Home > Blog Nutrizione > Acido folico prima e durante la gravidanza

Acido folico prima e durante la gravidanza

L’acido folico è una vitamina che viene assunta tramite l’alimentazione e che in alcuni casi, ad esempio in gravidanza, andrebbe integrata.

Acido folico in gravidanza

L’acido folico, conosciuto anche come vitamina B9, è un nutriente essenziale per la nostra salute, ma il suo ruolo diventa ancora più cruciale durante la gravidanza (e in epoca preconcezionale). In questo articolo esploreremo i benefici, le raccomandazioni e le modalità di assunzione di questa vitamina, essenziale per la salute di mamma e bambino.

Cos’è l’acido folico

L’acido folico è la forma sintetica della vitamina B9 che ritroviamo nei principali integratori alimentari e negli alimenti fortificati (come alcuni cereali per la colazione).

I folati, invece, sono la forma naturale della vitamina B9, presente negli alimenti come verdure a foglia verde (spinaci, broccoli), legumi (fagioli, lenticchie), agrumi, noci, semi e cereali integrali. 

Occorre inoltre tenere presente che alcune tra le altre vitamine del gruppo B vengono talvolta utilizzate per combattere i sintomi di ansia e depressione, in gravidanza e non, ad esempio qualora siano esacerbati da squilibri di omocisteina nel sangue.

Acido folico: cos'è e dove si trova.

A cosa serve l’acido folico

L’acido folico è una molecola fondamentale per la sintesi del DNA, dell’RNA e delle proteine: gioca infatti un ruolo cruciale nella crescita e nella divisione delle cellule. Durante la gravidanza e in epoca preconcezionale, la supplementazione con acido folico è particolarmente importante perché le richieste di questa vitamina sono aumentate e la sua integrazione favorisce un corretto sviluppo dell’embrione, riducendo il rischio di malformazioni congenite, come la spina bifida e altre anomalie del tubo neurale (Oakley, 2009).

Carenza di acido folico: cosa comporta

La carenza di acido folico può essere causata da diversi fattori. In primis, l’abuso di alcol e il tabagismo possono ostacolarne il corretto assorbimento da parte dell’organismo. Anche alcune malattie, come il diabete o la celiachia, possono essere responsabili di un malassorbimento di questa vitamina.

Ma nello specifico cosa comporta la carenza di acido folico? L’effetto maggiore è una riduzione nella produzione di globuli rossi. La comparsa di anemia megaloblastica è dunque uno dei primi sintomi di una carenza di vitamina B9.

La carenza di acido folico in gravidanza è invece molto comune perché le sue richieste sono aumentate. Tale carenza può favorire la comparsa di malformazioni e aumentare il rischio di partorire prematuramente.

Quando prendere l’acido folico

Qualora si sospettino delle carenze o si voglia iniziare a prendere acido folico perché si desidera cercare una gravidanza, è necessario rivolgersi al proprio medico. Generalmente, infatti, si assume acido folico in caso di:

  • Anemia megaloblastica. Come abbiamo visto, infatti, una carenza di vitamina B9 può causare anemia, e il medico può ritenere opportune delle modifiche alla dieta o la prescrizione di integratori appositi.
  • Prima e durante la gravidanza. Solitamente, per via dei benefici dati dall’acido folico per quanto riguarda il corretto sviluppo del feto, l’acido folico andrebbe assunto idealmente da due-tre mesi prima della gravidanza, fino alle dodici settimane (circa tre mesi) di gestazione. In alcuni casi, tuttavia, il medico potrebbe decidere di prolungare il trattamento per un periodo più lungo o per tutta la durata della gravidanza.

In entrambi i casi, sarà il medico a prescrivere il dosaggio adeguato.

Prova il percorso di nutrizione online di Serenis. Il primo colloquio è gratuito.

Perché è importante in gravidanza

A cosa serve l’acido folico in gravidanza?

Il fabbisogno di folati è aumentato in gravidanza per rispondere all’aumentata sintesi del DNA, RNA e delle proteine. Assumere acido folico in gravidanza è particolarmente importante poiché una carenza di quest’ultimo è associata ad un maggiore rischio di malformazioni del feto, soprattutto a carico del sistema nervoso e dell’encefalo. Come già accennato, inoltre, può aumentare il rischio di parto prematuro.

