L’infarto intestinale, noto anche come ischemia intestinale, è una condizione medica grave che si verifica quando il flusso sanguigno verso l’intestino viene bloccato o ridotto significativamente.
Questo può causare danni ai tessuti intestinali e portare a complicanze serie, se non trattato tempestivamente.
Cos’è l’infarto intestinale
L’infarto intestinale si verifica quando il flusso sanguigno verso l’intestino viene drasticamente ridotto o improvvisamente interrotto.
Questo blocco può essere causato da un’ostruzione delle arterie o delle vene che irrorano l’intestino.
La condizione può colpire diverse parti dell’intestino, come l’intestino tenue e il colon, e la gravità può variare da danni minimi a necrosi estesa dei tessuti, a seconda della durata e della gravità del blocco.
Le cause principali dell’ischemia intestinale includono:
- Trombosi ed embolie delle arterie mesenteriche.
- Trombosi venosa.
- Occlusione o torsione del lume intestinale che provoca compressione dei vasi sanguigni. Questa condizione è particolarmente comune tra gli anziani, ma può verificarsi anche nei bambini, soprattutto nei neonati prematuri.
È mortale?
L’ischemia intestinale è potenzialmente fatale, poiché può portare a:
Necrosi del tessuto intestinale: ciò provoca un blocco improvviso del flusso sanguigno.
Situazione di grave infezione chiamata peritonite che, se non tempestivamente curata, può evolvere rapidamente in sepsi e shock settico, condizione di grave infezione che provoca ipoperfusione degli organi vitali, il che può portare a decesso con altissima probabilità.
Cicatrizzazione o restringimento del lume intestinale: durante la guarigione, il corpo può sviluppare tessuto cicatriziale che restringe l’intestino. Questo è più comune nel colon, ma può verificarsi anche nell’intestino tenue.
Cause
Le principali cause di ischemia intestinale includono:
- Un coagulo di sangue che blocca un vaso sanguigno
- Il restringimento di un’arteria a causa della presenza di un accumulo di depositi adiposi intraluminali, come di colesterolo “cattivo”, o LDL. Questa condizione è chiamata aterosclerosi.
- Bassa pressione arteriosa che determina una riduzione acuta o cronica dell’afflusso di sangue verso l’intestino.
- Ostruzione di una vena a causa di un trombo, che si verifica meno frequentemente.
In particolare:
Cause occlusive
- cause occlusive di origine arteriosa: si verifica quando vi è un’ostruzione totale o parziale di un’arteria (embolie e trombosi arteriose, le prime spesso conseguenti ad endocardite settica o fibrillazione atriale, le seconde ad aterosclerosi);
- cause occlusive di origine venosa: occlusione parziale o totale di una vena (trombosi venosa), ipertensione portale, flogosi addominali (pancreatiti, diverticoliti, appendicite, ascesso pelvico…), condizioni paraneoplastiche;
- Cause occlusive da volvolo, ovvero provocate dalla torsione dell’intestino su una struttura (mesentere), che collega l’intestino con l’addome; questo porta ad un restringimento dell’intestino nel punto di rotazione e la compressione dei vasi sanguigni che lo nutrono.
Cause non occlusive
- insufficienza cardiaca (il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue per soddisfare le richieste dei tessuti, quindi l’infarto intestinale può anche essere conseguenza di un precedente infarto cardiaco);
- grave ipotensione;
- infezioni locali;
- eccessiva viscosità ematica;
- spasmo severo dei vasi sanguigni (che si contraggono oltremodo riducendo pesantemente la quantità di sangue che scorre al loro interno; può accadere in caso di forte stress emozionale, abuso di alcune droghe come cocaina ed amfetamine o iniezione di alte dosi di farmaci vasocostrittori).
Combinazione di più cause
Spesso l’ischemia intestinale è il risultato di una combinazione di due o più delle cause sopra citate. Ad esempio, una persona con un lume intestinale ridotto a causa della presenza di placche aterosclerotiche a livello delle arterie mesenteriche che subisce un episodio di ipotensione arteriosa può essere particolarmente a rischio di sviluppare ischemia intestinale.
L’ischemia intestinale è spesso divisa in gruppi. L’ischemia del colon, detta anche colite ischemica, colpisce l’intestino crasso.
Altri tipi di ischemia colpiscono l’intestino tenue, come l’ischemia mesenterica acuta, l’ischemia mesenterica cronica e l’ischemia dovuta a trombosi venosa mesenterica.
Sintomi
I sintomi dell’ischemia intestinale possono insorgere rapidamente (ischemia intestinale acuta) o gradualmente (ischemia intestinale cronica). I sintomi possono variare da persona a persona.
Sintomi dell’ischemia intestinale acuta:
- Dolore addominale intenso ed improvviso
- Urgenza di evacuare
- Evacuazioni frequenti
- Addome non trattabile, disteso e rigido
- Feci con sangue
- Nausea e vomito
- Confusione mentale negli anziani.
Sintomi dell’ischemia intestinale cronica:
- Crampi addominali e senso di pienezza che si manifesta entro 30 minuti dai pasti, che può avere una durata di 1-3 ore
- Dolore addominale che peggiora gradualmente nel corso di settimane o mesi
- Paura di mangiare a causa del dolore postprandiale
- Perdita di peso in assenza di deficit calorico
- Diarrea
- Nausea ed episodi di vomito
- Gonfiore addominale.
