Iperglicemia o glicemia alta: sintomi e cause
L’iperglicemia è l’aumento dei livelli di glucosio nel sangue oltre la norma. Può essere transitoria o cronica, e nei casi più gravi comportare sintomi e complicanze anche serie.

L’iperglicemia, o glicemia alta, indica una presenza eccessiva di zuccheri nel sangue. Può essere temporanea, e causata da fattori fisiologici, oppure rappresentare il segnale della presenza di una condizione cronica come il diabete.
Cos'è l'iperglicemia?
L’iperglicemia è una condizione in cui i livelli di glucosio nel sangue superano i valori considerati normali.
In un soggetto sano, infatti, l’organismo regola i livelli di zucchero nel sangue attraverso un meccanismo preciso che coinvolge l’insulina, ovvero un ormone prodotto dal pancreas.
L’insulina “facilita” il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule, dove viene utilizzato come fonte di energia.
Se questo meccanismo subisce delle alterazioni, ad esempio perché non viene prodotta insulina in quantità sufficienti, oppure perché risulta inefficace, il glucosio tende ad accumularsi nel sangue, provocando appunto iperglicemia.
Si tratta di una condizione “tipica” (e di uno dei sintomi più evidenti) del diabete (compreso il diabete infantile), ma può comparire anche in persone non diabetiche.
In alcuni casi, come dopo un pasto particolarmente abbondante, l’aumento della glicemia è fisiologico e temporaneo, ed è la cosiddetta iperglicemia postprandiale.
Quando, invece, i livelli di glucosio nel sangue sono inferiori a quelli considerati “normali”, parliamo di ipoglicemia.
Quali sono i sintomi della glicemia alta?
I sintomi dell’iperglicemia possono comparire in modo graduale e variare sia in base ai livelli di glucosio, sia alla durata della condizione. In molti casi l’iperglicemia è addirittura asintomatica, tuttavia quando i valori di glucosio nel sangue superano i 180-200 mg/dl possono manifestarsi i primi segnali, tra cui:
- Polidipsia, ovvero aumento della sensazione di sete;
- Poliuria, ovvero minzione frequente, anche notturna;
- Senso di malessere e affaticamento persistente;
- Polifagia, ovvero aumento dell’appetito;
- Perdita di peso apparentemente ingiustificata;
- Mal di testa;
- Senso di nausea;
- Problemi alla vista, in particolare visione offuscata;
- Secchezza delle fauci;
- Arrossamenti e secchezza cutanea.
Gli esami e la diagnosi per la glicemia alta
L’iperglicemia si diagnostica con un prelievo di sangue a digiuno, in cui vi si misura la concentrazione di glucosio. Valori superiori a 100 mg/dl indicano la presenza di un'alterazione, mentre una glicemia a digiuno pari o superiore a 126 mg/dl in almeno due occasioni distinte consente di diagnosticare il diabete.
Oltre al test della glicemia, nei soggetti con sospetta iperglicemia può essere richiesto un ulteriore esame, ovvero il dosaggio dell’emoglobina glicata.
Quest’ultimo fornisce informazioni sui livelli medi di glucosio nel sangue delle 8-12 settimane precedenti all’esame.
Si tratta di un parametro potenzialmente utile per poter distinguere se si tratta di un episodio isolato o di una condizione cronica, e per valutare di conseguenza la necessità di effettuare alcune modifiche nello stile di vita (ad esempio chiedendo un consulto ad un nutrizionista per sapere cosa mangiare con la glicemia alta), o la prescrizione di una terapia farmacologica.
Altri esami utili possono includere:
- La ricerca di glucosio e corpi chetonici nelle urine, soprattutto in presenza di sintomi gravi;
- Il dosaggio del peptide C, che aiuta a valutare lo stato di salute delle cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina.
Questi esami possono essere effettuati in dei centri di endocrinologia di eccellenza e non.

Quali sono le cause dell'iperglicemia?
