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Cause e sintomi dell’ipocalcemia

L’ipocalcemia è una condizione in cui i livelli di calcio presenti nel sangue risultano eccessivamente bassi.

L’ipocalcemia è una condizione in cui i livelli di calcio presenti nel sangue risultano eccessivamente bassi.

Cos’è l’ipocalcemia

L’ipocalcemia è una condizione in cui i livelli di calcio presenti nel sangue risultano eccessivamente bassi, ma che è generalmente temporanea e può essere trattata con successo.

Il calcio è un minerale presente in grandi quantità all’interno dell’organismo umano, ed è particolarmente importante per:

  • La salute delle ossa;
  • Il corretto funzionamento dei nervi;
  • La coagulazione del sangue e la salute e il funzionamento del cuore;
  • La contrazione dei muscoli.

Generalmente lo assumiamo tramite l’alimentazione, e in particolare, nella dieta Mediterranea, assumiamo oltre la metà del nostro fabbisogno giornaliero di calcio dal latte e dai suoi derivati. Vi sono poi il pesce, le uova e i legumi.
Il fabbisogno giornaliero, stando alle linee guida del Ministero della Salute, si attesta sugli 800 mg negli adulti e i 1000 mg negli anziani. Per le donne in gravidanza e in allattamento, e gli adolescenti, sale fino a 1200 mg.

Una condizione di ipocalcemia, con livelli di calcio insufficienti nel sangue, può compromettere tutte queste funzioni, e causare problemi anche piuttosto seri.

Cause dell’ipocalcemia

Le cause dell’ipocalcemia non sono sempre semplici da individuare o prevenire, poiché può essere dovuta a molteplici fattori. In particolare, ricordiamo:

  • Carenza di vitamina D, necessaria per l’organismo per assorbire il calcio in maniera ottimale;
  • Insufficienza renale, che altererebbe il metabolismo del calcio;
  • Produzione insufficiente di ormone paratiroideo da parte delle ghiandole paratiroidi. Questa condizione si chiama, in gergo, ipoparatiroidismo;
  • Livelli bassi di magnesio nel sangue;
  • Pancreatite;
  • Uso di alcuni tipi di farmaci, come i corticosteroidi;
  • Dieta squilibrata, a basso contenuto di calcio.

Fattori di rischio

L’ipocalcemia può colpire potenzialmente chiunque, e i fattori di rischio sono variabili, a seconda delle cause sottostanti la condizione. 

Controllare il buono stato della salute, ad esempio effettuando esami del sangue regolari, e seguire un’alimentazione equilibrata con il supporto di un biologo nutrizionista può, comunque, contribuire a prevenirla.

Sintomi dell’ipocalcemia

I più comuni sintomi di ipocalcemia comprendono:

  • Crampi ai muscoli, in particolare localizzati alle gambe e alla schiena;
  • Fragilità di unghie e capelli;
  • Squamosità e secchezza della cute.

Vi sono poi sintomi indice di una condizione di ipocalcemia più grave, tra cui:

  • Convulsioni;
  • Aritmie cardiache;
  • Insufficienza cardiaca;
  • Formicolio localizzato soprattutto alla lingua, alle labbra, alle dita e ai piedi;
  • Laringospasmo, ovvero spasmi muscolari alla gola.

Occorre tenere d’occhio la sintomatologia, in quanto, se non trattata, l’ipocalcemia può portare alla cosiddetta tetania.

Tetania e ipocalcemia

La tetania è una condizione che può essere causata o peggiorata dall’ipocalcemia grave. Viene chiamata anche spasmofilia, ed è caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie e spesso dolorose, dovute ad un’eccessiva eccitabilità del sistema nervoso.

La cosiddetta tetania da ipocalcemia è una delle forme più comuni.

Quando preoccuparsi per l’ipocalcemia

Occorre preoccuparsi qualora insorgano i sintomi di un ipocalcemia grave, e in particolare spasmi dolorosi, crampi, formicolio al volto, alle dita e ai piedi, poiché sono generalmente sintomo di un aggravamento della condizione.

