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Tachicardia: cos’è, cause e come gestirla

La tachicardia è un battito cardiaco accelerato. Scopri cause, sintomi e strategie di gestione per mantenere il cuore sano.

Tachicardia

La tachicardia è un disturbo del ritmo cardiaco caratterizzato da una frequenza del battito accelerata, che può manifestarsi in situazioni di stress o durante l’attività fisica, ma può anche indicare un problema di salute sottostante. Conoscere le cause, i fattori di rischio e le modalità per gestirla è essenziale per preservare il benessere cardiovascolare.

Cos’è la tachicardia

La tachicardia è un aumento della frequenza cardiaca, ovvero del numero dei battiti del cuore al minuto, in condizioni di riposo. La frequenza cardiaca di un adulto sano è generalmente regolare e varia tra i 60 e i 100 battiti al minuto (bpm). Quando il battito supera i 100 bpm a riposo, si parla di tachicardia.

Questa condizione non è sempre pericolosa e, in molti casi, rappresenta una normale risposta fisiologica del corpo a determinate situazioni, come l’esercizio fisico, la febbre o stress emotivo. Tuttavia, quando la tachicardia si manifesta in assenza di fattori scatenanti evidenti o persiste nel tempo, potrebbe essere indicativa di una condizione medica sottostante più seria, soprattutto se si presenta in stato di riposo.

Distinguere tra tachicardia fisiologica e patologica è fondamentale per comprenderne la gravità. Fattori come età, stato di salute generale e circostanze permettono di determinare se l’accelerazione del battito sia una risposta normale del corpo o un segnale di un problema cardiaco che richiede attenzione medica.

Tabella frequenza cardiaca per età

La frequenza cardiaca varia naturalmente con l’età:

EtàFrequenza Cardiaca Normale (bpm)
Neonati100-160
Bambini (1-10 anni)70-120
Adolescenti (11-17 anni)60-100
Adulti (18-65 anni)60-100
Anziani (oltre 65 anni)60-100
Tabella di riferimento dei valori di frequenza cardiaca (bpm) considerati normali in base alle fasce d’età

Questi valori rappresentano la frequenza cardiaca in condizioni di riposo. A seconda delle condizioni, valori fuori norma possono indicare la presenza di tachicardia o altre aritmie cardiache.

Malattie associate alla tachicardia

La tachicardia può essere un sintomo di diverse patologie, sia cardiache che sistemiche, alcune delle quali richiedono una diagnosi e un trattamento tempestivo per prevenire complicanze gravi.

Tra le principali malattie associate troviamo:

  • Ipertiroidismo: l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei accelera il battito cardiaco stimolando il sistema nervoso.
  • Malattie coronariche: la riduzione del flusso sanguigno al cuore, come negli episodi di ischemia o infarto, provoca tachicardia.
  • Insufficienza cardiaca: il cuore lavora di più per compensare una ridotta capacità di pompare sangue, causando tachicardia.
  • Anemia: la carenza di emoglobina riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti, portando il cuore a battere più velocemente.
  • Disturbi del sistema elettrico del cuore: possono provocare episodi di tachicardia improvvisa a causa di anomalie nella trasmissione elettrica cardiaca.
Fattori di rischio della tachicardia

Fattori di rischio

Diversi fattori possono aumentare la probabilità di sviluppare tachicardia. Molti di questi sono strettamente legati a scelte quotidiane e abitudini di vita:

