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Dieta Rina: il programma alimentare e i risultati promessi

La dieta Rina è un programma alimentare dietetico di tipo dissociato, che promette di far perdere circa 20 kg di peso nell’arco di tre mesi.

La dieta Rina è un programma alimentare dietetico di tipo dissociato, che promette di far perdere circa 20 kg di peso nell’arco di tre mesi. In questo articolo analizzeremo le sue caratteristiche e le criticità.

Cos’è la dieta Rina?

La dieta Rina è un programma alimentare dietetico di tipo dissociato.

Viene anche chiamata dieta 90, poiché promette una perdita di peso importante, tra i 20 e i 25 chili, nell’arco appunto di novanta giorni.

Come nasce la dieta Rina

Le sue origini, come spesso accade per le diete “di moda”, non sono chiarissime. Alcune fonti sostengono provenga dall’America. Altre che, invece, sia stata elaborata in Romania e pubblicata per la prima volta sulla rivista Rina, da cui prenderebbe il nome, nei primi anni 2000. 

Altri ancora individuano la Russia come “paese di nascita” della dieta Rina 90, e la attribuiscono in particolare alle autrici Mojca Poljansek e Breda Hrobat, che hanno peraltro scritto uno dei testi più famosi sull’argomento, con il supporto del medico sportivo Stefan Celan.

Dieta Rina e alimentazione dissociata: cos’è?

La dieta o alimentazione Rina farebbe parte di un particolare “gruppo” di diete chiamate comunemente diete dissociate

L’alimentazione dissociata è un tipo di regime alimentare che si basa non sulla distribuzione dei macronutrienti all’interno della stessa giornata, ma prevede, piuttosto, il consumo di un solo gruppo di alimenti alla volta, diviso per pasto, giornata o periodi di tempo più lunghi. 

La teoria alla base di questo approccio è che una separazione così netta degli alimenti e dei nutrienti possa aiutare la digestione, al contempo facilitando l’assorbimento dei nutrienti ed evitando di “rallentare” il metabolismo.

Le diete dissociate tendono ad essere popolari principalmente per un motivo: promettono perdite di peso anche importanti senza tuttavia porre dei limiti di quantità, e senza conteggiare le calorie assunte giornalmente o per pasto. 

Tuttavia, occorre evidenziare che le promesse allettanti proposte da queste tipologie di piano alimentare non sono supportate da evidenze scientifiche. 

Gli studi, anzi, suggeriscono che senza un’adeguata preparazione e senza un supporto professionale, come spesso accade per quanto riguarda le diete, questi tipi di alimentazione potrebbero anche risultare dannosi nel lungo periodo.

Principi fondamentali della dieta Rina

Come accennavamo, la dieta Rina si basa su principi simili a quelli di altre diete dissociate. Queste ultime si basano sulla teoria che separare gli alimenti in base al tipo favorirebbe la digestione, l’assimilazione “ottimale” dei nutrienti contenuti all’interno degli alimenti, e impedirebbe il rallentamento del metabolismo.

Di seguito, elenchiamo quelli che sono i principi fondamentali della dieta Rina.

Ciclo alimentare di quattro giorni

La regola più importante e più famosa della dieta Rina è il suo schema alimentare particolare, formato da quattro giorni, ciascuno dedicato ad una tipologia di alimento.
In particolare:

  • Primo giorno, dedicato alle proteine. Si suggerisce di consumare carni magre, uova e pesce dalla carne non eccessivamente grassa;
  • Secondo giorno, dedicato agli amidi. Si consumano carboidrati complessi, farro, legumi, riso integrale;
  • Terzo giorno, dedicato ai carboidrati. Vanno consumati carboidrati semplici, come la pasta e il pane;
  • Quarto giorno, dedicato alle vitamine. Vanno consumate verdura e frutta.

La dieta Rina non prevede un conteggio delle calorie, e anzi, promette di poter mangiare gli alimenti concessi senza restrizioni, purché non vengano mescolate le tipologie di alimento.

Il giorno di digiuno, o water day

Il ciclo alimentare va ripetuto per sette volte e un totale di ventotto giorni. Il ventinovesimo giorno è anche detto water day, una giornata di digiuno per “depurare l’organismo dalle tossine”. 

Alcune versioni della dieta dieta invece consentono di assumere alimenti liquidi, senza eccedere nei condimenti. Ad esempio, centrifughe di frutta e verdura, oppure zuppe leggere.

L’orario dei pasti

Secondo diverse versioni della dieta, anche l’orario dei pasti giocherebbe un ruolo importante. Infatti, secondo queste versioni di dieta Rina, la colazione andrebbe consumata prima di mezzogiorno, il pranzo dopo mezzogiorno, e la cena tassativamente prima delle otto o, al più, delle nove di sera.

Dopo questo orario non sarebbero più consentiti spuntini, ma sarebbe possibile bere tisane e, ovviamente, acqua.

