Colesterolo basso o ipocolesterolemia: quando preoccuparsi?

Il colesterolo basso è una condizione relativamente poco comune che può dipendere da malattie, carenze o diete troppo restrittive. Può influire sulla produzione degli ormoni, sull’umore e sul metabolismo, e richiede valutazione medica.

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colesterolo basso

Con colesterolo basso, o ipocolesterolemia, si intendono valori inferiori alla norma di colesterolo. Si tratta di una condizione meno comune rispetto al colesterolo alto, ma può avere una serie di conseguenze potenzialmente pericolose per la salute.

Colesterolo basso: di cosa si tratta?

Il cosiddetto colesterolo basso (ipocolesterolemia) si verifica quando la concentrazione di colesterolo nel sangue scende sotto i valori considerati “normali”. 
Il colesterolo è una molecola grassa prodotta in gran parte dal fegato e parzialmente introdotta con la dieta. Nelle giuste quantità è indispensabile per la formazione delle membrane cellulari, la sintesi di alcuni ormoni steroidei come estrogeni e testosterone, la produzione della vitamina D e dei sali biliari, necessari per la digestione dei grassi.
Quando i valori di colesterolo diventano troppo bassi, quindi, tutte queste funzioni possono risentirne. 

In genere si parla di colesterolo basso quando i livelli di colesterolo totale scendono sotto 120-130 mg/dL.

Si tratta di una condizione meno frequente rispetto all’ipercolesterolemia, o colesterolo alto, ma può comparire in caso di malnutrizione, patologie a carico del del fegato, disturbi intestinali, ipertiroidismo o malattie genetiche che compromettono la sintesi e il metabolismo dei lipidi. 

Il colesterolo totale basso

Il colesterolo totale rappresenta la “somma” di tutte le tipologie di colesterolo presenti nel sangue, principalmente quello trasportato dalle lipoproteine LDL e HDL. 
Si parla di valori bassi di colesterolo totale quando la concentrazione scende sotto 120-130 mg/dL.

Detto questo, un colesterolo totale basso può dipendere da:

  • Ipertiroidismo, che accelera il metabolismo;
  • Malattie epatiche, come cirrosi o insufficienza del fegato;
  • Sindrome da malassorbimentomalnutrizione;
  • Alcune patologie genetiche;
  • Presenza di infezioni cronichetumori o alcuni trattamenti farmacologici.

Nella maggior parte dei casi non provoca sintomi specifici, ma può segnalare la presenza di una condizione patologica sottostante

Il colesterolo HDL basso

Il colesterolo HDL, noto come “colesterolo buono”, rimuove il colesterolo in eccesso dai tessuti e lo trasporta al fegato per l’eliminazione. Avere valori bassi di colesterolo HDL significa ridurre questa capacità di “pulizia” del sangue, con un possibile aumento del rischio cardiovascolare.

Le cause più comuni includono:

  • Malattie genetiche come la malattia di Tangier;
  • Malnutrizione o diete eccessivamente povere di grassi;
  • Consumo eccessivo di alcol;
  • Infezioni cronicheipertiroidismo;
  • Attività fisica estrema e prolungata.

Il colesterolo LDL basso

Il colesterolo LDL, anche detto “colesterolo cattivo”, trasporta il colesterolo dal fegato ai tessuti.

Un eccesso di colesterolo LDL favorisce potenzialmente la comparsa di aterosclerosi e altri disturbi cardiovascolari (per questo è necessario solitamente abbassare il colesterolo e adottare una dieta per il colesterolo alto), ma valori di colesterolo LDL troppo bassi, e in particolare inferiori a 40 mg/dL, possono anch’essi avere degli effetti indesiderati.

Alcuni studi segnalano una possibile correlazione tra livelli molto ridotti di LDL e un aumento del rischio di ictus emorragico, diabete o alcune forme tumorali. 
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il colesterolo basso è una conseguenza di altre malattie, non la “causa” diretta per alcuni disturbi.

Dunque, se i valori scendono sotto le soglie fisiologiche, è necessario consultare il proprio medico per approfondire le cause e monitorare la situazione. Per avere un’idea di massima, è possibile utilizzare un calcolatore di colesterolo LDL.

I sintomi del colesterolo basso: come si manifesta?

Il colesterolo basso raramente provoca sintomi specifici e viene spesso scoperto per caso durante gli esami di routine. Tuttavia, quando i valori sono eccessivamente bassi, possono comparire dei sintomi tra cui:

  • Stanchezza e debolezza muscolare;
  • Scarsa concentrazione e difficoltà di memoria;
  • Disturbi dell’umore, come irritabilità o depressione;
  • Perdita di peso;
  • Nausea;
  • Diarrea;
  • Alterazioni ormonali, come cicli mestruali irregolari o calo della libido.