  • Stress: è uno dei fattori più comuni che contribuisce alla tachicardia. Sia lo stress acuto, causato da emozioni intense o situazioni improvvise, sia lo stress cronico possono attivare il sistema nervoso autonomo, in particolare il sistema simpatico, che rilascia adrenalina e altri ormoni dello stress. Questi stimolano il cuore, facendolo battere più velocemente. Secondo uno studio di Koenig e Thayer (2016), la variabilità della frequenza cardiaca è un indicatore chiave della capacità del corpo di gestire lo stress e regolare il sistema cardiovascolare, con differenze di genere significative. Le donne, in particolare, mostrano una maggiore vulnerabilità alla variabilità della frequenza cardiaca, con un aumentato rischio di manifestare tachicardia legata allo stress.
  • Caffeina e stimolanti: l’uso eccessivo di stimolanti come caffeina, alcol, nicotina o droghe può provocare tachicardia, poiché queste sostanze attivano il sistema nervoso simpatico, accelerando il battito cardiaco, e riducono l’influenza del sistema nervoso parasimpatico, che è responsabile del rallentamento del ritmo cardiaco.
  • Obesità: un peso corporeo in eccesso, caratterizzato dall’accumulo di grasso attorno agli organi e ai vasi sanguigni, costringe il cuore a lavorare più intensamente per portare il sangue in tutto il corpo causando spesso un aumento della frequenza cardiaca a riposo.
  • Ipertensione: è una condizione in cui il cuore deve lavorare più intensamente per pompare il sangue attraverso arterie ristrette o rigide, che richiedono maggiore forza. Questo sforzo costante può accelerare il ritmo cardiaco, portando a episodi di tachicardia.
  • Sedentarietà: la mancanza di esercizio fisico indebolisce il cuore e il sistema cardiovascolare nel suo insieme. Un cuore non allenato è meno efficiente nel pompare il sangue e necessita di lavorare maggiormente per mantenere una corretta circolazione sanguigna.

Tipologie di tachicardia

Esistono diverse forme di tachicardia, ciascuna con caratteristiche e cause specifiche. Tra le più comuni troviamo:

  • Tachicardia sinusale: è una risposta fisiologica del corpo a stimoli come stress, febbre o attività fisica. In questo caso, l’aumento del ritmo cardiaco è normale e regolato dal nodo senoatriale, il “pacemaker” naturale del cuore.
  • Tachicardia atriale: si verifica quando il segnale elettrico che regola il battito cardiaco origina dagli atri invece che dal nodo senoatriale. Ciò può causare un battito irregolare o accelerato, spesso associato a condizioni come ipertensione o malattie polmonari.
  • Tachicardia ventricolare: una forma più pericolosa di tachicardia, in cui l’impulso elettrico anomalo origina dai ventricoli e può essere associata a un rischio maggiore di fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco.
  • Tachicardia sopraventricolare parossistica: si manifesta con episodi di battito accelerato che iniziano e terminano improvvisamente. Anche se spesso non è pericolosa, può causare sintomi fastidiosi come palpitazioni, capogiri e affaticamento.
Elettrocardiogramma per tachicardia

Cause della tachicardia

Le cause della tachicardia possono essere suddivise in due categorie principali: benigne e patologiche. È essenziale distinguere tra le due per comprendere quando la tachicardia è innocua e quando, invece, richiede un intervento medico.

Cause benigne

La tachicardia può derivare da cause fisiologiche che non rappresentano un pericolo immediato per la salute. Alcuni esempi includono:

  • Esercizio fisico: l’aumento del ritmo cardiaco è una risposta normale del corpo all’attività fisica, necessaria per garantire un maggiore apporto di ossigeno e nutrienti ai muscoli attivi.
  • Stress e attacchi di panico: durante episodi di stress o attacchi di panico, il sistema nervoso simpatico, che prepara il corpo a rispondere a situazioni di emergenza, viene attivato causando un aumento temporaneo della frequenza cardiaca.
  • Ansia: può essere un fattore scatenante di extrasistoli, causando percezioni amplificate e battiti irregolari che aumentano ulteriormente lo stato ansioso.
  • Febbre: l’aumento della temperatura corporea, che prepara il corpo a rispondere a situazioni di emergenza, porta a un’accelerazione del battito cardiaco, poiché il corpo cerca di dissipare il calore e fornire più ossigeno.
  • Consumo di sostanze stimolanti: l’assunzione di caffeina, alcol, nicotina o altre sostanze psicoattive può stimolare il sistema nervoso centrale e indurre tachicardia.

