Esempi di piano alimentare e dieta per anoressia
Una dieta per anoressia efficace è progettata per favorire il recupero del peso e ristabilire un rapporto sano con il cibo.

Esempi di piano alimentare e dieta per anoressia
Lo scopo di una dieta per anoressia è quello di ristabilire un peso corporeo sano nelle persone affette dal disturbo alimentare, correggendone gradualmente le carenze nutrizionali.
Nella definizione di una dieta per anoressia è essenziale non affidarsi al fai da te, lavorando con dei professionisti qualificati che possano creare un piano alimentare equilibrato, elaborato sulle esigenze del singolo paziente. L’obiettivo è infatti reintegrare in maniera graduale i nutrienti essenziali concentrandosi sulla qualità dei singoli alimenti, favorendo allo stesso tempo il recupero di un rapporto sano con il cibo e l’alimentazione.
Comportamenti Alimentari Anoressici
I comportamenti alimentari anoressici si manifestano principalmente in due modi:
- Tramite la riduzione della quantità di elementi ingeriti, con restrizioni sempre più severe nel tempo;
- Attraverso un’alimentazione compulsiva seguita da comportamenti eliminatori, o “compensativi”, ad esempio tramite l’uso di sostanze lassative o diuretiche, vomito autoindotto, oppure un’eccessiva attività fisica allo scopo di bruciare le calorie assunte.
Un primo sintomo osservabile dall’esterno è l’attenzione ossessiva della persona anoressica nei confronti del cibo e dell’apporto calorico assunto. Talvolta questo tipo di disturbo si manifesta nelle fasi iniziali con atteggiamenti apparentemente innocui, ad esempio nel seguire diete particolarmente rigide o che promettono di perdere molto peso in relativamente poco tempo, come la dieta plank, oppure la dieta low carb.
Altrettanto, alcuni studi hanno messo in luce come la presenza di intolleranze, come ad esempio l’intolleranza al lattosio, o allergie possa innescare comportamenti che poi sfociano in disturbi del comportamento alimentare. A seguito di test per l’intolleranza al lattosio o simili, infatti, alcuni pazienti hanno sviluppato degli atteggiamenti di controllo ossessivo nei confronti del cibo (Dalle Grave et al, 2008).
L’alimentazione e la conseguente assunzione delle calorie diventano quindi una preoccupazione costante e sempre più invasiva nel tempo. Questa attenzione ossessiva non viene percepita come negativa dalle persone con anoressia. Anzi, il riuscire a seguire un piano alimentare particolarmente rigido viene percepito come sintomo di forza di volontà. Qualunque “sgarro” viene di conseguenza percepito come una perdita di controllo, che induce nella persona affetta sentimenti di rabbia o panico, da punire o ai quale riparare immediatamente.
Altri comportamenti alimentari anoressici possono essere:
- Ansia o irrequietezza all’avvicinarsi o durante l’orario tipico dei pasti;
- Piccoli rituali come masticare un elevato numero di volte ogni boccone, oppure tagliare il cibo in pezzi molto piccoli;
- Evitamento delle situazioni sociali nelle quali potrebbe essere presente un pasto;
- Attività fisica eccessiva, soprattutto dopo i pasti;
- Difficoltà di concentrazione e di memoria.
Dunque, cosa mangiano le anoressiche e gli anoressici?
Non c’è un vero e proprio identikit.
Tendenzialmente, la persona anoressica suddivide gli alimenti in “buoni” o “cattivi” a seconda dell’apporto calorico, ma questa suddivisione non è sempre predominante. Il disturbo da anoressia è infatti caratterizzato dal bisogno di controllo più che dall’attenzione reale per le calorie.
Una persona anoressica potrebbe dunque consumare alimenti ad alto contenuto calorico, come dolci o formaggi, ma in quantità minime, proprio per dimostrare a sé stessa il proprio autocontrollo.
Conseguenze del digiuno
Le conseguenze del digiuno per le persone affette da anoressia sono diverse, e possiamo dividerle in conseguenze a breve e lungo termine:
Conseguenze del digiuno a breve termine:
- Perdita di peso: è ovviamente la conseguenza più visibile. Tra i primi sintomi per la diagnosi di anoressia nervosa vi è infatti un peso corporeo pari o inferiore all’85% rispetto a quello che sarebbe considerato normale tenendo in considerazione l’età, il sesso, l'altezza e la composizione corporea del paziente;
- Perdita di capelli: è dovuta alle poche proteine assunte dalla persona affetta da anoressia. Il corpo infatti invia le poche proteine disponibili ad altre parti vitali dell'organismo, impedendo quindi ai capelli di “nutrirsi” e causandone la caduta;
- Anemia: le restrizioni nella dieta causano una forte mancanza di vitamine, minerali e nutrienti essenziali. L'anemia è causata principalmente da bassi livelli di ferro e può causare stanchezza, debolezza, battito cardiaco irregolare, pallore e facilità nel contrarre lividi;
- Temperatura corporea sotto la media: è causata dalla riduzione del grasso corporeo, che funge da isolante. La persona anoressica può dunque avere difficoltà a scaldarsi, anche indossando abiti pesanti, o in ambienti caldi;
- Disturbi dell’apparato digerente, tra cui il reflusso gastroesofageo. Questi disturbi, paradossalmente, possono portare la persona anoressica a non percepire il senso di fame.
