Piastrine: cosa sono, funzioni e patologie collegate

Le piastrine sono frammenti di cellule il cui compito principale è bloccare le emorragie. Le patologie sono in genere legate alla conta o ai malfunzionamenti.

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Le piastrine sono frammenti di cellule il cui compito principale è bloccare le emorragie. Le patologie sono in genere legate alla conta o ai malfunzionamenti.

Cosa sono le piastrine?

Le piastrine sono frammenti di cellule, privi di nucleo, che derivano dalla frammentazione dei megacariociti presenti nel midollo osseo. Entrano in circolo all’interno del sangue, come i globuli bianchi e i globuli rossi e gli altri fluidi dell’apparato cardiocircolatorio, e vi rimangono in media 7-10 giorni prima di essere eliminate da fegato e milza, che ne trattengono una parte.

Ogni piastrina ha un diametro di 2-3 micrometri e una struttura interna formata da granuli e recettori di superficie, che consentono loro di “attivarsi” solo in presenza di un danno ai vasi sanguigni.

Ruolo e funzioni: a cosa servono?

Le piastrine servono principalmente a fermare il flusso del sangue quando si rompe un vaso sanguigno, scongiurando così delle perdite eccessive. 
Appena si verifica una lesione, si “attivano”, cambiano forma e aderiscono al tessuto danneggiato, formando una sorta di “tappo”, che blocca il sanguinamento.

Oltre ad aggregarsi tra loro, le piastrine rilasciano delle sostanze chimiche che richiamano altre piastrine sul posto e attivano i fattori della coagulazione. Questi passaggi danno il via alla cosiddetta cascata coagulativa, ovvero tutti quei processi dell’organismo che avvengono appunto “a cascata” per evitare che l’organismo perda troppo sangue. 

Le piastrine non intervengono direttamente nella riparazione del tessuto danneggiato, ma creano le condizioni perché le cellule della parete vasale possano ricostruirsi
Quando la ferita è guarita, parte tutta una serie di meccanismi che sciolgono gradualmente il coagulo per ripristinare la normale circolazione.

Il conteggio delle piastrine

Il conteggio delle piastrine misura quante piastrine sono presenti in un campione di sangue venoso. Si esegue come parte dell’emocromo completo, anche durante gli esami del sangue di routine, e non richiede una preparazione particolare.

Il medico può prescriverlo sia in assenza di sintomi, come controllo per lo stato di salute generale, oppure quando ci sono sintomi sospetti come: 

  • Epistassi frequenti;
  • Sanguinamenti prolungati;
  • Petecchie, ovvero piccoli puntini rossi sulla pelle;
  • Porpora;
  • Formazione di lividi senza che ve ne sia motivo;
  • Ingrossamento dei linfonodi

In linea generale, il conteggio delle piastrine è necessario anche per valutare la presenza di eventuali malattie del midollo osseo o disturbi della coagulazione.

In genere oltre al numero si controlla anche il volume medio delle piastrine (MPV) e l’indice di distribuzione (PDW) per avere informazioni più dettagliate sulla loro dimensione e sulla regolarità di produzione da parte del midollo osseo.

Quanto costa effettuare il conteggio delle piastrine?

In media, in un laboratorio privato, il solo conteggio delle piastrine costa tra i 3 e i 5 euro, mentre nel pubblico rientra tra gli esami “di base” coperti dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il costo del conteggio delle piastrine non è “fisso” ma può variare a seconda del laboratorio o se fa parte di un pacchetto più ampio di analisi del sangue. In questi casi il costo degli esami del sangue tende a scendere o a salire a seconda dei controlli compresi. 

I valori normali delle piastrine

I valori normali delle piastrine in un adulto sano variano da 140.000 a 440.000 unità per microlitro di sangue

Il conteggio può essere influenzato da diversi fattori
Per esempio, nelle donne, durante il ciclo mestruale o in gravidanza, le piastrine possono diminuire leggermente, per quella che viene chiamata trombocitopenia gestazionale. Si tratta di una condizione fisiologica del tutto normale, che non rappresenta un rischio per la salute.

piastrine

Le piastrine alte

Le piastrine alte indicano una produzione superiore alla norma, in genere superiore alle 440.000 unità per microlitro di sangue. Questa condizione viene definita trombocitosi

Può essere: 

  • Primaria, anche chiamata trombocitemia essenziale;
  • Secondaria, anche chiamata trombocitosi reattiva.

