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Carenza di vitamina D: sintomi e rischi per la salute

Quali sintomi possono indicare una carenza di vitamina D? Conosciamo i fattori di rischio e i consigli utili a curare o prevenire questa condizione. 

Carenza di vitamina D

Stanchezza e debolezza muscolare sono tra i sintomi più comuni della carenza di vitamina D, a cui si può porre rimedio con la giusta integrazione. Questo non significa però sottovalutare i rischi che comporta per la nostra salute. Conosciamoli e capiamo come comportarci. 

Quando parliamo di carenza di vitamina D

Si parla di carenza di vitamina D, anche detta ipovitaminosi D, quando i suoi valori nel sangue sono inferiori a 30 ng/ml (nanogrammi per millilitro). 

Il giusto apporto di vitamina D è importante per migliorare l’assorbimento di calcio e fosforo, essenziali per la formazione e il rafforzamento delle ossa. Una sua carenza può indebolire i muscoli e rallentare la crescita, soprattutto nei bambini.

Chi ha più possibilità di avere una carenza di vitamina D? 

La carenza di vitamina D è frequente soprattutto negli anziani (Katherine Zeratsky e colleghi, 2022), perché il suo fabbisogno aumenta con l’età. Inoltre, le persone anziane trascorrono meno tempo all’aperto, e l’esposizione al sole è uno dei modi migliori per assorbire la vitamina D. 

Tra i pazienti più colpiti da questa carenza troviamo anche chi ha la pelle scura, a causa di un’alta concentrazione di melanina che limita l’assorbimento dei raggi ultravioletti. 

A questo proposito, è importante considerare il legame tra la carenza di vitamina D e i sintomi sulla pelle. La vitamina D è infatti in grado di regolare la produzione di melanina: chi presenta una carenza è più soggetto alla formazione di macchie. 

Infine, la carenza di vitamina D è presente nei pazienti affetti da malattie intestinali (morbo di Chron e celiachia) che causano malassorbimento

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Cause della carenza di vitamina D

Le cause di questa carenza sono tante e piuttosto comuni. Tra di esse troviamo: 

  • scarsa esposizione al sole;
  • apporto alimentare insufficiente
  • malattie intestinali responsabili di malassorbimento

Queste sono le cause principali, ma ci sono anche altre condizioni che provocano la carenza di vitamina D, come le malattie renali o l’assunzione di farmaci antisteroidei. 

Fattori di rischio

Diversi fattori contribuiscono alla carenza di vitamina D, tra cui il fumo di sigaretta e l’età avanzata: tale carenza è infatti frequente negli anziani al di sopra dei 65 anni. 

Vi sono anche alcune malattie intestinali, come il morbo di Chron o la celiachia, che causano un abbassamento della vitamina D (Stallhofer, J e colleghi, 2022). I pazienti affetti da queste patologie hanno bisogno di monitorare i propri valori per prevenire la carenza o curarla, se già presente. 

Questa carenza è inoltre frequente nelle donne in gravidanza, perché aumenta il fabbisogno di calcio necessario alla formazione dello scheletro fetale. 

Tra le altre patologie, quelle dermatologiche non fanno eccezione. Esiste infatti un nesso tra carenza di vitamina D e pelle, soprattutto in condizioni come la psoriasi, la vitiligine e la dermatite atopica.

Infine, è stato riscontrato un collegamento tra carenza di vitamina D e tiroide. In particolare, l’abbassamento della vitamina è frequente nei pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto, un’infiammazione cronica della tiroide che può portare all’ipotiroidismo. 

Come riconoscere la carenza di vitamina D

Spasmi muscolari, debolezza e dolori ossei sono spesso legati alla carenza di vitamina D. 

Il collegamento tra i sintomi e una possibile carenza non è però immediato, specie se non si conoscono la vitamina e le sue funzioni. Questi segnali potrebbero essere confusi con altre cause o addirittura ignorati, se non particolarmente gravi.

Se si sospetta una carenza, sarà sufficiente un prelievo di sangue per conoscere il valore 24 (OH) D, che rileva il livello di vitamina D presente nel nostro organismo. Se questo risulta inferiore a 30 ng/ml, sarà necessario rivolgersi al proprio medico per valutare una possibile integrazione. 

Sintomi della carenza di vitamina D: stanchezza.

Sintomi della carenza di vitamina D

Tra i sintomi che indicano una carenza di vitamina D troviamo: 

  • stanchezza;
  • dolore alle ossa;
  • debolezza muscolare;
  • spasmi muscolari, di solito presenti nei neonati e segno di rachitismo

Oltre a questi, è importante considerare il nesso tra carenza di vitamina D e capelli, in cui la nostra chioma appare diradata e indebolita. 

Inoltre, troviamo una correlazione tra carenza di vitamina D e sintomi neurologici. Capita spesso che i pazienti interessati abbiano difficoltà a concentrarsi e perdita di memoria, impiegando più energie del dovuto per pensare in modo chiaro. 

Nei casi più gravi, l’indebolimento delle ossa che caratterizza questa carenza può portare a conseguenze importanti tra cui: 

  • rachitismo nei neonati, in cui il cranio si presenta molle;
  • ossa fragili negli adulti, in cui le parti interessate sono dolenti al tatto e più esposte al rischio di fatture;
  • fratture ossee, in particolare all’anca, negli anziani, che possono essere provocate facilmente, per esempio con un movimento sbagliato o una piccola caduta.
Curare la carenza di vitamina D con gli integratori.

Cura e trattamento

Per trattare la carenza della vitamina D abbiamo a disposizione diversi percorsi, suggeriti in base al livello di carenza. 

Per un corretto apporto di vitamina D si può ricorrere all’alimentazione, introducendo nella propria dieta pesci grassi come lo sgombro, il salmone, il pesce spada, o assumendo l’olio di fegato di merluzzo. 

Le percentuali assunte con gli alimenti potrebbero però essere insufficienti. Il trattamento più efficace è l’esposizione alla luce solare per almeno 10-15 minuti al mattino e alla sera. In alternativa, specie nei casi di carenze più gravi, si può ricorrere all’integrazione.

Negli integratori troviamo due tipologie di vitamina D:

  • vitamina D2, o ergocalciferolo, di origine vegetale;
  • vitamina D3, o colecalciferolo, sintetizzata dal nostro organismo tramite l’esposizione al sole. 

Tra le due, quella maggiormente utilizzata è la vitamina D3, perché più in grado di migliorare l’assorbimento di vitamina D e di regolarne i livelli nel sangue. 

Prevenzione: come evitare la carenza di vitamina D

Come accennato, collegare una possibile carenza di vitamina D alla stanchezza o ad altri sintomi non è scontato. Per prevenirla si può quindi ricorrere all’alimentazione, introducendo nella nostra dieta i cibi che la contengono. 

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Cosa mangiare con la vitamina D bassa? 

Principalmente pesci grassi e in particolare l’olio di fegato di merluzzo, che contiene un buon livello di vitamina D. Possiamo assumere anche i tuorli d’uovo e le verdure a foglia verde scuro, come bietole e cicoria, ma in questi alimenti la concentrazione è inferiore. 

Il miglior rimedio è sicuramente l’esposizione al sole, per circa venti minuti al giorno, con viso, mani e avambracci scoperti. Per evitare i danni alla pelle causati dai raggi ultravioletti, è importante evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata. 

Fonti