Questo perché l’acido folico in gravidanza contribuisce alla chiusura del cosiddetto tubo neurale del feto, da cui poi si sviluppano il midollo spinale, il cervello e i tessuti che li proteggono – ad esempio le meningi e la colonna vertebrale (McNulty et al., 2019).

Fino a quando prendere acido folico in gravidanza? La supplementazione con acido folico dopo il primo trimestre di gravidanza non è strettamente necessaria (va valutata in base alla situazione) perché un alimentazione che comprende cereali integrali, frutta, verdura e legumi particolarmente ricchi in folati arriva da sola a coprire i fabbisogni raccomandati.

Perché è importante prima della gravidanza

Ma l’acido folico è estremamente importante anche prima della gravidanza. Questo perché il tubo neurale, appena citato, tende a chiudersi tra il diciassettesimo e il ventinovesimo giorno a partire dal concepimento. In questo lasso di tempo molte donne non sanno ancora di essere incinte. 

Qualora dunque si programmi una gravidanza, l’acido folico andrebbe assunto già dai primi tentativi, per evitare di incorrere in carenze e aiutando così, in caso di concepimento, la prevenzione delle malformazioni congenite.

Poiché non è sempre facile assumere acido folico pre gravidanza, andrebbe assunto dal prima possibile, quando ci si rende conto di essere incinte.

A cosa serve l'acido folico in gravidanza

Indicazioni per assumere l’acido folico

L’acido folico in gravidanza e non va assunto per via orale, e generalmente non dà effetti collaterali gravi – tranne in caso di allergie. Questi ultimi possono includere:

  • Nausea e perdita di appetito;
  • Irritabilità, nervosismo e ansia;
  • Disturbi del sonno;
  • Sapore sgradevole.

Può essere assunto sia prima, sia dopo i pasti, senza particolari controindicazioni in un caso o nell’altro.

Occorre, tuttavia, fare attenzione ad eventuali interazioni con altri farmaci: riguardo ciò, è necessario consultare il proprio medico.

Dosaggio dell’acido folico

Il dosaggio di acido folico consigliato nel primo trimestre di gravidanza (e già a partire dall’epoca preconcezionale) è solitamente di 400 microgrammi al giorno come indicato dalla “Raccomandazione per la Riduzione del Rischio di Difetti Congeniti (http://www.iss.it/cnmr), ripresa dalla Linea Guida Gravidanza Fisiologica 2011, e come indicato nelle Linee Guida Antenal Care (WHO, 2016). Tuttavia, per una supplementazione personalizzata raccomandiamo sempre di rivolgersi a un professionista della nutrizione.

Eccesso di acido folico

L’acido folico tende a non accumularsi nell’organismo, e ad essere espulso tramite le urine. Dunque, nell’eventualità di un sovradosaggio, solo raramente si incorre in problemi, e questi ultimi tendono a risolversi rapidamente. Eventuali sintomi di un sovradosaggio di acido folico includono:

  • Irritabilità e nervosismo;
  • Tremori;
  • Tachicardia.

Qualora questa sintomatologia non si risolva nel giro di qualche ora, è comunque consigliabile avvertire il medico e seguire le sue indicazioni.

Hai letto l’articolo ma ti sono rimasti dei dubbi?

Invia qui la tua domanda. I nostri professionisti sono pronti a risponderti.

Alimenti ricchi in folati

Per il raggiungimento di uno stato di nutrizione ottimale in folati, una donna che inizia a programmare una gravidanza o non la esclude attivamente (o ancora meglio una donna durante tutta l’età fertile), oltre a valutare una supplementazione mirata con acido folico, dovrà adottare un’alimentazione basata sul modello della Dieta Mediterranea o un altro pattern che preveda un elevato consumo di alimenti di origine vegetale (cereali integrali, verdura, frutta legumi) e buone quantità di pesce (2-3 volte alla settimana), ponendo particolare attenzione ad introdurre alimenti ricchi in folati.

Tra le verdure maggiormente ricche in folati abbiamo asparagi, broccoletti di rapa, rape rosse, bieta e indivia; tra la frutta gli agrumi (es. arance, mandarini) ei kiwi. 

I legumi (principalmente le lenticchie, i ceci e i fagioli) rappresentano un’ottima fonte di folati. 

L’avena tra i cereali presenta livelli di folati mediamente più elevati (45 ug per porzione) e anche gli altri cereali possono contribuire nell’ambito di un’alimentazione bilanciata all’apporto giornaliero di folati in quanto caratterizzati da contenuti in folati mediamente più elevati rispetto ai cereali raffinati (es: pasta = 25 mg per porzione, pane = 20 g per porzione da Banca Dati CREA-online: www.alimentinutrizione.it, in costruzione). Gli pseudocerali come amaranto e quinoa sono ottime fonti di folati (150 e 144 g per porzione). 