Nella trombocitemia primaria, o essenziale, le cellule del midollo osseo producono piastrine in eccesso senza che vi sia una causa apparente. Si tratta di una condizione potenzialmente pericolosa poiché, anche se sembra controintuitivo, un numero molto alto di piastrine può favorire i sanguinamenti invece di aumentare la coagulazione. In questi casi in genere il medico impiega dei farmaci specifici per ridurre la conta.

La trombocitosi reattiva è più comune e si verifica in genere come risposta ad altre condizioni dell’organismo, tra cui: 

  • Infezioni;
  • Infiammazioni croniche, come l’artrite reumatoide o le malattie infiammatorie intestinali;
  • Carenza di ferro;
  • Traumi;
  • Presenza di alcuni tipi di tumore. 

In questo caso le piastrine aumentano per “difendere” l’organismo, e di solito non comportano particolari rischi. La conta viene qui utilizzata come sintomo per verificare che qualcosa, nel corpo, non stia funzionando come dovrebbe. 
Per trattare la trombocitosi secondaria si interviene quindi sulla causa scatenante, non direttamente sul numero di piastrine

Quando l’aumento di piastrine è occasionale o lieve, spesso non vi è bisogno di effettuare alcuna cura specifica, ma solo controlli periodici.

Le piastrine basse

Le piastrine basse indicano una quantità di piastrine inferiore al valore minimo di riferimento, ovvero 140.000 per microlitro. Questa condizione viene anche chiamata trombocitopenia, o piastrinopenia 

Ma cosa fa abbassare le piastrine? Le cause possono essere diverse, e in particolare possiamo ricordare:

  • La presenza di infezioni virali, come epatite e mononucleosi;
  • Malattie autoimmuni;
  • Carenze di nutrienti, causate ad esempio dai diete sbilanciate, in particolare ferro, folati e/o vitamina B12;
  • Trattamenti chemioterapici e radioterapici;
  • Esposizione più o meno prolungata a sostanze tossiche;
  • Abuso di alcol;
  • Alcune patologie a carico del midollo osseo.

Quando la conta scende sotto le 50.000 unità, anche piccoli traumi possono causare emorragie importanti. Se il livello scende tra 10.000 e 20.000, aumenta il rischio di emorragie spontanee, che possono essere potenzialmente molto gravi o addirittura mortali. In questi casi, in genere, viene effettuata una trasfusione di piastrine.

I sintomi più comuni di piastrine basse sono:

  • Presenza di petecchie, ovvero piccoli puntini rossi sulla pelle;
  • Facilità nella formazione di lividi;
  • Sanguinamento gengivale;
  • Epistassi frequenti e/o abbondanti;
  • Presenza di sangue nelle urine e/o nelle feci;
  • Flusso mestruale molto abbondante.

Anche le cause possono essere diverse, ma in particolare la trombocitopenia può derivare da: 

  • Una ridotta produzione di piastrine nel midollo osseo;
  • Una distruzione accelerata delle piastrine già presenti nell’organismo. 

Non esiste un trattamento univoco, ma dipende dalla gravità e dall’origine del problema.

Le malattie delle piastrine

Le malattie delle piastrine possono essere di tipo quantitativo o qualitativo, e influenzano la capacità del sangue di coagulare correttamente
Le principali patologie a carico delle piastrine sono:

  • La trombocitemia essenziale. Si tratta di una patologia in cui le cellule del midollo osseo producono un numero eccessivo di piastrine senza che vi sia una causa identificabile;
  • La trombocitosi reattiva. Anche questa è una patologia che causa l’aumento delle piastrine, che tuttavia in questo caso avviene per via di un’altra causa di base. Può essere dovuta a infezioni, carenze nutrizionali, malattie infiammatorie o tumori. 
    In genere, questo aumento non causa problemi di coagulazione e non serve alcun trattamento diretto sulle piastrine, andando piuttosto a curare la patologia scatenante;
  • La trombocitopenia. Si tratta della situazione opposta. I valori delle piastrine scendono al di sotto dei valori di riferimento. Se il numero scende eccessivamente, aumenta il rischio di emorragie spontanee e nei casi più gravi si ricorre a trasfusioni piastriniche.
  • La disfunzione piastrinica. In questo caso le piastrine sono presenti in numero normale ma non riescono a “svolgere” bene il loro compito. La causa può essere ereditaria, legata all’uso di alcuni farmaci o alla presenza di altre patologie del sangue. Anche in questo caso, è opportuno individuare la causa scatenante e agire su di essa.

In presenza di sintomi sospetti o alterazioni persistenti nei valori, è fondamentale rivolgersi al proprio medico ed eventualmente ad un ematologo per eseguire tutti gli accertamenti necessari e valutare una terapia adeguata

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