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Intestino: cos’è e che funzioni ha

L'intestino è l'organo che ha il ruolo di completare il processo digestivo, assimilare molti nutrienti essenziali per il nostro organismo ed espellere le sostanze di scarto, ma non solo. Vediamo tutte le sue funzioni in questo articolo.

Scopriamo le sue principali caratteristiche, funzioni, patologie intestinali più comuni e le azioni da intraprendere per mantenerlo in salute.

Cos’è l’intestino

L’intestino è l’ultima porzione dell’apparato digerente che collega lo stomaco con l’ano.
Questo organo è anche noto come “secondo cervello” per la notevole presenza di neuroni e cellule gliali che lo collegano direttamente con il sistema nervoso centrale.

Quanto è lungo?

In un essere umano adulto l’intestino può arrivare ad essere lungo circa 8 metri nel suo complesso: 6,5 – 7 metri di lunghezza per l’intestino tenue e altri 1,5 metri circa per l’intestino crasso.

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Da quali parti è composto

L’intestino è composto da due parti principali: l’intestino tenue e l’intestino crasso, collegati attraverso la valvola ileo-cecale. A livello anatomico sia l’intestino tenue che l’intestino crasso possono essere suddivisi ulteriormente in 3 parti ciascuno. Vediamoli nel dettaglio.

Intestino tenue

L’intestino tenue ha una lunghezza di poco inferiore ai 7 metri e si estende dal piloro dello stomaco fino alla giunzione con l’intestino crasso.

A livello anatomico è suddiviso in 3 porzioni principali:

  • duodeno: parte iniziale dell’intestino che si occupa principalmente dell’assorbimento di ferro e calcio;
  • digiuno e ileo: sono le parti dell’intestino tenue dove, attraverso i villi intestinali, vengono assorbite la maggior parte delle sostanze nutritive.

Intestino crasso

L’intestino crasso è posto intorno all’intestino tenue per una lunghezza di circa un metro e mezzo e con una circonferenza che si restringe verso la parte centrale per poi allargarsi nuovamente verso il fondo.

Le tre principali parti di cui si compone l’intestino crasso sono:

  • intestino cieco: funge principalmente da serbatoio per il chimo, si tratta della prima parte dell’intestino crasso che si sviluppa lateralmente ed è a fondo cieco;
  • colon: rappresenta la parte più lunga dell’intestino crasso, la sua funzione principale è quella di assorbire acqua ed elettroliti;
  • intestino retto: la parte finale che termina con l’ampolla rettale, dove le feci vengono raccolte in attesa dell’evacuazione.

Ruolo e funzioni

Ogni parte di questo organo ha compiti differenti nel processo digestivo e nell’espulsione delle sostanze di scarto dall’organismo.

L’intestino tenue si occupa di continuare, attraverso i succhi enterici, il processo di digestione che ha avuto inizio dalla bocca per poi continuare nello stomaco.

All’interno dell’intestino tenue sono presenti anche gli enzimi pancreatici, prodotti dal pancreas, che riducono le molecole di dimensioni maggiori in frammenti così da rendere più facile il loro assorbimento.

È all’interno dell’intestino tenue infatti che inizia l’assorbimento dei principali nutrienti dei cibi ingeriti, assorbimento che continuerà anche nell’intestino crasso.

L’intestino crasso ha il compito di terminare il processo digestivo assorbendo le sostanze nutritive, oltre che acqua ed elettroliti, ed eliminando gli scarti alimentari attraverso il retto.

Principali patologie che colpiscono l’intestino

Vediamo quali sono le principali patologie che colpiscono l’intestino, quali sono i loro sintomi e come si manifestano.

Malattie dell'intestino: sintomi dell'appendicite.

Alterazioni della motilità intestinale

Le alterazioni della motilità intestinale riguardano anomalie nel movimento del cibo e dei liquidi attraverso il tratto intestinale.  uesti disturbi possono essere legati sia a disfunzioni nervose, muscolari o anche a patologie sottostanti come il diabete.

Le principali tipologie di alterazioni di questo tipo includono:

  • Stitichezza cronica: si presenta come riduzione della frequenza delle evacuazioni e difficoltà nell’espulsione delle feci, che risultano formate e, solitamente, di consistenza dura.
  • Diarrea cronica: a causa di un’accelerazione dei movimenti intestinali si presenta come un aumento della frequenza delle espulsioni e una riduzione della consistenza delle feci.
  • Ileo paralitico: si presenta come un arresto temporaneo dei movimenti peristaltici, spesso dopo interventi chirurgici o infezioni.

Polipi intestinali

I polipi sono escrescenze anomale che si sviluppano sulla mucosa intestinale, solitamente all’interno del colon. Possono essere di due tipologie: benigni (ad esempio, polipi iperplastici) o presentare rischio di trasformazione in tumore maligno (polipi adenomatosi).

