La dieta priva di scorie non va confusa con un regime detox o dimagrante. Essa non mira infatti alla perdita di peso, bensì alla pulizia dell’intestino in vista di una visita (ecografia dell’addome o colonscopia) o in presenza di una malattia intestinale infiammatoria.
Cos’è la dieta priva di scorie
La dieta priva di scorie è il termine usato per indicare una dieta povera di fibre alimentari, che in alcuni casi vengono eliminate del tutto. Le scorie alimentari si riferiscono alla fibra che troviamo in frutta, verdura e cibi integrali.
Possiamo distinguere tra fibre solubili (si sciolgono in acqua e possono essere assorbite dall’intestino) e fibre insolubili. Queste ultime favoriscono la peristalsi intestinale ma non possono essere assimilate dal nostro organismo, quindi vengono espulse con le feci.
I cibi ricchi di fibre aumentano il volume fecale e spesso causano gonfiore e irritazione, come nel caso di patologie tra cui:
- diverticolite;
- morbo di Chron;
- sindrome dell’intestino irritabile.
La dieta priva di scorie permette di ridurre al minimo il gonfiore causato da questi alimenti e di mantenere l’intestino libero e pulito.
Quando fare una dieta senza scorie
La dieta priva di scorie deve essere fatta esclusivamente su precise indicazioni del medico, che la prescrive in alcuni contesti tra cui:
- patologie infiammatorie intestinali;
- ecografia dell’addome o colonscopia;
- in vista di un’operazione chirurgica.
È importante inoltre adottarla per un periodo di tempo limitato. Solitamente la durata è di tre, quattro giorni, fino a un massimo di una settimana, perché a lungo andare può causare gravi carenze. Per tale motivo non bisogna fare la dieta autonomamente o con l’obiettivo di dimagrire.

Possibili benefici
Come abbiamo visto, la dieta priva di scorie viene adottata in casi estremamente particolari; se si hanno altri intenti, come perdere peso, è possibile rivolgersi a un dietologo o a un biologo nutrizionista. Possiede comunque alcuni benefici, tra cui:
- riduzione del gonfiore addominale;
- riequilibrio della flora batterica in caso di grave diarrea;
- apporto ridotto di lattosio, spesso responsabile di gonfiore;
- depurazione dell’intestino dalle sostanze di rifiuto accumulate.
Si tratta in ogni caso di un regime privo di evidenze scientifiche e che, più che lati positivi, possiede diversi effetti collaterali.
Quali alimenti consumare in una dieta priva di scorie
In una dieta per la colonscopia è fondamentale scegliere alimenti facilmente digeribili e privi di fibre. La frutta e la verdura si possono assumere solo se private della buccia o dei semi (come nel caso delle zucchine o della mela cotta), mentre altre devono essere eliminate del tutto.
Tra gli alimenti consentiti in una dieta priva di scorie troviamo:
- yogurt bianco magro, possibilmente senza lattosio;
- pane, pasta e in generale prodotti da forno realizzati con farine bianche e raffinate;
- uova, pollame e carni rosse magre;
- bresaola e prosciutto crudo senza grasso;
- patate senza buccia, idealmente al vapore;
- olio d’oliva.
Bisogna evitare qualsiasi tipo di condimento elaborato e usare l’olio d’oliva a crudo. Gli alimenti si possono bollire o cuocere al vapore, astenendosi assolutamente dalla frittura.

Cibi da evitare in una dieta priva di scorie
I cibi senza fibre assunti per la colonscopia sono fondamentali anche in caso di diverticolite: la dieta per questa patologia è infatti totalmente priva di scorie. Le fibre insolubili, come i semi e la buccia di frutta e verdura, possono peggiorare lo stato infiammatorio.
In una dieta priva di scorie troviamo quindi tra gli alimenti da evitare i legumi, responsabili di gonfiore addominale anche in pazienti sani e privi di patologie, oltre alla pasta e il pane integrali. Questi ultimi infatti sono ricchi di fibre che, se da un lato favoriscono il transito intestinale, dall’altro possono causare gonfiore e dolore (Aguilera-Lizarraga, J.,2022).
Il latte e i latticini durante questa fase, a eccezione dello yogurt bianco, devono essere evitati, perché lenti da digerire e potenzialmente infiammatori. Lo stesso vale per i semi oleosi e la frutta secca, la cui consistenza legnosa potrebbe lasciare residui e di conseguenza fastidi durante la digestione.
Infine, dovranno essere eliminate tutte le verdure a foglia, ricche di fibre non assorbibili dall’intestino.
Rischi e controindicazioni di una dieta priva di scorie
Per quanto possieda alcuni benefici, la dieta priva di scorie è adottata solo in casi eccezionali e in lassi di tempo brevi a causa dei rischi che comporta per la nostra salute.
L’eliminazione totale, o quasi, di frutta e verdura dal nostro piano alimentare può infatti provocare nel lungo periodo delle importanti carenze di vitamine e minerali. Inoltre, il consumo di fibre consente di tenere sotto controllo l’indice glicemico, fondamentale per i pazienti affetti da diabete.
L’eliminazione delle fibre significa lasciare digiuni i batteri presenti nel nostro intestino. Questa può essere una soluzione in contesti drastici come un eccessivo gonfiore, una patologia intestinale o una diarrea acuta, ma non può funzionare nel lungo periodo.
Al contrario, i batteri buoni ricavano da quelle stesse fibre alcune vitamine fondamentali per il nostro organismo, utili a rafforzare il nostro sistema immunitario.
Per i motivi appena elencati, quando si segue una dieta priva di scorie è fondamentale infine bere molta acqua, per compensare i liquidi che non assumiamo con la frutta e la verdura.
Se ti capita spesso di soffrire di disturbi intestinali di cui non riesci a individuare la causa, rivolgerti ai nutrizionisti di Serenis può essere una scelta valida per fare chiarezza sulla tua situazione.
Fonti
- The do’s and don’ts of a low-fiber diet. (n.d.). Mayo Clinic. https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/nutrition-and-healthy-eating/in-depth/low-fiber-diet/art-20048511
- Usuda, H., Okamoto, T., & Wada, K. (2021). Leaky gut: Effect of dietary fiber and fats on microbiome and intestinal barrier. International Journal of Molecular Sciences, 22(14), 7613. https://doi.org/10.3390/ijms22147613
- Aguilera-Lizarraga, J. (2022). Gut reactions: emerging mechanisms of abdominal pain from food intake. AJP Gastrointestinal and Liver Physiology, 323(5), G401–G409. https://doi.org/10.1152/ajpgi.00173.2022
- Kaparapu, J., Pragada, P. M., & Geddada, M. N. R. (2020). Fruits and Vegetables and its Nutritional Benefits. In Springer eBooks (pp. 241–260).