- Forti irregolarità o scomparsa del ciclo mestruale, dovute all’alterazione o danneggiamento del sistema endocrino.
Conseguenze del digiuno a lungo termine:
- Osteoporosi precoce: a causa della malnutrizione e, più nello specifico, dello squilibrio ormonale, le ossa perdono densità minerale. L’osteoporosi può persistere anche dopo il recupero del peso;
- Malattie neurologiche;
- Danni al cuore: dovuti principalmente alle poche calorie introdotte in rapporto alle energie consumate. Il cuore inoltre si deteriora, insieme agli altri muscoli, portando ad ulteriori complicazioni come la bassa (o alta) pressione sanguigna, e un elevato rischio di arresto cardiaco, anche in giovane età.
Inoltre, ci si è chiesti a lungo se l’anoressia nervosa possa essere un fattore di rischio per sviluppare la sindrome metabolica.
Tuttavia, recenti studi sembrerebbero escludere una correlazione tra le due.
Difficoltà nell'alimentazione
Manifestandosi attraverso una serie di pensieri e comportamenti disfunzionali legati al cibo, il paziente affetto da anoressia prova diverse difficoltà nell’alimentazione, le quali vanno ben oltre il semplice conteggio delle calorie assunte.
Il fulcro delle difficoltà nell’alimentazione risiede infatti nella relazione emotiva con il cibo. Quest’ultimo viene percepito come uno strumento per esercitare una forma di controllo sulla propria vita e sul proprio comportamento. L’atto di mangiare può quindi causare nel paziente una profonda ansia, legata soprattutto al timore di non riuscire ad esercitare tale controllo.
Ulteriori difficoltà nell’alimentazione sono causate dal fatto che il cibo viene spesso utilizzato dal paziente come premio per aver raggiunto un obiettivo legato al peso, oppure come punizione per non esservi riusciti. Ad esempio, una piccola quantità di cibo qualora si riesca a digiunare per un po’ di tempo, oppure una negazione dello stesso qualora un certo obiettivo non venga raggiunto.
Va inoltre considerato che il paziente affetto da anoressia soffre di una percezione completamente distorta del proprio corpo. Viene infatti rilevato che anche individui profondamente sottopeso tendono a percepirsi come sovrappeso, se non addirittura obesi. Tale percezione distorta porta l’individuo ad alimentare un circolo vizioso: restrizioni sempre più estreme, paura sempre più intensa di ingrassare. E, di conseguenza, timore sempre più forte di non riuscire più ad esercitare un controllo sull’alimentazione.
Vanno tenute in considerazione anche le difficoltà più strettamente sociali legate al cibo: la persona anoressica infatti teme di essere giudicata qualora si trovi a dividere dei pasti con altre persone. Di conseguenza, le anoressiche e gli anoressici possono provare forte stress nelle situazioni sociali in cui può essere compreso un pasto, e tendere ad evitarle.
Ruolo della dieta per anoressia
Il ruolo della dieta per anoressia va ben oltre una mera questione di nutrizione, ma deve essere piuttosto parte di un percorso terapeutico più ampio, anche psicologico.
La dieta per anoressia è importante per due fattori principali:
- Ristabilire la salute fisica del paziente: come abbiamo visto, l’anoressia, specie se protratta nel tempo, può causare carenze nutrizionali che a loro volta possono portare a danni anche molto gravi, e talvolta irreversibili. Seguire un piano nutrizionale adeguato, fornito da un professionista, è essenziale per limitare e riparare per quanto possibile a tali danni. L'obiettivo è correggere le disfunzioni metaboliche, ripristinando le riserve energetiche e rafforzando il sistema immunitario danneggiato;
- Favorire e integrare il recupero psicologico: un percorso di rialimentazione graduale e controllato, guidato da dei professionisti, può e deve aiutare il paziente soprattutto nel ristabilire un rapporto sano con il cibo. Questo, anche attraverso trattamenti cognitivo-comportamentali.
Dunque, anche in questo caso, è assolutamente sconsigliato affidarsi a piani alimentari “fai da te”: sarà piuttosto un professionista a valutare i bisogni del paziente, accompagnandolo nel recupero e stilando un’opportuna dieta per ingrassare gradualmente e ristabilire i nutrienti mancanti.
