Calcio: fabbisogno, funzioni e carenza
Il calcio è un elemento essenziale per l’organismo, fondamentale per la salute di ossa e denti, la contrazione muscolare e il corretto funzionamento del sistema nervoso. Il fabbisogno giornaliero varia tra 800 e 1000 mg, aumentando in gravidanza e allattamento. Una carenza di calcio (ipocalcemia) può causare osteoporosi, crampi muscolari e problemi dentali. Si tratta con dieta mirata o integratori. Tuttavia, anche un eccesso (ipercalcemia) può risultare dannoso, portando a disturbi renali e alterazioni cardiache.

Il calcio è un elemento essenziale per l’organismo, fondamentale per la salute di ossa e denti, la contrazione muscolare e il corretto funzionamento del sistema nervoso. Il fabbisogno giornaliero varia tra 800 e 1000 mg, aumentando in gravidanza e allattamento.
Una carenza di calcio (ipocalcemia) può causare osteoporosi, crampi muscolari e problemi dentali. Si tratta con dieta mirata o integratori. Tuttavia, anche un eccesso (ipercalcemia) può risultare dannoso, portando a disturbi renali e alterazioni cardiache.
Cos'è il calcio?
Il calcio è uno dei minerali fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo umano. Si stima che la maggior parte si trovi nelle ossa e nei denti, e che solo l’1% si trovi nel sangue. Nonostante questo, anche questa piccola parte sarebbe fondamentale per la buona salute, partecipando a diverse funzioni vitali.
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Il fabbisogno giornaliero di calcio
Il fabbisogno giornaliero di calcio è, in media, pari a circa 800-1000 milligrammi, i quali tuttavia possono variare in base a età, sesso e altri fattori. Per le donne il fabbisogno è solitamente più elevato, soprattutto durante l’allattamento e la gravidanza.
A cosa serve il calcio?
Il calcio svolge diverse funzioni all’interno del nostro organismo, e in particolare:
- Contribuisce alla formazione e alla salute dei denti e delle ossa;
- Partecipa alla contrazione muscolare;
- Contribuisce al mantenimento del ritmo cardiaco;
- Agisce come cofattore di alcune reazioni enzimatiche;
- Partecipa alle reazioni di coagulazione del sangue;
- Partecipa alla trasmissione degli impulsi nervosi.
È fondamentale assumere abbastanza calcio tramite l’alimentazione (come avviene per altri elementi, come il ferro, il potassio o il sodio), poiché se non assunto tramite il cibo, l’organismo tende a “sottrarlo” alle ossa, aumentando il rischio di sviluppare condizioni o malattie.
Dove si trova? Le principali fonti alimentari di calcio
Le principali fonti alimentari di calcio sono latte e derivati, come yogurt e formaggio. Tuttavia, è presente anche in:
- Alcuni tipi di verdura a foglia verde, come i broccoli;
- Pesce in scatola con ossa edibili, come le alici;
- Frutta secca.
Per alcuni soggetti, ad esempio chi soffre di intolleranza al lattosio o segue una dieta vegana, può essere complesso raggiungere il fabbisogno minimo giornaliero. In questi casi diviene fondamentale rivolgersi ad un professionista della nutrizione, come i biologi nutrizionisti messi a disposizione da Serenis nel suo servizio di consulenza nutrizionale.
La carenza di calcio
La carenza di calcio viene anche chiamata ipocalcemia. Si ipotizza che le persone maggiormente a rischio sarebbero:
- Chi segue una dieta vegetariana;
- Chi segue una dieta vegana;
- Chi soffre di intolleranza al lattosio;
- Donne in menopausa;
- Chi soffre di malattie renali;
- Persone che soffrono di alcuni disturbi, come l’ipoparatiroidismo o la carenza di vitamina D.
Parliamo di ipocalcemia quando i valori di questo elemento nel sangue sono inferiori a 8,8 mg/dL. Può infatti essere diagnosticata efficacemente tramite un prelievo di sangue venoso, un esame tendenzialmente veloce, indolore e non pericoloso.