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La diagnosi: gli esami del sangue per il colesterolo

La diagnosi di ipocolesterolemia si effettua tramite un esame del sangue chiamato profilo lipidico, che misura colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi.

Sono considerati anomali:

  • Valori di colesterolo totale inferiori a 120-130 mg/dL;
  • Valori di colesterolo LDL inferiori a 40-50 mg/dL.

L’esame va eseguito dopo un digiuno di 9-12 ore, durante il quale è possibile bere solo acqua. È poi importante non modificare la dieta nei giorni precedenti, per evitare risultati alterati.

In presenza di valori troppo bassi, il medico può richiedere tutta una serie di ulteriori esami, per individuare la causa. In particolare:

  • Esami per valutare la funzionalità epatica, tiroidea e intestinale;
  • Test genetici nei casi sospetti di forme ereditarie.

Quali sono le cause dell’ipocolesterolemia

Le cause del colesterolo basso possono essere geneticheacquisite.

L’ipocolesterolemia primaria deriva da alterazioni ereditarie del metabolismo dei grassi, che impediscono la produzione o il trasporto “normale” del colesterolo. Le principali sono:

  • Abetalipoproteinemia;
  • Ipobetalipoproteinemia;
  • Sindrome di Smith-Lemli-Opitz;
  • Malattia di Tangier.

Si tratta di condizioni rare, diagnosticate spesso in età infantile, che comportano livelli estremamente bassi di colesterolo.

L’ipocolesterolemia secondaria è invece più comune e può dipendere da:

  • Ipertiroidismo;
  • Malattie epatiche come cirrosi o insufficienza epatica;
  • Celiachiasindromi da malassorbimento;
  • Malnutrizione o diete troppo restrittive;
  • Infezioni cronichetumorimalattie del sangue;
  • Uso prolungato di farmaci ipolipemizzanti, come le statine;
  • Periodi di stress fisico intensoattività sportiva estrema.

La cura e il trattamento del colesterolo basso

Non esiste una cura univoca per il colesterolo basso, ma dipende dalla causa che la determina.
In particolare:

  • Quando l’ipocolesterolemia è legata ad alcune malattie come ipertiroidismo, insufficienza epatica o disturbi intestinali, il trattamento mira a correggere la patologia alla base;
  • Se la riduzione è dovuta all'uso o abuso di farmaci ipolipemizzanti, il medico può modificare la dose o sospendere temporaneamente la terapia. Questa decisione deve sempre essere presa sotto controllo medico;
  • Nelle forme genetiche, come l’abetalipoproteinemia o la malattia di Tangier, la gestione richiede un approccio multidisciplinare. Spesso è necessario integrare vitamine liposolubili (A, D, E, K) e seguire una dieta specifica, stilata da un nutrizionista e che migliori l’assorbimento dei grassi;
  • Quando la causa è dovuta all’alimentazione, e legata a regimi dietetici troppo poveri di grassi, il trattamento prevede il riequilibrio dell’alimentazione, introducendo gradualmente alimenti contenenti grassi insaturi di buona qualità, anche qui con il supporto di un nutrizionista, che potrà valutare l'uso di integratori per il colesterolo.

Cosa mangiare con il colesterolo basso?

In caso di colesterolo basso, la dieta deve sostenere la produzione endogena del colesterolo e fornire tutti i nutrienti utili al metabolismo dei lipidi.
Premettendo che è sempre opportuno chiedere aiuto a un nutrizionista per valutare alimenti e quantità, tra gli alimenti consigliati rientrano:

  • Grassi insaturi di buona qualità, presenti in olio extravergine d’oliva, avocado, frutta secca e pesce azzurro;
  • Proteine di qualità, provenienti da carne magra, uova, legumi o pesce;
  • Latticini interi,
  • Vitamine liposolubili, da alimenti freschi o integratori quando prescritti.

Colesterolo e alimentazione: quando rivolgersi a un nutrizionista?

In generale, è opportuno rivolgersi a un nutrizionista quando il colesterolo resta basso nel tempo o compaiono sintomi come affaticamento, perdita di peso o disturbi digestivi. 
Il nutrizionista può infatti individuare eventuali carenze alimentari e proporre una dieta personalizzata, andando a “correggere” eventuali errori nell’alimentazione e adattandola alle esigenze del paziente

Se si desidera approfondire, può essere utile leggere il nostro articolo sugli alimenti che abbassano il colesterolo.

Fonti:

  • Elisavet Moutzouri, Elisaf, M., & Liberopoulos, E. N. (2011). Hypocholesterolemia. Current Vascular Pharmacology, 9(2), 200–212. https://doi.org/10.2174/157016111794519354