Emorroidi: cause, trattamenti e rimedi naturali
Le emorroidi sono piccoli cuscinetti venosi presenti nel retto e nell'ano, che possono infiammarsi, gonfiarsi e causare fastidio o dolore.

Punti chiave:
- Cosa sono le emorroidi: le emorroidi sono piccole strutture venose a forma di cuscinetto situate nella parte finale del retto e nel canale anale. Quando si infiammano, si gonfiano e causano dolore si parla di malattia emorroidaria, che può manifestarsi in forme interne o esterne.
- Cause delle emorroidi: la malattia è causata dall'accumulo di sangue che dilata i cuscinetti venosi, indebolendo i tessuti ano-rettali e causandone lo scivolamento verso l'esterno. I fattori di rischio includono la stipsi (stitichezza), la gravidanza, il sovrappeso, uno stile di vita sedentario e una dieta povera di fibre.
- Rimedi e cura per le emorroidi: nei casi lievi, si può intervenire con modifiche allo stile di vita (dieta ricca di fibre e attività fisica) e l'uso di pomate o integratori prescritti dal medico. Negli stadi più avanzati, le opzioni terapeutiche includono trattamenti invasivi come la legatura elastica, la laserterapia o l'intervento chirurgico definitivo.
Cosa sono le emorroidi? A cosa servono?
Le emorroidi sono piccole strutture venose, simili a cuscinetti, situate nella parte finale del retto e nel canale anale.
Le emorroidi hanno due funzioni principali: aiutano a controllare la defecazione e permettono di distinguere tra gas, liquidi e solidi all’interno del retto.
Tipi di emorroidi: interne ed esterne
Possiamo inoltre distinguere due tipi di emorroide:
- Emorroidi interne: che si trovano all'interno del retto;
- Emorroidi esterne: che sono vicine alla pelle intorno all'ano.
La malattia emorroidaria: quando le emorroidi si infiammano
Normalmente la presenza delle emorroidi non viene avvertita. Tuttavia, in particolari circostanze possono infiammarsi, gonfiarsi e causare dolore. In questo caso parliamo di malattia emorroidaria.
Nel linguaggio comune, questa condizione viene spesso descritta semplicemente come "avere le emorroidi", sebbene sia, come abbiamo visto, tecnicamente scorretto.
I gradi della malattia emorroidaria
Possiamo distinguere quattro diversi gradi della malattia emorroidaria, di gravità crescente:
- Emorroidi di primo grado. In questo stadio i sintomi sono solitamente fastidio, prurito e debole sanguinamento durante la defecazione. In questo primo stadio le emorroidi aumentano di volume, ma rimangono situate all’interno dell’ano e sono visibili solamente tramite esami specifici. Molti pazienti, qualora la malattia regredisca spontaneamente, non si accorgono di esserne stati affetti;
- Emorroidi di secondo grado. Le emorroidi, infiammate e ingrossate, tendono a fuoriuscire durante sforzi fisici come la defecazione, oppure le spinte del parto. In seguito, tendono a rientrare spontaneamente. Causano sanguinamento, prurito, e secrezioni simili a muco. La fuoriuscita delle emorroidi è detta prolasso emorroidario.
- Emorroidi di terzo grado. Le emorroidi infiammate fuoriescono dall’ano, causano dolore, difficoltà a sedersi, perdite fecali. Occorre spingerle manualmente per farle rientrare all’interno dell’ano.
- Emorroidi di quarto grado. È lo stadio più grave. Le emorroidi infiammate non possono essere riposizionate manualmente, né tantomeno spontaneamente. Provocano dolore intenso, prurito e incontinenza, oltre a difficoltà nel mantenere la posizione seduta.
La gravità dei sintomi dipende dal grado in cui si trova la malattia emorroidaria.
Quali sono le cause e i fattori di rischio dell'infiammazione delle emorroidi?
Attualmente non è chiara la causa esatta dell’insorgenza della malattia emorroidaria, che colpisce senza distinzione di età o di sesso.
