Estrogeni: cosa sono e perché sono così importanti
Gli estrogeni sono ormoni sessuali che regolano funzioni riproduttive e non solo. Influenzano la salute delle ossa, metabolismo, umore e sistema cardiovascolare, con variazioni nei diversi momenti della vita.

Gli estrogeni sono ormoni sessuali presenti nella donna e, in quantità minore, nell’uomo.
Regolano il ciclo mestruale, partecipano allo sviluppo corporeo in pubertà e cambiano in gravidanza e menopausa, influenzando anche la salute delle ossa e del sistema cardiovascolare e il metabolismo.
Cosa sono gli estrogeni?
Gli estrogeni sono ormoni sessuali steroidei coinvolti nella salute riproduttiva ma non solo.
Vengono prodotti principalmente dalle ovaie, ma anche dalle ghiandole surrenali, dal tessuto adiposo e, durante la gravidanza, dalla placenta. Si tratta di ormoni sessuali principalmente femminili: negli uomini la produzione è infatti molto minore ma non assente, ed è legata soprattutto ai testicoli e alla trasformazione periferica del testosterone.
Quali sono? L’elenco degli estrogeni
Gli estrogeni principali presenti nell’organismo umano sono quattro: estradiolo, estrone, estriolo ed estetrolo.
- Estradiolo (E2). Si tratta dell’ormone più “potente” e abbondante durante l’età fertile. Viene sintetizzato nelle ovaie a partire dal testosterone. Regola il ciclo mestruale e sostiene la maturazione dell’endometrio, ma contribuisce anche allo sviluppo e alla salute delle ossa e del sistema cardiovascolare;
- Estrone (E1). È l’estrogeno predominante dopo la menopausa. È prodotto soprattutto dal tessuto adiposo attraverso la conversione degli ormoni androgeni;
- Estriolo (E3). È il principale estrogeno prodotto durante la gravidanza. Viene prodotto dalla placenta;
- Estetrolo (E4). Viene sintetizzato solo durante gravidanza dal fegato fetale e dalla placenta. Riproduce molte azioni dell’estradiolo..
A cosa servono: le funzioni degli estrogeni
Gli estrogeni regolano tutta una serie di processi legati alla sfera riproduttiva, ma non solo.
In particolare:
- Partecipano alla crescita delle ossa, al metabolismo dei grassi, alla salute cardiovascolare e al mantenimento della memoria;
- Contribuiscono alla distribuzione del tessuto adiposo;
- Stimolano la produzione di colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo “buono”;
- Proteggono i vasi sanguigni;
- Intervengono nella sintesi delle proteine e degli enzimi;
- Sono collegati al funzionamento della serotonina, contribuendo ad influenzare l’umore.
Gli estrogeni nella donna
Nella donna gli estrogeni sono indispensabili per:
- La maturazione sessuale;
- La regolazione del ciclo mestruale;
- La fertilità.
In particolare, durante la pubertà stimolano lo sviluppo dell’utero, della vagina e delle mammelle, oltre a determinare la comparsa dei caratteri sessuali secondari come la distribuzione del grasso corporeo e l’ampliamento del bacino.
In età adulta favoriscono l’ovulazione, l’ispessimento dell’endometrio e consentono, di fatto, l’impianto dell’embrione. In gravidanza, in “collaborazione” con altri ormoni contribuiscono al corretto sviluppo e alla crescita del feto.
Con il calo nei livelli di estrogeni tipico della menopausa, aumentano invece disturbi come le vampate di calore (spesso collegate a sudorazione notturna), secchezza vaginale, perdita di massa ossea e peggioramento del profilo lipidico.
Gli estrogeni nell'uomo
Negli uomini gli estrogeni sono presenti in quantità molto ridotte, ma la loro funzione resta comunque rilevante.
L’estradiolo, derivato dalla trasformazione del testosterone, è infatti necessario per:
- Sostenere la libido;
- Consentire la funzione erettile;
- Favorire la maturazione degli spermatozoi.
Questi ormoni partecipano anche al mantenimento della salute ossea e cardiovascolare, con azioni simili a quelle osservate nelle donne.
Con l’avanzare dell’età e l’aumento della massa grassa, negli uomini tende a crescere la conversione del testosterone in estrogeni.
Ciò può portare a squilibri come:
- Ginecomastia, ovvero ingrossamento delle ghiandole mammarie;
- Calo del desiderio sessuale;
- Infertilità;
- Disfunzione erettile.
Gli estrogeni e il ciclo mestruale
Gli estrogeni modulano le fasi del ciclo mestruale attraverso delle variazioni “cicliche” (e fisiologiche) dei loro livelli. In particolare:
- Nella fase follicolare, l’estradiolo prodotto dai follicoli ovarici aumenta progressivamente, stimolando l’ispessimento dell’endometrio e la maturazione del follicolo dominante;
- Il picco di estradiolo raggiunto a metà ciclo induce la liberazione dell’ormone luteinizzante (LH), che provoca l’ovulazione;
- Nella fase cosiddetta luteale, i livelli di estradiolo calano e il corpo luteo produce principalmente progesterone con una quota minore di estrogeni, rendendo l’endometrio adatto all’impianto di un embrione. Se la fecondazione non avviene, i livelli di entrambi gli ormoni precipitano, causando la mestruazione.
Le oscillazioni degli estrogeni influenzano anche aspetti non riproduttivi. Poco prima dell’ovulazione possono aumentare il desiderio sessuale, mentre nella fase luteale tardiva il loro calo si associa ai sintomi premestruali "tipici", come gonfiore addominale o presenza di emicrania.

