Intestino pigro: sintomi, cause e rimedi
Con intestino pigro intendiamo una condizione di rallentamento del transito intestinale, rendendo l’evacuazione meno frequente e più difficile. Le cause possono essere diverse, e nella maggior parte dei casi i rimedi comprendono degli aggiustamenti nella dieta e nello stile di vita.

Con intestino pigro intendiamo una condizione di rallentamento del transito intestinale, rendendo l’evacuazione meno frequente e più difficile. Le cause possono essere diverse, e nella maggior parte dei casi i rimedi comprendono degli aggiustamenti nella dieta e nello stile di vita.
Cos'è l'intestino pigro?
Con l’espressione “intestino pigro” intendiamo una condizione in cui il transito intestinale rallenta, rendendo l’evacuazione meno frequente e più difficoltosa. Infatti, la riduzione del transito intestinale fa sì che le feci restino più a lungo nell’intestino, dove tendono a disidratarsi e indurirsi, complicando ulteriormente il processo di eliminazione e favorendo la comparsa di stitichezza.
Non si tratta di una patologia vera e propria, ma piuttosto di un disturbo che può comparire in modo occasionale, acuto oppure cronico. Si stima interessi soprattutto le donne, ad esempio con la comparsa di stitichezza in gravidanza.
Ad ogni modo, in molti cas, questa condizione si presenta in maniera transitoria, e si può gestire facilmente intervenendo sulle abitudini quotidiane, in particolare sull’attività fisica e sulla dieta.
Tuttavia, se diventa un problema persistente o compare in maniera improvvisa senza che vi siano apparenti ragioni, può essere il segnale della presenza di altre condizioni, che vanno necessariamente approfondite con un medico.
Quali sono i sintomi dell'intestino pigro?
I sintomi dell’intestino pigro si manifestano principalmente con:
- Evacuazioni poco frequenti;
- Evacuazioni difficili e/o dolorose;
- Presenza di feci dure e “disidratate”;
- Meteorismo o flatulenza;
- Alitosi, che può presentarsi soprattutto al risveglio;
- Crampi addominali;
- Nausea e/o malessere persistenti;
- Percezione di svuotamento incompleto dell’intestino a seguito dell’evacuazione;
- Sensazione di gonfiore addominale, fastidio o “pienezza” persistenti.
In alcune situazioni, soprattutto nelle donne, il disturbo può facilitare l’insorgenza di cistiti, per via del possibile passaggio di batteri dall’intestino alla vescica.
La gravità dei sintomi può variare da persona a persona, anche in base alla durata e alla causa del rallentamento intestinale.
Quando preoccuparsi per l’intestino pigro?
Bisogna preoccuparsi per l’intestino pigro quando:
- Il disturbo compare improvvisamente, senza cause apparenti come cambiamenti nello stile di vita, stress o cambiamenti nella dieta;
- Quando si accompagna a sintomi “insoliti”, come senso di malessere e di stanchezza intensa, febbre, dolori addominali molto forti, presenza di sangue nelle feci o una perdita di peso apparentemente ingiustificata;
- Se la difficoltà nell’evacuazione persiste per lunghi periodi e non migliora nonostante una dieta equilibrata e una corretta idratazione.
In questi casi è importante consultare un medico per escludere la presenza di eventuali patologie a carico dell’apparato digerente.
Bisogna poi tenere presente che, se trascurato, l’intestino pigro può contribuire alla formazione di fecalomi, diverticoli, emorroidi sanguinanti o ragadi anali. Ciò è dovuto sia a causa delle feci, che risultano troppo dure, sia a causa dello sforzo effettuato durante le evacuazioni.
Le cause e i fattori di rischio dell'intestino pigro
Nella maggior parte dei casi, le cause dell’intestino pigro sono legate soprattutto a fattori fisiologici e a uno stile di vita poco equilibrato.
In particolare, possiamo ricordare:
- Una dieta povera di fibre alimentari;
- Un apporto scarso e insufficiente di acqua durante la giornata;
- Sedentarietà;
- Stress.
Vi sono poi ulteriori fattori, come:
- Cambiamenti ormonali, ad esempio durante la gravidanza;
- Invecchiamento;
- L’assunzione di alcuni farmaci, come antidepressivi, antiacidi, antipertensivi o quelli che vengono solutamente prescritti dopo gli interventi chirurgici;
- Alcune patologie, come la sindrome del colon irritabile;
- Alterazioni della flora batterica intestinali.
Altrettanto, è frequente soffrire di intestino pigro durante alcuni cambiamenti, ad esempio durante i viaggi. In questi casi si tratta di condizioni passeggere e che, per quanto fastidiose, tendono a risolversi spontaneamente nel giro di qualche giorno.