Cause patologiche

Quando la tachicardia è causata da condizioni mediche sottostanti, può indicare un problema più serio. Alcune delle cause patologiche includono:

  • Disfunzioni cardiache: malattie delle valvole cardiache, miocardite o insufficienza cardiaca possono compromettere la capacità del cuore di funzionare correttamente, portando a un aumento della frequenza cardiaca
  • Ipertiroidismo: una ghiandola tiroidea iperattiva produce un eccesso di ormoni tiroidei, che stimola il metabolismo e può portare a un battito cardiaco accelerato. I pazienti possono avvertire sintomi come perdita di peso, nervosismo e sudorazione eccessiva.
  • Anemia: la mancanza di emoglobina nel sangue riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno. Di conseguenza, il cuore deve lavorare di più per compensare, aumentando la frequenza cardiaca.
  • Disturbi elettrolitici: gli squilibri nei livelli di potassio, calcio o magnesio possono alterare la funzione elettrica del cuore, contribuendo all’insorgenza di tachicardia.

Conseguenze della tachicardia

Se non trattata, la tachicardia può comportare gravi complicazioni che compromettono non solo la funzione cardiaca, ma anche il benessere generale del paziente. L’aumento costante della frequenza cardiaca, nel tempo, esercita uno stress significativo sul cuore riducendo la sua efficienza e la capacità di pompare sangue adeguatamente.  Questo può causare una serie di effetti negativi, inclusi affaticamento, mancanza di respiro e, in casi gravi, scompenso cardiaco.

Quando rivolgersi ad un medico per la tachicardia

Se si sperimenta tachicardia accompagnata da sintomi come dolore al petto, mancanza di respiro, vertigini o svenimento, è fondamentale rivolgersi immediatamente a un medico. Questi sintomi possono indicare un problema cardiaco grave, come un infarto o un’aritmia potenzialmente letale.

Tuttavia, in alcuni casi, l’ansia stessa può generare o aggravare queste sensazioni. Ad esempio, la cardiofobia, o la paura irrazionale di avere un infarto, si manifesta con episodi di tachicardia e palpitazioni, spesso associati a un’intensa ansia che può alimentare ulteriormente i sintomi percepiti, rendendo difficile distinguere tra un attacco d’ansia e un problema cardiaco reale.

Anche se la tachicardia non è accompagnata da sintomi acuti, è comunque consigliabile consultare un medico se il battito accelerato persiste per lunghi periodi senza una causa apparente.

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Possibili complicanze

Una delle conseguenze più comuni è lo scompenso cardiaco, una condizione in cui il cuore non è più in grado di mantenere un flusso sanguigno adeguato per soddisfare le necessità dell’organismo, causando affaticamento, mancanza di respiro e gonfiore agli arti inferiori.

Inoltre, la tachicardia può aumentare il rischio di formazione di coaguli di sangue, specialmente nelle forme di tachicardia atriale come la fibrillazione atriale. Questi coaguli possono viaggiare attraverso il circolo sanguigno e, se raggiungono il cervello, possono causare un ictus ischemico, con conseguenze potenzialmente devastanti come la paralisi, la perdita di funzionalità cognitiva o, nei casi più gravi, la morte.

Un’altra possibile complicazione è l’arresto cardiaco, che si verifica quando una forma di tachicardia ventricolare degenera in fibrillazione ventricolare. In questa condizione, i ventricoli si contraggono in modo irregolare e disorganizzato, impedendo al cuore di pompare sangue. Questo può portare rapidamente alla perdita di coscienza e, se non trattato con tempestività, alla morte.

Altre conseguenze includono il rischio di svenimento (sincope), dovuto ad una riduzione temporanea dell’afflusso di sangue al cervello, e palpitazioni debilitanti, che possono influire negativamente sulla qualità della vita, limitando l’attività fisica e causando stress e ansia.