Come riconoscerlo? Sintomi premonitori
Il primo sintomo di infarto intestinale è sicuramente il forte dolore addominale, che si acutizza dopo il pasto.
Nelle fasi iniziali, il dolore è accompagnato da un addome trattabile, dolorabilità minima alla palpazione e peristalsi conservata.
Man mano che l’ipossia peggiora, a livello del tessuto si sviluppa la necrosi, dunque emergono segni di peritonite come addome disteso, rigidità e assenza di peristalsi, o movimenti intestinali.
- Indice di infarto intestinale su base arteriosa: insorgenza acuta del dolore, tipico di una sofferenza ischemica.
- Indice di trombosi venosa: insorgenza graduale del dolore.
Oltre al dolore addominale, altri sintomi associati possono includere:
- Alvo diarroico e urgenza di defecare
- Senso di gonfiore addominale
- Presenza di sangue nelle feci
- Nausea
- Vomito
- Febbre, in alcuni casi.
Trattamenti farmacologici
I trattamenti farmacologici per l’ischemia intestinale includono:
- Anticoagulanti: come l’eparina, per prevenire la formazione di nuovi coaguli di sangue e trattare quelli esistenti, utili nei casi di trombosi venosa mesenterica.
- Trombolitici: come l’urochinasi o l’alteplase, per dissolvere rapidamente i coaguli di sangue e ripristinare il flusso sanguigno.
- Antibiotici: per prevenire o trattare infezioni secondarie alla necrosi intestinale.
- Vasodilatatori: come la papaverina, per dilatare i vasi sanguigni e migliorare rapidamente il flusso sanguigno verso l’intestino.
- Supporto emodinamico: farmaci per sostenere la pressione sanguigna e migliorare la perfusione degli organi, come agenti inotropi o vasopressori.
- Analgesici: per alleviare il dolore. Tuttavia, è importante monitorare attentamente i sintomi, poiché il controllo del dolore può mascherare segni di peggioramento dell’ischemia.
Diagnosi
La diagnosi di ischemia intestinale è complessa, poiché caratterizzata da molti sintomi aspecifici che portano all’individuazione per esclusione di altre patologie gastrointestinali.
Per accertare questa condizione è necessario agire tempestivamente effettuando una serie di indagini cliniche e strumentali.
Quali esami fare?
Per diagnosticare l’infarto intestinale, sono necessari:
- Raccolta anamnestica ed esame obiettivo: il medico identifica i sintomi e segni clinici, effettuando ispezione, palpazione, percussione e auscultazione dell’addome.
- Esami ematici: emocromo, indici infiammatori, d-dimero, emogasanalisi per valutazione dei lattati sono gli esami solitamente prescritti.
- Ecografia e radiografia addominale: per escludere altre cause di dolore addominale.
- TC addominale con e senza mezzo di contrasto (MDC): gold standard per la diagnosi di infarto intestinale.
- Colonscopia: se necessario; quest’ultima viene spesso utilizzata anche per trattamento del volvolo quando non vi è l’indicazione chirurgica.
Persone con evidenti segni e sintomi di peritonite devono essere indirizzati per effettuare un intervento chirurgico esplorativo che consente sia la diagnosi che il trattamento.
Diagnosi e trattamento precoce e aggressivo aumentano le probabilità di sopravvivenza, soprattutto se effettuati prima che la condizione devolva in un quadro peritonitico e settico.
Cura e trattamento
Le opzioni di trattamento per l’infarto intestinale includono:
- Chirurgia: che si svolge tramite embolectomia, rivascolarizzazione con o senza resezione di una porzione intestinale.
- Intervento angiografico (non indicato in presenza di segni peritoneali): consiste nella somministrazione intraluminale di farmaci vasodilatatori attraverso catetere angiografico (papaverina) o applicazione di tecniche di trombolisi.
- Terapia farmacologica: possono essere prescritti anticoagulanti per trattare l’embolia arteriosa o la trombosi venosa o antiaggreganti per casi di ischemia non occlusiva, tipica delle terapie a lungo termine, con l’obiettivo di prevenire eventuali recidive.
È importante notare che la brusca riperfusione dopo diverse ore di ischemia può portare all’immissione in circolo di sostanze che aumentano sensibilmente il rischio di arresto cardiaco e/o insufficienza multi-organo, come i radicali liberi.
Questo fenomeno è noto come shock da riperfusione.
Fonti:
- Intestinal ischemia – Symptoms and causes. (n.d.). Mayo Clinic. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/intestinal-ischemia/symptoms-causes/syc-20373946
- User, S. (2021a, February 9). Volvolo. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/v/volvolo#complicazioni
Giulia D’Amato è una copywriter con una forte passione per salute e il benessere della persona.
Sin dai tempi dell’università, ha sviluppato un interesse per le strategie di promozione della salute, focalizzandosi su alimentazione a base vegetale, esercizio fisico, benessere mentale e crescita personale. Giulia eccelle nel comunicare questi temi attraverso il web, combinando le sue competenze in copywriting con la sua dedizione al benessere.