Metformina: a cosa serve, benefici e controindicazioni

La metformina è un farmaco che viene utilizzato nel trattamento del diabete di tipo 2 e della sindrome dell’ovaio policistico.

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La metformina è un farmaco che viene utilizzato nel trattamento del diabete di tipo 2 e della sindrome dell’ovaio policistico.

Cos'è la metformina?

La metformina è un farmaco orale appartenente alla classe delle biguanidi, indicato per il trattamento di alcune condizioni metaboliche. 
In Italia è l’unico principio attivo di questa categoria disponibile in commercio.

È contenuta sia in farmaci che la prevedono da sola, sia in combinazione con altri farmaci antidiabetici. Tutte le formulazioni sono soggette a prescrizione medica, alcune delle quali rimborsate dal SSN.

La metformina si presenta sotto forma di compresse, che possono essere a rilascio immediato o prolungato, da assumere intere con acqua. Non vanno né masticate, né spezzate.

A differenza di altri farmaci per il trattamento del diabete, non stimola la produzione di insulina ma agisce direttamente sul metabolismo degli zuccheri. Per questo tende a non provocare ipoglicemia, anche se assunta da sola..

A cosa serve?

La metformina è utilizzata nel trattamento del diabete di tipo 2, soprattutto quando dieta ed esercizio fisico non bastano a controllare la glicemia. Può essere prescritta da sola o insieme ad altri farmaci, inclusa l’insulina. Non è invece considerata adatta, al momento, per il trattamento del diabete infantile o del diabete di tipo 1.

È particolarmente indicata per pazienti in sovrappeso, perché riduce il rischio di complicanze legate alla malattia, e può, in aggiunta favorire la perdita di peso in maniera moderata. Occorre però fare attenzione, perché, sebbene possa agire sul senso dell’appetito e sull’assorbimento degli zuccheri, non è un farmaco dimagrante.
Oltre al diabete conclamato, è usata nella prevenzione della malattia in soggetti ad alto rischio, in particolare in condizione di prediabete.

La metformina trova poi impiego anche nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), dove migliora la sensibilità insulinica, aiuta a regolare il ciclo mestruale e può ridurre i sintomi legati all’eccesso di androgeni. Si tratta di uno dei rari casi in cui la metformina viene prescritta pur senza diabete.

Detto ciò, non sostituisce in alcun modo una dieta equilibrata stilata da un nutrizionista e l’attività fisica. 

Come agisce la metformina?

La metformina agisce su più fronti: 

  • Nel fegato, contrasta la gluconeogenesi, ovvero la produzione di glucosio, tipica dell’insulino-resistenza;
  • Nei muscoli, aumenta la sensibilità all’insulina facilitando il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule;
  • A livello intestinale, ritarda l’assorbimento degli zuccheri, evitando picchi glicemici postprandiali.

Non stimola il rilascio di insulina da parte del pancreas, quindi non causa ipoglicemia se usata da sola.
Inoltre, occorre sottolineare che ha effetti favorevoli anche sul profilo lipidico. Può infatti potenzialmente ridurre i livelli di colesterolo LDL (il colesterolo cosiddetto “cattivo”) e trigliceridi. In alcuni pazienti, riduce anche l’appetito, aiutando il controllo del peso.

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Somministrazione e dosaggio

La metformina si assume per via orale, sotto forma di compresse che possono essere a rilascio immediato o prolungato. La compressa va deglutita intera con un poco di acqua, e non va mai masticata o spezzata.

Il dosaggio viene stabilito dal medico, in base a età, funzione renale, altri farmaci assunti e risposta clinica. Di solito si parte con un dosaggio pari a una compressa da 500 mg da assumere una o due volte al giorno, aumentando gradualmente il dosaggio a seconda della risposta.

L’incremento graduale è necessario per ridurre gli eventuali effetti collaterali a carico dell’apparato gastrointestinale. La dose massima negli adulti è di circa 2-3 g al giorno, da suddividere nei pasti principali. Va infatti assunta durante, o immediatamente dopo i pasti.

Qualsiasi modifica del dosaggio va fatta esclusivamente sotto controllo medico. Inoltre, in caso ci si dimentichi di assumerla non va mai assunta una dose “doppia”, ma occorre attenersi alle indicazioni del proprio medico, o seguire quelle riportate sul foglietto illustrativo. 

Quali sono i benefici dell'assunzione di metformina?

