Aspartame: usi e rischi per la salute

L’aspartame è un dolcificante artificiale spesso usato al posto dello zucchero, soprattutto nelle bibite “light” o “zero”. Tuttavia, diversi studi hanno messo in luce alcuni rischi possibili per la salute umana.

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aspartame

L’aspartame è un dolcificante artificiale spesso usato al posto dello zucchero, soprattutto nelle bibite “light” o “zero”. Tuttavia, diversi studi hanno messo in luce alcuni rischi possibili per la salute umana.

Cos'è l'aspartame

L’aspartame è un dolcificante artificiale, che viene ormai usato da molti anni come possibile alternativa allo zucchero, soprattutto all’interno di bevande e alimenti “light” e “zero”, ovvero a basso contenuto calorico. 

Ma da dove deriva? Si tratta di un composto chimico formato da due amminoacidi, acido aspartico e fenilalanina, legati a una molecola di metanolo. 
Questa combinazione conferisce all’aspartame un potere dolcificante circa 200 volte superiore a quello del saccarosio, pur mantenendo un apporto calorico minimo, visto che ne basta una piccola quantità per dolcificare cibi e bevande.

Il gusto dell’aspartame è considerato “pulito”, senza il retrogusto metallico tipico di altri dolcificanti cosiddetti di sintesi. È stato scoperto casualmente nel 1965 e approvato negli anni ’80 come additivo alimentare. 

Uno dei vantaggi principali è che non altera la glicemia, quindi può essere usato anche da chi convive con il diabete. Inoltre non favorisce la formazione di carie. 

Tuttavia, alcune sue caratteristiche chimiche ne limitano l’uso in ricette che prevedono lunghe cotture, perché si degrada ad alte temperature.

Gli usi dell'aspartame

L’aspartame viene usato per dolcificare alimenti e bevande. È molto comune nelle bibite light o dietetiche - un esempio tipico è la Coca Cola - , nei  dolci a basso contenuto calorico e così via

Oltre ai prodotti alimentari, l’aspartame è presente in alcuni farmaci masticabili, pastiglie per la tosse e vitamine in compresse, dove serve a mascherare il gusto amaro di alcuni ingredienti. 
Nelle gomme da masticare, in particolare, aiuta a prolungare l’aroma, mantenendo il sapore per più tempo rispetto ad altri dolcificanti.

Grazie alla sua capacità di esaltare gli aromi, soprattutto quelli dei frutti acidi come limone e arancia, trova spazio anche in bibite analcoliche e preparati in polvere da sciogliere in acqua. 

Viene spesso scelto come dolcificante da chi vuole ridurre l’apporto di zucchero per motivi di dieta - ad esempio le diete senza zuccheri -, ma anche da persone con diabete, perché non incide in modo rilevante sulla glicemia.

Di norma l’aspartame è indicato in etichetta come additivo alimentare con la sigla E951.

L’impiego dell'aspartame come dolcificante

L’aspartame è impiegato come dolcificante per sostituire lo zucchero in molti prodotti, in particolare per ridurne l’apporto calorico. Il suo potere edulcorante è 160-220 volte superiore al saccarosio, quindi ne basta una quantità minima per ottenere lo stesso effetto “zuccherino”.

Questa caratteristica, al pari di altre sostanze come il fruttosio, lo rende ideale per alimenti e bevande ipocaloriche o “senza zuccheri aggiunti”-

Rispetto ad altri dolcificanti sintetici, l’aspartame offre un sapore più naturale, molto simile allo zucchero, senza retrogusti amari o metallici.

Dal punto di vista calorico, l’aspartame fornisce circa 4 kcal per grammo, ma le dosi normalmente utilizzate sono così basse che l’apporto energetico risulta trascurabile. 

aspartame

Dove si trova l'aspartame?

L’aspartame si trova in molti alimenti e prodotti di uso quotidiano, specialmente quelli pensati per chi vuole ridurre lo zucchero. 
È presente, in particolare: 

  • Nelle bibite light, zero o pubblicizzate come “dietetiche”; 
  • Nelle bevande in polvere da sciogliere in acqua per darle sapore; 
  • All’interno di dolci, gelati o dessert confezionati a basso contenuto calorico;
  • Negli yogurt.

Trovarlo è semplice anche nei prodotti non strettamente alimentari: gomme da masticare, caramelle senza zucchero, pastiglie per la tosse, vitamine masticabili e alcuni farmaci, infatti, sfruttano l’aspartame per mascherare eventuali sapori sgradevoli e rendere più gradevole l’assunzione.

Individuare la presenza di aspartame nei prodotti confezionati, comunque, è piuttosto semplice. 

Infatti, nell’Unione Europea, la presenza di questo additivo deve essere indicata chiaramente in etichetta con la sigla E951, come previsto per tutti gli additivi alimentari. 

I rischi e la sicurezza d'uso dell'aspartame: è pericoloso?

Consumare aspartame entro i limiti consigliati è considerato sicuro, ma alcune ricerche hanno sollevato tutta una serie di dubbi che, ad oggi, richiedono ulteriori studi. Stesso discorso per quanto riguarda altri tipi di dolcificante, come l’acesulfame K.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la dose giornaliera accettabile di aspartame è pari a 40 mg per chilo di peso corporeo. Per fare un esempio pratico, per superare questa soglia una persona adulta dovrebbe bere in media oltre nove lattine di bibita light al giorno, senza assumere aspartame da altre fonti.

Una volta ingerito, l’aspartame si scompone in acido aspartico, fenilalanina e metanolo. Questi composti sono presenti anche in cibi comuni, ma il metanolo, seppur in quantità ridotte, è tossico a dosi elevate. Proprio la produzione di metanolo è stata associata a sintomi come: 

  • Mal di testa;
  • Nausea;
  • Disturbi dell’umore, soprattutto nei bambini o in caso di consumo eccessivo.

Infine, chi soffre di fenilchetonuria, una rara malattia genetica, deve evitare l’aspartame, perché per via della condizione l'organismo non riesce a metabolizzare correttamente la fenilalanina. 

L’aspartame e il cancro

Il possibile legame tra aspartame e cancro è stato oggetto di valutazioni da parte di enti internazionali come l’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ), senza tuttavia arrivare a conclusioni definitive.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato l’aspartame come “possibilmente cancerogeno per l’uomo”, basandosi su prove - ad oggi limitate - di associazione con alcuni tipi di tumore, in particolare il carcinoma epatocellulare, un particolare tumore a carico del fegato.

Questa classificazione indica che, pur essendoci dati di laboratorio e studi sull’uomo che suggeriscono un possibile rischio, ad oggi le prove non sono sufficientemente forti o tali da stabilire un nesso certo. 

Il comitato congiunto FAO/OMS sugli additivi alimentari (JECFA), che valuta i rischi legati all’esposizione, ha confermato che, ai livelli di consumo abituali, l’aspartame non comporterebbe un rischio significativo di sviluppare il cancro. Di conseguenza, ha mantenuto invariata la dose giornaliera accettabile a 40 mg per chilo di peso corporeo.

Tuttavia, sono necessari ulteriori studi a riguardo.

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