Tiamina o vitamina B1: cos'è? A cosa serve?
La tiamina, o vitamina B1, è coinvolta in numerosi processi metabolici vitali e la sua carenza può avere conseguenze gravi se non correttamente integrata nell’alimentazione. Scopri dove si trova e qual è il fabbisogno giornaliero.

Punti chiave:
- Cos'è la tiamina: la tiamina, o vitamina B1, è una vitamina idrosolubile essenziale che il corpo non può produrre da solo. Si trova in forma libera o legata a fosfati e deve essere assunta regolarmente attraverso l’alimentazione.
- A cosa serve: la tiamina è fondamentale per il metabolismo energetico. Partecipa alla produzione di ATP, al metabolismo di carboidrati e alla funzione nervosa. È anche coinvolta nella sintesi dei nucleotidi e nella protezione cellulare.
- Carenza di vitamina B1: una carenza di tiamina può causare stanchezza, disturbi cardiaci e neurologici, fino a condizioni gravi come il beriberi o la sindrome di Wernicke-Korsakoff. È più frequente in soggetti malnutriti o con assorbimento compromesso.
La tiamina, conosciuta anche come vitamina B1, è una delle vitamine essenziali per la salute umana. Fa parte del gruppo delle otto vitamine del gruppo B ed è classificata come una vitamina idrosolubile. Questo significa che il nostro corpo non è in grado di immagazzinarla per lunghi periodi e l'eccesso viene rapidamente escreto attraverso le urine, rendendo indispensabile un apporto costante e regolare attraverso la dieta quotidiana, varia e ricca di vitamine e micronutrienti essenziali. La tiamina è coinvolta in numerosi processi metabolici vitali, e la sua carenza può avere conseguenze gravi se non correttamente integrata nell’alimentazione. Per oltre settant'anni, questa molecola ha suscitato un vivo interesse tra biologi, biochimici e medici, grazie alla sua partecipazione multilaterale in processi biochimici e fisiologici chiave all'interno delle cellule, fondamentali per il corretto funzionamento dell'organismo.
Cos'è la tiamina o vitamina B1?
La tiamina è una molecola complessa, la cui struttura è caratterizzata da due anelli principali: un anello pirimidinico e un anello tiazolico. Questi due componenti sono uniti tra loro da un ponte metilenico. Questa particolare architettura molecolare le conferisce le sue preziose proprietà biologiche uniche, fondamentali per la salute cellulare.
Sebbene microrganismi, funghi e piante siano in grado di sintetizzarla, animali ed esseri umani devono ottenerla necessariamente dagli alimenti, ciò significa che la tiamina è una vitamina essenziale. All'interno delle cellule, la vitamina B1 può trovarsi in diverse forme: tiamina libera, che è la forma non fosforilata, e tre esteri fosfato: la tiamina monofosfato, la tiamina difosfato e la tiamina trifosfato. Più recentemente, è stata identificata una nuova forma, l'adenosina tiamina trifosfato, che sta aggiungendo ulteriori tasselli alla comprensione dei suoi meccanismi d'azione e del suo ruolo biologico.
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Fabbisogno giornaliero di tiamina
Secondo i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti), il fabbisogno giornaliero di tiamina varia in base all’età e al sesso. Gli uomini adulti necessitano di circa 1,2 mg al giorno, mentre per le donne adulte il valore è leggermente inferiore, pari a 0,9 mg. Durante la gravidanza, invece, l’apporto consigliato aumenta a 1,4 mg. Negli anziani, il fabbisogno può scendere a circa 0,8 mg al giorno, anche se è sempre meglio consultare un medico o un nutrizionista per una valutazione personalizzata. Lo stile di vita e le condizioni di salute influenzano inoltre la necessità. Nei bambini e negli adolescenti, il bisogno di tiamina varia tra 0,5 mg e 1,2 mg, a seconda dell’età e del sesso.
Molto spesso, la tiamina è inclusa negli integratori multivitaminici insieme ad altre vitamine del gruppo B, come la vitamina B6, la vitamina B12 e l’acido pantotenico, che agiscono in sinergia per sostenere il metabolismo, la funzione nervosa e il benessere generale dell’organismo.
Dove si trova? In quali alimenti?
