Riso integrale: benefici e proprietà nutrizionali
Il riso integrale è un cereale meno lavorato rispetto a quello bianco, e contiene tendenzialmente più fibre, vitamine e sali minerali. Inoltre, ha un impatto glicemico più contenuto e un buon potere saziante.

Il riso integrale è un alimento che si ottiene da una lavorazione minima del chicco di riso, lasciando che conservi le parti più nutrienti.
È una fonte di carboidrati complessi, fibre e micronutrienti, e può essere potenzialmente utile anche in caso di glicemia elevata o stipsi.
Cos'è il riso integrale?
Il riso integrale è un cereale ottenuto dalla pianta Oryza sativa. È lavorato in modo da rimuovere solo la parte più esterna del chicco, dunque, a differenza del riso bianco, conserva:
- La crusca, ovvero lo strato fibroso;
- Il germe, ovvero la parte più interna e nutriente del seme.
Non si tratta quindi di un chicco “intero” in senso assoluto, ma comunque meno raffinato rispetto ad altri tipi di riso. Questo tipo di lavorazione permette di mantenere una quantità maggiore di fibre, proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali come magnesio, fosforo e potassio.
Il riso integrale ha un sapore tendenzialmente più forte, con leggere note di nocciola, e una consistenza più compatta e leggermente gommosa rispetto a quella del riso bianco. Ne esistono, comunque, numerose varietà disponibili anche in versione integrale: tra le più comuni ci sono il riso basmati, il riso rosso e il riso nero, anche detto riso venere.
Quali sono le differenze rispetto agli altri tipi di riso?
La differenza principale tra riso integrale e riso bianco sta nel grado di lavorazione. Il primo mantiene quasi intatta la struttura del chicco, mentre il secondo viene sottoposto a più fasi che ne eliminano crusca e germe. Questo processo rende il riso bianco più digeribile ma meno ricco di nutrienti.
Come accennavamo, inoltre, anche tra i risi integrali esistono varietà diverse. Il riso rosso e il riso nero, per esempio, sono naturalmente pigmentati grazie alla presenza di antociani, ovvero sostanze antiossidanti, e hanno caratteristiche nutrizionali simili a quelle del riso integrale classico, con alcune differenze nei contenuti specifici di micronutrienti.
Il riso integrale tende poi a rilasciare meno amido durante la cottura, il che lo rende poco adatto, ad esempio, per la preparazione di risotti. Ha inoltre dei tempi di cottura più lunghi e una conservabilità inferiore, a causa della presenza del cosiddetto germe lipidico, che può irrancidire.
I valori nutrizionali del riso integrale
Di seguito, una tabella con i valori nutrizionali del riso integrale:
| Componente | Valore per 100 g di prodotto crudo |
| Energia | 337 kcal |
| Acqua | 12,0 g |
| Proteine | 7,5 g |
| Grassi totali | 1,9 g |
| Carboidrati disponibili | 77,4 g |
| di cui Amido | 69,2 g |
| di cui Zuccheri semplici | 1,2 g |
| Fibra totale | 1,9 g |
| Colesterolo | 0 mg |
| Acido fitico | 0,52 g |
| Sodio | 9 mg |
| Potassio | 214 mg |
| Fosforo | 221 mg |
| Calcio | 32 mg |
| Magnesio | 84 mg |
| Ferro | 1,6 mg |
| Tiamina (vitamina B1) | 0,48 mg |
| Riboflavina (vitamina B2) | 0,05 mg |
| Niacina (vitamina B3) | 4,7 mg |
| Vitamina E | 0,70 mg |
I benefici e le proprietà del riso integrale
I principali benefici del riso integrale derivano dal fatto che conserva crusca e germe, che sono le parti del chicco in cui si concentrano fibre, vitamine e minerali.
Questa composizione lo rende potenzialmente utile per favorire la regolarità intestinale: la fibra insolubile aumenta il volume delle feci e facilita l’evacuazione, mentre quella solubile contribuisce a modulare l’assorbimento di zuccheri e grassi.
È anche una fonte di composti antiossidanti, come i tocoferoli e i tocotrienoli (ovvero diverse forme della vitamina E) e vari flavonoidi, che partecipano, potenzialmente, alla protezione cellulare dallo stress ossidativo.

Sul piano metabolico, il riso integrale favorisce un assorbimento più lento dei carboidrati rispetto al riso raffinato, con un impatto glicemico più contenuto.