La metformina aiuta a controllare la glicemia nelle persone con diabete di tipo 2, senza causare aumento di peso; anzi, spesso stabilizza il peso corporeo o lo riduce lievemente, soprattutto se l’assunzione è associata a dieta ed esercizio fisico.

Inoltre: 

  • Può potenzialmente migliorare il profilo lipidico, abbassando colesterolo LDL e trigliceridi, ed è quindi particolarmente utile nei soggetti a rischio cardiovascolare;
  • Nei soggetti con prediabete, si stima possa ritardare l’insorgenza del diabete fino al 30-50% nei casi ad alto rischio;
  • Nelle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico, tende a migliorare la sensibilità insulinica, regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre sintomi da iperandrogenismo come acne e irregolarità legate all’ovulazione.

Comunque, i potenziali benefici dipendono sostanzialmente dalla risposta individuale e dalla continuità della terapia.

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La metformina per dimagrire

La metformina non è un farmaco dimagrante, ma in alcuni pazienti con diabete tipo 2 e sovrappeso può favorire una leggera perdita di peso. Tuttavia, è impossibile quantificare “in quanto tempo” la metformina faccia dimagrire.

Questo effetto deriva infatti sostanzialmente da meccanismi indiretti, tra cui la riduzione della gluconeogenesi epatica, il miglioramento della sensibilità insulinica, il rallentamento dell’assorbimento di zuccheri e, talvolta, il calo dell’appetito. La perdita di peso è tuttavia in genere modesta e non garantita.

Effetti più evidenti si possono ottenere, ma solo se all’assunzione del farmaco vengono associati dei cambiamenti nello stile di vita, in genere caldamente raccomandati in caso di diabete di tipo 2. 

Occorre precisare che ad oggi l’uso di metformina come terapia dimagrante non è autorizzata, e va utilizzata solo sotto stretto controllo medico.

I rischi e le controindicazioni

L’uso di metformina è controindicato in presenza di alcune condizioni. In particolare:

  • Allergia al principio attivo;
  • Diabete con chetoacidosi o pre-coma diabetico;
  • Grave insufficienza renale, epatica, respiratoria o cardiaca;
  • Infezioni gravi;
  • Disidratazione;
  • Intossicazione alcolica acuta o alcolismo cronico.

Uno dei rischi più seri è la cosiddetta acidosi lattica. Si tratta di una complicanza rara ma potenzialmente fatale, i cui sintomi comprendono vomito, dolori muscolari, stanchezza estrema, respiro corto, bradicardia e, nei casi più gravi, perdita di coscienza.

Il rischio aumenta in presenza di tutte quelle situazioni che alterano il metabolismo, come digiuno prolungato, abuso di alcol, disidratazione, infezioni acute, oppure funzione renale compromessa.

Bisogna poi precisare che sebbene la metformina non causi ipoglicemia se assunta da sola, in associazione ad altri farmaci antidiabetici può abbassare eccessivamente la glicemia.

In gravidanza o allattamento, l’uso va valutato dal medico. In genere, viene caldamente sconsigliato l’uso durante l’allattamento, mentre gli utilizzi in gravidanza possono essere valutati a seconda dei potenziali benefici.

Quali sono i possibili effetti collaterali?

Gli effetti collaterali più comuni dell’uso di metformina riguardano l’apparato digerente. Possiamo ricordare in particolare:

  • Nausea;
  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Dolori addominali;
  • Perdita di appetito;
  • Sensazione di sapore metallico in bocca.

Questi sintomi nella maggior parte dei casi sono temporanei, tendono a ridursi man mano che aumenta la tolleranza al farmaco e in genere migliorano se il farmaco viene assunto durante i pasti.

In rari casi, la metformina può ridurre l’assorbimento di vitamina B12, causando una carenza che va, eventualmente, integrata.

Effetti più rari includono le reazioni allergiche, che possono provocare rash cutanei, prurito, orticaria e, nei casi più gravi, shock anafilattico. In questi casi è fondamentale contattare prontamente un medico.

Il rischio più grave resta la già citata acidosi lattica, che può comparire soprattutto in caso di sovradosaggio. I sintomi includono:

  • Vomito improvviso;
  • Crampi muscolari;
  • Dispnea;
  • Debolezza estrema;
  • Ipotermia;
  • Bradicardia.

In presenza di questi segnali, occorre rivolgersi immediatamente al pronto soccorso.

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