Di per sé, la malattia emorroidaria è causata dal sangue che si accumula all’interno delle emorroidi, dilatandole e causandone lo scivolamento verso il basso. Dovendone sostenere il peso aggiuntivo, i tessuti dell’area ano-rettale vengono indeboliti fino a cedere, e le emorroidi, gonfie e dolenti, tendono così a fuoriuscire dall’ano.
I fattori di rischio per le emorroidi sono diversi, e comprendono:
- Gravidanza;
- Dieta sbilanciata, eccessivamente ricca in grassi e/o povera di fibre;
- Sovrappeso, obesità e/o presenza di malattie metaboliche;
- Familiarità genetica;
- Stipsi;
- Stile di vita sedentario.
Come riconoscere le emorroidi? I sintomi più comuni
Tra i sintomi più comuni collegati alla malattia emorroidaria possiamo individuare:
- Presenza, avvertibile al tatto, di noduli morbidi e dolenti esterni all’ano;
- Dolore e bruciore, talvolta accompagnati da prurito;
- Sensazione di gonfiore e di ano umido;
- Sanguinamento durante e a seguito della defecazione;
- Presenza di sangue nelle feci.
Diagnosi della malattia emorroidaria
Per diagnosticare la malattia emorroidaria è necessaria un’anamnesi clinica svolta da un medico, che solitamente procede tramite anoscopia ed esplorazione rettale.
Se a questi sintomi si dovesse accompagnare un dimagrimento improvviso e importante è necessario rivolgersi al più presto ad un medico.
Trattamenti e rimedi per curare le emorroidi
Ad oggi non esiste una cura univoca o un trattamento standard per la malattia emorroidaria.
Le opzioni terapeutiche vanno piuttosto valutate dal medico in relazione alla storia clinica del paziente, al suo stato fisico e alla gravità della malattia stessa.
È opportuno ricordare che, talvolta e nei casi meno gravi, le emorroidi possono ridursi e sfiammarsi spontaneamente. Occorre tuttavia “preoccuparsi” e rivolgersi ad un medico qualora le emorroidi non si sfiammino nel giro di qualche giorno, oppure in presenza di forti dolori e sanguinamento, che potrebbero indicare problematiche più serie.
Nello stadio iniziale potrebbero dunque essere sufficienti delle modifiche allo stile di vita del paziente, invitandolo a: seguire una dieta ricca di fibre, cruciale per ammorbidire le feci e prevenire lo sforzo; mantenersi idratato bevendo almeno 2 litri d'acqua al giorno; fare attività fisica, evitando di avere uno stile di vita sedentario.
Il medico potrebbe inoltre valutare la prescrizione di pomate e integratori che possono aiutare a sfiammare le emorroidi gonfie.
Negli stadi più avanzati potrebbero essere invece necessarie procedure mini-invasive, tra le quali:
- Legatura elastica. Si tratta di un trattamento con il quale un piccolo elastico viene stretto alla base delle emorroidi infiammate. Quest’ultimo blocca così l’afflusso di sangue, e porta alla caduta delle emorroidi stesse.
- Crioterapia. Terapia tramite la quale le emorroidi infiammate vengono “congelate” attraverso una sonda ed eliminate.
- Laserterapia. Terapia tramite la quale le emorroidi infiammate vengono cauterizzate, riducendone le dimensioni ed eliminandole.
Infine, se le soluzioni precedenti non si rivelano efficaci, bisogna ricorrere all'intervento chirurgico. È una soluzione definitiva, la più invasiva ma che impedisce eventuali ricadute. L’intervento solitamente viene effettuato in day hospital, con anestesia locale. Dura relativamente poco, e il paziente può tornare a casa il giorno stesso, salvo complicazioni.
Prevenzione delle emorroidi: consigli utili per dieta e stile di vita
Sebbene non siano ancora state chiarite le cause che porterebbero all’infiammazione delle emorroidi, esistono comunque alcuni modi che favorirebbero la prevenzione.
