Fattori di rischio
Esistono diversi fattori di rischio per lo sviluppo dell’ipertensione, molti dei quali possono tuttavia essere gestiti o monitorati.
Tra questi:
- L’età. Come accennato, man mano che l’età aumenta, aumenta il rischio di sviluppare condizioni di ipertensione;
- Familiarità o predisposizione. Avere dei parenti stretti, ad esempio i genitori, ipertesi, aumenta la probabilità di svilupparla a propria volta;
- Condizione di sovrappeso o di obesità;
- Stile di vita sedentario;
- Dieta errata, e in particolare eccessivamente ricca di sodio;
- Tabagismo;
- Consumo prolungato ed eccessivo di alcol;
- Condizioni di stress prolungate e non trattate adeguatamente.
Sintomi dell’ipertensione
L’ipertensione può risultare particolarmente insidiosa, poiché in molti casi si presenta senza sintomi. La sintomatologia tende piuttosto a presentarsi con il peggioramento della condizione. Dunque, soprattutto in condizioni di familiarità o qualora si adottino comportamenti o stili di vita potenzialmente a rischio, è necessario monitorare regolarmente la pressione.
Alcuni sintomi comprendono:
- Perdita di sangue dal naso;
- Fiato corto, anche “a riposo”;
- Mal di testa persistente;
- Sudori freddi;
- Vertigini;
- Vista appannata o difficoltosa.
Rischi legati alla pressione alta
Come accennato più volte in precedenza, l’ipertensione non trattata può causare conseguenze piuttosto gravi. In particolare, l’ipertensione può causare la cosiddetta aterosclerosi, una alterazione delle pareti delle arterie, che divengono più “rigide” o bloccarsi a causa della formazione di placche.
Tra i principali rischi legati alla pressione alta ricordiamo:
- Ictus;
- Infarto o insufficienza cardiaca;
- Aneurisma;
- Insufficienza renale;
- Sindrome metabolica;
- Edema polmonare.
Cura e trattamento
Come curare l’ipertensione arteriosa dipende dalla gravità della condizione e dalle cause che l’hanno provocata. Generalmente il trattamento è composto da cambiamenti nello stile di vita e uso di farmaci appositi, prescritti dal medico.
Farmaci
I farmaci che vengono solitamente usati nel trattamento della pressione alta sono i cosiddetti farmaci antipertensivi, utilizzati appunto per abbassare la pressione sanguigna. La tipologia e la frequenza di assunzione dipendono caso per caso, e occorre attenersi scrupolosamente alle indicazioni del medico.
Qualora la pressione alta sia causata da altre malattie, è ovviamente necessario combinare il trattamento della stessa con la cura o il trattamento di queste ultime.
Dieta e stile di vita
In caso di ipertensione arteriosa è importante sapere cosa mangiare e quali cambiamenti adottare nel proprio stile di vita. Come abbiamo visto, infatti, abitudini di vita o alimentari errate possono contribuire di molto nell’innalzamento della pressione arteriosa.
In particolare, è essenziale:
- Seguire una dieta sana ed equilibrata, a limitato contenuto di sodio e di grassi saturi, in grado di contribuire all’abbassamento della pressione. In questo, occorre avvalersi del parere di un professionista, come un biologo nutrizionista, che possa fornire le corrette indicazioni per adottare un’alimentazione corretta, e adatta alla propria condizione;
- Perdere peso, se ci si trova in una condizione di sovrappeso o di obesità;
- Svolgere attività fisica regolarmente, anche in forma leggera e, ovviamente, adeguata alla propria età e al proprio stato di salute. L’ideale sarebbe svolgere attività fisica almeno tre o quattro volte la settimana, per almeno trenta minuti;
- Limitare l’assunzione di alcol;
- Smettere di fumare;
- Riposare adeguatamente e curare la propria igiene del sonno;
- Gestire i periodi stressanti, eventualmente con il supporto di un professionista.
Fonti:
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- Martin, C. A., & McGrath, B. P. (2013). White-coat hypertension. Clinical and Experimental Pharmacology and Physiology, 41(1), 22–29. https://doi.org/10.1111/1440-1681.12114
Articolista e copywriter con oltre dieci anni di esperienza. Appassionata riguardo il settore della nutrizione.