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Emorroidi: cause, trattamenti e rimedi naturali

Le emorroidi sono piccoli cuscinetti venosi presenti nel retto e nell'ano, che possono infiammarsi, gonfiarsi e causare fastidio o dolore.

Emorroidi

Le emorroidi sono piccoli cuscinetti venosi presenti nel retto e nell’ano che aiutano a mantenere la continenza e a distinguere il contenuto del retto stesso. In condizioni normali non si avvertono, ma in particolari casi possono infiammarsi, gonfiarsi e causare fastidio o dolore.

Cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono piccole strutture venose, simili a cuscinetti, situate nella parte finale del retto e nel canale anale. 

Hanno due funzioni principali:

  • Aiutano a controllare la defecazione;
  • Permettono di distinguere tra gas, liquidi e solidi all’interno del retto.

Possiamo inoltre distinguere due tipi di emorroide:

  • Emorroidi interne: si trovano all’interno del retto;
  • Emorroidi esterne: sono vicine alla pelle intorno all’ano.

La malattia emorroidaria

Normalmente la presenza delle emorroidi non viene avvertita. Tuttavia, in particolari circostanze possono infiammarsi, gonfiarsi e causare dolore. In questo caso parliamo di malattia emorroidaria. 

Nel linguaggio comune, questa condizione viene spesso descritta semplicemente come “avere le emorroidi”, sebbene sia, come abbiamo visto, tecnicamente scorretto.

Cause e fattori di rischio delle emorroidi

I fattori di rischio per le emorroidi sono diversi, e comprendono:

  • Gravidanza;
  • Dieta sbilanciata, eccessivamente ricca in grassi e/o povera di fibre;
  • Sovrappeso, obesità e/o presenza di malattie metaboliche;
  • Familiarità genetica;
  • Stipsi;
  • Stile di vita sedentario.

Tuttavia, occorre specificare che attualmente non è chiara la causa esatta dell’insorgenza della malattia emorroidaria, che colpisce senza distinzione di età o di sesso. 

Di per sé, la malattia emorroidaria è causata dal sangue che si accumula all’interno delle emorroidi, dilatandole e causandone lo scivolamento verso il basso. 

Dovendone sostenere il peso aggiuntivo, i tessuti dell’area ano-rettale vengono indeboliti fino a cedere, e le emorroidi, gonfie e dolenti, tendono così a fuoriuscire dall’ano.

Sintomi e diagnosi delle emorroidi

Tra i sintomi più comuni collegati alla malattia emorroidaria possiamo individuare:

  • Presenza, avvertibile al tatto, di noduli morbidi e dolenti esterni all’ano;
  • Dolore e bruciore, talvolta accompagnati da prurito;
  • Sensazione di gonfiore e di ano umido;
  • Sanguinamento durante e a seguito della defecazione;
  • Presenza di sangue nelle feci.

Per diagnosticare la malattia emorroidaria è necessaria un’anamnesi clinica svolta da un medico, che solitamente procede tramite anoscopia ed esplorazione rettale. Se a questi sintomi si dovesse accompagnare un dimagrimento improvviso e importante è necessario rivolgersi al più presto ad un medico.

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I diversi gradi della malattia emorroidaria

La gravità dei sintomi dipende dal grado in cui si trova la malattia emorroidaria.

Possiamo distinguere quattro diversi gradi, di gravità crescente:

  • Emorroidi di primo grado. In questo stadio i sintomi sono solitamente fastidio, prurito e debole sanguinamento durante la defecazione. In questo primo stadio le emorroidi aumentano di volume, ma rimangono situate all’interno dell’ano e sono visibili solamente tramite esami specifici. Molti pazienti, qualora la malattia regredisca spontaneamente, non si accorgono di esserne stati affetti;
  • Emorroidi di secondo grado. Le emorroidi, infiammate e ingrossate, tendono a fuoriuscire durante sforzi fisici come la defecazione, oppure le spinte del parto. In seguito, tendono a rientrare spontaneamente. Causano sanguinamento, prurito, e secrezioni simili a muco. La fuoriuscita delle emorroidi è detta prolasso emorroidario.
  • Emorroidi di terzo grado. Le emorroidi infiammate fuoriescono dall’ano, causano dolore, difficoltà a sedersi, perdite fecali. Occorre spingerle manualmente per farle rientrare all’interno dell’ano.
  • Emorroidi di quarto grado. È lo stadio più grave. Le emorroidi infiammate non possono essere riposizionate manualmente, né tantomeno spontaneamente. Provocano dolore intenso, prurito e incontinenza, oltre a difficoltà nel mantenere la posizione seduta. 

