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Carenza di ferro: cause e conseguenze

La carenza di ferro può essere causata da insufficiente apporto dietetico, malassorbimento, perdite di sangue o aumentato fabbisogno durante gravidanza e allattamento. Può portare all'anemia sideropenica, con sintomi come pallore, stanchezza e difficoltà di concentrazione, e complicazioni gravi se non trattata.

carenza di ferro

La carenza di ferro può essere causata da insufficiente apporto dietetico, malassorbimento, perdite di sangue o aumentato fabbisogno durante gravidanza e allattamento.
Può portare all’anemia sideropenica, con sintomi come pallore, stanchezza e difficoltà di concentrazione, e complicazioni gravi se non trattata.

Cosa intendiamo per carenza di ferro?

La carenza di ferro è una condizione che si verifica quando i livelli di ferro presenti nell’organismo sono insufficienti, tanto da non riuscire a soddisfare le esigenze dell’organismo stesso e compromettendo diverse funzioni vitali.

Difatti, il ferro è un minerale fondamentale all’interno del nostro organismo. In particolare, è coinvolto nella produzione di emoglobina. L’emoglobina è la proteina presente all’interno dei globuli rossi, responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue.

Se vi è carenza di ferro si rischia di sviluppare anemia. Quest’ultima è una condizione caratterizzata da un  numero ridotto di globuli rossi sani, e/o una quantità insufficiente di emoglobina che possa trasportare ossigeno ai vari tessuti del corpo. 

Se vuoi capire come prevenire o trattare la carenza di ferro attraverso una dieta equilibrata, Serenis può aiutarti.
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Diagnosi

Per diagnosticare una carenza di ferro si effettuano degli esami del sangue per valutare la grandezza dei globuli rossi e i livelli di:

  • Emoglobina;
  • Ferro;
  • Ferritina;
  • Transferrina.

È fondamentale non solo constatare la presenza di una carenza o meno, ma anche, se quest’ultima fosse confermata, le cause alla base, per poterle trattare in modo efficace.

Valori normali e carenza di ferro

Di seguito, una tabella con i valori normali di ferro, ferritina e transferrina, sotto i quali ci si potrebbe trovare in presenza di una carenza di ferro.

ParametroGruppoValori di riferimento
FerroNeonati170-190 µg/dL alla nascita, 50-70 µg/dL dopo 2-3 mesi
Uomini65-175 µg/dL
Donne50-170 µg/dL
Anziani40-80 µg/dL
FerritinaUomini20-200 ng/mL
Donne20-120 ng/mL
Transferrina/200-400 mg/dL

Attenzione: i valori possono variare leggermente a seconda del laboratorio in cui si effettuano le analisi. È necessario riferirsi sempre ai valori normali presenti sul referto, e consegnarlo al proprio medico che si occuperà di fare le opportune osservazioni in merito.

Cause della carenza di ferro

Tra le principali cause alla base di una carenza di ferro possiamo ricordare:

  • Apporto inadeguato e insufficiente tramite l’alimentazione. Poiché il ferro è contenuto in molti alimenti si tratta di un’eventualità relativamente rara, che tuttavia può essere specchio della presenza di disturbi alimentari o diete eccessivamente restrittive e poco bilanciate;
  • Malassorbimento del ferro, ad esempio a causa di malattie o difetti del metabolismo. Può accadere, ad esempio, che chi soffre di morbo di Crohn o celiachia non riesca ad assorbire correttamente questo minerale;
  • Sanguinamenti ed emorragie, comprese le mestruazioni, che possono causare una perdita di sangue abbondante e dunque carenza di ferro all’interno dell’organismo;
  •  Gravidanza e allattamento. Il fabbisogno di ferro durante questi periodi aumenta, e se il fabbisogno non viene soddisfatto si rischia di sviluppare una carenza.

Sintomi della carenza di ferro

I sintomi della carenza di ferro non sono sempre facili da individuare, poiché possono essere scambiati per sintomi relativi ad altri disturbi o patologie.
Inoltre, nelle fasi iniziali possono presentarsi in maniera lieve, poiché inizialmente l’organismo “recupera” le riserve di ferro già presenti nel corpo sotto forma di ferritina.