Alcuni studi mostrano che, potenzialmente, un consumo regolare di cereali integrali può migliorare la tolleranza al glucosio e la risposta insulinica.
Il contenuto di fibre alimentari contribuisce inoltre a un maggiore senso di sazietà.
Fornisce poi:
- Vitamine del gruppo B, utili per il metabolismo energetico;
- Minerali come magnesio, fosforo, potassio, ferro e calcio.
Quando e perché preferirlo al riso bianco
Il riso integrale può essere, volendo, preferito al riso bianco quando si ricerca un alimento maggiormente ricco di fibre, micronutrienti e antiossidanti.
La fibra del riso integrale contribuisce, in via potenziale, a controllare l’assorbimento di zuccheri e grassi, e nelle giuste quantità può risultare utile a chi deve gestire glicemia, trigliceridi o colesterolo.
La presenza di fibra insolubile favorisce anche la regolarità intestinale.
Ad ogni modo, i cibi integrali non sono “più sani” rispetto ai cibi non integrali. Tutto dipende dalla dieta nel suo complesso e dalle quantità consumate. Il riso integrale, in questo senso, non fa “più male” o “più bene” rispetto ad altre tipologie di riso.
Le possibili controindicazioni del riso integrale
Il riso integrale è un alimento generalmente ben tollerato, ma può presentare alcune controindicazioni, soprattutto se consumato in eccesso. Tra queste:
- L’elevato contenuto di fibre può risultare problematico in caso di consumo eccessivo, provocando effetti collaterali (fastidiosi ma non gravi) come flatulenza, tensione addominale, feci liquide o malassorbimento. La fibra insolubile, infatti, accelera il transito intestinale;
- Va considerata la presenza del cosiddetto acido fitico, una sostanza che può, potenzialmente, andare a ridurre la biodisponibilità di alcuni nutrienti, in particolare ferro, zinco e calcio. Questo effetto risulta più rilevante nelle diete fortemente squilibrate o in caso di apporto insufficiente di questi minerali;
In ogni caso, per la maggior parte delle persone il consumo di riso integrale nelle corrette quantità non causa controindicazioni particolari.
Chi non dovrebbe mangiare il riso integrale?
Il consumo di riso integrale non è raccomandato in alcune condizioni specifiche. In particolare:
- Le persone affette da sindrome del colon irritabile o da patologie infiammatorie intestinali possono risentire negativamente dell’alto contenuto di fibra insolubile, che tende ad aumentare il volume delle feci e la frequenza delle evacuazioni. In questi casi, l’assunzione può accentuare sintomi come crampi, gonfiore e diarrea;
- Anche chi presenta una tendenza alla diarrea cronica o al malassorbimento intestinale dovrebbe limitarne il consumo. Questo perché la presenza simultanea di fibre e acido fitico può compromettere l’assimilazione di alcuni micronutrienti e aggravare l’irritazione a livello intestinale;
- In età pediatrica, l’assunzione di riso integrale deve essere valutata con cautela. Alcune analisi avrebbero infatti evidenziato che anche una sola porzione settimanale di riso integrale (o derivati) può potenzialmente avvicinare o superare la soglia considerata sicura per l’arsenico inorganico nei bambini. L’assunzione regolare è quindi sconsigliata.
Infine, chi segue terapie farmacologiche dovrebbe, in ogni caso, confrontarsi con il proprio medico prima di introdurre grandi quantità di fibre nella propria dieta quotidiana, in quanto possono potenzialmente andare ad interferire con l’assorbimento intestinale di alcuni farmaci.
Fonti:
- Ravichanthiran, K., Ma, Z. F., Zhang, H., Cao, Y., Wang, C. W., Muhammad, S., Aglago, E. K., Zhang, Y., Jin, Y., & Pan, B. (2018). Phytochemical Profile of Brown Rice and Its Nutrigenomic Implications. Antioxidants, 7(6), 71. https://doi.org/10.3390/antiox7060071
- Ahmed, Wang, P., Wang, N., Yang, L., & Xiao, Z. (2019). Brown Rice Versus White Rice: Nutritional Quality, Potential Health Benefits, Development of Food Products, and Preservation Technologies. Comprehensive Reviews in Food Science and Food Safety, 18(4), 1070–1096. https://doi.org/10.1111/1541-4337.12449