Lo spreco alimentare è un fenomeno globale, e si stima che circa un terzo del cibo prodotto ogni anno venga perso o sprecato.
Le cause includono standard estetici rigidi, danneggiamenti durante il trasporto, e gestione inadeguata a livello domestico, come cattiva pianificazione dei pasti o confusione sulle date di scadenza.
Questo spreco ha pesanti conseguenze ambientali, economiche e sociali, contribuendo ad emissioni di CO2 e costi economici significativi.
Cosa si intende con spreco alimentare?
Per spreco alimentare ( o food waste) intendiamo le pratiche che portano alla perdita di cibo ancora commestibile. Lo spreco alimentare può verificarsi in qualunque punto della catena produttiva e di consumo degli alimenti.
Secondo la FAO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione), circa un terzo di tutto il cibo prodotto globalmente verrebbe sprecato ogni anno, con la maggior parte dello spreco alimentare che avverrebbe nei paesi sviluppati.
Dati e statistiche sullo spreco alimentare
Essendo un problema diffuso e grave, molte organizzazioni producono annualmente dati e statistiche riguardo lo spreco alimentare. Vediamone qualcuna più nel dettaglio.
In Italia
Secondo un report realizzato da Confcommercio in Italia siamo piuttosto attenti a contrastare lo spreco alimentare; tuttavia, la tendenza allo spreco domestico è in aumento negli ultimi anni.
Si stima che ogni persona sprechi più di mezzo chilo di cibo a settimana, principalmente a causa della dimenticanza delle date di scadenza o del deterioramento degli alimenti deperibili.
Si stima inoltre che:
- Solo il 29% della popolazione tenda a conservare gli avanzi per riutilizzarli;
- Solo il 23% faccia un programma settimanale dei pasti;
- Solo l’11% doni a parenti, amici o vicini il cibo cucinato in eccesso.
Nel mondo
Secondo il Food waste index report 2024, realizzato dall’Unep (United Nations Environment Programme), una persona in media sprecherebbe circa 80 kg di cibo ogni anno, con il 60% dello spreco alimentare che avverrebbe a livello domestico.
Andando più nel dettaglio, invece:
- I punti vendita, come negozi e supermercati, sono responsabili di circa il 12% dello spreco;
- I servizi di ristorazione contribuiscono per il 29%;
- Il restante 13% del cibo scartato avviene durante le fasi di approvvigionamento e produzione, dall’atto della raccolta al trasporto.
Le cause principali dello spreco alimentare
Detto questo, quali sono le principali cause per cui si verifica spreco alimentare?
Si stima che:
- Molti alimenti vengano scartati già durante o poco dopo la raccolta, per via di standard estetici non conformi;
- Altri vengano danneggiati durante la fase di trasporto, e dunque vengano giudicati non idonei alla vendita;
- Altri ancora restano invenduti presso negozi e supermercati.
Per quanto riguarda gli sprechi che vengono effettuati dai consumatori finali, possiamo individuare tra le cause:
- Scarsa attenzione a consumare gli alimenti prima della data di scadenza;
- Scarsa conoscenza riguardo le corrette modalità di conservazione degli alimenti;
- Acquisto di cibo in eccesso o preparazioni eccessivamente abbondanti, senza che vi sia riutilizzo degli avanzi;
- Confusione riguardo le diciture. Molte persone ritengono che la dicitura “consumare preferibilmente entro…” riguardi la data dopo la quale l’alimento non è più commestibile, gettando cibi ancora “buoni”.
Quali sono gli alimenti che vengono sprecati più di frequente?
Si stima che i cibi che vengano gettati più spesso siano:
- Frutta e verdura;
- Latticini;
- Pane.
Le conseguenze
Tra le principali conseguenze dello spreco alimentare ricordiamo:
- Impatti negativi sull’ambiente. Si stima che ogni anno il cibo sprecato nella “sola” Unione Europea generi circa 170 milioni di tonnellate di CO2. Vi è inoltre spreco di risorse idriche, di suolo per la coltivazione e la produzione e di energia;
- Impatti economici, sia per quanto riguarda i costi di smaltimento, sia costi diretti e indiretti. Solo in Italia nel 2022 si stima che lo spreco alimentare sia costato oltre 9 miliardi di euro;
- Conseguenze più prettamente etiche e sociali. Basti pensare alla quantità di cibo che viene gettato via, quando si stima che, al mondo, una persona su dieci soffra di denutrizione.
Quali sono gli obiettivi dell’Agenda 2030 in merito allo spreco alimentare?
Tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e più in particolare l’obiettivo 12.3 si impegna a dimezzare entro il 2030 non solo lo spreco alimentare globale pro-capite, ma anche di ridurre lo spreco che si verifica durante la catena produttiva.
Le possibili soluzioni: cosa possiamo fare per non sprecare il cibo?
Esistono, tuttavia, delle possibili soluzioni che tutti, nel nostro piccolo, possiamo adottare per ridurre lo spreco alimentare. Tra queste:
- Sfruttare servizi anti-spreco come Too good to go e similari. Si tratta di app e servizi mediante i quali le attività possono vendere a prezzi fortemente scontati gli alimenti rimasti invenduti;
- Pianificare con cura i pasti e la lista della spesa, acquistando solo ciò di cui si ha bisogno e preferendo ove possibile alimenti a lunga conservazione;
- Congelare gli avanzi di cibo, per consumarli in un secondo momento. In alternativa, riutilizzarli;
- Assicurarsi di conservare correttamente gli alimenti, soprattutto quelli più “a rischio” come la frutta e la verdura
Fonti:
- Division, I. a. E., Forbes, H., Peacock, E., Abbot, N., & Jones, M. (2024, March 1). Food Waste Index Report 2024. Think Eat Save: Tracking Progress to Halve Global Food Waste. https://wedocs.unep.org/handle/20.500.11822/45230
- – Osservatorio Internazionale Waste Watcher dell’Università di Bologna, Lo spreco alimentare nei Paesi del G7 dall’analisi all’azione.
Articolista e copywriter con oltre dieci anni di esperienza. Appassionata riguardo il settore della nutrizione.