Mangiare cibo piccante in gravidanza è pericoloso?

Mangiare piccante in gravidanza è sicuro se non si eccede con le quantità. Può infatti causare disturbi digestivi, ma non comporta rischi per il feto né favorisce il travaglio.

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piccante in gravidanza

Mangiare piccante in gravidanza non è pericoloso per il feto e non induce il travaglio, ma può causare fastidi come reflusso o acidità gastrica. 

Cibi piccanti in gravidanza: si possono mangiare?

Mangiare cibo piccante in gravidanza è generalmente sicuro, purché non si ecceda con le quantità e si tenga conto, ovviamente, della propria tolleranza personale. Nonostante le varie leggende metropolitane gli alimenti molto piccanti, infatti:

  • Non provocano danni al feto;
  • Non aumentano il rischio di malformazioni;
  • Non anticipano il travaglio. 

Tuttavia, possono causare disturbi digestivi o accentuare fastidi già frequenti, come il reflusso, il bruciore di stomaco o la nausea in gravidanza

Quali sono i rischi dei cibi piccanti in gravidanza?

I disturbi collegati al consumo di alimenti piccanti durante la gravidanza riguardano principalmente l’apparato digerente. 
Durante la gestazione, infatti, il rallentamento della digestione e la maggiore pressione esercitata dall’utero possono favorire la comparsa di acidità gastrica, nausea, stitichezza o reflusso gastroesofageo. 
Il peperoncino, soprattutto se consumato in grandi quantità, può accentuare questi disturbi, soprattutto nel secondo e terzo trimestre.

In alcune donne, la capsaicina contenuta nel peperoncino, ovvero la sostanza che lo rende “piccante”, può irritare le mucose anali o peggiorare il dolore legato all’eventuale presenza di emorroidi e ragadi.
Si tratta di problematiche frequenti in gravidanza, per via dell’aumento della pressione venosa e la tendenza alla stipsi. 
Dunque, se sono già presenti infiammazioni o disturbi intestinali, è comunque consigliabile ridurre la quantità di spezie piccanti o sospenderne temporaneamente l’uso.

Infine, anche se il piccante in gravidanza non è pericoloso, è opportuno evitare di consumarlo quotidianamente in grandi quantità o in associazione con altri alimenti “irritanti”, come fritture o piatti molto grassi, che possono a loro volta andare a peggiorare i disturbi gastrointestinali.

Ad ogni modo, in generale il peperoncino e gli alimenti piccanti non rientrano tra le cose da non mangiare in gravidanza.

Quali sono i possibili benefici dei cibi piccanti durante la gravidanza?

Non solo il peperoncino in gravidanza è, in quantità moderate, considerato sicuro, ma potrebbe anche potenzialmente avere dei benefici.

In particolare, grazie alla presenza di capsaicina può stimolare la circolazione sanguignafavorire la digestione, aumentando la secrezione dei succhi gastrici. Questa azione può risultare utile quando la digestione tende a rallentare, come spesso accade durante i mesi di gestazione.

La capsaicina è inoltre una sostanza con proprietà antinfiammatorie, e può potenzialmente andare a stimolare il rilascio di endorfine. Queste ultime sono ormoni associati alle sensazioni di benessere e di calma. Sia chiaro; si tratta di effetti molto lievi, ma potenzialmente possono contribuire a migliorare l’umore, riducendo la percezione dello stress.

Il peperoncino è anche una fonte di antiossidanti, tra cui la vitamina C e i carotenoidi, che partecipano alla protezione delle cellule e al corretto funzionamento del sistema immunitario. 

Gli effetti del peperoncino in gravidanza

Il consumo di peperoncino durante la gravidanza è considerato sicuro, purché avvenga in quantità moderate e all’interno di una dieta equilibrata. 
Come già accennato non vi sono effetti nocivi diretti sul feto. La capsaicina, infatti, non attraversa la placenta in concentrazioni dannose e non provoca contrazioni uterine o danni sul feto
Tuttavia, può causare fastidi digestivi.

Tra gli effetti più comuni vi sono:

  • Bruciore di stomaco;
  • Reflusso;
  • Nausea;
  • Diarrea;
  • Irritazione intestinale.

Questi disturbi tendono a manifestarsi soprattutto nel secondo e terzo trimestre, quando la pressione dell’utero sugli organi addominali è maggiore. 
Chi soffre di colite, gastrite o emorroidi può avvertire un peggioramento dei sintomi dopo aver consumato cibi piccanti, poiché la capsaicina tende a irritare le mucose gastriche e rettali

Quantità e frequenza consigliata

Le evidenze nutrizionali mostrano che quantità normali di piccante in gravidanza non comportano effetti collaterali, pur tenendo ovviamente conto della sensibilità individuale

Facendo un’ipotesi per assurdo, il limite teorico oltre il quale la vitamina A del peperoncino potrebbe diventare pericolosa è di circa 30 milligrammi di retinolo equivalente (RAE) al giorno. Tuttavia, 100 grammi di peperoncino rosso ne forniscono appena 0,824 milligrammi. 
Per raggiungere un dosaggio potenzialmente rischioso sarebbe necessario consumarne oltre 3,5 chilogrammi al giorno, un quantitativo irrealistico nella pratica.

Una porzione “sicura” può essere considerata nell’ordine di pochi grammi al giorno, usata come spezia per insaporire i piatti, ad esempio sotto forma di paprika o olio piccante. È poi consigliabile limitarne il consumo quotidiano se compaiono bruciori o disturbi gastrointestinali, alternandolo con condimenti più delicati. 

Detto questo, un uso saltuario o moderato del peperoncino è compatibile con un’alimentazione in gravidanza varia e bilanciata.

Se si desidera, comunque, avere un consulto riguardo cosa mangiare in gravidanza è possibile rivolgersi ad un nutrizionista.

Fonti:

  • The Association Between Long-Term Spicy-Food Consumption and the Incidence of Chronic Postsurgical Pain After Cesarean Delivery: An Observational Study. (2022). Journal of Pain Research. https://doi.org/10.2147//JPR.S373030
  • Dunbar, K., Yadlapati, R., & Konda, V. (2022). Heartburn, Nausea, and Vomiting During Pregnancy. American Journal of Gastroenterology, 117(10S), 10–15. https://doi.org/10.14309/ajg.0000000000001958
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