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Calcoli biliari: cosa sono, cause e sintomi

I calcoli biliari possono causare dolore e complicazioni. Cause, sintomi e trattamenti efficaci per questa patologia della cistifellea

Calcoli biliari

I calcoli biliari sono una delle malattie più comuni della cistifellea, l’organo che immagazzina la bile prodotta dal fegato. Questi calcoli possono essere piccoli e asintomatici, oppure causare gravi dolori e richiedere interventi chirurgici. Comprendere la patologia, le sue cause, i sintomi e le opzioni terapeutiche è essenziale per una diagnosi tempestiva e un trattamento efficace.

Cosa sono i calcoli biliari

I calcoli biliari, o colelitiasi, sono piccole pietre che si formano nella cistifellea, composte principalmente da colesterolo o bilirubina. Possono variare in dimensioni, da microscopici a molto grandi, e talvolta ostruiscono i dotti biliari, causando dolore e altre complicazioni. Spesso, i calcoli non provocano sintomi, ma quando si verificano ostruzioni o infiammazioni, possono manifestarsi forti dolori.

La prevalenza dei calcoli biliari è del 20%, rappresentando una delle principali cause di ricovero nei reparti chirurgici.

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Cause dei calcoli biliari

Le cause principali della formazione dei calcoli biliari sono legate all’equilibrio chimico della bile. La bile è una sostanza prodotta dal fegato che aiuta nella digestione dei grassi. Quando questo equilibrio viene alterato, si possono formare cristalli che, con il tempo, si aggregano diventando calcoli. Le cause possono includere:

  • Eccesso di colesterolo: la bile contiene colesterolo, ma se il fegato produce troppo colesterolo, questo può formare cristalli solidi che si combinano in calcoli.
  • Eccesso di bilirubina: la bilirubina è una sostanza prodotta dalla degradazione dei globuli rossi. Se il fegato produce troppo di questa sostanza, può contribuire alla formazione di calcoli biliari pigmentati, che sono scuri e di solito più piccoli.
  • Inadeguata contrazione della cistifellea: una cistifellea che non si svuota correttamente può causare un accumulo di bile stagnante che può favorire la formazione dei calcoli.

Fattori di rischio

Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare calcoli biliari:

  • Obesità: le persone obese tendono a produrre più colesterolo nella bile, aumentando il rischio di formazione di calcoli.
  • Età e sesso: le donne, specialmente quelle in età fertile, sono più predisposte alla formazione di calcoli biliari rispetto agli uomini. Inoltre, con l’aumento dell’età, il rischio aumenta.
  • Gravidanza: durante la gravidanza, il corpo produce ormoni che possono aumentare il colesterolo nella bile, favorendo la formazione di calcoli.
  • Dieta: una dieta ricca di grassi e povera di fibre aumenta il rischio di calcoli biliari. Una dieta squilibrata può alterare la composizione della bile.
  • Familiarità e predisposizione genetica: la presenza di precedenti casi familiari può aumentare il rischio di sviluppare la condizione.
Calcoli biliari sintomi

Sintomi dei calcoli biliari

Molte persone con calcoli biliari non presentano sintomi. In questi casi, i calcoli vengono spesso scoperti casualmente durante esami per altre patologie. Tuttavia, quando questi causano problemi, possono provocare una serie di sintomi dolorosi e debilitanti.

Come riconoscerli: i primi sintomi

Il sintomo principale dei calcoli biliari è il dolore addominale, che può comparire all’improvviso e con intensità. Questo dolore, chiamato colica biliare, si verifica quando un calcolo blocca un dotto biliare, ostacolando il flusso della bile. I sintomi tipici sono:

  • Dolore nella parte superiore destra dell’addome: il dolore può irradiarsi verso la schiena e la spalla destra
  • Nausea e vomito: si verificano spesso insieme al dolore, soprattutto dopo aver mangiato cibi grassi.
  • Gonfiore e pesantezza: chi soffre di coliche biliari può avvertire una sensazione di pienezza nell’addome.
  • Ittero: se il calcolo blocca completamente un dotto biliare, può causare ingiallimento della pelle e degli occhi.

