Alcalosi: cos'è, cause e come si cura

L’alcalosi è un disturbo che comporta un innalzamento anomalo del pH, in particolare in sangue e urine. Le cause possono essere diverse, ed è da esse che dipende la cura o la terapia.

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L’alcalosi è un disturbo che comporta un innalzamento anomalo del pH, in particolare in sangue e urine. Le cause possono essere diverse, ed è da esse che dipende la cura o la terapia.

Cos'è l'alcalosi?

L’alcalosi è un disturbo che comporta un innalzamento anomalo del pH nei tessuti dell’organismo, con il coinvolgimento soprattutto di sangue e urine

Si manifesta quando nell’organismo si accumulano delle sostanze chiamate “basi”, come il bicarbonato, oppure si perdono acidi in modo eccessivo. 

Questa alterazione può essere dovuta a diverse cause, tra cui meccanismi metabolici o respiratori.

Nel caso dell’alcalosi metabolica, l’aumento del pH dipende sostanzialmente da un incremento del bicarbonato all’interno del corpo, oppure dalla perdita di acidi attraverso vomito, uso eccessivo di diuretici o altri disturbi. 

L’ alcalosi respiratoria invece è provocata dalla diminuzione dell’anidride carbonica, tipicamente per un aumento della frequenza respiratoria.

In una situazione di alcalosi l’organismo mette in atto dei sistemi di compensazione, come la riduzione della frequenza respiratoria, oppure l’aumento dell’eliminazione tramite i reni del bicarbonato. Tuttavia, se l’alcalosi si protrae questi meccanismi possono non bastare, ed è necessario un intervento medico

Qual è la differenza tra alcalosi e acidosi?

Si tratta di anomalie del pH nel sangue. Tuttavia, l’alcalosi è un innalzamento anomalo, mentre l’acidosi è un abbassamento anomalo di quest’ultimo.

Le tipologie di alcalosi

Esistono due principali tipologie di alcalosi

  • Alcalosi metabolica;
  • Alcalosi respiratoria.

L’alcalosi metabolica si sviluppa quando aumenta il livello di bicarbonato nell’organismo, oppure si verifica una perdita significativa di acidi

Le situazioni più frequenti che portano a questa condizione includono:

  • Vomito prolungato, causato ad esempio da un’intossicazione alimentare;
  • Uso (o abuso) di diuretici;
  • Ipovolemia, ovvero riduzione del volume di liquidi nell’organismo;
  • Ipokaliemia, ovvero bassi livelli di potassio

In questi casi, il pH del sangue si alza perché il corpo non riesce più a eliminare in modo efficace il bicarbonato in eccesso.

L’alcalosi respiratoria si verifica invece quando la respirazione è troppo rapida o profonda, causando una diminuzione dei livelli di anidride carbonica nel sangue. Questa situazione riduce la concentrazione di acido carbonico e porta a un aumento del pH.

Le cause dell'alcalosi

Le cause dell’alcalosi possono variare a seconda della tipologia. Tuttavia, coinvolgono sempre uno squilibrio nell’organismo tra acidi e basi. 

Se parliamo di alcalosi metabolica, le cause principali sono: 

  • La perdita di acidi, ad esempio in caso di vomito prolungato;
  • L’uso o l’abuso di farmaci o sostanze diuretiche;
  • L’ipokaliemia, ovvero dei bassi livelli di potassio nell'organismo;
  • L’assunzione eccessiva di sostanze alcaline, come il bicarbonato;
  • Alcune malattie, come la sindrome di Bartter o di Gitelman, malattie a carico dei reni o delle ghiandole surrenali, oppure la fibrosi cistica;
  • L’eccesso di aldosterone, che favorisce l’eliminazione di idrogenioni e il riassorbimento del sodio;
  • La perdita di cloruro con le urine o il sudore. In questi casi, i reni tendono a trattenere il bicarbonato invece di eliminarlo, favorendo la persistenza della alcalosi.

Per quanto riguarda l’alcalosi respiratoria, la causa principale è l’iperventilazione, cioè una respirazione accelerata che provoca la diminuzione della CO₂ nel sangue. 
Questo può accadere in situazioni di ansia, forte dolore, febbre, oppure in presenza di alcune malattie polmonari che stimolano la respirazione.

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I sintomi dell'alcalosi

I sintomi dell’alcalosi dipendono dalla gravità e dal tipo di squilibrio, ma nei casi più lievi sono spesso strettamente legati alla patologia o condizione di base che l’ha causata. 

Quando l’alcalosi diventa più grave, possono comparire sintomi come:

  • Mal di testa;
  • Forte sonnolenza o letargia;
  • Confusione;
  • Senso di debolezza persistente e ingiustificato;
  • Crampi muscolari;
  • Spasmi;
  • Convulsioni. 

L’alcalosi metabolica viene solitamente accompagnata da debolezza muscolare, soprattutto se associata a ipokaliemia. A loro volta, alcune anomalie elettrolitiche possono aumentare il rischio di aritmie cardiache.

Altri segni possono includere:

  • Senso di formicolio agli arti;
  • Tremori e, nei casi più importanti;
  • Alterazioni della respirazione, come ipoventilazione.

I sintomi dell’alcalosi sono spesso aspecifici. Per questo, è fondamentale rivolgersi tempestivamente ad un medico in modo che possa essere diagnosticata e trattata in maniera efficace.

Come si diagnostica l'alcalosi?

Per diagnosticare l’alcalosi si eseguono solitamente degli esami del sangue, nonché il dosaggio degli elettroliti e l’analisi dei gas nel sangue arterioso.  Si tratta di esami permettono di valutare i livelli di bicarbonato e il pH, che in caso di alcalosi metabolica risultano aumentati oltre i valori normali
L’aumento del bicarbonato nel sangue, soprattutto quando supera il valore di 35 mEq/L (milliequivalenti per litro), è un segnale chiaro della presenza di alcalosi, che porta alla diagnosi.

In altri casi si effettua anche l’analisi delle urine, in particolare per valutare la concentrazione di sostanze come i cloruri e il potassio.

Come si cura l'alcalosi?

La cura dell’alcalosi si basa sostanzialmente sull’identificazione e sul trattamento della causa scatenante. Non esiste purtroppo, una cura “unica”.

Nei casi di alcalosi metabolica, in genere, si procede oltre al trattamento della causa sottostante, anche al reintegro di sodio e di potassio. Se la condizione è estremamente grave, si procede con la somministrazione di acidi diluiti, per via endovenosa.

Per quanto riguarda l’alcalosi respiratoria, la gestione della condizione inizia assicurando che la persona riceva un’adeguata ossigenazione
Il medico valuta dunque la presenza di condizioni potenzialmente serie, come infezioni o altre patologie. Se invece la respirazione accelerata dipende dal dolore - ad esempio qualora vi sia un trauma -, si interviene con terapie antidolorifiche mirate. 

Se invece l’iperventilazione è provocata da ansia o da un attacco di panico, è potenzialmente utile lavorare sul rilassamento e sul controllo consapevole della respirazione. 

Alcuni tentano di “rallentare” la respirazione utilizzando un sacchetto di carta all’interno del quale fanno ampi respiri. 
Nonostante questa pratica sia ampiamente mostrata nei film e nelle serie tv, si tratta di una pratica sconsigliata, poiché può potenzialmente ridurre i livelli di ossigeno e aggravare eventuali problemi già presenti, soprattutto se si soffre di disturbi a carico del cuore o dei polmoni.

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