I sintomi
L’ipocalcemia è solitamente asintomatica, soprattutto durante le prime fasi. Tuttavia, a lungo termine può causare:
- Riduzione della densità delle ossa, che può a sua volta evolversi in osteoporosi;
- Crampi o spasmi muscolari;
- Formicolio o intorpidimento agli arti;
- Aritmia;
- Senso di stanchezza persistente;
- Problemi alle unghie e ai capelli, come fragilità e/o rottura;
- Pelle secca ed eczemi;
- Problemi ai denti.
Le possibili conseguenze
Se l’organismo non riceve abbastanza calcio, tende a “prelevarlo” dalle riserve nelle ossa e nei denti. Ciò può renderli più fragili, ridurre la densità delle ossa e, alla lunga, causare osteoporosi. Inoltre, aumenta il rischio di fratture o di sviluppare problemi posturali a lungo termine.
Cosa comporta l’ipocalcemia in gravidanza?
Se non trattata tempestivamente e adeguatamente, la carenza di calcio in gravidanza può causare:
- Problemi di sviluppo del feto;
- Spasmi uterini;
- Rischio di aborto.
Gli integratori
Se l’ipocalcemia viene scoperta in tempo, si può trattare facilmente con degli integratori di calcio. Nella maggior parte dei casi è sufficiente l’integrazione per bocca per periodi che variano da qualche settimana ad un paio di mesi, con eventuali cambiamenti mirati alla dieta.
La cura dipende anche dalla causa del problema. Se la carenza di calcio è legata a una malattia, come un disturbo ai reni, è importante affrontare anche quella. Inoltre, se mancano altri nutrienti fondamentali, come la vitamina D o il magnesio, è opportuno integrare anch’essi.
Dopo la terapia, servono controlli regolari per assicurarsi che i livelli di calcio siano tornati alla normalità e si siano stabilizzati.
L’eccesso di calcio
Anche un eccesso di calcio può causare problemi di salute. Si tratta di una condizione detta ipercalcemia, e che può essere causata da:
- Tumori;
- Disturbi a carico delle ossa;
- Dieta inadeguata con assunzione eccessiva;
- Assunzione eccessiva di vitamina D;
- Patologie delle paratiroidi.
I sintomi e le conseguenze
I sintomi dell’ipercalcemia comprendono:
- Difficoltà ad evacuare;
- Nausea e/o vomito;
- Dolori o crampi addominali;
- Inappetenza;
- Aumento della sete;
- Urinazione frequente.
Le conseguenze a lungo termine comprendono:
- Formazione di calcoli renali;
- Insufficienza renale;
- Astenia muscolare;
- Alterazioni del ritmo cardiaco.
È fondamentale che l’ipercalcemia venga trattata adeguatamente con il supporto di un medico. Può essere diagnosticata tramite esami del sangue.
Fonti:
- Terrell, K., Choi, S., & Choi, S. (2023). Calcium’s Role and Signaling in Aging Muscle, Cellular Senescence, and Mineral Interactions. International Journal of Molecular Sciences, 24(23), 17034. https://doi.org/10.3390/ijms242317034
- Pepe, J., Colangelo, L., Biamonte, F., Chiara Sonato, Danese, V. C., Cecchetti, V., Occhiuto, M., Piazzolla, V., Martino, V. D., Ferrone, F., Minisola, S., & Cipriani, C. (2020). Diagnosis and management of hypocalcemia. Endocrine, 69(3), 485–495. https://doi.org/10.1007/s12020-020-02324-2
- Abdulrahman Almaghamsi, Almalki, M. H., & Badurudeen Mahmood Buhary. (2018). Hypocalcemia in Pregnancy: A Clinical Review Update. Oman Medical Journal, 33(6), 453–462. https://doi.org/10.5001/omj.2018.85