Se i calcoli causano complicazioni come la colecistite (infiammazione della cistifellea), possono apparire anche febbre, brividi e dolore più intenso.

Diagnosi: quali esami fare

La diagnosi dei calcoli biliari si basa su una combinazione di sintomi riferiti dal paziente e l’esecuzione di esami diagnostici. Gli strumenti utilizzati per la diagnosi includono:

  • Ecografia addominale: è il metodo utilizzato più comunemente per la diagnosi. Utilizza onde sonore per ottenere immagini della cistifellea e dei dotti biliari e rilevare eventuali calcoli.
  • Ecografia endoscopica: questa procedura può aiutare a identificare i calcoli più piccoli che potrebbero sfuggire all’ecografia addominale
  • Esami di imaging: in alcuni casi possono esser utilizzate differenti tecniche differenti come la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TC) per ottenere immagini dettagliate dei calcoli e dei dotti biliari, aiutando a identificare eventuali complicazioni o calcoli non visibili tramite ecografia.
  • Esami del sangue: possono essere eseguiti per rilevare segni di infezione o infiammazione, come l’aumento dei livelli di bilirubina, e per verificare la funzione epatica.
Calcoli alla cistifellea

Cura e trattamento

Il trattamento dei calcoli biliari dipende dalla gravità dei sintomi e dalle complicazioni. Se i calcoli sono asintomatici, di solito non è necessario intervenire, ma è importante prestare attenzione ai sintomi di complicazioni da calcoli biliari, come l’intensificarsi del dolore nella parte superiore destra dell’addome. Quando i sintomi si manifestano, le opzioni di trattamento includono:

  • Farmaci: in alcuni casi, i farmaci possono essere utilizzati per dissolvere i calcoli biliari, ma questo trattamento è raro e generalmente efficace solo per i calcoli di colesterolo. Il processo può richiedere mesi o addirittura anni, e c’è il rischio che i calcoli si riformino se il trattamento viene interrotto. Inoltre, in alcuni casi, i farmaci non portano ai risultati sperati. Solitamente, questi farmaci per vengono prescritti solo a chi non può sottoporsi a chirurgia.
  • Chirurgia: la colecistectomia, ovvero la rimozione della cistifellea, è il trattamento più comune per i calcoli biliari sintomatici. La cistifellea non è necessaria per vivere e la sua asportazione non influisce sulla capacità di digerire il cibo, ma può causare diarrea, che di solito è temporanea.
  • L’intervento viene eseguito con un approccio laparoscopico, che è minimamente invasivo e comporta tempi di recupero più rapidi.
  • Trattamenti non chirurgici: solo In alcuni casi, è possibile rimuovere i calcoli tramite tecniche endoscopiche o litotripsia, che utilizza onde d’urto per frantumarli.

Come prevenire i calcoli biliari

Per prevenire la formazione dei calcoli biliari, è importante seguire alcune semplici raccomandazioni:

  • Mantenere un peso sano: l’obesità è un fattore di rischio principale, quindi perdere peso gradualmente riduce il rischio di calcoli.
  • Adottare una dieta equilibrata: una dieta ricca di fibre e povera di grassi aiuta a bilanciare la bile e prevenire i calcoli.
  • Esercizio fisico regolare: l’attività fisica controlla il peso e migliora la funzionalità biliare.
  • Evitare una perdita di peso troppo rapida: dimagrire velocemente può aumentare il rischio di calcoli biliari, quindi è meglio un piano di perdita di peso graduale.

FONTI:

  1. Portincasa, P., et al. (2015). Management of gallstones and its related complications. Expert Review of Gastroenterology & Hepatology, 10(1), 93–112. https://doi.org/10.1586/17474124.2016.1109445
  2. Di Ciaula, A., et al. (2019). The role of diet in the pathogenesis of cholesterol gallstones. Current Medicinal Chemistry, 26(19), 3620-3638. https://doi.org/10.2174/0929867324666170530080636