Tra alimenti di origine animale, le uova sono tra gli alimenti più ricchi in folati (50 ug per porzione). 

Anche la frutta secca (mandorle, noci), i semi e germe di grano hanno dei buoni livelli di folati, e possono contribuire al fabbisogno giornaliero in folati, ma per il loro elevato contenuto calorico è suggerito un consumo giornaliero di piccole quantità (20-30g). 
Infine, il lievito di birra ha un contenuto molto elevato di folati 1230 g/100g, ma più che un vero alimento può essere considerato un integratore “naturale”, da consumare in piccole quantità.

Biologa Nutrizionista Margherita Penna
Revisionato dalla nostra referente clinica Margherita Penna

Biologa Nutrizionista

La Dott.ssa Margherita Penna, biologa nutrizionista laureata con lode, è esperta in disturbi alimentari, nutrizione pediatrica e supporto nutrizionale femminile. Offre percorsi personalizzati e collaborazioni con enti come Animenta, con un approccio empatico e scientifico.

Fonti:

  • Argyridis, S. (2019). Folic acid in pregnancy. Obstetrics Gynaecology & Reproductive Medicine, 29(4), 118–120. https://doi.org/10.1016/j.ogrm.2019.01.008 
  • Schrott, R., & Murphy, S. K. (2018). Folic acid throughout pregnancy: too much? American Journal of Clinical Nutrition, 107(4), 497–498. https://doi.org/10.1093/ajcn/nqy055
  • Valentin, M., Mazeau, P. C., Zerah, M., Ceccaldi, P. F., Benachi, A., & Luton, D. (2018). Acid folic and pregnancy: A mandatory supplementation. Annales D Endocrinologie, 79(2), 91–94. https://doi.org/10.1016/j.ando.2017.10.001 
  • Wen, S. W., White, R. R., Rybak, N., Gaudet, L. M., Robson, S., Hague, W., Simms-Stewart, D., Carroli, G., Smith, G., Fraser, W. D., Wells, G., Davidge, S. T., Kingdom, J., Coyle, D., Fergusson, D., Corsi, D. J., Champagne, J., Sabri, E., Ramsay, T., . . . Walker, M. C. (2018). Effect of high dose folic acid supplementation in pregnancy on pre-eclampsia (FACT): double blind, phase III, randomised controlled, international, multicentre trial. BMJ, k3478. https://doi.org/10.1136/bmj.k3478
  • Wen, S. W., Guo, Y., Rodger, M., White, R. R., Yang, Q., Smith, G. N., Perkins, S. L., & Walker, M. C. (2016). Folic acid supplementation in pregnancy and the risk of Pre-Eclampsia—A cohort study. PLoS ONE, 11(2), e0149818. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0149818
  • Birhanu, T. M., Birarra, M. K., & Mekonnen, F. A. (2018). Compliance to iron and folic acid supplementation in pregnancy, Northwest Ethiopia. BMC Research Notes, 11(1). https://doi.org/10.1186/s13104-018-3433-3
  • Bjørk, M., Riedel, B., Spigset, O., Veiby, G., Kolstad, E., Daltveit, A. K., & Gilhus, N. E. (2018). Association of folic acid supplementation during pregnancy with the risk of autistic traits in children exposed to antiepileptic drugs in Utero. JAMA Neurology, 75(2), 160. https://doi.org/10.1001/jamaneurol.2017.3897
  • Liu, C., Liu, C., Wang, Q., & Zhang, Z. (2018). Supplementation of folic acid in pregnancy and the risk of preeclampsia and gestational hypertension: a meta-analysis. Archives of Gynecology and Obstetrics, 298(4), 697–704. https://doi.org/10.1007/s00404-018-4823-4
  • Field, M. S., & Stover, P. J. (2017). Safety of folic acid. Annals of the New York Academy of Sciences, 1414(1), 59–71. https://doi.org/10.1111/nyas.13499
  • Oakley, G. P. (2009). The Scientific Basis for Eliminating Folic Acid–Preventable Spina Bifida: A Modern Miracle from Epidemiology. Annals of Epidemiology, 19(4), 226–230. https://doi.org/10.1016/j.annepidem.2009.01.016