Altre regole da seguire

Ci sono, infine, altre regole da seguire nella dieta Rina:

  • Mantenersi bene idratati, bevendo almeno un litro e mezzo di acqua ogni giorno;
  • Effettuare regolarmente attività fisica;
  • Eliminare dall’alimentazione zuccheri, grassi, bibite zuccherate e/o gassate, formaggi stagionati e salumi. Anche l’alcol è bandito.

Dieta Rina, quali sono i benefici?

Come accennato, la dieta Rina promette una perdita di peso importante, fino a venticinque chili, in un  periodo di tempo di novanta giorni, relativamente breve.

Alcune “regole” della dieta Rina non sono errate, anzi. 

Effettuare attività fisica in maniera regolare, compatibilmente alla propria età e al proprio stato di salute, può apportare benefici anche importanti all’organismo, soprattutto se si proviene da uno stile di vita sedentario. 

Anche l’idratazione è importante per il corretto funzionamento del corpo e il benessere generale, ed è buona norma limitare cibi contenenti grassi saturi, eccessive quantità di zuccheri e alcolici.

Criticità e rischi della dieta Rina

Occorre, però, tenere ben presenti anche le criticità e i conseguenti rischi dell’alimentazione Rina:

  • La dieta Rina, come altre tipologie di dieta dissociata, non sono supportate da evidenze scientifiche unanimi, e anzi potrebbero addirittura causare la perdita di massa magra rispetto alla massa grassa (Golay et al., 2000);
  • Monotonia, a causa dello “schema” che si ripete ogni quattro giorni, e che potrebbe portare ad una limitazione nella varietà dei nutrienti consumati;
  • Assenza di equilibrio nutrizionale, il fulcro delle diete dissociate. Queste ultime non prevedono pasti bilanciati con una corretta combinazioni di nutrienti, “separandoli” giorno per giorno o pasto per pasto. La separazione dei macronutrienti non fornisce benefici supportati da prove scientifiche consistenti. Anzi, il fulcro di un’alimentazione corretta sarebbe non tanto la separazione tra macronutrienti, ma piuttosto la combinazione di questi ultimi in maniera bilanciata (Jacobs & Tapsell, 2013). Separare gli alimenti, inoltre, aumenta il rischio di non assumere una quantità adeguata di nutrienti essenziali, e potrebbe portare a problematiche anche importanti, ad esempio infiammazioni;
  • Affaticamento e debolezza. A causa della scarsa varietà alimentare, e a causa del giorno di digiuno, seguire la dieta Rina potrebbe causare sensazioni di debolezza e di affaticamento.
  • Effetto yo-yo e demotivazione. Come spesso accade per le diete che promettono una perdita di peso importante, e in particolare per le diete cosiddette “di moda” seguite senza un supporto professionale, il rischio di incorrere nel cosiddetto effetto yo-yo è molto elevato.
    Di cosa si tratta? L’effetto yo-yo è una condizione in cui il peso viene perso e poi recuperato, anche più volte. È molto comune a seguito di diete ipocaloriche, appunto, seguite senza un supporto adeguato. Questo può avere un impatto anche estremamente negativo sul benessere psicologico, e nei casi più gravi si rischia di sfociare nei cosiddetti DCA, i disturbi del comportamento alimentare;
  • Mancanza di gratificazione alimentare. Stesso discorso per quanto riguarda la totale eliminazione di “schifezze” come i dolciumi che, se assunti in quantità moderate anche nel corso di una dieta ipocalorica possono aiutare a mantenere alta la motivazione. I cosiddetti “sgarri” nella dieta non vanno per forza demonizzati, e anzi, se in piccole quantità possono essere dei validi alleati. Discorso diverso se occorre seguire una dieta per il colon irritabile o una dieta fodmap, in cui, seguiti da un medico, potrebbe essere necessario eliminare per un po’ alcuni alimenti;
  • Mancanza di educazione alimentare. Per perdere peso è necessaria una dieta ipocalorica – e in determinati casi a basso contenuto di alcuni macronutrienti. Tuttavia, per mantenere il peso perduto, è necessario un approccio che favorisca l’educazione alimentare e un rapporto sano con il cibo, che la dieta Rina non fornisce. Un approccio che promette perdite di peso consistenti in poco tempo è sostanzialmente dannoso e anch’esso, in alcuni casi, può favorire l’insorgere di disturbi del comportamento alimentare.

Menu e pianificazione della dieta Rina

Per elaborare un menù e pianificare la dieta Rina è necessario attenersi alle indicazioni generali della dieta stessa, tra cui evitare di mescolare i macronutrienti – si tratta del punto essenziale – e seguire lo schema di quattro giorni proposto. 

Il menù andrebbe dunque pianificato di conseguenza, dedicando il primo giorno alle proteine, il secondo giorno agli amidi, il terzo giorno ai carboidrati e il quarto alle vitamine. Una pianificazione simile dei pasti può risultare difficoltosa, e monotona a lungo andare.

