Scarlattina in gravidanza: è pericolosa?
La scarlattina in gravidanza non è considerata pericolosa, purché riconosciuta e trattata in tempi brevi.

La scarlattina in gravidanza non è considerata pericolosa, purché riconosciuta e trattata in tempi brevi.
La scarlattina in gravidanza
La scarlattina, che può essere contratta anche in gravidanza, è un’infezione batterica causata dallo Streptococcus pyogenes.
Sebbene colpisca principalmente i bambini in età pediatrica, può manifestarsi anche negli adulti e nelle persone in gravidanza.
Quando si verifica durante la gestazione è naturale possa suscitare preoccupazione, soprattutto per i possibili effetti sul nascituro.
In gravidanza, i sintomi sono simili a quelli dell’infezione nei bambini e comprendono febbre alta, mal di gola, tachicardia e una peculiare alterazione della lingua, detta lingua a fragola o lingua a lampone.
Nonostante contrarre la scarlattina sia piuttosto raro durante la gestazione, è fondamentale riconoscerne tempestivamente i segni e rivolgersi al proprio medico o al proprio ginecologo.
La scarlattina in gravidanza è pericolosa?
In generale, la scarlattina in gravidanza non viene considerata una minaccia diretta per la salute del feto o della mamma.
Secondo gli studi, non è associata a malformazioni congenite e la trasmissione dell'infezione dalla madre al neonato durante il parto è un’evenienza piuttosto rara, stimata intorno all’1%.
Tuttavia, i rischi non sono del tutto assenti, e legati sostanzialmente alla sintomatologia che può risultare abbastanza aggressiva.
Se l’infezione comporta febbre elevata, specialmente in assenza di trattamento, può aumentare il rischio di parto pretermine, soprattutto la scarlattina se si verifica nel primo o nel secondo trimestre della gravidanza. L’innalzamento della temperatura corporea può poi sommarsi ad altri disturbi comuni, come la nausea in gravidanza.
Inoltre, lo streptococco può colonizzare anche la vagina e, qualora non venga diagnosticato, potrebbe causare delle complicazioni durante il parto.
I rischi per la mamma
Anche se la scarlattina in gravidanza non è tra le infezioni più frequenti, può comunque comportare alcune complicazioni per la madre. L'infezione è causata da un batterio piuttosto aggressivo, lo Streptococcus pyogenes, che può diffondersi anche in assenza di contatto diretto.
Tra i principali rischi per la mamma troviamo:
- Febbre alta;
- Faringite acuta, spesso dolorosa e accompagnata da tonsille arrossate e/o ingrossate;
- Disidratazione, che può aggravare, se già presente, la stitichezza in gravidanza;
- Affaticamento e malessere;
- Tachicardia.
Uno dei rischi potenzialmente più gravi è la possibile colonizzazione vaginale da parte dello streptococco.
I rischi per il feto
Nel complesso, la scarlattina in gravidanza, se diagnosticata e trattata tempestivamente. Tuttavia, in assenza di trattamento i possibili rischi per il piccolo includono:
- Parto pretermine, associato in particolare all’innalzamento della temperatura corporea materna;
- Rottura prematura delle membrane, soprattutto se vi è colonizzazione vaginale da Streptococcus pyogenes;
- Contagio neonatale durante il parto, anche se si tratta di un’evenienza rara.
Una diagnosi e un trattamento tempestivo, insieme a un eventuale integrazione di nutrienti - ad esempio assicurandosi di seguire un corretto apporto di magnesio in gravidanza utile per la salute muscolare e vascolare - può contribuire a ridurre tutti questi rischi.
I sintomi della scarlattina in gravidanza
I sintomi della scarlattina in gravidanza sono del tutto simili a quelli che si manifestano nei bambini e negli adulti non gestanti.
Dopo un’incubazione di circa 48-72 ore, l’infezione esordisce con una sintomatologia piuttosto specifica.
Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Febbre elevata, che spesso si manifesta in maniera improvvisa;
- Mal di gola e faringite intensa, con tonsille arrossate e ingrossate;
- Dolori addominali;
- Tachicardia;
- Eruzione cutanea che si manifesta sotto forma di chiazze rosse. Inizialmente quest’ultima tende a comparire su collo, ascelle e inguine, estendendosi poi al resto del corpo;
- “Lingua a fragola”, che evolve da una patina biancastra a un colore rosso vivo associato ad un aspetto rugoso.
In presenza di questi sintomi, è fondamentale consultare tempestivamente il medico in modo che possa confermare la diagnosi.
La diagnosi
La diagnosi di scarlattina in gravidanza si basa innanzitutto sull’esame obiettivo e sul riconoscimento dei sintomi tipici, come la febbre alta, il mal di gola, l’esantema e la caratteristica lingua a fragola.
Tuttavia, per confermare con certezza l’infezione e identificare il microrganismo responsabile,il medico potrebbe ritenere opportuno ricorrere ad un tampone faringeo.
Una volta confermata la diagnosi, può essere raccomandato anche un tampone vaginale, utile per rilevare una possibile colonizzazione genitale da parte dello stesso batterio.
Questo esame è importante soprattutto per prevenire eventuali complicanze ostetriche, come la rottura prematura delle membrane o il rischio, seppur basso, di trasmissione dell’infezione al neonato durante il parto.
Una corretta diagnosi consente di intervenire tempestivamente e, se necessario, adattare anche l’alimentazione in gravidanza per supportare al meglio il sistema immunitario e ridurre i possibili disagi.
Le cause della scarlattina in gravidanza
La scarlattina in gravidanza è causata dall’azione dello Streptococcus pyogenes, un batterio appartenente al gruppo A degli streptococchi beta-emolitici.
Questo microrganismo è in grado di provocare diverse infezioni, tra cui faringiti, tonsilliti e, appunto, la scarlattina. Si trasmette principalmente per via aerea.
Un aspetto rilevante è che l’infezione non conferisce immunità permanente. Esistono infatti diversi ceppi di S. pyogenes, motivo per cui è possibile ammalarsi anche più volte nel corso della vita.
La trasmissione e il contagio
Il contagio può avvenire:
- Attraverso goccioline di saliva emesse con starnuti, tosse o anche solo parlando;
- Per contatto indiretto, tramite oggetti contaminati come stoviglie, asciugamani, giocattoli o biancheria.
La capacità del batterio di sopravvivere a lungo nell’ambiente rende più difficile prevenire completamente l’esposizione.
La prevenzione
Prevenire la scarlattina in gravidanza non è sempre semplice, poiché il batterio responsabile può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane, che risultano contagiose già 24-48 ore prima della comparsa dei sintomi. Inoltre, tende a sopravvivere a lungo nell’ambiente.
Tuttavia, alcune precauzioni possono ridurre il rischio di contrarre l’infezione, e in particolare:
- Evitare il contatto diretto con persone malate o con sintomi sospetti;
- Non condividere oggetti personali come posate, bicchieri, asciugamani o giocattoli;
- Frequentare con cautela ambienti ad alto rischio come asili o scuole, soprattutto nei periodi epidemici;
- Curare l’igiene delle mani, lavandole accuratamente e spesso, specialmente prima dei pasti o dopo contatti con superfici potenzialmente contaminate.
Le stesse accortezze andrebbero adottate anche da chi convive con la gestante.
Queste precauzioni andrebbero affiancate a una dieta varia e “sicura”, valutando con attenzione cosa non mangiare in gravidanza con l’aiuto di un biologo nutrizionista.
La cura e il trattamento
La scarlattina in gravidanza è un’infezione di origine batterica e, come tale, richiede un trattamento antibiotico mirato.
La terapia antibiotica:
- Deve essere avviata tempestivamente per ridurre la durata dei sintomi e prevenire lo sviluppo di eventuali complicanze;
- Va completata secondo le indicazioni del medico, anche se i sintomi migliorano prima della fine del ciclo;
Una corretta gestione della malattia, eventualmente associata a una revisione sul cosa mangiare in gravidanza, aiuta a contenere i sintomi e prevenire le possibili complicazioni.