L’allergia alla soia è una reazione eccessiva del sistema immunitario all’assunzione di soia, o alimenti che la contengono.
Vediamo come riconoscere i sintomi, e cosa non mangiare per evitare conseguenze potenzialmente pericolose.
Cos’è l’allergia alla soia
L’allergia alla soia è una reazione “spropositata” del nostro organismo ad alcune proteine presenti all’interno della soia, appunto. Queste ultime vengono erroneamente riconosciute come dannose dal nostro corpo, che risponde rilasciando istamine e causando la sintomatologia tipica.
Diffusione
Si stima che circa lo 0,5% della popolazione mondiale sia allergico alla soia.
Questa allergia compare più di frequente nei bambini e nei neonati, tendendo a scomparire con la crescita – in particolare entro il decimo anno di età. Può, comunque, comparire anche negli adulti.
La gravità dei sintomi è variabile: possono infatti manifestarsi in maniera più o meno grave e, in alcuni casi, arrivare a causare shock anafilattico.
A differenza della cosiddetta allergia al lattosio, che è in realtà un’intolleranza, si tratta di una vera e propria allergia, per la quale è necessario prendere delle precauzioni specifiche.
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Come riconoscere l’allergia alla soia?
Per riconoscere l’allergia alla soia è, anzitutto, necessario avere chiaro come si manifesta.
I sintomi dell’allergia alla soia
I sintomi più comuni di allergia alla soia comprendono:
- Eruzioni cutanee pruriginose e gonfiore, localizzati soprattutto nell’area della bocca, del viso e della gola;
- Nausea e/o vomito;
- Crampi addominali;
- Diarrea;
- Difficoltà respiratorie, talvolta con la comparsa di asma e/o respiro sibilante;
- Congestione nasale.
Nei casi più gravi può presentarsi anafilassi, una reazione allergica estremamente grave caratterizzata da abbassamento repentino della pressione sanguigna, difficoltà respiratorie molto gravi e perdita di coscienza.
Si tratta di una condizione potenzialmente letale che richiede un intervento medico immediato.
Come si diagnostica l’allergia alla soia?
La diagnosi di allergia alla soia avviene con dei test specifici come per altri tipi di allergie, ad esempio l’allergia alle arachidi, al pesce o al nichel.
I test più utilizzati dagli allergologi per diagnosticare l’allergia alla soia comprendono:
- Prick test, anche chiamati test cutanei. Quando si effettuano i prick test, tramite un piccolo ago viene introdotta una minima quantità dell’allergene sospetto sotto la pelle del paziente, osservando l’eventuale comparsa di reazioni avverse. Questo test ha anche una variante, detta patch test, in cui l’allergene viene “appoggiato” sulla pelle del paziente;
- Test sierologici, ovvero esami del sangue in cui si ricerca la presenza di immunoglobine. Queste ultime indicherebbero una risposta del sistema immunitario, e dunque una possibile reazione allergica.
- Più raramente, viene utilizzato un test detto di provocazione orale. All’interno di un ambiente controllato si fa assumere per via orale, appunto, una piccola quantità di allergene, per constatare se provochi o meno una reazione, e la sua gravità. Si tratta tuttavia di un test che viene utilizzato raramente e con una certa cautela, per via della possibile comparsa di reazioni potenzialmente gravi.
Quali alimenti evitare se si è allergici alla soia?
Se si è allergici alla soia occorre evitare tutti gli alimenti che ne contengono.
Oltre alla soia e ai suoi derivati (farine, formaggi e così via), altri alimenti da evitare sono:
- Gli edamame;
- Il miso;
- Le proteine della soia;
- La salsa di soia;
- Il tempeh.
Poiché la soia è un allergene, la sua presenza, o la possibilità siano presenti sue tracce, viene per legge riportata sulle etichette degli alimenti.
Occorre fare particolare attenzione, poiché potrebbe essere presente anche in alimenti apparentemente “insospettabili”, come:
- Snack e prodotti da forno industriali;
- Tonno in scatola;
- Carne in scatola;
- Salse di vario genere;
- Zuppe pronte.
Insomma, occorre prendere l’abitudine di leggere attentamente le etichette.
Allergia alla soia e altri allergeni: cross-reattività
Se si soffre di allergia alla soia si può manifestare cross-reattività: reazioni allergiche ad allergeni diversi, ma con caratteristiche “comuni”.
Nel caso della soia non è comune, ma può capitare di avere manifestazioni allergiche con altri legumi, ad esempio fagioli o piselli.
Altri casi di cross-reattività si possono verificare con l’ingestione di frutta e verdura.
È inoltre stato rilevato che i bambini allergici alla soia sono spesso allergici anche alle arachidi.
Le cure e i rimedi per l’allergia alla soia
Non esistono vere e proprie “cure” definitive per l’allergia alla soia, sebbene questa, come abbiamo visto, nella maggior parte dei casi tenda a regredire da sola.
Le uniche strade possibili sono l’evitamento dell’allergene, e il trattamento della sintomatologia, ad esempio tramite l’uso di antistaminici.
Cosa fare se sono allergico o allergica e ingerisco degli alimenti contenenti soia?
Per sapere cosa fare in caso di ingestione accidentale di soia in caso di allergia, è necessario rivolgersi al proprio allergologo di fiducia. Cosa fare dipende, infatti, soprattutto dalla gravità della propria allergia.
Comunque, alcune buone pratiche possono comprendere:
- L’uso di antistaminici, in caso di reazione allergica lieve;
- L’uso di epinefrina in caso di anafilassi. Qualora si soffra di un’allergia grave è buona norma averne sempre con sé, soprattutto se si mangia fuori;
- Rivolgersi immediatamente ad un medico in caso di ingestione accidentale.
Articolista e copywriter con oltre dieci anni di esperienza. Appassionata riguardo il settore della nutrizione.