Esperienze e testimonianze sulla dieta Rina

Quando si seguono diete express o di moda, occorre prendere le esperienze e le testimonianze che troviamo in rete con la dovuta cautela. Sul web è possibile imbattersi in recensioni entusiaste riguardo la dieta Rina, di persone che, senza malizia, affermano di aver perso grandi quantità di peso senza troppe rinunce.

Questo non è per forza falso. 

Tuttavia, perdere peso non significa dimagrire. La perdita di peso può essere dovuta anche alla “semplice” perdita di liquidi o alla perdita di massa magra, che può avvenire con diete ipocaloriche non bilanciate. Il fisico in questi casi non è “più sano”; anzi, si rischia di incorrere in disturbi e problematiche anche piuttosto gravi.

Inoltre, leggendo le recensioni non possiamo sapere se le persone che le hanno scritte hanno poi recuperato il peso perduto, o hanno riscontrato problematiche a breve o lungo termine.

Chi può prescrivere una dieta per dimagrire?

Come già accennato, ma come teniamo a ripetere, è assolutamente sconsigliato seguire una dieta ipocalorica fai-da-te o una dieta dissociata senza adeguato supporto professionale, perché può essere dannosa per la salute soprattutto se seguita a lungo termine. 

Qualora si desideri dimagrire è, piuttosto, consigliato rivolgersi a dei professionisti qualificati che possono creare un piano alimentare su misura. Soprattutto se si è in condizioni che rendono più “difficoltoso” il dimagrimento, come la menopausa, la dieta Rina seguita in autonomia non rappresenta una soluzione valida.

In Italia, solo tre figure possono legalmente prescrivere una dieta:

  • Medico dietologo. Si tratta di un medico specializzato in alimentazione. Può prescrivere farmaci, diagnosticare disturbi alimentari e richiedere esami diagnostici, oltre a creare piani alimentari su misura.
  • Dietista. Professionista in possesso di una laurea in dietistica. Prepara piani alimentari su indicazione dei medici e assiste i pazienti nella loro corretta applicazione. Non può prescrivere farmaci, ma può monitorare il piano alimentare e fornire indicazioni generali su un’educazione alimentare corretta.
  • Biologo nutrizionista. È un professionista laureato in biologia, specializzato in nutrizione. Può creare piani alimentari personalizzati e aiutare il paziente a seguire buone abitudini alimentari. Non può prescrivere farmaci.

Fonti:

  • [Endurance of 6 marathon runners before and after a “dissociated diet”]. (1982, May 30). PubMed. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7115580/ 
  • Golay, A., Allaz, A. F., Ybarra, J., Bianchi, P., Saraiva, S., Mensi, N., Gomis, R., & De Tonnac, N. (2000). Similar weight loss with low-energy food combining or balanced diets. International Journal of Obesity, 24(4), 492–496. https://doi.org/10.1038/sj.ijo.0801185 
  • Cömert, E. D., & Gökmen, V. (2022). Effect of food combinations and their co-digestion on total antioxidant capacity under simulated gastrointestinal conditions. Current Research in Food Science, 5, 414–422. https://doi.org/10.1016/j.crfs.2022.02.008 
  • Jacobs, D. R., & Tapsell, L. C. (2013). Food synergy: the key to a healthy diet. Proceedings of the Nutrition Society, 72(2), 200–206. https://doi.org/10.1017/s0029665112003011 
  • Raynor, H. A., Jeffery, R. W., Phelan, S., Hill, J. O., & Wing, R. R. (2005). Amount of food group variety consumed in the diet and Long‐Term weight loss maintenance. Obesity Research, 13(5), 883–890. https://doi.org/10.1038/oby.2005.102 
  • Jacobs, D. R., Gross, M. D., & Tapsell, L. C. (2009). Food synergy: an operational concept for understanding nutrition. American Journal of Clinical Nutrition, 89(5), 1543S-1548S. https://doi.org/10.3945/ajcn.2009.26736b 
  • Thillainadesan, S., Lambert, A., Cooke, K. C., Stöckli, J., Yau, B., Masson, S. W. C., Howell, A., Potter, M., Fuller, O. K., Jiang, Y. L., Kebede, M. A., Morahan, G., James, D. E., Madsen, S., & Hocking, S. L. (2024b). The metabolic consequences of ‘yo-yo’ dieting are markedly influenced by genetic diversity. International Journal of Obesity, 48(8), 1170–1179. https://doi.org/10.1038/s41366-024-01542-2 
  • Hemmingsson, E., Johansson, K., Eriksson, J., Sundström, J., Neovius, M., & Marcus, C. (2012). Weight loss and dropout during a commercial weight-loss program including a very-low-calorie diet, a low-calorie diet, or restricted normal food: observational cohort study. American Journal of Clinical Nutrition, 96(5), 953–961. https://doi.org/10.3945/ajcn.112.038265