Trattamenti e rimedi per le emorroidi

Ad oggi non esiste una cura univoca o un trattamento standard per la malattia emorroidaria

Le opzioni terapeutiche vanno piuttosto valutate dal medico in relazione alla storia clinica del paziente, al suo stato fisico e alla gravità della malattia stessa.

È opportuno ricordare che, talvolta e nei casi meno gravi, le emorroidi possono ridursi e sfiammarsi spontaneamente. Occorre tuttavia “preoccuparsi” e rivolgersi ad un medico qualora le emorroidi non si sfiammino nel giro di qualche giorno, oppure in presenza di forti dolori e sanguinamento, che potrebbero indicare problematiche più serie.

  • Nello stadio iniziale potrebbero dunque essere sufficienti delle modifiche allo stile di vita del paziente, invitandolo ad evitare diete prive di macronutrienti essenziali ed evitare uno stile di vita sedentario. Il medico potrebbe inoltre valutare la prescrizione di pomate e integratori che possono aiutare a sfiammare le emorroidi gonfie.

Negli stadi più avanzati potrebbero essere invece necessarie procedure più invasive, tra le quali:

  • Legatura elastica. Si tratta di un trattamento con il quale un piccolo elastico viene stretto alla base delle emorroidi infiammate. Quest’ultimo blocca così l’afflusso di sangue, e porta alla caduta delle emorroidi stesse.
  • Crioterapia. Terapia tramite la quale le emorroidi infiammate vengono “congelate” attraverso una sonda ed eliminate.
  • Laserterapia. Terapia tramite la quale le emorroidi infiammate vengono cauterizzate, riducendone le dimensioni ed eliminandole.
  • Intervento chirurgico. È una soluzione definitiva, la più invasiva ma che impedisce eventuali ricadute. L’intervento solitamente viene effettuato in day hospital, con anestesia locale. Dura relativamente poco, e il paziente può tornare a casa il giorno stesso, salvo complicazioni.

Prevenzione delle emorroidi: consigli utili

Sebbene non siano ancora state chiarite le cause che porterebbero all’infiammazione delle emorroidi, esistono comunque alcuni modi che favorirebbero la prevenzione.

  • Assicurarsi di mantenere un’attività intestinale regolare. Difatti, la stipsi prolungata può causare l’infiammazione delle emorroidi;
  • Seguire uno stile di vita sano, non sedentario, e praticare regolarmente attività fisica;
  • Fare attenzione a mantenere bassi i livelli di stress;
  • Qualora si sospetti di soffrire di intolleranze alimentari è consigliabile sottoporsi al più presto ad un test specifico. Difatti, anche se non esiste una correlazione diretta tra intolleranze e lo sviluppo della malattia emorroidaria, alcune conseguenze della celiachia e delle intolleranze, come episodi di diarrea più o meno violenti, potrebbero peggiorarne la sintomatologia. Stesso discorso per altre patologie alimentari;
  • Seguire una dieta bilanciata e ricca di fibre.

È inoltre importante mantenere una corretta igiene locale. I lavaggi devono avvenire con cura ogni mattina e ogni sera, e dopo ogni evacuazione.

Dieta e abitudini per gestire le emorroidi

La dieta, si stima, è uno dei fattori principali per gestire le emorroidi, ed evitarne l’infiammazione. Un corretto apporto di fibre e un ridotto apporto di grassi, sia che si segua una dieta vegana, sia che si segua una dieta “onnivora” è cruciale per il benessere del nostro organismo e per evitare ulteriori problematiche dell’apparato gastrointestinale – come, ad esempio, il reflusso.

È più che mai necessario rivolgersi ad un professionista, che può valutare la casistica del paziente e prescrivere la dieta più adatta.

Tuttavia, per gestire le emorroidi ed evitare il peggioramento o l’insorgere dell’infiammazione, è comunque possibile seguire alcuni consigli:

  • Seguire una dieta ricca di fibre;
  • Bere acqua a sufficienza, almeno due litri ogni giorno;
  • Evitare cibi eccessivamente piccanti o speziati;
  • Limitare le carni rosse e i cibi eccessivamente grassi;
  • Limitare caffeina e teina;
  • Limitare l’assunzione di alcolici;
  • Limitare l’assunzione di bevande gassate e/o zuccherate.

Qualora si soffra di stipsi è necessario limitare o evitare cibi cosiddetti astringenti: limone, banane acerbe, tè fermentati.

Fonti: 

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