Occorre poi rivolgersi immediatamente ad un medico qualora appaiano condizioni oggettivamente gravi, come l’aritmia o l’insufficienza cardiaca.

Occorre inoltre tenere monitorati i livello di calcio in particolare durante la gravidanza e l’allattamento, poiché si tratta di condizioni che non solo richiedono un apporto di calcio superiore al normale, ma che possono, potenzialmente, aggravare una condizione di carenza di calcio già preesistente.

Diagnosi di ipocalcemia

Per diagnosticare l’ipocalcemia si parte anzitutto con la valutazione della sintomatologia presentata dal paziente. Si passa poi alla misurazione dei livelli di calcio ionizzato presenti nel sangue, per valutare se vi sia effettivamente una carenza. Generalmente dei livelli di calcio ionizzato considerati bassi sono inferiori ai 4,7 mg/dL (milligrammi per decilitro).

Poiché la carenza di calcio, come abbiamo visto, può essere causata anche da malattie o ulteriori condizioni, il medico potrebbe ritenere opportuno effettuare ulteriori esami. Ad esempio, potrebbe voler misurare i livelli di vitamina D e di magnesio nell’organismo, oppure valutare la corretta funzionalità dei reni o delle ghiandole paratiroidee.

Lettura dei risultati dell’esame

Come accennato, generalmente parliamo di ipocalcemia qualora i valori di calcio sierico ionizzato siano minori a 4,7 mg/dL, oppure qualora la concentrazione sierica di calcio totale sia minore a 8,8 mg/dL. L’ipocalcemia grave si verifica quando i valori di concentrazione sierica di calcio totale sono minori a 7 mg/dL.

I test di laboratorio possono tuttavia rilevare anche la presenza di disturbi che possono provocare o aggravare la condizione di carenza.

In particolare, alcuni risultati che evidenziano la presenza di patologie, possono essere:

RisultatoPatologia
Fosfato (PO4) sierico elevato
Fosfato (PO4) urinario basso
Fosfatasi alcalina sierica normale
Paratormone non misurabile
Ipoparatiroidismo idiopatico
Paratormone basso o ai limiti inferiori della norma
Fosfato (PO4) sierico normale o elevato
Fosfato (PO4) urinario basso
Fosfatasi alcalina sierica normale
Ipoparatiroidismo chirurgico
Paratormone elevato
Fosfato (PO4) sierico basso
Fosfatasi alcalina elevata
25(OH)D bassa
Carenza di vitamina D
Paratormone elevato
Fosfato (PO4) sierico basso
Fosfatasi alcalina elevata
Evidenza di rachitismo alla RX
25(OH)D sierica normale
1,25(OH)2D sierica bassa
Rachitismo ereditario vitamina D-dipendente di tipo I
Paratormone elevato
Fosfato (PO4) sierico basso
Fosfatasi alcalina elevata
Evidenza di rachitismo alla RX
25(OH)D sierica normale o elevata
1,25(OH)2D normale o elevata
Rachitismo ereditario vitamina D-dipendente di tipo II

Cura e trattamento

Generalmente l’ipocalcemia viene trattata con successo tramite integratori a base di calcio, soprattutto se individuata in tempi brevi, prima che possa aggravarsi. Nelle forme più lievi solitamente gli integratori vengono somministrati per via orale, mentre nelle forme più gravi può essere necessario procedere tramite iniezioni.

Ovviamente la terapia dipende anche da eventuali cause che hanno portato alla carenza, come malattie o problemi ai reni. In questi casi, oltre all’integrazione, sarà necessario curare o trattare tali disturbi, oppure integrare le ulteriori carenze (ad esempio di vitamina D o di magnesio) che hanno portato a sviluppare la carenza di calcio.

La durata del trattamento dipende dalla gravità della condizione, ma in media può variare da qualche settimana ad un paio di mesi, con controlli periodici successivi per valutare se i livelli di calcio si siano stabilizzati.

Fonti:

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