Gli estrogeni e la gravidanza
Durante la gravidanza i livelli di estrogeni aumentano in modo significativo e progressivo.
In particolare, l’estriolo diventa l’estrogeno prevalente, raggiungendo concentrazioni molto più elevate rispetto al periodo fertile.
L’estradiolo e l’estrone sono comunque presenti, e concorrono a regolare i processi gestazionali.
Gli estrogeni in gravidanza favoriscono:
- La crescita dell’utero;
- L’aumento del flusso sanguigno placentare;
- Lo sviluppo delle mammelle in vista dell’allattamento.
Contribuiscono anche a modulare la risposta immunitaria materna, permettendo la “tolleranza” verso il feto pur mantenendo la capacità di difesa contro le infezioni.
Accanto agli effetti riproduttivi, gli estrogeni in gravidanza influenzano anche metabolismo e assetto vascolare della madre, proteggendo parzialmente dalle malattie cardiovascolari.
La carenza di estrogeni: sintomi e cause
Una carenza di estrogeni può comparire in diverse fasi della vita e comporta tutta una serie sintomi caratteristici.
Il calo più evidente si verifica con la menopausa, quando la produzione da parte delle ovaie diminuisce drasticamente.
Tuttavia, bassi livelli di estrogeni possono manifestarsi anche in età fertile, in particolare in presenza di:
- Ipogonadismo;
- Anoressia;
- Eccessiva attività fisica;
- Gravi perdite di peso;
- Alcune patologie endocrine;
- Alcuni fattori genetici;
- Alcune terapie farmacologiche.
I sintomi della carenza di estrogeni sono molteplici e riguardano sia la sfera riproduttiva sia altre funzioni corporee. A livello ginecologico si possono osservare:
- Irregolarità mestruali;
- Amenorrea, ovvero assenza di ciclo;
- Secchezza vaginale;
- Riduzione della libido.
Altri sintomi di un calo di estrogeni possono comprendere:
- Vampate di calore;
- Sudorazioni notturne;
- Insonnia;
- Senso di stanchezza persistente;
- Peggioramento della concentrazione e della memoria;
- Perdita di densità ossea, con aumento del rischio di osteoporosi;
- Infiammazione;
- Incremento della vulnerabilità cardiovascolare.
Anche l’umore risente della mancanza di estrogeni. Bassi livelli, infatti, riducono la disponibilità di serotonina, con conseguenti irritabilità, ansia o depressione.
Negli uomini, una carenza di estrogeni può accompagnarsi a calo della fertilità e problemi erettili.
Come aumentare gli estrogeni?
In presenza di carenza, i livelli di estrogeni possono essere aumentati con approcci diversi, che dipendono principalmente dalle cause e dalla gravità dell’eventuale quadro clinico.
Nei casi clinici più rilevanti, come menopausa precoce o ipogonadismo, il medico può valutare una terapia ormonale sostitutiva, che prevede l’impiego di estrogeni naturali o sintetici per compensare il deficit.
Accanto agli interventi farmacologici, esistono anche delle strategie naturali che possono potenzialmente aiutare a stimolare la produzione endogena.
Un’alimentazione equilibrata che includa alimenti ricchi di fitoestrogeni, come soia, semi di lino, sesamo, legumi, cereali integrali e frutta secca, può avere un effetto, sebbene lieve, utile nei casi di carenze moderate. Anche uno stile di vita attivo, la gestione dello stress e un adeguato apporto di grassi “buoni”, in particolare omega-3, favoriscono la sintesi degli estrogeni, anche attraverso l’uso di integratori.
Per questo motivo è opportuno seguire una dieta in menopausa (e non) bilanciata e stilata da un nutrizionista.
Va ricordato che un corretto equilibrio ponderale è fondamentale. Il tessuto adiposo, infatti, contribuisce alla produzione di estrone.
Eccessi o deficit di peso possono quindi alterare la disponibilità di estrogeni, motivo per cui potrebbe essere opportuno dimagrire in menopausa in presenza di sovrappeso o obesità.
Eccesso di estrogeni: cosa comporta?
Un eccesso di estrogeni, sia per produzione interna sia per assunzione esterna (ad esempio in caso di terapie ormonali o esposizione a sostanze che ne mimano l’azione), può avere diverse conseguenze.
In particolare, nelle donne in età fertile, livelli troppo alti di estrogeni possono favorire l’insorgere di:
- Irregolarità mestruali;
- Gonfiore addominale;
- Ritenzione di liquidi;
- Tensione mammaria;
- Accumulo di tessuto adiposo, soprattutto a livello di glutei, fianchi e cosce;
- Insulino-resistenza, condizione che aumenta il rischio di sviluppare diabete di tipo 2;
- Maggiore probabilità di sviluppare patologie dell’endometrio e della mammella.
Negli uomini, livelli troppo elevati possono derivare dall’eccessiva conversione del testosterone in estrogeni e portare a ginecomastia, calo della libido, infertilità e disfunzione erettile.
Come mantenere gli estrogeni ad un livello normale?
Per mantenere livelli equilibrati di estrogeni è possibile agire su più fronti, a partire dal controllo del peso corporeo.
Un’alimentazione bilanciata, ricca di fibre, cereali integrali, frutta e verdura, aiuta infatti a regolare il metabolismo ormonale. L’attività fisica, a sua volta, contribuisce a ridurre il tessuto adiposo in eccesso e a migliorare la sensibilità insulinica.