Colestasi gravidica: cos'è e sintomi

La colestasi gravidica è una patologia che interessa il fegato e che può comportare rischi sia per la madre che per il bambino. In questo articolo vedremo cos’è, quali sono le sue cause, i sintomi principali, le possibili complicazioni e i trattamenti disponibili.

Colestasi gravidica

Cos'è la colestasi gravidica

La colestasi gravidica è un disturbo epatico che si manifesta solitamente nel terzo trimestre di gravidanza. È caratterizzata da un malfunzionamento nel flusso della bile: i sali biliari, che normalmente vengono secreti dal fegato nell’intestino per aiutare la digestione dei grassi, non riescono a fluire correttamente e si accumulano nel sangue.

Questo accumulo può causare prurito intenso, soprattutto a mani e piedi, ed è spesso accompagnato da alterazioni degli esami del sangue per il fegato. Anche se tende a risolversi spontaneamente dopo il parto, la colestasi gravidica non deve essere sottovalutata, poiché può comportare rischi per il feto, inclusi parto prematuro, distress fetale e, nei casi più gravi, morte intrauterina.

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Cause della colestasi gravidica

Le cause esatte della colestasi gravidica non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che il disturbo sia il risultato di una combinazione di fattori ormonali, genetici e ambientali.

Durante la gravidanza, i livelli di estrogeni e progesterone aumentano in modo significativo. In alcune donne, questi ormoni possono alterare la funzione epatica e ostacolare il normale deflusso della bile. In particolare, sembra che alcune donne abbiano una maggiore sensibilità del fegato agli ormoni della gravidanza.

Fattori di rischio

La colestasi gravidica può presentarsi in qualsiasi gravidanza, ma ci sono alcuni fattori che aumentano il rischio di svilupparla. Conoscerli permette di adottare un monitoraggio più attento nei casi potenzialmente a rischio.

Uno dei principali è la storia familiare: se madre, sorelle o parenti stretti hanno avuto la colestasi, la probabilità di svilupparla cresce, suggerendo una possibile predisposizione genetica. Anche l’origine etnica incide: la patologia è più comune tra le donne sudamericane, scandinave e in alcune popolazioni asiatiche, dove si riscontra una maggiore incidenza rispetto alla media.

Le gravidanze multiple, come quelle gemellari o trigemine, comportano un aumento significativo dei livelli ormonali, che può interferire con il normale flusso della bile, aumentando così il rischio di colestasi.

Un altro elemento importante è la storia personale: chi ha già avuto la colestasi in una gravidanza precedente ha buone probabilità che il disturbo si ripresenti. Anche patologie epatiche preesistenti o la presenza di calcoli biliari possono compromettere la funzionalità del fegato, predisponendo allo sviluppo della condizione.

È bene ricordare che la presenza di uno o più di questi fattori non necessariamente implica l’insorgenza della colestasi, ma indica la necessità di una maggiore attenzione e di controlli più frequenti durante la gravidanza.

Sintomi della colestasi gravidica

Il sintomo principale della colestasi gravidica è un prurito intenso e persistente, che spesso peggiora di notte. Il prurito non è accompagnato da eruzioni cutanee e si localizza principalmente su palmi delle mani, piante dei piedi, altre aree del corpo in casi più avanzati.

Altri sintomi meno comuni ma possibili includono: urine scure, feci chiare, ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi), affaticamento, dolore nella parte superiore destra dell’addome.

Sintomi della colestasi gravidica

Diagnosi

Riconoscere tempestivamente la colestasi gravidica è fondamentale per garantire il benessere della mamma e del bambino. La diagnosi si basa innanzitutto sull’anamnesi clinica, cioè sull’ascolto attento dei sintomi riportati dalla donna incinta. Il segnale più caratteristico è il prurito persistente, in particolare su mani e piedi, che spesso compare nelle ore notturne e non è accompagnato da sfoghi cutanei visibili.

A questo primo passo segue un approfondimento attraverso gli esami del sangue, che permettono di valutare la funzionalità del fegato. I medici analizzano valori come le transaminasi (ALT e AST), la bilirubina e, soprattutto, il livello degli acidi biliari nel sangue. Quest’ultimo è l’indicatore più specifico: se risulta elevato, si ha la conferma della colestasi gravidica.

È essenziale procedere il prima possibile per poter monitorare attentamente la salute del feto e, se necessario, valutare interventi mirati come il parto indotto.

Possibili complicazioni: quando è pericolosa

Sebbene la colestasi gravidica non comporti gravi danni a lungo termine per la madre (di solito si risolve dopo il parto), può avere gravi conseguenze per il feto, tra qui parto prematuro, distress fetale, meconio nel liquido amniotico, morte intrauterina improvvisa.

Il rischio di complicazioni aumenta con l’aumentare dei livelli di acidi biliari nel sangue. Per questo motivo, una diagnosi tempestiva e un monitoraggio attento sono fondamentali.

Cura della colestasi gravidica

Cura e trattamento

Il trattamento della colestasi gravidica ha come obiettivo principale ridurre il prurito e, soprattutto, prevenire le complicanze per il bambino. Tra i trattamenti principali rientrano:

  • Acido Ursodesossicolico (UDCA): è il farmaco più utilizzato per migliorare il flusso biliare e ridurre i livelli di acidi biliari nel sangue. Può anche alleviare il prurito.
  • Antistaminici o lozioni lenitive: possono essere usati per alleviare temporaneamente il prurito, anche se non risolvono il problema alla radice.
  • Controlli frequenti: il benessere del feto viene monitorato attentamente tramite cardiotocografie (CTG) e ecografie. In alcuni casi si procede con il parto indotto a 37 o 38 settimane, per ridurre i rischi.
  • Dieta equilibrata: anche se non ci sono prove definitive, una dieta povera di grassi può aiutare a limitare i sintomi. In questo contesto, può essere particolarmente utile affidarsi a un piano alimentare personalizzato, elaborato da un professionista della nutrizione. Per chi desidera un supporto qualificato in modo comodo e accessibile, è possibile prenotare una consulenza online tramite piattaforme specializzate come Serenis, che offre l'accesso a esperti del settore direttamente da casa.

Dopo il parto, i sintomi scompaiono generalmente in pochi giorni, e i valori epatici tornano nella norma nel giro di qualche settimana. Tuttavia, è importante sottoporsi a controlli post-parto per verificare la completa risoluzione del disturbo.

La colestasi gravidica è una condizione seria, ma con una diagnosi precoce e un monitoraggio adeguato, le complicanze possono essere ridotte significativamente. Se sei incinta e avverti un prurito anomalo, soprattutto a mani e piedi, parlane subito con il tuo medico. Un semplice esame del sangue può fare la differenza per te e per il tuo bambino.

 

Fonti:

  • Hobson, S., Gandhi, S., & Sobel, M. (2022). Intrahepatic cholestasis of pregnancy. CMAJ: Canadian Medical Association Journal, 194(48), E1650. https://www.cmaj.ca/content/194/48/E1650
  • Smith, D. D., & Rood, K. M. (2020). Intrahepatic cholestasis of pregnancy. Clinical Obstetrics and Gynecology, 63(1), 134–151.
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