I vermi intestinali sono parassiti invisibili che possono rappresentare una seria minaccia per la salute, soprattutto in ambienti con scarse condizioni igieniche. Invisibili a occhio nudo, questi parassiti trovano nell’intestino umano un ambiente ideale per nutrirsi e riprodursi, causando una varietà di sintomi che spaziano dal disagio addominale a problemi più seri se si insediano nel tratto digestivo, nutrendosi a spese dell’ospite e causando sintomi variabili, da semplici disagi a gravi problemi di salute.
Cosa sono i vermi intestinali
I vermi intestinali, o parassiti intestinali, sono organismi che vivono e si nutrono a spese dell’ospite, spesso colonizzando il tratto intestinale umano. Questi parassiti si insediano nell’intestino e utilizzano le sostanze nutritive dell’ospite per sopravvivere e riprodursi, causando nel contempo una serie di disturbi e sintomi, che possono variare da lievi disagi addominali a gravi problemi di salute.
Diffusione
L’infestazione da vermi intestinali o ‘infezione da elminti trasmessi dal suolo’ rientra in un gruppo di malattie parassitarie e batteriche conosciute come malattie tropicali neglette. È tra le più diffuse a livello globale e rappresenta una seria problematica sanitaria, specialmente in contesti con scarse condizioni igienico-sanitarie, dove il rischio di trasmissione è particolarmente elevato. Si stima che nel mondo circa un miliardo e mezzo di persone siano colpite da vermi intestinali e i bambini dai 3 agli 8 anni rappresentano la fascia di popolazione maggiormente a rischio. Le infezioni si diffondono rapidamente in comunità dove l’igiene e la sanità pubblica sono carenti, tramite consumo di acqua o cibo contaminati e contatto diretto con suolo o superfici infette.
Tipi di parassiti
I vermi intestinali, più correttamente chiamati elminti (noti anche come metazoi, dal greco “helmins” che significa “verme”), sono organismi pluricellulari. Si classificano in tre gruppi principali:
- Nematodi: vermi dalla forma cilindrica, tra cui si trovano Ascaris lumbricoides, Ancylostoma duodenale, Enterobius vermicularis (noto come ossiuro), Strongyloides stercoralis, Trichuris trichiura, Trichinella spiralis e Anisakis (quest’ultimo con caratteristiche specifiche che meritano una trattazione a parte, data la rilevanza crescente di questa patologia).
- Cestodi: parassiti dalla forma allungata e nastriforme, come le Taenia spp., Echinococcus granulosus e Echinococcus multilocularis.
- Trematodi: vermi dalla forma piatta e simile a una foglia, tra cui Schistosoma mansoni, Schistosoma japonicum e Schistosoma haematobium.
Questi parassiti presentano cicli di vita complessi che possono includere sia fasi di sviluppo nell’ambiente esterno sia all’interno dell’ospite umano.
Sintomi dei vermi intestinali
I sintomi di un’infestazione da vermi intestinali variano a seconda del tipo di parassita e della gravità dell’infestazione. Tra i sintomi più comuni si trovano:
- Disturbi gastrointestinali: dolore addominale, nausea, vomito, diarrea o stitichezza.
- Perdita di peso: dovuta all’assorbimento ridotto di nutrienti.
- Anemia: causata dalla perdita di sangue nei casi di infestazione grave (es. anchilostomi).
- Prurito anale: sintomo tipico dell’enterobiasi (ossiuri), soprattutto durante la notte.
Diagnosi
Per diagnosticare correttamente un’infestazione da vermi intestinali, è molto importante che il medico analizzi i sintomi e raccolga la storia medica del paziente, soprattutto se vi sono viaggi recenti in aree ad alto rischio. I sintomi possono variare molto e, talvolta, essere asintomatici.
Esami da svolgere
Gli esami di laboratorio sono fondamentali per una diagnosi accurata. I principali test includono:
- Esame delle feci: è il test di base per rilevare la presenza di uova, larve o segmenti di parassiti.
- Striscio anale: utilizzato soprattutto per individuare ossiuri nei bambini.
- Esami ematici: possono rilevare variazioni nei livelli di eosinofili, un tipo di globuli bianchi che aumenta in caso di parassitosi.
