Intossicazione o avvelenamento da funghi: come riconoscerla e rimedi
L’intossicazione o avvelenamento da funghi può provocare sintomi lievi o gravi, a seconda della specie ingerita. In caso compaiano sintomi sospetti dopo i pasti è quindi fondamentale recarsi tempestivamente al Pronto Soccorso.

L’intossicazione o avvelenamento da funghi può provocare sintomi lievi o gravi, a seconda della specie ingerita. In caso compaiano sintomi sospetti dopo i pasti è quindi fondamentale recarsi tempestivamente al Pronto Soccorso.
L’intossicazione o avvelenamento da funghi
L’intossicazione da funghi si verifica quando si ingeriscono specie tossiche o non commestibili. Questo avviene poiché, purtroppo, spesso le specie di funghi vengono raccolte e cucinate senza avere delle adeguate competenze in materia.
I sintomi variano a seconda della specie ingerita, della quantità e delle condizioni della persona.
Distinguere i funghi tossici da quelli sicuri è, purtroppo, molto difficile anche per i raccoglitori esperti. Alcune specie velenose somigliano molto a quelle commestibili, e la tossicità o meno di un esemplare può cambiare in base alla stagione o al metodo di preparazione.
Non tutti i casi sono causati da funghi letali, i cosiddetti funghi velenosi. Molte intossicazioni da funghi derivano infatti da un consumo improprio, come l’ingestione di esemplari degradati, poco cotti o in quantità eccessive. Tuttavia, alcune specie possono invece provocare danni epatici e renali irreversibili anche con dosi minime.
Data la difficoltà nell’identificazione e la variabilità dei sintomi, è sempre fondamentale rivolgersi al Pronto soccorso o a un Centro Antiveleni in caso si sospetti un’intossicazione.
I sintomi dell'intossicazione da funghi
I sintomi dell’intossicazione da funghi dipendono dalla specie ingerita e dal tipo di tossina, ma coinvolgono quasi sempre l’apparato gastrointestinale.
Nella maggior parte dei casi compaiono sintomi simili a quelli di un’intossicazione alimentare “classica”, tra cui:
- Vomito;
- Diarrea;
- Dolori o crampi addominali.
Alcune specie, come quelle allucinogene (Psilocybe), provocano poi una serie di alterazioni neurologiche. In particolare:
- Senso di euforia;
- Allucinazioni;
- Tachicardia.
Altre specie ancora inducono sintomi cosiddetti colinergici. Tra questi:
- Sudorazione abbondante;
- Salivazione abbondante;
- Bradicardia;
- Broncospasmo.
I sintomi iniziali, o a breve latenza
I sintomi a breve latenza compaiono entro sei ore dall’ingestione e nella maggior parte dei casi interessano l’apparato gastrointestinale.
Si manifestano tipicamente con nausea, vomito, dolori addominali e diarrea, che compaiono già alla fine del pasto o comunque entro poche ore.
Alcuni casi possono includere anche cefalea, vertigini o dolori muscolari. Di norma, questi sintomi si risolvono spontaneamente entro 24-48 ore.
La sindrome gastrointestinale è la più frequente tra quelle a breve latenza.
Altre sindromi precoci includono:
- La sindrome muscarinica, con lacrimazione, salivazione, miosi, diarrea e bradicardia;
- La sindrome panterinica, con alterazioni dello stato mentale, allucinazioni, disorientamento e, nei casi più gravi, convulsioni;
- La sindrome psicodisleptica, causata dai funghi allucinogeni contenenti psilocibina, che induce euforia, distorsione sensoriale, agitazione.
Queste forme sono raramente letali, ma richiedono comunque osservazione da parte del personale medico, e trattamento dei sintomi.
I sintomi più tardivi
I sintomi tardivi compaiono dopo 6-12 ore dall’ingestione. Sono in genere tipici delle intossicazioni da funghi più gravi, che possono avere un esito potenzialmente letale.
Inizialmente si presentano vomito, diarrea e dolori addominali, ma dopo un’apparente remissione si possono sviluppare insufficienza epatica e renale.
È il caso, ad esempio, della sindrome falloidea, causata dall’ingestione dei funghi Amanita phalloides, responsabile della maggior parte dei decessi per intossicazione da funghi.
Altri sintomi tardivi includono:
- Ipoglicemia;
- Ittero;
- Riduzione o blocco della diuresi;
- Alterazioni neurologiche;
- Convulsioni;
- Perdita di coscienza;
- Vertigini;
- Disturbi visivi.
Alcune specie possono causare danni renali progressivi fino a 20 giorni dopo l’ingestione.
Dopo quanto tempo si manifesta?
I sintomi dell’intossicazione da funghi possono comparire da 30 minuti fino a oltre 24 ore dopo l’ingestione, a seconda della specie coinvolta.
In alcuni casi, sebbene più rari, i sintomi possono emergere anche fino a un mese dopo, con alterazioni neurologiche gravi.
Per questo motivo, quando si sospetta un avvelenamento o comunque si ritiene di aver ingerito dei funghi poco sicuri, è importante rivolgersi tempestivamente al Pronto soccorso.
I rimedi: cosa fare in caso di intossicazione da funghi?
In caso di intossicazione da funghi, è fondamentale recarsi immediatamente in Pronto soccorso. Se possibile, è importante portare con sé eventuali residui crudi o cotti dei funghi ingeriti.
Purtroppo non esistono antidoti universali. Il trattamento si basa sui sintomi specifici e sulla terapia di supporto.
Se l’ingestione è recente, i medici possono procedere con lavanda gastrica e/o la terapia con carbone attivo a dosi ripetute, per ridurre l’assorbimento delle tossine.
Nei casi più gravi, è possibile il ricorso a dialisi o, in presenza di grave danno epatico, al trapianto di fegato.
In ogni caso, si tratta di iniziative che non vanno mai prese in autonomia. Soprattutto, è importante non assumere farmaci contro il vomito o la diarrea.
Contattare tempestivamente un Centro Antiveleni può fornire delle indicazioni rapide e mirate su cosa fare in attesa degli eventuali soccorsi.
Come prevenire un'intossicazione da funghi?
Per prevenire un’intossicazione da funghi, è essenziale non consumare mai funghi raccolti senza il controllo di un micologo esperto.
La maggior parte degli avvelenamenti avviene dopo la raccolta diretta, spesso per somiglianze tra specie commestibili e velenose.
Per questo motivo, chi intende raccoglierli deve essere in possesso del tesserino di idoneità, che si ottiene solo dopo aver frequentato un corso di formazione specifico.
Anche quando i funghi sembrano sicuri, è necessario in caso di dubbio farli verificare presso l’Ispettorato Micologico della ASL. Si tratta solitamente di un servizio gratuito.
Inoltre, vanno consumati solo se ben conservati, in buone condizioni e adeguatamente cotti.
Per prudenza, è sconsigliato somministrarli a bambini piccoli o donne in gravidanza. Inoltre, non vanno mai raccolti nei pressi di strade trafficate o aree industriali. In questi luoghi vi è infatti il rischio possano essere contaminati da metalli pesanti o pesticidi.
Fonti:
- Assisi, F., Davanzo, F., Maurizio Bissoli, Dimasi, V., Ferruzzi, M., Georgatos, J., Ilaria Rebutti, Travaglia, A., Paolo Severgnini, Fabrizio Sesana, Milanesi, G., & Moro, P. A. (2017). EpiCentro. Bollettino Epidemiologico Nazionale. https://www.epicentro.iss.it/ben/2019/aprile/epidemiologia-intossicazione-funghi