I sintomi più frequenti, negli adulti e nei bambini, comprendono:

  • Pallore;
  • Mal di testa persistenti;
  • Astenia, ovvero sensazione di debolezza e affaticamento persistenti;
  • Freddo agli arti superiori e inferiori;
  • Fragilità di unghie e capelli;
  • Inappetenza;
  • Tachicardia.

Tra i sintomi neurologici ricordiamo invece:

  • Difficoltà di concentrazione;
  • Problemi di memoria;
  • Abbassamento del tono dell’umore.

Conseguenze 

La principale conseguenza della carenza di ferro è lo sviluppo dell’anemia sideropenica, o anemia da carenza di ferro, appunto. Si tratta di una condizione che, se non adeguatamente trattata, può evolvere in complicazioni anche gravi.

carenza di ferro

Anemia da carenza di ferro

L’anemia da carenza di ferro si sviluppa appunto quando l’organismo “esaurisce” le sue scorte di ferro, con sintomi come pallore – che si presenta gradualmente -, debolezza, stanchezza persistente, difficoltà di concentrazione. 

Se non trattata, possono sopraggiungere sintomi più gravi come tachicardia, affanno, vertigini. Nelle donne si può verificare la scomparsa del ciclo mestruale

È molto importante prevenire o trattare adeguatamente l’anemia durante la gravidanza, poiché le donne che soffrono di anemia in gravidanza sono più soggette a parto prematuro, e i neonati rischiano di avere basso peso al momento del parto, e di sviluppare forme di ritardo psico-motorio.

Infine, negli anziani un’anemia non trattata può pregiudicare le funzionalità cardiache o peggiorare dei deficit cognitivi già presenti.

Cura e trattamento

Per trattare la carenza di ferro occorre seguire due strade:

  • Integrare le riserve di ferro;
  • Curare le cause alla base della carenza.

Nei casi più gravi di anemia associati a sintomi come l’insufficienza cardiaca o angina, si può infine optare per una trasfusione di sangue.

Cosa mangiare se si ha carenza di ferro?

Se si ha carenza di ferro è, anzitutto, necessario assicurarsi con l’aiuto di un professionista di star seguendo una dieta equilibrata. Infatti, diete eccessivamente restrittive e squilibrate possono contribuire a non fornire adeguate quantità di questo minerale all’organismo.

Tra gli alimenti ricchi di ferro ricordiamo:

  • Fegato e frattaglie;
  • Carni rosse, in particolare quella di cavallo;
  • Pollame;
  • Alcuni pesci, come spigola, pesce persico e merluzzo;
  • Molluschi come seppie, vongole e cozze;
  • Uova;
  • Formaggi stagionati, come il grana;
  • Cacao e cioccolato fondente;
  • Legumi;
  • Pinoli e altra frutta secca;
  • Patate;
  • Fiocchi d’avena;

Integratori di ferro

Gli integratori di ferro sono un modo efficace per trattare l’anemia da carenza di ferro.
La forma più comune è il cosiddetto solfato ferroso, che generalmente viene somministrato per via orale.
Se usati correttamente, gli integratori tendono a far aumentare l’emoglobina nel giro di 2-4 settimane.

Possono, tuttavia, causare degli effetti collaterali fastidiosi tra cui:

  • Nausea;
  • Problemi gastrointestinali;
  • Stitichezza e/o diarrea;
  • Colore scuro delle feci.

Occorre inoltre evitare l’abuso di tali integratori. Un eccesso di ferro prolungato nell’organismo può infatti provocare danni anche molto gravi.

Fonti:

  • Pasricha, S., Tye-Din, J., Muckenthaler, M. U., & Swinkels, D. W. (2020). Iron deficiency. The Lancet, 397(10270), 233–248. https://doi.org/10.1016/s0140-6736(20)32594-0
  • Camaschella, C. (2018). Iron deficiency. Blood, 133(1), 30–39. https://doi.org/10.1182/blood-2018-05-815944
  • Lopez, A., Cacoub, P., Macdougall, I. C., & Peyrin-Biroulet, L. (2015). Iron deficiency anaemia. The Lancet, 387(10021), 907–916. https://doi.org/10.1016/s0140-6736(15)60865-0