I trigliceridi sono grassi presenti nel sangue, essenziali per l’organismo quando si trovano entro i livelli normali. Tuttavia, quando i valori superano la soglia di sicurezza (150 mg/dl), possono rappresentare un rischio significativo per la salute cardiovascolare. Una delle strategie più efficaci per ridurre i trigliceridi è adottare una dieta equilibrata e mirata.
In questo articolo esploreremo le principali caratteristiche e le raccomandazioni utili per chi soffre di questo problema.
Dieta per chi ha i trigliceridi alti
Affrontare i trigliceridi alti con un’alimentazione adeguata è fondamentale per proteggere la salute cardiovascolare e migliorare il benessere generale. Una dieta mirata non solo aiuta a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue, ma fornisce anche una base per uno stile di vita più sano ed equilibrato.
È importante notare che l’ipertrigliceridemia spesso si associa a livelli elevati di colesterolo, un altro indicatore chiave della salute cardiovascolare. Le due condizioni condividono diverse raccomandazioni dietetiche, rendendo essenziale una gestione complessiva del profilo lipidico. Una dieta ipocalorica, in grado di favorire la perdita di peso, si rivela particolarmente utile sia per abbassare i trigliceridi che il colesterolo.
Caratteristiche e raccomandazioni generali
Gli studi e le linee guida internazionali sottolineano che il primo passo nella gestione dell’ipertrigliceridemia è la modifica dello stile di vita. L’obiettivo principale della dieta è ridurre il peso corporeo, un fattore cruciale per diminuire i trigliceridi. Poiché trigliceridi e colesterolo si influenzano reciprocamente, è consigliabile adottare un regime alimentare simile a quello utilizzato per il controllo del colesterolo.
Le principali indicazioni includono:
- Sostituzione dei grassi saturi e trans con grassi salutari: privilegiare i grassi monoinsaturi (come l’olio d’oliva) e polinsaturi, in particolare gli omega-3 presenti nel pesce grasso e nella frutta secca, contribuisce a ridurre i livelli di trigliceridi.
- Limitazione dei carboidrati raffinati e degli zuccheri semplici: ridurre il consumo di dolci, bibite gassate e snack industriali aiuta a prevenire i picchi glicemici che possono aggravare il metabolismo lipidico.
- Porzioni moderate e regolarità nei pasti: mantenere una frequenza regolare dei pasti, suddivisi in tre principali e due spuntini, stabilizza il metabolismo lipidico ed evita gli eccessi.
- Aumento del consumo di fibre: le fibre, presenti in cereali integrali, frutta, verdura e legumi, rallentano l’assorbimento di grassi e zuccheri, favorendo un migliore controllo dei trigliceridi.
- Adozione della dieta mediterranea: seguire questo modello alimentare e, quando necessario, utilizzare integratori di omega-3 si è dimostrato particolarmente efficace nella riduzione dei trigliceridi.
Anche l’attività fisica regolare, pari ad almeno 150 minuti di esercizio moderato o 75 minuti di attività intensa a settimana, è una strategia efficace per abbassare sia i trigliceridi che il colesterolo LDL (“cattivo”).
Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario ricorrere a interventi farmacologici o trattamenti specifici.
In ogni caso, le strategie di gestione devono essere personalizzate dallo specialista in base alle esigenze individuali e ai fattori di rischio del paziente.
Esempio di dieta per i trigliceridi alti
Mettere in pratica una dieta per ridurre i trigliceridi non significa rinunciare al gusto, ma scegliere consapevolmente gli alimenti che fanno bene al cuore e al metabolismo. Con alcune semplici modifiche alle proprie abitudini alimentari, è possibile ottenere risultati significativi. Vediamo quali cibi preferire e quali evitare per tenere sotto controllo i trigliceridi.
Cosa mangiare: alimenti consigliati
Ecco i cibi da preferire per tenere sotto controllo i trigliceridi:
- Pesce azzurro (salmone, sgombro, sardine): ricco di omega-3, riduce i livelli di trigliceridi e migliora la salute cardiovascolare.
- Olio extravergine di oliva: fonte di grassi monoinsaturi, ideale per condire le pietanze.
- Cereali integrali (pane, pasta, riso, avena): ricchi di fibre, favoriscono un assorbimento più lento degli zuccheri.
- Legumi (lenticchie, ceci, fagioli): ottimi per il loro apporto di fibre, proteine vegetali e basso indice glicemico.
- Frutta e verdura fresche: privilegiare alimenti ricchi di vitamine, minerali e fibre. Agrumi, mele, carote e spinaci sono esempi eccellenti.
- Frutta secca (in quantità moderate): mandorle, noci e semi di lino sono ricchi di grassi buoni.
- Latticini magri (yogurt greco, latte scremato): una buona fonte di proteine e calcio senza eccesso di grassi saturi.
Cosa non mangiare: alimenti da ridurre o evitare
Al contrario, ci sono cibi che dovrebbero essere limitati o esclusi dalla dieta:
- Zuccheri raffinati: caramelle, dolci confezionati, biscotti e bevande zuccherate rappresentano una minaccia diretta per l’aumento dei trigliceridi.
- Grassi saturi e trans: burro, margarina, insaccati, formaggi grassi e prodotti industriali contenenti oli idrogenati.
- Alcol: l’alcol è particolarmente dannoso, in quanto può aumentare rapidamente i trigliceridi anche in piccole quantità. Per questo motivo, è importante limitarne il consumo o evitarlo completamente in caso di ipertrigliceridemia grave per prevenire la pancreatite.
- Carboidrati raffinati: pane bianco, pasta non integrale e riso bianco hanno un alto indice glicemico che favorisce l’accumulo di grassi nel sangue.
- Cibi fritti e fast food: ricchi di grassi saturi e calorie inutili, vanno evitati per migliorare il profilo lipidico.
FONTI:
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- Luna-Castillo, K. P., et al. (2022). The effect of dietary interventions on hypertriglyceridemia: From public health to molecular nutrition evidence. Nutrients, 14(5), 1104. https://doi.org/10.3390/nu14051104
Manuela Amato è una nutrizionista specializzata in pazienti cardiopatici.
Laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana, ha sei anni di esperienza presso il Centro Cardiologico Monzino-IRCCS di Milano.
Ha conseguito un Dottorato in Terapie Avanzate Biomedico-Chirurgiche e continua a formarsi per mantenere aggiornate le sue competenze nel campo nutrizionale.