Infine, l’insorgenza dell’intestino pigro può anche essere favoritoadall’abitudine a trattenere lo stimolo dell’evacuazione. Si tratta infatti di un comportamento che, se ripetuto, contribuisce a peggiorare la regolarità intestinale.
I possibili trattamenti e i rimedi per l’intestino pigro
Per trattare l’intestino pigro in genere si parte dall’adozione di uno stile di vita più sano e regolare, con particolare attenzione alla dieta, all’idratazione e allo svolgfiment di attività fisica in maniera regolare.
In primis, può essere estremamente utile contattare un nutrizionista perché possa valutare la propria alimentazione. In caso di bisogno, sarà il nutrizionista a indicare come aumentare l’assunzione di fibre attraverso un corretto apporto di frutta, verdura, cereali integrali e legumi. L’assunzione di questi alimenti, purché nelle giuste quantità, aiuta infatti a stimolare il transito intestinale.
Inoltre, è necessario assicurarsi di bere a sufficienza, almeno due litri di acqua ogni giorno.
Per chi si chiede cosa mangiare in caso di intestino pigro occorre sottolineare che anche lo yogurt può essere un valido supporto, in particolare grazie all’azione “regolatrice” sulla flora batterica intestinale.
È invece opportuno limitare il consumo di cibi molto raffinati, ad alto contenuto di grassi, oppure astringenti come ad esempio il riso, le banane, i limoni e il cioccolato.
Come accennato, anche l’attività fisica regolare, anche moderata, contribuisce a migliorare la motilità intestinale.
Bisogna, infine, assicurarsi di assecondare lo stimolo all’evacuazione, senza “trattenere” le feci.
Se questi accorgimenti non bastano, si può ricorrere a rimedi naturali come integratori per stitichezza a base di fibre, oppure tisane apposite, come quelle a base di finocchio, liquirizia, tarassaco o rabarbaro.
Nei casi più gravi, invece, il medico può prescrivere l’utilizzo di lassativi cosiddetti osmotici o emollienti delle feci. Tuttavia, prima di assumere qualsiasi lassativo, naturale o farmacologico che sia, è importante rivolgersi a un professionista, soprattutto in caso vi siano alcune condizioni particolari come gravidanza o malattie intestinali.
Come prevenire l'intestino pigro?
Non è sempre semplice prevenire l’intestino pigro, tuttavia in molti casi è possibile adottando una dieta sana e uno stile di vita regolare ed equilibrato. In particolare:
- Seguire una dieta ricca di fibre. Queste sostanze provengono soprattutto da frutta, verdura, legumi e cereali integrali, e favoriscono la motilità intestinale;
- Assicurarsi di assumere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno. Una corretta idratazione, infatti, permette alle fibre di svolgere la loro funzione e rende le feci più morbide, facilitando l’evacuazione;
- Praticare sport o fare movimento in modo costante. Il movimento fisico infatti aiuta a mantenere attivo l’intestino, oltre a migliorare la salute nel suo complesso;
- Cercare di ridurre, per quanto possibile, lo stress eccessivo, sia fisico, sia psicologico. Eventualmente, valutare di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per imparare a gestirlo;
- Assecondare sempre lo stimolo a evacuare, senza procrastinare o senza trattenere le feci;
- Limitare, eventualmente con il supporto di un nutrizionista, il consumo di cibi raffinati e ricchi di grassi, che possono interferire negativamente con la motilità intestinale.
Fonti:
- Bharucha, A. E., & Wald, A. (2019). Chronic Constipation. Mayo Clinic Proceedings, 94(11), 2340–2357. https://doi.org/10.1016/j.mayocp.2019.01.031
- Toshifumi Ohkusa, Shigeo Koido, Nishikawa, Y., & Sato, N. (2019). Gut Microbiota and Chronic Constipation: A Review and Update. Frontiers in Medicine, 6. https://doi.org/10.3389/fmed.2019.00019
- Bharucha, A. E., & Lacy, B. E. (2020). Mechanisms, Evaluation, and Management of Chronic Constipation. Gastroenterology, 158(5), 1232-1249.e3. https://doi.org/10.1053/j.gastro.2019.12.034
- Jakub Włodarczyk, Waśniewska, A., Jakub Fichna, Dziki, A., Dziki, Ł., & Marcin Włodarczyk. (2021). Current Overview on Clinical Management of Chronic Constipation. Journal of Clinical Medicine, 10(8), 1738–1738. https://doi.org/10.3390/jcm10081738