Dieta per l'ipotiroidismo: cosa mangiare?

L’ipotiroidismo rallenta il metabolismo e provoca stanchezza, aumento di peso e altri sintomi. Scopri quali alimenti favoriscono la funzione tiroidea, cosa evitare e come integrare dieta e farmaci per migliorare il benessere quotidiano.

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Dieta per l'ipotiroidismo

L’ipotiroidismo è una condizione clinica caratterizzata da una ridotta produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroidea. Questi ormoni sono fondamentali per regolare il metabolismo, l’energia, la temperatura corporea e numerose funzioni cellulari. Quando la tiroide rallenta, tutto l’organismo ne risente: si può avvertire stanchezza, aumento di peso, sensibilità al freddo, depressione e difficoltà di concentrazione. Al contrario, quando la tiroide produce una quantità eccessiva di ormoni, si parla di ipertiroidismo, una condizione dai sintomi opposti, come perdita di peso, tachicardia e nervosismo. Oltre alla terapia farmacologica prescritta dal medico, anche la dieta gioca un ruolo importante nella gestione dell’ipotiroidismo. Vediamo, quindi, come un’alimentazione adeguata possa aiutare a supportare la funzione tiroidea e a migliorare il benessere generale.

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Ipotiroidismo e dieta

La relazione tra alimentazione e funzione tiroidea è complessa e bidirezionale. Da un lato, alcune carenze nutrizionali, in particolare di iodio, selenio e zinco, possono contribuire allo sviluppo o al peggioramento dell’ipotiroidismo. Dall’altro, l’ipotiroidismo può influenzare l’assorbimento e il metabolismo di alcuni nutrienti.

Va sottolineato che nessuna dieta può curare l’ipotiroidismo, ma un’alimentazione corretta può aiutare a:

  • Migliorare l’efficacia della terapia ormonale sostitutiva;
  • Ridurre i sintomi associati;
  • Prevenire squilibri nutrizionali;
  • Favorire il mantenimento del peso corporeo.

Oltre all’alimentazione, è importante sottolineare che uno stile di vita sano contribuisce significativamente al benessere delle persone con ipotiroidismo. Attività fisica regolare, come camminate, yoga o esercizi di resistenza leggera, può stimolare il metabolismo rallentato e migliorare l’umore e la qualità del sonno. Anche la gestione dello stress è fondamentale, poiché lo stress cronico può influenzare negativamente la funzione tiroidea e aggravare i sintomi. Infine, è essenziale evitare il fumo e limitare l’assunzione di alcol, poiché entrambi possono interferire con il corretto funzionamento della tiroide e con l’efficacia della terapia. In sintesi, dieta, esercizio e cura dello stile di vita formano un approccio integrato indispensabile per una migliore gestione dell’ipotiroidismo.

Menù settimanale dieta per l'ipotiroidismo

Indicazioni generali

Chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe seguire una dieta equilibrata, ricca di alimenti freschi, evitando il più possibile cibi ultraprocessati e ricchi di zuccheri o grassi saturi. Alcuni principi di base:

  • Frequenza dei pasti: è utile distribuire l’apporto calorico in più pasti al giorno per mantenere attivo il metabolismo;
  • Idratazione: bere molta acqua aiuta a contrastare la ritenzione idrica e la stanchezza;
  • Controllo delle porzioni: il metabolismo rallentato può favorire l’aumento di peso; attenzione quindi alle porzioni, anche di cibi sani;
  • Attenzione agli integratori: alcuni integratori possono interferire con l’assorbimento della terapia ormonale.

Ipotiroidismo e iodio nella dieta

Lo iodio è un micronutriente essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Una carenza di iodio è tra le cause più comuni di ipotiroidismo nel mondo, soprattutto in aree dove il suolo è povero di questo elemento. In Italia, grazie alla iodioprofilassi (uso di sale iodato), la carenza grave è rara, ma è comunque importante monitorarne l’assunzione.

Fonti alimentari naturali di iodio sono: pesce di mare (merluzzo, sgombro, salmone), crostacei e molluschi, alghe, uova, latticini, sale iodato.

Nei soggetti con tiroidite autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto, un eccesso di iodio può essere altrettanto dannoso. È quindi importante non assumere integratori di iodio senza il consiglio del medico.

Cosa mangiare con l'ipotiroidismo

Un’alimentazione amica della tiroide deve essere varia, ricca di micronutrienti e antiossidanti. Ecco gli alimenti consigliati:

  • Pesce e frutti di mare: ricchi di iodio, selenio e omega-3, contribuiscono alla salute tiroidea e cardiovascolare. Meglio preferire pesce azzurro e pescato;
  • Verdure e ortaggi: apportano fibre, vitamine e minerali. Le crucifere (come cavolfiore e broccoli) sono state spesso demonizzati perché contengono goitrogeni, sostanze che possono interferire con la funzione tiroidea. Tuttavia, cotti e consumati con moderazione, non rappresentano un rischio reale;
  • Frutta fresca: specie quella ricca di vitamina C (agrumi, kiwi, fragole) e di antiossidanti. Le mele, le pere e le prugne possono aiutare anche l’intestino, spesso rallentato nell’ipotiroidismo;
  • Uova: forniscono proteine di alta qualità, vitamina D e iodio;
  • Cereali integrali: riso integrale, avena, farro e orzo aiutano la motilità intestinale e apportano energia a lento rilascio;
  • Legumi: ottima fonte di fibre, ferro e proteine vegetali. Attenzione, però, se causano gonfiore o problemi digestivi;
  • Frutta secca e semi oleosi: noci brasiliane (ricche di selenio), mandorle, semi di lino e di chia. Apportano grassi sani e micronutrienti utili alla tiroide.