- Assicurarsi di mantenere un’attività intestinale regolare. Difatti, la stipsi prolungata può causare l’infiammazione delle emorroidi;
- Seguire uno stile di vita sano, non sedentario, e praticare regolarmente attività fisica;
- Fare attenzione a mantenere bassi i livelli di stress;
- Qualora si sospetti di soffrire di intolleranze alimentari è consigliabile sottoporsi al più presto ad un test specifico. Difatti, anche se non esiste una correlazione diretta tra intolleranze e lo sviluppo della malattia emorroidaria, alcune conseguenze della celiachia e delle intolleranze, come episodi di diarrea più o meno violenti, potrebbero peggiorarne la sintomatologia. Stesso discorso per altre patologie alimentari;
- Seguire una dieta per le emorroidi, che sia bilanciata e ricca di fibre.
È inoltre importante mantenere una corretta igiene locale. I lavaggi devono avvenire con cura ogni mattina e ogni sera, e dopo ogni evacuazione.
Dieta e abitudini per gestire le emorroidi
La dieta, si stima, è uno dei fattori principali per gestire le emorroidi, ed evitarne l’infiammazione. Un corretto apporto di fibre e un ridotto apporto di grassi, sia che si segua una dieta vegana, sia che si segua una dieta “onnivora” è cruciale per il benessere del nostro organismo e per evitare ulteriori problematiche dell’apparato gastrointestinale - come, ad esempio, il reflusso.
È comunque sempre necessario rivolgersi ad un professionista, che può valutare la casistica del paziente e prescrivere la dieta più adatta ma, per gestire le emorroidi ed evitare il peggioramento o l’insorgere dell’infiammazione, è comunque possibile seguire alcuni consigli:
- Seguire una dieta ricca di fibre;
- Bere acqua a sufficienza, almeno due litri ogni giorno;
- Evitare cibi eccessivamente piccanti o speziati;
- Limitare le carni rosse e i cibi eccessivamente grassi;
- Limitare caffeina e teina;
- Limitare l’assunzione di alcolici;
- Limitare l'assunzione di bevande gassate e/o zuccherate.
Qualora si soffra di stipsi è necessario limitare o evitare cibi cosiddetti astringenti: limone, banane acerbe, tè fermentati.
Se soffri di emorroidi e hai bisogno di una dieta che ti aiuti a trattare i sintomi o a prevenirle, puoi parlare con un professionista della nutrizione. Se vuoi, puoi provare il servizio di Serenis Nutrizione: siamo un centro medico online dove puoi trovare un'equipe medica composta da nutrizionisti, dietologi ed endocrinologi pronti a darti il loro supporto per migliorare le tue abitudini alimentari. Compila il questionario e fai il primo colloquio gratuito.
Rivolgiti a uno dei nostri professionisti per un piano alimentare adatto alle tue esigenze
- Trova il professionista migliore per te
- Il primo colloquio è gratuito
- Fai le visite da casa, o da dove vuoi
Fonti:
- Haas, P. A., Fox, T. A., & Haas, G. P. (1984). The pathogenesis of Hemorrhoids. Diseases of the Colon & Rectum, 27(7), 442–450.
- Lohsiriwat, V. (2012). Hemorrhoids: From basic pathophysiology to clinical management. World Journal of Gastroenterology, 18(17), 2009.
- Riss, S., Weiser, F. A., Schwameis, K., Riss, T., Mittlböck, M., Steiner, G., & Stift, A. (2011). The prevalence of hemorrhoids in adults. International Journal of Colorectal Disease, 27(2), 215–220. https://link.springer.com/article/10.1007/s00384-011-1316-3
- Hulme-Moir, M., & Bartolo, D. (2001). HEMORRHOIDS. Gastroenterology Clinics of North America, 30(1), 183–197.
- Zuccon, W., Faccini, M., Caputo, P., Gavezzoli, D., Manelli, A., & Bonandrini, L. (2001, May 1). Malattia emorroidaria: inquadramento epidemiologico e correlazione con la stipsi cronica.
- Crochet, E., Pommaret, E., Fathallah, N., Aubert, M., & De Parades, V. (2019). Patologia anale: emorroidi, ragade anale e suppurazioni. EMC - Urgenze, 23(1), 1–11.