Rimedi contro la tachicardia

Il trattamento per abbassare i battiti cardiaci varia a seconda della causa sottostante e della gravità della condizione. È importante identificare il fattore scatenante per gestire la condizione in modo efficace.

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Terapia farmacologica

In caso di tachicardia patologica, la terapia farmacologica è spesso necessaria. I farmaci generalmente utilizzati per controllare il ritmo cardiaco includono:

  • Beta-bloccanti: riducono la frequenza cardiaca bloccando gli effetti dell’adrenalina sul cuore.
  • Calcio-antagonisti: aiutano a rilassare i vasi sanguigni e a ridurre il battito cardiaco.
  • Antiaritmici: farmaci specifici per trattare le aritmie cardiache che aiutano a stabilizzare l’attività elettrica del cuore.

Rimedi naturali

Alcuni rimedi naturali possono contribuire alla gestione della tachicardia, in particolare nelle forme legate a stress o ansia. Tra i rimedi più efficaci troviamo:

  • Tisane rilassanti: infusi a base di camomilla, valeriana o biancospino possono aiutare a ridurre il nervosismo e a favorire il rilassamento.
  • Magnesio e potassio: nei casi di tachicardia associata a squilibri minerali l’assunzione di questi integratori può favorire l’equilibrio elettrolitico. In questo caso è sempre raccomandato affidarsi alle indicazioni del medico.
  • Tecniche di respirazione profonda: esercizi di respirazione diaframmatica o pratiche di mindfulness possono aiutare a rallentare il battito cardiaco in situazioni di stress.
Esercizio fisico regolare

Stile di vita

Infine, l’adozione di uno stile di vita sano è una parte cruciale della prevenzione e del trattamento della tachicardia. Alcuni cambiamenti chiave includono:

  • Esercizio fisico regolare: un’attività fisica moderata può rafforzare il cuore e migliorare il ritmo cardiaco nel tempo. È importante scegliere attività aerobiche come camminare, nuotare o andare in bicicletta.
  • Alimentazione equilibrata: seguire una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura, cereali integrali e ridurre l’assunzione di cibi ricchi di grassi saturi e zuccheri può migliorare la frequenza cardiaca, suggerendo una connessione tra alimentazione e salute del sistema nervoso autonomo. Young, H. A., & Benton, D. (2018) hanno ipotizzato che la variabilità della frequenza cardiaca possa rappresentare un biomarcatore utile per esplorare l’influenza della nutrizione sulla salute fisica e psicologica. In alcuni casi, consultare un nutrizionista può essere utile per stabilire un piano alimentare personalizzato che favorisca il benessere cardiovascolare e mentale.
  • Gestione dello stress: pratiche come lo yoga, la meditazione e il rilassamento muscolare progressivo sono utili per ridurre il rischio di tachicardia legata a stress e ansia. Quando lo stress o l’ansia diventano cronici, rivolgersi a uno psicoterapeuta può aiutare a sviluppare strategie efficaci per la gestione delle emozioni e migliorare il controllo del battito cardiaco.

FONTI:

  1. ESC Scientific Document Group. (2020). 2019 ESC guidelines for the management of patients with supraventricular tachycardia: The Task Force for the management of patients with supraventricular tachycardia of the European Society of Cardiology (ESC). European Heart Journal, 41(5), 655–720. https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehz467
  2. Koenig, J., & Thayer, J. F. (2016). Sex differences in healthy human heart rate variability: A meta-analysis. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 64, 288-310.
  3. Young, H. A., & Benton, D. (2018). Heart-rate variability: A biomarker to study the influence of nutrition on physiological and psychological health? Behavioral Pharmacology, 29(2 and 3-Spec Issue), 140-151. https://doi.org/10.1097/FBP.0000000000000383
  4. JCS/JHRS (2020) Guideline on pharmacotherapy of cardiac arrhythmias. Journal of Arrhythmia, 38(6), 833–973. https://doi.org/10.1002/joa3.12714