- Endoscopia o colonscopia: in casi di infestazioni gravi o per parassiti che risiedono nelle alte vie gastrointestinali.
Come avviene il contagio
Il contagio avviene principalmente tramite l’ingestione accidentale di uova o larve di parassiti presenti in ambienti contaminati. I principali mezzi di trasmissione includono:
- Cibo o acqua contaminata: spesso causa di infezioni da ascaridi e tenie.
- Contatto con suolo infetto: per esempio, camminare a piedi nudi in aree contaminate può favorire il contagio da anchilostomi.
- Scarsa igiene personale: particolarmente rilevante per la trasmissione di ossiuri.
Fattori di rischio
Diversi fattori aumentano il rischio di infestazione:
- Condizioni igienico-sanitarie precarie: abitare in ambienti con scarse infrastrutture igieniche.
- Età: i bambini sono più vulnerabili a causa dell’igiene personale incompleta e del contatto frequente con il terreno.
- Viaggi in aree endemiche: soggiornare in regioni tropicali o subtropicali espone a un rischio maggiore di contagio.
- Contatto con animali: alcuni parassiti possono trasmettersi anche tramite animali domestici se non sono adeguatamente sverminati.
Cura e trattamento
Il trattamento per i vermi intestinali è di tipo farmacologico e varia a seconda del tipo di parassita. Solitamente include farmaci antiparassitari specifici, come l’albendazolo, il praziquantel e la niclosamide.
Questi farmaci sono altamente efficaci e agiscono uccidendo i parassiti presenti nel tratto intestinale. Tuttavia, può essere necessario ripetere il trattamento per garantire l’eliminazione totale delle uova e prevenire recidive.
Talvolta questi trattamenti vengono associati ad altre terapie utili per gestire complicazioni e sintomi. In casi di infestazione grave, potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero, specialmente se il parassita ha causato complicazioni come ostruzioni intestinali o infezioni sistemiche. Nei pazienti anemici, può essere indicata la somministrazione di integratori di ferro.
Prevenzione
La prevenzione è la chiave per evitare le infestazioni da vermi intestinali e può essere attuata mediante una serie di semplici pratiche:
- Igiene personale: lavarsi le mani regolarmente, soprattutto dopo essere stati in bagno e prima dei pasti.
- Lavare accuratamente frutta e verdura: sciacquare frutta e verdura sotto l’acqua corrente prima di mangiarle, sbucciarle o prepararle.
- Lavare bene gli utensili da cucina: lavare taglieri, coltelli e altri utensili con acqua saponata dopo il contatto con carni crude o frutta e verdura non lavate.
- Non mangiare carne o pesce crudi o poco cotti: cuocere la carne e il pesce interi ad almeno 63°C e lascia riposare per almeno tre minuti. Cuocere la carne macinata ad almeno 71 gradi Celsius °C.
- Congelare la carne: congelare carne e pesce può uccidere le cisti larvali. Congelare ad almeno – 20 °C per almeno 7 giorni.
- Uso di acqua sicura: evitare di bere acqua non trattata, specialmente in aree endemiche.
- Protezione del suolo: usare calzature adeguate per evitare il contatto diretto con il terreno in ambienti a rischio.
Questi semplici accorgimenti sono essenziali per ridurre al minimo il rischio di contagio e migliorare la qualità della vita delle comunità più esposte.
FONTI:
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- Wright, J. E., et al. (2018). Current epidemiological evidence for predisposition to high or low intensity human helminth infection: A systematic review. Parasites & Vectors, 11(65). https://doi.org/10.1186/s13071-018-2656-4
- Gargiulo, R., et al. (2022). Epidemiologia delle parassitosi intestinali in Italia: Risultati della terza indagine nazionale AMCLI-CoSP. Rivista SIMG, 29(2), 46-52.
Manuela Amato è una nutrizionista specializzata in pazienti cardiopatici.
Laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana, ha sei anni di esperienza presso il Centro Cardiologico Monzino-IRCCS di Milano.
Ha conseguito un Dottorato in Terapie Avanzate Biomedico-Chirurgiche e continua a formarsi per mantenere aggiornate le sue competenze nel campo nutrizionale.