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EGFR: cosa significa, quando misurarlo e come leggere i risultati

L'EGFR è un esame che serve a stimare la capacità filtrante dei reni e la “qualità” del funzionamento renale.

L’EGFR è un esame che serve a stimare la capacità filtrante dei reni e la “qualità” del funzionamento renale.

Cos’è l’EGFR

EGFR è un acronimo che sta per Estimated Glomerular Filtration Rate, ovvero “tasso di filtrazione glomerulare stimato”. Nello specifico, serve a stimare la capacità filtrante dei reni, e in particolare la “qualità” del funzionamento renale.

EGFR e glomeruli: cosa sono?

I glomeruli sono una rete di capillari, la cui funzione è depurare il sangue. In un adulto sano i glomeruli filtrano ogni giorno in media duecento litri di sangue, da cui vengono prodotti circa due litri di urina. 

Dunque, cos’è l’EGFR?

Il tasso di filtrazione glomerulare (GFR) è, più nello specifico, la quantità di sangue che i glomeruli riescono a filtrare in un minuto.
Se il valore rilevato dall’EGFR tende a scendere nel tempo, oppure ad assumere valori inferiori alla norma, occorre svolgere esami più approfonditi perché è segno che i reni non stanno funzionando a dovere, e che nel sangue si stanno accumulando delle scorie.

Quando viene richiesto l’EGFR?

Di solito l’EGFR viene richiesto qualora vi sia bisogno di monitorare la corretta funzionalità dei reni. Il medico potrebbe prescrivere questo esame a seguito della comparsa di sintomi legati a malattie che potrebbero compromettere la funzionalità renale, oppure per monitorare il loro stato di salute qualora tali patologie siano state accertate. In generale, se si sospetta un malfunzionamento dei reni, l’EGFR è uno degli esami “di punta” per valutarne lo stato di salute.

Alcuni sintomi specifici a seguito dei quali potrebbe essere necessario svolgere un esame del tasso di filtrazione glomerulare sono:

  • Presenza di urine sanguinolente, o con la presenza di schiuma;
  • Ridotto volume urinario, spesso accompagnato a vere e proprie difficoltà nell’urinare;
  • Urine di colore scuro e, talvolta, dall’odore forte;
  • Dolore in prossimità dei reni, solitamente verso la parte bassa della schiena.

Alcune patologie potenzialmente collegate alla compromissione dei reni, e che dunque potrebbero richiedere di effettuare un EGFR, sono:

  • Diabete;
  • Lupus;
  • Malattie del sistema cardiovascolare;
  • Ipertensione.

Come viene misurato

L’EGFR viene calcolato in base alla quantità di creatinina presente nel sangue. Si tratta di una sostanza che viene prodotta dai muscoli, che viene poi filtrata dai reni ed eliminata attraverso l’urina. Se i reni non funzionano in maniera corretta, non riescono ad eliminare del tutto la creatinina, che dunque andrà ad accumularsi nel sangue.

L’EGFR è un esame minimamente invasivo, che solitamente viene effettuato tramite un prelievo del sangue a seguito di un digiuno di almeno otto ore. Spesso viene richiesto al paziente di evitare di mangiare carne la sera prima del test, in quanto potrebbe alterare i valori di creatinina presenti nel sangue.
È inoltre importante, per quanto possibile, che il paziente abbia riposato adeguatamente.

Oltre al prelievo del sangue, talvolta quest’ultimo viene accompagnato da un esame delle urine, e in particolare di tutte le urine prodotte nelle 24 ore precedenti l’esame.

Risultati – valore ottimale

Il calcolo dell’EGFR viene considerato nella norma se i valori sono compresi tra i 90 e i 120 ml/min (millilitri al minuto).

Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.

Fattori che possono influire sui risultati

Occorre tenere presente che alcuni fattori possono influire sui risultati dell’esame. Come accennato, talvolta viene richiesto ai pazienti di astenersi dal mangiare carne la sera prima dell’esame.
Questo poiché, per quanto in maniera temporanea, l’assunzione di carne potrebbe aumentare i livelli di creatinina presenti nel sangue, di fatto andando potenzialmente a “falsare” i risultati dell’esame.

