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Intolleranza al caffè: sintomi, diagnosi e alternative

La sensibilità o intolleranza al caffè è una problematica comune e non grave, che può essere riconosciuta e trattata con una certa facilità.

intolleranza al caffè

La sensibilità o intolleranza al caffè è una problematica comune e non grave, che può essere riconosciuta e trattata con una certa facilità.

Cos’è l’intolleranza al caffè?

Tecnicamente non è corretto parlare di intolleranza al caffè: si tratta piuttosto di una particolare sensibilità, in particolare alla caffeina. 

La caffeina è una sostanza alcaloide ampiamente utilizzata come stimolante, quella che dà al caffè il potere di “svegliarci”. 

Agisce sopprimendo la molecola cosiddetta adenosina, tra le principali responsabili della regolazione del ciclo sonno-veglia e, di conseguenza, responsabile del senso di “stanchezza”. Al contempo, la caffeina favorisce la produzione di adrenalina, un ormone che contribuisce all’aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa. Per questo ci sentiamo più svegli e reattivi dopo aver consumato il caffè o altre bevande eccitanti.

La caffeina non è contenuta solamente nel caffè e nelle bevande energetiche, ma anche nel tè, nel cioccolato e in altri alimenti, sebbene spesso con una concentrazione minore.

L’intolleranza al caffè è una reazione particolarmente accentuata alla caffeina da parte dell’organismo, che causa in che ne è affetto sintomi sgradevoli e intensi, “superiori” al normale.

Sintomi di intolleranza al caffè

Per capire se si soffre di sensibilità al caffè occorre osservare i sintomi da cui si è affetti dopo aver consumato caffè o alimenti contenenti caffeina.

Tra i sintomi di sensibilità al caffè più comuni, ricordiamo:

  • Battito cardiaco molto accelerato e palpitazioni;
  • Senso di malessere e stanchezza, spesso accompagnato da insonnia;
  • Irrequietezza e irritabilità;
  • Tremori;
  • Mal di testa;
  • Senso di ansia.

Tuttavia, a volte si manifesta con veri e propri sintomi “da intolleranza”, simili a quelli dell’intolleranza al lattosio, a differenza della quale, tuttavia, non esistono veri e propri test specifici per individuarla.

In tal caso, comunque, ci troviamo non tanto di fronte ad una sensibilità nei confronti della caffeina, quanto di fronte ad una vera e propria difficoltà da parte dell’organismo di assimilare e digerire il caffè.

Tra i sintomi più comuni dell’intolleranza al caffè ricordiamo:

  • Gonfiore addominale;
  • Diarrea;
  • Urgenza urinaria.

Molto più rara, sebbene esistente, è invece l’allergia al caffè, una reazione del sistema immunitario al contatto o all’ingestione di allergeni presenti all’interno del caffè.

Occorre anche tenere conto del fatto che la caffeina, se assunta in quantità elevate, può causare intossicazione, palpitazioni e insonnia.

Cause dell’intolleranza al caffè

Tra le cause e i motivi per cui si può essere intolleranti al caffè, sono stati identificati:

  • Fattori genetici. Alcune persone, infatti, metabolizzerebbero più velocemente di altre la caffeina;
  • Età e sesso. Bambini, ragazzi molto giovani e anziani sarebbero più “sensibili” – per questo la caffeina non andrebbe somministrata sotto ad una certa età -, così come le donne rispetto agli uomin (Temple, 2019)i;
  • Malattie preesistenti, in particolare riguardanti fegato;
  • Dieta sbilanciata;
  • Attività ormonale;
  • Assunzione di determinati farmaci, che possono interagire con la caffeina. Solitamente queste informazioni sono riportate sul bugiardino dei farmaci stessi.

Cosa fare in caso di intolleranza al caffè

Qualora si sospetti di essere intolleranti al caffè, occorre anzitutto parlarne con il proprio medico. Tuttavia, spesso la sintomatologia è talmente lieve che non non ci si accorge di essere intolleranti, oppure si confondono le cause, attribuendole ad altri disturbi.

In questi casi è utile stilare un diario alimentare, valutando se la comparsa o l’aumento dei sintomi coincida con l’assunzione di caffè. In questi casi, probabilmente ci troviamo di fronte ad una intolleranza o ad una sensibilità.