Alimenti da ridurre o eliminare con l'ipotiroidismo

Alcuni alimenti o abitudini, al contrario, possono interferire con la funzione tiroidea o con l’efficacia della terapia sostitutiva. Ecco quelli da consumare con cautela:

  • Soia e derivati: contengono isoflavoni che possono interferire con l’assorbimento della levotiroxina. Se consumati, andrebbero distanziati dalla terapia almeno di 4 ore;
  • Crucifere crude in grandi quantità: come già accennato, cavoli, broccoli e rape contengono goitrogeni, che a crudo e in eccesso possono ostacolare l’assorbimento di iodio. La cottura riduce significativamente questo effetto;
  • Glutine: alcuni soggetti con tiroidite autoimmune (Hashimoto) mostrano una maggiore prevalenza di celiachia o sensibilità al glutine. In questi casi, una dieta gluten-free può portare benefici, ma va seguita solo dopo diagnosi specifica;
  • Alimenti ultra-processati: snack, merendine, cibi pronti, ricchi di zuccheri, grassi trans e additivi, appesantiscono l’organismo e peggiorano l’infiammazione sistemica;
  • Alcol: può interferire con la funzione epatica e con l’assorbimento degli ormoni tiroidei. Meglio limitarlo o evitarlo del tutto.

Oltre all’alimentazione, è fondamentale conoscere anche quali abitudini e alimenti possono interferire con la tiroide o con i farmaci, per evitare effetti indesiderati e ottimizzare la terapia.

Alimenti vietati per la tiroide

Dieta e farmaci per l'ipotioridismo: possibili interazioni

Nel trattamento dell’ipotiroidismo, il farmaco più utilizzato è la levotiroxina sodica, un ormone sintetico che sostituisce quelli prodotti normalmente dalla tiroide. Perché sia efficace, è fondamentale assumerlo correttamente, prestando particolare attenzione al momento dell’assunzione e agli alimenti o integratori che possono interferire con il suo assorbimento.

La levotiroxina va assunta ogni giorno a digiuno, preferibilmente al mattino, almeno 30-60 minuti prima della colazione, con un bicchiere d’acqua naturale. Dopo l’assunzione, è consigliabile attendere almeno mezz’ora prima di mangiare e circa quattro ore prima di assumere altri farmaci o integratori che potrebbero ridurne la biodisponibilità. È importante mantenere una certa regolarità nell’orario di assunzione per garantire livelli ormonali stabili nel sangue.

Alcuni nutrienti, se assunti troppo vicino alla levotiroxina, possono ostacolarne l’assorbimento: è il caso del calcio e del ferro, presenti in latte e latticini o in integratori specifici, delle fibre alimentari assunte in grandi quantità, della soia e dei suoi derivati, del caffè e di alcune bevande acide come i succhi di agrumi.

Anche alcuni farmaci possono interferire con la terapia, tra cui antiacidi contenenti alluminio o magnesio, inibitori della pompa protonica come l’omeprazolo, resine sequestranti come la colestiramina e farmaci come antidepressivi, antiepilettici o beta-bloccanti, che possono alterare il metabolismo degli ormoni tiroidei. Per questo motivo, è essenziale informare sempre il medico su tutti i farmaci e gli integratori assunti, anche se si tratta di prodotti da banco o naturali.

Nonostante una corretta alimentazione e l’osservanza delle indicazioni terapeutiche, può comunque rendersi necessario un aggiustamento della dose di levotiroxina nel tempo, soprattutto in caso di cambiamenti nella dieta, nell’assunzione di nuovi farmaci o nella comparsa di sintomi come stanchezza, aumento di peso o difficoltà di concentrazione. In questi casi, è opportuno effettuare regolarmente gli esami del sangue per controllare i valori di TSH, FT3 e FT4 e rivolgersi al medico per eventuali modifiche del dosaggio, evitando assolutamente l’autogestione della terapia.

 

FONTI:

  • Shulhai, A.-M., et al. (2024). The role of nutrition on thyroid function. Nutrients, 16(15), 2496. https://www.mdpi.com/2072-6643/16/15/2496
  • Chodkowski, J. (2024, November 15). The role of nutritional supplementation in hypothyroidism: A review. Quality in Sport, 32, 56083.
  • Zduńczyk, W., et al. (2024, August 26). The impact of physical activity and diet in the treatment of hypothyroidism: A systematic review. Quality in Sport, 20, 54107.
  • Duntas, L. H. (2023). Nutrition and thyroid disease. Current Opinion in Endocrinology, Diabetes and Obesity, 30(6), 324–329.