Occorre inoltre tenere presente che che:

  • Gli uomini tendono ad avere livelli di creatinina più alti rispetto alle donne;
  • Nelle donne i livelli di creatinina tendono ad aumentare durante la gravidanza;
  • Vi sono patologie che influiscono sui livelli di creatinina nel sangue;
  • La capacità di filtrazione dei reni tende, comunque, a diminuire fisiologicamente con l’età.

Lettura dei risultati – EGFR alto

Un valore considerato elevato per l’EGFR è superiore ai 120 ml/min. Normalmente un valore elevato non costituisce motivo di preoccupazione, e anzi è indice che i reni funzionano bene. Tuttavia, se i livelli sono molto elevati rispetto alla norma occorre comunque tenere la situazione monitorata, poiché collegati a un maggiore rischio di ipertensione.

Lettura dei risultati – EGFR basso

Quando, invece, un valore dell’EGFR viene considerato basso? Tendenzialmente sotto i 90 ml/min è già segno che, per qualche motivo, i reni non funzionino in maniera efficiente. Qualora l’alterazione sia bassa, potrebbe trattarsi di un fenomeno passeggero, dovuto ad altri fattori, ad esempio l’assunzione di determinati tipi di farmaci. generalmente in caso di dubbio si ripete l’esame dopo qualche tempo.

Tuttavia, qualora i valori dell’EGFR siano di 15 ml/min o inferiori, ci troviamo di fronte ad una condizione di insufficienza renale, nella maggior parte dei casi cronica. Si tratta di una condizione irreversibile ma che può essere trattata efficacemente per rallentarne la progressione.
La sintomatologia comprende:

  • Sensazione di malessere persistente;
  • Senso di nausea e/o vomito;
  • Insonnia;
  • Bruciore di stomaco;
  • Alterazione cardiaca;
  • Difficoltà di concentrazione.

Come aggiustare i valori dell’EGFR

Qualora i valori dell’EGFR siano eccessivamente bassi ci troviamo di fronte ad una condizione cronica di insufficienza renale, pertanto, purtroppo, non è possibile “aggiustare” i valori e farli risalire. 

Tuttavia è possibile adottare alcuni comportamenti virtuosi che possono da un lato diminuire le probabilità di sviluppare insufficienza renale, mentre dall’altro possono rallentare la progressione della malattia.

Tra questi:

  • Prestare attenzione alla pressione sanguigna, evitando salga eccessivamente;
  • Seguire uno stile di vita sano, effettuando attività fisica almeno tre o quattro giorni la settimana, per almeno trenta minuti. Ovviamente, occorre fare attività fisica in maniera adatta al proprio stato di salute e alla propria età;
  • Mantenersi ben idratati, bevendo almeno due litri di acqua ogni giorno;
  • Trattare eventuali condizioni di sovrappeso o obesità.

La dieta in questo senso è un’alleata fondamentale. Seguire una dieta sana, che sia povera di grassi saturi e sodio e, soprattutto, sia bilanciata in nutrienti, è un fattore centrale per il benessere dell’organismo. Il supporto di un biologo nutrizionista può rivelarsi essenziale per seguire una dieta adatta alle proprie esigenze e, al contempo, sana ed equilibrata.

Fonti:

  • Levey, A. S., Coresh, J., Tighiouart, H., Greene, T., & Inker, L. A. (2019). Measured and estimated glomerular filtration rate: current status and future directions. Nature Reviews Nephrology, 16(1), 51–64. https://doi.org/10.1038/s41581-019-0191-y
  • Miller, W. G., & Jones, G. R. (2018). Estimated glomerular filtration rate; laboratory implementation and current global status. Advances in Chronic Kidney Disease, 25(1), 7–13. https://doi.org/10.1053/j.ackd.2017.09.013 
  • Agarwal, R., & Delanaye, P. (2018). Glomerular filtration rate: when to measure and in which patients? Nephrology Dialysis Transplantation, 34(12), 2001–2007. https://doi.org/10.1093/ndt/gfy363 
  • Levey, A. S., Tighiouart, H., Titan, S. M., & Inker, L. A. (2020). Estimation of Glomerular Filtration Rate With vs Without Including Patient Race. JAMA Internal Medicine, 180(5), 793. https://doi.org/10.1001/jamainternmed.2020.0045