Come accennato, animali ed esseri umani devono assumere la tiamina attraverso l'alimentazione. La tiamina è presente naturalmente in diversi alimenti oppure viene aggiunta a prodotti alimentari attraverso la fortificazione e può essere assunta tramite integratori alimentari. Tra le fonti alimentari ricche di tiamina troviamo:
- riso integrale; cereali integrali;
- carne di maiale;
- pollame;
- soia;
- frutta a guscio;
- piselli;
- fagioli secchi;
- prodotti a base di cereali fortificati o arricchiti, come pane, cereali per la colazione e formule per lattanti.
A cosa serve la tiamina
La tiamina, o vitamina B1, svolge un ruolo fondamentale nel corpo umano, partecipando a numerosi processi biologici, sia come coenzima che con funzioni non coenzimatiche. La sua forma attiva, chiamata tiamina difosfato (TPP), è essenziale per più di 20 enzimi coinvolti nella produzione di energia (ATP), nel metabolismo di carboidrati, grassi e alcuni amminoacidi, e in passaggi chiave del ciclo di Krebs, che serve a ricavare energia dal cibo.
La tiamina è anche importante per la sintesi dei nucleotidi e per la protezione delle cellule dallo stress. Oltre a queste funzioni, studi recenti suggeriscono che alcuni suoi derivati regolano l’espressione genica e aiutano le cellule ad adattarsi a condizioni ambientali difficili, come lo stress o le variazioni nutrizionali, e potrebbero essere coinvolti anche nella trasmissione dei segnali nervosi soprattutto a livello cerebrale e periferico.
Grazie al suo ruolo cruciale, la tiamina è approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento di malattie causate dalla sua carenza, come l’encefalopatia di Wernicke, il beriberi infantile e alcuni disturbi cardiaci. Viene anche utilizzata a scopo preventivo, ad esempio nei pazienti a rischio che ricevono glucosio per via endovenosa o in quelli con malassorbimento che non riescono ad assumerla per bocca.
Carenza di tiamina: cause e sintomi
La carenza di tiamina può derivare da un’alimentazione insufficiente, da problemi di assorbimento intestinale o da un’eccessiva eliminazione attraverso le urine.
La carenza è particolarmente frequente in alcune categorie a rischio: persone con alcolismo, anziani, soggetti malnutriti, pazienti con AIDS, malattie gravi, chirurgia bariatrica, donne in gravidanza o allattamento, persone con diete squilibrate, digiuni prolungati, ipertiroidismo, insufficienza renale in dialisi o infezioni sistemiche, oltre a neonati alimentati con formule a base di soia. Anche alcuni farmaci possono interferire con i livelli di tiamina.
I sintomi iniziali della carenza includono stanchezza, perdita di peso, confusione, disturbi gastrointestinali e cardiaci, mentre nei casi più gravi possono comparire forme di Beriberi: quello “umido”, che colpisce il cuore, e quello “secco”, che danneggia il sistema nervoso periferico.
Nei neonati la carenza può portare a sintomi gravi e persino alla morte improvvisa.
Se non trattata, la carenza può evolvere nella sindrome di Wernicke-Korsakoff, una grave complicanza neurologica caratterizzata da problemi di coordinazione, paralisi oculare, amnesia e disorientamento. È importante ricordare che nei pazienti a rischio, la somministrazione di glucosio per via endovenosa deve essere preceduta da quella di tiamina, per evitare il peggioramento dei sintomi neurologici.
Eccesso di vitamina B1: cause e sintomi
Poiché è idrosolubile, la tiamina viene eliminata con le urine e raramente provoca tossicità. Anche in caso di supplementazione, è considerata sicura e ben tollerata. Solo in rari casi si sono osservate reazioni avverse lievi o allergiche alla somministrazione iniettabile. Non esistono controindicazioni assolute, ma chi ha avuto reazioni allergiche a integratori di vitamine dovrebbe consultare il medico per evitare possibili complicazioni.
Fonti:
- Martel, J. L., Kerndt, C. C., Doshi, H., & al. (2024). Vitamin B1 (Thiamine). In StatPearls [Internet]. StatPearls Publishing. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK482360/
- Tylicki, A., & Siemieniuk, M. (2011). Tiamina i jej pochodne w regulacji metabolizmu komórek [Thiamine and its derivatives in the regulation of cell metabolism]. Postępy Higieny i Medycyny Doświadczalnej (Online), 65, 447–469.