La causa più frequente di iperglicemia è il diabete mellito, in cui l’insulina, ovvero l’ormone che permette al glucosio di entrare nelle cellule, è prodotta in quantità insufficiente o non funziona correttamente.
Nei soggetti con diabete, l’iperglicemia può comparire per diverse ragioni:
- Mancata assunzione dei farmaci prescritti, oppure assunzione con dosaggi inadeguati;
- Dieta sbilanciata e/o inadeguata;
- Insufficiente attività fisica;
- Disidratazione.
Qualora l’iperglicemia sia causata dal diabete è fondamentale rivolgersi ad un centro diabetologico. A questo proposito, è utile sapere che in Italia abbiamo diversi centri diabetologici d’eccellenza.
Anche alcuni farmaci possono potenzialmente interferire con il metabolismo del glucosio, in particolare:
- Corticosteroidi;
- Alcuni antidepressivi;
- Beta-bloccanti;
- Alcuni tipi di diuretici tiazidici;
- Alcune terapie ormonali.
Infine, tra le ulteriori condizioni che possono provocare iperglicemia possiamo ricordare:
- L’insulino resistenza, che può essere a sua volta causata dal diabete di tipo 2 o dal diabete gestazionale;
- L’intolleranza glucidica;
- Le malattie endocrine;
- I tumori e le malattie a carico del pancreas.
Quali sono i rimedi per la glicemia alta?
La gestione e il “cosa fare” in presenza di iperglicemia dipendono dalla gravità del quadro clinico e dalle cause che hanno determinato la condizione.
Se la glicemia è solo moderatamente elevata, è possibile adottare fin da subito dei piccoli cambiamenti nello stile di vita, in particolare svolgendo attività fisica moderata, aumentando l’assunzione di acqua e, solo e soltanto con il supporto del nutrizionista e in caso di necessità, ridurre l’assunzione di carboidrati.
Nelle persone con diabete, è importante regolare correttamente le dosi dei farmaci ipoglicemizzanti o dell’insulina, secondo le indicazioni del medico.
In presenza di sintomi gravi, come vomito, disidratazione o alterazione dello stato di coscienza, è necessario rivolgersi al pronto soccorso, poiché potrebbero essere segnali della presenza di complicazioni serie.
Infine, quando l’iperglicemia è episodica e legata a situazioni transitorie può rientrare spontaneamente, ma è comunque consigliabile segnalare la condizione al proprio medico, effettuando dei monitoraggi periodici.
In ogni caso, a prescindere dalle cause l’obiettivo è riportare i valori glicemici entro la soglia di normalità.
La dieta e lo stile di vita per abbassare la glicemia
In molti casi, per trattare l’iperglicemia, è necessario attuare dei cambiamenti nel proprio stile di vita. In particolare:
- Adottare con il supporto di un nutrizionista un’alimentazione bilanciata. In particolare, può essere necessario limitare l’assunzione di zuccheri semplici e di alimenti ultraprocessati. In linea di massima vanno invece privilegiati alimenti ricchi di fibre come verdura, frutta non zuccherata, cereali integrali e legumi;
- Spesso viene consigliato suddividere l’alimentazione giornaliera in almeno cinque pasti, per evitare picchi glicemici;
- Bere acqua a sufficienza, almeno due litri al giorno;
- Effettuare attività fisica, anche leggera, in maniera regolare;
- In presenza di sovrappeso o obesità, in genere viene consigliato di perdere peso, anche qui con il supporto di un nutrizionista ed evitando le diete fai da te, che possono aggravare la situazione.
I trattamenti farmacologici
Quando le modifiche allo stile di vita non sono sufficienti a controllare l’iperglicemia, può invece essere necessario ricorrere a una terapia farmacologica.
Nei soggetti con diabete di tipo 2, il trattamento si basa inizialmente su farmaci orali, in particolare la metformina.
Nei casi in cui questi non siano sufficienti, oppure in presenza di diabete di tipo 1, si ricorre all’insulina, che viene somministrata tramite iniezioni o microinfusori.
Il dosaggio non è uguale per tutti e va definito dal medico a seconda dei bisogni del paziente.