I polipi sono spesso asintomatici, ma talvolta possono causare sanguinamento rettale, anemia o cambiamenti nelle abitudini intestinali.

Appendicite

L’appendicite è l’infiammazione dell’appendice, una piccola struttura a forma di sacco collegata all’intestino crasso. La principale causa di questa patologia può essere il blocco della cavità dell’appendice dovuto a feci, corpi estranei o infezioni. Si presenta come un dolore acuto localizzato nel quadrante inferiore destro dell’addome, solitamente accompagnato da nausea, vomito, febbre e perdita di appetito.

IBS: sindrome dell’intestino irritabile

L’IBS, detta anche sindrome del colon irritabile, è un disturbo funzionale cronico che colpisce la motilità intestinale. I principali sintomi di questa patologia sono: dolore addominale ricorrente, gonfiore, alternanza tra diarrea e stitichezza. Possono contribuire all’insorgenza di tale sindrome fattori psicologici, alimentari e alterazioni del microbiota intestinale.

IBD: malattie infiammatorie intestinali

Le IBD sono:

  • il morbo di Crohn: Infiammazione cronica che può interessare qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, spesso in modo segmentale.
  • la colite ulcerosa: Infiammazione cronica confinata al colon e al retto, che coinvolge principalmente la mucosa.

Infarto intestinale o ischemia intestinale

L’infarto intestinale è una condizione clinica che si verifica quando per problemi circolatori si verifica un deficit dell’afflusso di sangue all’intestino o a parte di esso. Oltre a problemi a livello del sistema circolatorio, possono contribuire all’insorgere di questa patologia problemi legati al transito intestinale, traumi e ipotensione.

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Come avere un intestino in salute

Esistono alcuni accorgimenti da tenere se si desidera mantenere in salute il proprio intestino. Vediamo quali sono i principali.

  • Seguire una dieta ricca di fibre e quindi
    • Consumare quotidianamente frutta e verdura;
    • Preferire i cereali integrali: preferire le versioni integrali rispetto a pane bianco, riso e pasta raffinati;
    • Includere legumi nella dieta: fagioli, ceci, lenticchie e piselli sono ottime fonti di fibre e proteine.
  • Mantenere un’idratazione adeguata
    • rispettando il fabbisogno giornaliero di acqua: bere almeno 1,5 – 2 litri d’acqua al giorno, aumentando l’assunzione in caso di attività fisica o clima molto caldo;
    • distribuendo il quantitativo d’acqua durante la giornata: sarebbe meglio evitare di bere grandi quantità in una sola volta e cercare di idratarsi regolarmente durante l’intera giornata.
  • Limitare zuccheri, grassi saturi e alcol, nello specifico è meglio
    • ridurre il consumo di cibi processati: ridurre il consumo di snack confezionati, fast food e bevande zuccherate;
    • scegliere grassi sani: usare olio d’oliva, avocado e frutta secca al posto di burro o margarina;
    • moderare l’assunzione di alcolici: limitare il consumo di bevande alcoliche a uno o due bicchieri a settimana o preferibilmente eliminarli.
  • Praticare attività fisica, tra cui:
    • Camminare: dedicare almeno 30 minuti a una passeggiata veloce più volte a settimana;
    • Integrare esercizi aerobici: come ad esempio andare in bicicletta, nuotare o fare jogging almeno 3 volte a settimana;
    • Praticare yoga: In particolare le posizioni di torsione del busto aiutano a ridurre lo stress e migliorano la peristalsi intestinale.
  • Sostenere il microbiota intestinale
    • Consumando alimenti fermentati: provare ad integrare nella dieta yogurt, kefir, crauti o kimchi;
    • Attraverso l’assunzione di prebiotici: mangiare cibi che nutrono i batteri benefici, come aglio, cipolle, banane, carciofi, cicoria e asparagi;
    • assumendo integratori di probiotici: valutare l’uso di integratori specifici in caso di necessità.
  • Lavorare sulla propria tolleranza allo stress. Come fare?
    • praticare tecniche di rilassamento: praticare regolarmente meditazione, respirazione profonda o tecniche di mindfulness può aiutare a ridurre lo stress quotidiano, in particolare se eseguite a contatto con la natura;
    • stabilire una buona routine del sonno: dormire quanto più possibile in fasce orarie regolari e almeno 7 ore per notte aiuta il nostro corpo a controllare i livelli di stress e, di conseguenza, mantenere un microbiota intestinale in salute e una maggior regolarità del transito intestinale. 

Per modifiche alla propria dieta e assunzioni di integratori è sempre consigliabile chiedere un consulto ad un medico o a un nutrizionista che possa aiutare a scegliere quella più adatta al singolo individuo.

Fonti: