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Ipoglicemia: cos’è, quali sono le cause e i sintomi

L’ipoglicemia è una condizione caratterizzata da livelli di zucchero, o glucosio, nel sangue inferiori rispetto la norma.

L’ipoglicemia è una condizione caratterizzata da livelli di zucchero, o glucosio, nel sangue inferiori rispetto la norma.

Cos’è l’ipoglicemia

L’ipoglicemia è una condizione caratterizzata da livelli di zucchero (glucosio) nel sangue inferiori rispetto la norma. Il glucosio è particolarmente importante per l’organismo, poiché viene utilizzato per produrre energia. 

Dunque, quando i suoi livelli nel sangue scendono eccessivamente, e rimangono bassi a lungo, possono presentarsi sintomi anche potenzialmente gravi, compromettendo il normale funzionamento dell’organismo.

L’ipoglicemia è una condizione spesso legata al diabete e al suo trattamento. Tuttavia, non è infrequente possa manifestarsi anche in chi, invece, non ne soffre, a causa di ulteriori disturbi, malattie o particolari terapie farmacologiche.

Valori per cui si parla di ipoglicemia

Tendenzialmente, parliamo di ipoglicemia quando la glicemia, ovvero il livello di glucosio nel sangue, a digiuno scende sotto i 70 mg/dL (milligrammi per decilitro). Difatti, i valori considerati normali per quanto riguarda la glicemia a digiuno in un individuo adulto si attestano attorno ai 70 – 99 mg/dL.

Possiamo inoltre distinguere tre livelli di gravità:

  • Ipoglicemia lieve. La glicemia è inferiore a 70 mg/dL, ma uguale o superiore a 54 mg/dL.
  • Ipoglicemia moderata. La glicemia è inferiore a 54 mg/dL, e iniziano a comparire sintomi come tremori, tachicardia, visione offuscata. Richiede un trattamento d’urgenza.
  • Ipoglicemia grave. Non vi è una soglia specifica, ma è caratterizzata da incoscienza o stato mentale “profondamente alterato”. La crisi va risolta tempestivamente con l’intervento di un medico.

Cause dell’ipoglicemia

Tra le cause principali dell’ipoglicemia ricordiamo gli effetti collaterali dati dall’insulina e, più in generale, i farmaci per il trattamento del diabete

Difatti, in un individuo “sano” il glucosio ottenuto con l’alimentazione entra all’interno del flusso sanguigno e tramite l’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, viene spostato all’interno delle cellule dove verrà utilizzato per produrre energia, oppure “conservato” nei muscoli o nel fegato. Durante il digiuno, infatti, il fegato lo rilascia proprio per evitare la condizione ipoglicemica.

Negli individui con diabete di tipo 1 e di tipo 2, il pancreas non produce insulina, oppure non ne produce a sufficienza. Devono dunque ricorrere a iniezioni quotidiane dell’ormone, oppure assumere farmaci che ne stimolino la produzione. Se il dosaggio è eccessivamente elevato, può comportare un abbassamento repentino dei livelli di glucosio nel sangue, e portare dunque ad ipoglicemia.

Altre cause di ipoglicemia senza diabete possono essere:

  • Assunzione di farmaci particolari, ad esempio gli antimalarici (Salem et al., 2011);
  • Malnutrizione;
  • Consumo di alcol eccessivo e a digiuno;
  • Particolari malattie, ad esempio la cirrosi, o l’insufficienza renale.

Sintomi dell’ipoglicemia

I sintomi di ipoglicemia più comuni includono:

  • Pallore;
  • Tremori;
  • Sudori freddi;
  • Senso di nausea;
  • Senso di fame;
  • Mal di testa;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Capogiri;
  • Irritabilità e/o ansia.

Essendo sintomi piuttosto comuni per diverse condizioni fisiche, non è sempre facile ricondurli immediatamente all’ipoglicemia. Qualora non venga trattata in tempi brevi, e con il peggioramento della condizione, possono comparire:

  • Perdita di coordinazione;
  • Confusione mentale;
  • Visione a tunnel e/o offuscata;
  • Perdita di coscienza;
  • Convulsioni.

Questi sintomi indicano la presenza di uno stato di ipoglicemia moderata o grave, e richiedono un intervento medico immediato per ristabilire correttamente i livelli di glucosio nel sangue.

Rischi legati all’ipoglicemia

L’ipoglicemia, se non trattata tempestivamente, può causare conseguenze anche gravi, ed essere potenzialmente fatale. I principali rischi sono di sviluppare problemi cardiovascolari, a causa dello stress subito da cuore e vasi sanguigni.
L’ipoglicemia grave non trattata rapidamente, può causare convulsioni o coma.
Inoltre, è stato messo in evidenza come l’ipoglicemia possa non solo peggiorare eventuali infiammazioni già presenti nell’organismo, ma anche, se ripetuta, portare a un maggiore rischio di episodi di ipoglicemia grave (McCrimmon, 2021).

Cura e trattamento

Cosa fare in caso di ipoglicemia dipende dalla gravità della condizione. Un paziente diabetico dovrebbe sempre aver chiaro cosa fare in caso di episodi ipoglicemici lievi.
Difatti, per riportare rapidamente il glucosio a livelli normali, spesso è sufficiente assumere compresse di glucosio, caramelle, acqua zuccherata o succhi di frutta.
In questi casi occorre seguire quella che, comunemente, viene chiamata “regola del 15”. Per evitare, infatti, che la correzione della glicemia sia solamente temporanea, è buona norma assumere 15 grammi di glucosio, attendere 15 minuti e misurare la glicemia.
Qualora i livelli non siano ancora sufficienti (solitamente 80 mg/dL o superiore), occorre assumere altri 15 grammi di glucosio e ripetere la misurazione dopo altri 15 minuti, fino a stabilizzazione.

Farmaci

L’utilizzo di farmaci per l’ipoglicemia dipende, ovviamente, dalle indicazioni del medico e, ancora una volta, dalla gravità della condizione.
Generalmente, in pazienti con episodi di ipoglicemia moderata o grave si  somministrano soluzioni di glucosio o glucagone per via endovenosa. 

Il glucagone è un ormone che va ad inibire gli effetti dell’insulina: ha un’azione iperglicemizzante e la sua funzione è, appunto, aumentare la glicemia. Normalmente nell’organismo viene prodotto dal pancreas, per contrastare gli stati in cui i livelli di zucchero nel sangue sono eccessivamente bassi.

Il trattamento con farmaci deve, comunque, essere effettuato unicamente sotto stretto controllo medico, poiché potrebbe, paradossalmente, peggiorare la situazione o causare effetti collaterali potenzialmente gravi.

Dieta e stile di vita per l’ipoglicemia

Cosa mangiare in caso di ipoglicemia? Come accennato, in caso di ipoglicemia lieve può essere sufficiente assumere delle caramelle o compresse di glucosio, controllando poi se i livelli di glucosio nel sangue si siano alzati e stabilizzati. 

Tuttavia va tenuto presente che chi ha il diabete dovrebbe, oltre ai trattamenti, seguire delle diete equilibrate e specifiche, con il supporto di biologi nutrizionisti.
In particolare, è necessaria una corretta assunzione di carboidrati.

La dieta Mediterranea sarebbe, di per sé, adatta sia nella prevenzione, sia nel trattamento del diabete, in quanto la ripartizione dei nutrienti vorrebbe che il 55-65% delle calorie giornaliere provenisse dai carboidrati. Inoltre, le linee guida raccomandano di assumere cinque pasti giornalieri, ripartiti tra tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due spuntini, per evitare lunghi periodi di digiuno.

Anche effettuare attività fisica in maniera regolare, e commisurata al proprio stato di salute e alla propria età è essenziale. Non solo per il benessere dell’organismo, ma anche perché l’esercizio tende a migliorare la sensibilità del corpo all’insulina. Occorre tuttavia bilanciare l’esercizio fisico con l’assunzione di nutrienti, per evitare di incorrere nell’effetto opposto. Anche in questo, consultare un biologo nutrizionista può essere estremamente utile per valutare eventuali spuntini da effettuare prima e dopo l’allenamento.

Prevenire l’ipoglicemia

Se si desidera prevenire l’ipoglicemia è possibile seguire alcuni consigli:

  • Tenere sotto controllo eventuali condizioni come l’intolleranza glucidica, che possono essere un primo campanello d’allarme nello sviluppo di condizioni come il diabete;
  • Evitare il digiuno prolungato del tempo, evitando di saltare i pasti e gli spuntini;
  • Effettuare uno spuntino prima e/o dopo l’attività fisica;
  • Evitare di assumere quantità eccessive di alcolici, soprattutto a stomaco vuoto.

È inoltre buona norma, soprattutto se si soffre di diabete:

  • Tenere sempre con sé un alimento contenente zuccheri, ad esempio caramelle o bustine di zucchero, da poter assumere ai primi segni di abbassamento della glicemia;
  • Educare le persone vicine, come i familiari, i colleghi, i compagni di scuola, riguardo cosa fare in caso di episodi ipoglicemici gravi o moderati.

Fonti:

  • Salem, C. B., Fathallah, N., Hmouda, H., & Bouraoui, K. (2011). Drug-Induced hypoglycaemia. Drug Safety, 34(1), 21–45. https://doi.org/10.2165/11538290-000000000-00000 
  • Amiel, S. A. (2021). The consequences of hypoglycaemia. Diabetologia, 64(5), 963–970. https://doi.org/10.1007/s00125-020-05366-3
  • McCrimmon, R. J. (2021). Consequences of recurrent hypoglycaemia on brain function in diabetes. Diabetologia, 64(5), 971–977. https://doi.org/10.1007/s00125-020-05369-0
  • Heller, S., & Novodvorsky, P. (2018). Hypoglycaemia in diabetes. Medicine, 47(1), 52–58. https://doi.org/10.1016/j.mpmed.2018.10.005
  • Mohajan, D., & Mohajan, H. K. (2023, September 22). Hypoglycaemia among Diabetes patients: A Preventive Approach. https://www.paradigmpress.org/jimr/article/view/787 
  • Marathe, C. S., Marathe, J. A., Rayner, C. K., Kar, P., Jones, K. L., & Horowitz, M. (2018). Hypoglycaemia and gastric emptying. Diabetes Obesity and Metabolism, 21(3), 491–498. https://doi.org/10.1111/dom.13570
  • Andersen, A., Jørgensen, P. G., Knop, F. K., & Vilsbøll, T. (2020). Hypoglycaemia and cardiac arrhythmias in diabetes. Therapeutic Advances in Endocrinology and Metabolism, 11, 204201882091180. https://doi.org/10.1177/2042018820911803 
  • Alwafi, H., Alsharif, A. A., Wei, L., Langan, D., Naser, A. Y., Mongkhon, P., Bell, J. S., Ilomaki, J., Metwazi, M. S. A., Man, K. K., Fang, G., & Wong, I. C. (2020). Incidence and prevalence of hypoglycaemia in type 1 and type 2 diabetes individuals: A systematic review and meta-analysis. Diabetes Research and Clinical Practice, 170, 108522. https://doi.org/10.1016/j.diabres.2020.108522