Frequenza cardiaca: valori normali e anomalie

La frequenza cardiaca indica il numero di battiti al minuto e varia in base a età, attività fisica e altri fattori. Conoscerne i valori normali aiuta a identificare la presenza di eventuali anomalie.

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frequenza cardiaca

La frequenza cardiaca è il numero di battiti effettuati dal cuore in un minuto. 
Si misura in bpm (battiti per minuto) e la media può variare a seconda dell’età, dell’attività fisica svolta o di alcune condizioni cliniche.

Cos'è la frequenza cardiaca?

La definizione di frequenza cardiaca indica il numero di volte in cui il cuore batte in un minuto. Viene misurata in bpm (battiti per minuto), ed è un parametro importante per poter valutare lo stato di salute dell'apparato cardiocircolatorio.

Il cuore, infatti, pompa sangue in tutto il corpo grazie a delle contrazioni ritmiche, la cui velocità tende a cambiare in base a diversi fattori. 
La misurazione può essere effettuata rilevando le pulsazioni arteriose, manualmente oppure con degli strumenti o degli esami dedicati come il cardiofrequenzimetro o l’elettrocardiogramma.

Quali sono i valori normali della frequenza cardiaca?

I valori della frequenza cardiaca variano in base a diversi fattori: l’età, se si sta o meno effettuando attività fisica, lo stato emotivo, la temperatura corporea, la presenza di eventuali patologie, l’uso di farmaci o di sostanze stimolanti.  È inoltre necessario distinguere tra i battiti a riposo e i battiti rilevati durante l’attività fisica.

Nei bambini la frequenza cardiaca tende ad essere maggiore rispetto a quella degli adulti. In un neonato la frequenza cardiaca normale a riposo si aggira tra i 100 e i 190 bpm.

La frequenza cardiaca a riposo

Negli adulti sani, la frequenza cardiaca a riposo è considerata normale tra 60 e 100 battiti al minuto. Sotto i 60 bpm parliamo di frequenza cardiaca bassa, mentre sopra i 100 bpm parliamo di frequenza cardiaca alta.

La misurazione ideale avviene al mattino, appena svegli, in posizione supina o seduta, senza aver svolto attività fisica o assunto caffeina. 

La frequenza cardiaca in attività

Durante l’attività fisica, la frequenza cardiaca tende ad aumentare per garantire un apporto adeguato di ossigeno ai tessuti. Non è possibile dare un intervallo “universale”, poiché la frequenza cardiaca in attività aumenta a seconda dello sforzo. Tuttavia, in genere la soglia massima teorica dei battiti viene stimata sottraendo la propria età da 220. 
Il valore raccomandato sotto sforzo si aggira attorno al 60-75% di questa cifra, a seconda dell’intensità dell’allenamento. Ad esempio, un valore “normale” per una persona di 30 anni che sta svolgendo attività fisica può essere di 140 bpm.

Quali sono i fattori che influenzano la frequenza cardiaca

La frequenza cardiaca non è un parametro “fisso”, ma che varia anche di molto a seconda degli stimoli interni ed esterni. 
Tra i principali fattori che la influenzano possiamo ricordare:

  • L’attività fisica;
  • Lo stato emotivo (stati di ansia o di paura tendono a far aumentare la frequenza cardiaca);
  • La temperatura corporea. Una temperatura bassa tende a rallentare la frequenza cardiaca, mentre una temperatura alta tende ad aumentarla;
  • La condizione ormonale;
  • La composizione corporea;
  • Il bilancio di sali minerali all’interno dell’organismo;
  • L’uso di sostanze stimolanti o sedative.

Durante l’esercizio, i recettori presenti nei muscoli e nelle articolazioni segnalano l’aumento del movimento ai centri cardiovascolari, che riducono l’attività parasimpatica (tutti quei meccanismi corporei dedicati alla “conservazione” dell’energia) e stimolano quella simpatica. 
Questo porta a un incremento della frequenza cardiaca e della forza di contrazione. Lo stesso avviene in condizioni di stress emotivo, per effetto dell’attivazione del sistema limbico del cervello e del rilascio di alcuni ormoni, come l’adrenalina e la noradrenalina.

Anche gli ormoni tiroidei, in particolare T3 e T4, possono aumentare la frequenza cardiaca, agendo direttamente sul cuore e potenziando la risposta agli stimoli simpatici. 