Caratteristiche di un piano di alimentazione per anoressia
Le caratteristiche di un piano di alimentazione per anoressia sono diverse e possono variare da paziente a paziente. Una dieta per anoressia deve infatti essere cucita su misura sui bisogni e sulla fase di recupero in cui il paziente si trova.
Tuttavia, possiamo definire alcuni elementi fondamentali:
- Gradualità: una buona dieta per anoressia aumenta in maniera graduale l'apporto calorico e la quantità di cibo. Questo, sia per favorire la tolleranza da parte del paziente, non più abituato all’introduzione di grosse quantità di alimenti, sia per evitare l’insorgenza della cosiddetta sindrome da rialimentazione. Per favorire una buona ripresa da parte del paziente, il professionista può decidere di far somministrare pasti frequenti composti da piccole porzioni. L’idea di ingrassare velocemente dopo l’anoressia può inoltre causare ansia e stress nel paziente, favorendo il rifiuto nei confronti della cura;
- Flessibilità: un buon piano di alimentazione per anoressia è flessibile nei confronti dei bisogni e delle preferenze del paziente. Nei limiti del possibile si tende a privilegiare gli alimenti graditi dal paziente, per ristabilire una relazione positiva con il cibo;
- Sostegno psicologico: al piano alimentare si collega solitamente un piano di terapia psicologica. È infatti essenziale indagare e superare le cause che hanno portato allo sviluppo dell’anoressia e per sostenere il paziente nella guarigione.
Esempio di piano alimentare per anoressia
Ogni caso di anoressia è differente, dunque è difficile fornire un esempio di piano alimentare per anoressia univoco. Altrettanto, è fortemente sconsigliato, per non dire dannoso, affidarsi ad un piano alimentare senza averlo prima concordato con un professionista.
Un esempio di dieta ingrassante dopo l’anoressia potrebbe infatti presentare elevate quantità di cibi ricchi di grassi. Questi ultimi, pur favorendo l’aumento del peso non apporterebbero adeguati nutrienti all’organismo. Non è inoltre consigliato cercare di ingrassare velocemente dopo l’anoressia, proprio per non sottoporre il corpo ad ulteriori stress. Un piano alimentare inadeguato potrebbe inoltre, paradossalmente, rinforzare il disturbo del comportamento alimentare.
A titolo esemplificativo, un esempio di piano alimentare per anoressia elaborato dal sistema sanitario del Queensland, Australia. Comprende sei piccoli pasti distribuiti ogni tre ore circa, ed è composto come segue:
Pasto | Piano alimentare | Piano alimentare - versione vegetariana |
Colazione | Una tazza di cereali accompagnata da una tazza di latte | Due fette di pane tostato con burro o margarina e una scatoletta di fagioli |
Spuntino mattutino | 200 grammi di yogurt bianco | Barretta di frutta secca o muesli, un frutto |
Pranzo | Due fette di pane con carne e insalata, ⅓ di avocado, un cucchiaino di maionese, un frutto | Un piatto di lenticchie oppure quattro falafel, formaggio grattugiato, una manciata di noci e un frutto |
Spuntino pomeridiano | Due crackers di riso con condimento a piacere (es.: hummus) | Due focaccine con burro di arachidi |
Cena | 150 grammi di pollo o pesce accompagnati da un piatto di patate | Curry di ceci (composto da una tazza di ceci e latte di cocco), un piatto di riso, verdure e yogurt greco |
Spuntino serale | Un pacchetto piccolo di frutta secca | Due fette di formaggio e cracker salati |
Chiaramente, come accennato, si tratta di un esempio di dieta ingrassante dopo l’anoressia, per quanto equilibrata. L’obiettivo di piani alimentari come quello appena descritto è fornire la giusta quantità di proteine, carboidrati e grassi, dividendo il tutto in pasti facilmente assimilabili dal paziente.
A questi, a seconda della gravità, può essere necessario aggiungere degli integratori alimentari, così da non “appesantire” inutilmente la dieta da un lato, ma ristabilire la giusta quantità di nutrienti nell’altro.
Fonti
- Padrão, M. J., Barbosa, M. R., & Coimbra, J. L. (2012). Meal plan in the treatment of anorexia nervosa: a way of feeding the disorder and starving the patient. Global Journal of Health Science, 5(1). https://doi.org/10.5539/gjhs.v5n1p112
- Rinninella, E., D’Angelo, M., Borriello, R., Galasso, T., Cintoni, M., Raoul, P., Impagnatiello, M., Annicchiarico, B. E., Gasbarrini, A., & Mele, M. C. (2022). Incidence and impact of refeeding syndrome in an internal medicine and gastroenterology ward of an Italian tertiary referral center: a prospective cohort study. Nutrients, 14(7), 1343. https://doi.org/10.3390/nu14071343