Fitosteroli: cosa sono e dove si trovano

I fitosteroli sono composti di origine vegetale che si trovano naturalmente in diversi alimenti, e contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo LDL presente nel sangue.

fitosteroli

fitosteroli sono composti di origine vegetale che si trovano naturalmente in diversi alimenti, e contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo LDL presente nel sangue.

Cosa sono i fitosteroli?

fitosteroli sono dei composti di origine vegetale, e più nello specifico una famiglia di steroli che comprende sostanze come sitosterolo, stigmasterolo e campesterolo.  Sono simili al colesterolo animale per struttura e funzione, tuttavia vengono prodotti esclusivamente dalle piante. 

Nelle piante, infatti, i fitosteroli regolano la fluidità e la permeabilità delle membrane cellulari, svolgendo un ruolo analogo a quello del colesterolo nei mammiferi.

Nell’alimentazione umana, i fitosteroli si trovano naturalmente in buone quantità in alimenti come oli vegetali, frutta a guscio, cereali, legumi e, in misura minore, verdure e frutta fresca. 

Una volta ingeriti, vengono assorbiti solo in piccola parte a livello intestinale, e il corpo tende a eliminarli rapidamente tramite la bile. 

Dove si trovano: cibi ricchi di fitosteroli

fitosteroli si trovano in diversi alimenti di origine vegetale, e in particolare all’interno degli oli vegetali, della frutta a guscio e dei cereali.

Ulteriori fonti di fitosterolo sono i cosiddetti alimenti che “abbassano” il colesterolo, e in particolare:

  • I semi di soia, e gli alimenti derivati;
  • I legumi;
  • Alcuni tipi di verdure

Si stima che, nei paesi del Mediterraneo, l’assunzione giornaliera media si attesti tra i 300 e i 400 milligrammi, in particolare per quanto riguarda sitosterolocampesterolo.

Bisogna poi tenere in considerazione il fatto che, oltre alle fonti naturali, da anni esistono in commercio alimenti fortificati arricchiti con i fitosteroli

A cosa servono i fitosteroli?

All’interno della dieta umana, i fitosteroli servono principalmente a ridurre i livelli di colesterolo LDL nel sangue, grazie alla loro capacità di limitare l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale. 
In questo senso, diversi studi mostrano una riduzione media del colesterolo “cattivo” compresa tra l’8% e il 15% con un’assunzione regolare di circa due grammi al giorno.

Proprio per questo motivo, i fitosteroli sono inseriti dal Ministero della Salute tra le sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico e vengono utilizzati come ingredienti in vari integratori per il colesterolo e alimenti fortificati.
In genere, il loro utilizzo al di fuori della normale dieta viene consigliato in caso di colesterolo moderatamente alto, e in particolare per chi non può utilizzare farmaci come le statine, oppure non riesce a raggiungere i valori ottimali di colesterolo HDL e colesterolo LDL con la sola dieta.

Inoltre, vale la pena sottolineare che alcuni studi preliminari hanno suggerito dei possibili effetti protettivi di queste sostanze contro alcuni tipi di tumore, nonché una serie di possibili benefici per la salute della prostata e dell’apparato urinario. Tuttavia, ad oggi mancano delle prove scientifiche solide e definitive per confermare tali ipotesi. 
Resta poi ancora da chiarire l’impatto reale che hanno i fitosteroli sulla riduzione del rischio di infarto o di sviluppare malattie cardiovascolari, perché non tutti gli studi sono concordi sui risultati a lungo termine.

fitosteroli

Gli effetti dei fitosteroli sul colesterolo

L’azione dei fitosteroli può aiutare ad abbassare i livelli di colesterolo totale e LDL nel sangue, riducendone l’assorbimento all’interno dell’intestino. 
Questa caratteristica è stata confermata da diversi studi, i quali indicano come dose giornaliera “ottimale” circa due grammi per ottenere una riduzione del colesterolo LDL compresa in media tra l’8% e il 15%.

Andando più nello specifico, il meccanismo d’azione dei fitosteroli si basa sulla somiglianza con il colesterolo. Queste sostanze vanno infatti ad “occupare” i siti di assorbimento a livello intestinale, limitando così la quota di colesterolo che dall’intestino passa all’interno del sangue. Proprio per questo effetto, sono utilizzati come ingredienti in alimenti arricchiti e integratori destinati a chi deve controllare i valori lipidici.

Attenzione però. Sebbene i fitosteroli abbiano degli effetti positivi sul nostro organismo, gli alimenti che ne contengono non vanno considerati “miracolosi”. Purtroppo, se i propri livelli di colesterolo sono oltre la norma, assumere alimenti ricchi di fitosteroli non ha particolari effetti se non assunti all’interno di una dieta per il colesterolo alto.

In questo senso, diviene essenziale affidarsi ad un nutrizionista, che potrà anche indicare eventuali aggiustamenti nello stile di vita, oltre che nella dieta.

I rischi e le possibili controindicazioni: i fitosteroli fanno male?

fitosteroli sono generalmente ben tollerati dal nostro organismo.

Tuttavia, un apporto superiore a due grammi al giorno può potenzialmente interferire con l’assorbimento di alcuni nutrienti, in particolare i carotenoidi (come la vitamina A) e la vitamina E.

Per questo motivo, gli integratori a base di fitosteroli contengono dosaggi controllati, ed è importante evitare di assumerne in quantità eccessive. Per quanto riguarda l’alimentazione, invece, non vi sono problemi particolari. Infatti, nonostante gli alimenti che ne contengono naturalmente sono diversi, è molto raro assumerne quantità eccessive esclusivamente con la dieta. 

Un caso particolare riguarda tuttavia le persone con sitosterolemia. Si tratta di una malattia genetica rara, che tra i suoi effetti provoca un assorbimento intestinale elevato di fitosteroli, unito ad una loro scarsa eliminazione tramite la bile. 
In questi soggetti, l’accumulo di fitosteroli nel sangue può favorire lo sviluppo precoce di gravi patologie cardiovascolari, anche se i livelli di colesterolo sono normali o solo lievemente sopra la norma.

Infine, occorre tenere presente che: 

  • L’assunzione di integratori di fitosteroli è sconsigliata in gravidanza e durante l’allattamento; 
  • Chi assume statine o altri farmaci per il colesterolo deve valutare l’uso di eventuali integratori con il supporto di un medico o di un nutrizionista, per evitare interazioni indesiderate e potenzialmente pericolose.

Fonti:

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  • Salehi, B., Quispe, C., Javad Sharifi-Rad, Natália Cruz-Martins, Nigam, M., Mishra, A. P., Konovalov, D. A., Valeriya Orobinskaya, Abu-Reidah, I. M., Zam, W., Farukh Sharopov, Venneri, T., Capasso, R., Wirginia Kukula-Koch, Wawruszak, A., & Koch, W. (2021). Phytosterols: From Preclinical Evidence to Potential Clinical Applications. Frontiers in Pharmacology, 11. https://doi.org/10.3389/fphar.2020.599959
  • Vilahur, G., Ben-Aicha, S., Diaz-Riera, E., Badimon, L., & Padró, T. (2019). Phytosterols and Inflammation. Current Medicinal Chemistry, 26(37), 6724–6734. https://doi.org/10.2174/0929867325666180622151438
  • Umidakhon Makhmudova, Schulze, P. C., Dieter Lütjohann, & Weingärtner, O. (2021). Phytosterols and Cardiovascular Disease. Current Atherosclerosis Reports, 23(11). https://doi.org/10.1007/s11883-021-00964-x
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