Infine, la temperatura corporea incide in modo diretto: l’ipertermia accelera i battiti, mentre l’ipotermia li rallenta. Anche stimolanti come caffeina e nicotina aumentano la frequenza cardiaca, così come alcune droghe e farmaci.

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Come si misura la frequenza cardiaca?

La frequenza cardiaca si misura contando i battiti effettuati dal cuore in un minuto. Può essere rilevata manualmente oppure utilizzando degli strumenti specifici.

Il metodo più semplice e rapido consiste nel percepire le pulsazioni effettuando una leggera pressione con l’indice e il medio su alcune arterie. In particolare la cosiddetta arteria radiale, presente sul polso, o la carotide, presente sul collo. 

Si possono contare i battiti per 60 secondi, oppure per 15 o 20 e moltiplicare il numero rilevato rispettivamente per 4 o 3.

Esistono poi degli strumenti digitali come i cardiofrequenzimetri, oppure alcuni smartwatch che forniscono una rilevazione più immediata e potenzialmente riducono la possibilità di errore, sebbene alcuni di essi (in particolare gli smartwatch molto economici) possano non essere particolarmente precisi. 

L’elettrocardiogramma (ECG) resta comunque uno degli strumenti diagnostici più precisi. Viene utilizzato non solo per rilevare la frequenza cardiaca, ma anche eventuali alterazioni del ritmo cardiaco.

Le anomalie della frequenza cardiaca

Le anomalie della frequenza cardiaca si verificano quando i battiti sono:

  • Troppo lenti, la cosiddetta bradicardia;
  • Troppo rapidi, la cosiddetta tachicardia;
  • Irregolari. In questo caso parliamo delle cosiddette aritmie. 

Queste alterazioni possono essere fisiologiche oppure segnalare la presenza di un problema, come una patologia o un’infiammazione, a seconda della frequenza, della durata e della presenza di sintomi.

La frequenza cardiaca elevata: tachicardia

La tachicardia è definita da una frequenza cardiaca superiore a 100 battiti al minuto in condizioni di riposo

Può essere transitoria o persistente, regolare o irregolare, ed è considerata anomala solo quando non è giustificata da uno sforzo fisico, da emozioni intense o da stimoli temporanei.

Tra le cause più comuni della tachicardia possiamo ricordare: 

  • Febbre, o comunque aumento della temperatura corporea;
  • Disidratazione;
  • Anemia;
  • Ipertiroidismo;
  • Ansia o paura;
  • Presenza di dolore acuto (ad esempio a seguito di una contusione o una frattura);
  • Uso di sostanze stimolanti come caffeina, nicotina e alcune droghe;
  • Assunzione di farmaci, come le amfetamine o alcuni antidepressivi.

In alcuni casi la tachicardia può essere il segnale di una patologia cardiaca sottostante. Per questo, se persistente e in assenza apparente di “stimoli” esterni, è sempre opportuno consultare un medico non solo per ricevere consigli mirati su come abbassare i battiti cardiaci, ma anche per indagare le cause.

La frequenza cardiaca ridotta: bradicardia

La bradicardia si verifica quando la frequenza cardiaca scende sotto i 60 battiti al minuto in condizioni di riposo.

Non sempre è indice della presenza di una patologia. In alcuni sportivi ben allenati, ad esempio, una frequenza cardiaca bassa a riposo può essere considerata normale. Tuttavia, si tratta di casi al di fuori dalla norma.

La bradicardia diviene pericolosa quando i battiti rallentano al punto da non riuscire a garantire un flusso sanguigno sufficiente ai tessuti. 
In questi casi possono comparire alcuni sintomi come:

  • Vertigini;
  • Affaticamento e debolezza persistenti;
  • Senso di confusione;
  • Difficoltà respiratorie;
  • Perdita di coscienza. 

Le cause possono essere molteplici, ma possiamo ricordare:

  • Disturbi a carico dell’apparato cardiocircolatorio;
  • Ipotermia;
  • Carenza di ossigeno;
  • Compromissione del sistema nervoso autonomo;
  • Arresto cardiaco;
  • Squilibri elettrolitici, in particolare un eccesso di potassio;
  • Uso o abuso di alcuni farmaci; Anche l’ipossia, ovvero la carenza di ossigeno, può ridurre i battiti rallentando il metabolismo cellulare del muscolo cardiaco.

In ogni caso, in presenza di frequenza cardiaca bassa è opportuno consultare tempestivamente il proprio medico.

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