Fortunatamente, non si tratta di una condizione grave, e di solito è sufficiente ridurre o eliminare gli alimenti contenenti caffeina dalla propria dieta per vedere rapidamente sparire i sintomi. Si tratta del rimedio principale per l’intolleranza al caffè.

Cosa succede se si elimina all’improvviso la caffeina dalla dieta?

Va tuttavia tenuto conto di un aspetto: se si è abituati ad assumere caffè o altre sostanze contenenti caffeina, e si eliminano improvvisamente dalla propria dieta, si può incorrere in alcuni sintomi spiacevoli.

Tra questi:

  • Alterazione nel ritmo sonno-veglia, in particolare se si assumeva caffè al risveglio. Ci si può sentire affaticati e spossati, e si può cedere alla tentazione di fare dei “pisolini” che possono portare a dormire meno e/o peggio la notte;
  • Mal di testa, solitamente come conseguenza della sopra citata alterazione del sonno;
  •  Difficoltà di concentrazione e irritabilità;
  • Stitichezza.

Attenzione, però. Si tratta di una sintomatologia indubbiamente fastidiosa, ma innocua e che tende a sparire nel giro di pochi giorni.

Anche per attenuare il malessere che compare dopo aver preso il caffè caffè, i rimedi comprendono:

  • Riposare. Se ci si sente stanchi, un adeguato riposo è fondamentale;
  • Fare attività fisica, adeguatamente rispetto al proprio stato di salute e alla propria età. Può aiutare a contrastare gli effetti della stanchezza e a migliorare il benessere generale;
  • Mantenersi idratati durante il giorno, e magari “sostituire” il caffè con qualcosa di diverso. Ne parliamo nel paragrafo successivo.

Se i sintomi avversi sono particolarmente fastidiosi e persistono per diversi giorni, è buona norma parlarne con un medico che valuterà la situazione e, se necessario, effettuerà ulteriori test per indagare le cause.

Come sostituire il caffè?

Bere il caffè è spesso un vero e proprio rituale, un’abitudine che acquisiamo da giovani e alla quale può essere difficile rinunciare. Il caffè è anche un simbolo dei momenti di socialità. Quante volte, per chiacchierare con amici e conoscenti, gli proponiamo di “prenderci un caffè” insieme?
Ovviamente non è necessario rinunciare a tutto questo, ma è sufficiente cambiare le nostre abitudini.

Dunque, in caso di intolleranza al caffè o sensibilità alla caffeina, con cosa possiamo sostituire la bevanda? 

Anzitutto, dipende dalla “gravità” della situazione. Qualora l’assunzione di caffeina in piccole quantità non crei particolari problemi o sintomatologie, è comunque possibile bere bevande o assumere alimenti contenenti caffeina, magari in quantità minore rispetto al caffè e più “diluita”.

Qualora, invece, i sintomi compaiano anche dopo aver assunto minime quantità di alimenti contenenti caffeina, sarebbe meglio evitare e astenersi del tutto. In caso di dubbio, un consulto con il proprio medico o con un professionista della nutrizione può senza dubbio giovare.

Comunque, tra le bevande per sostituire il caffè possiamo ricordare:

  • Il . Un’alternativa popolare, disponibile in diverse fragranze e tipologie, alcune contenenti più caffeina, altre meno;
  • Il caffè d’orzo. Ottenuto macinando l’orzo. Ideale per chi è particolarmente sensibile alla caffeina, poiché non ne contiene, pur ricordando il sapore del caffè classico;
  • Caffè di cicoria. Stesso discorso per quanto riguarda il caffè d’orzo, ma ottenuto, appunto, essiccando e trattando la radice di cicoria;
  • Acque aromatizzate, ad esempio con delle fettine di limone o di cetriolo;
  • Tisane e infusi di vario tipo. Anche qui, occorre fare attenzione se sia presente o meno caffeina;
  • Succhi di frutta e spremute.

I rimedi naturali e il decaffeinato

Una menzione a parte la merita il cosiddetto caffè decaffeinato, ottenuto, appunto, da chicchi di caffè cui è stata rimossa la caffeina.

Il caffè decaffeinato è spesso visto come l’alternativa “migliore” al caffè tradizionale, perché simile nel gusto in tutto e per tutto a quest’ultimo.

Occorre tuttavia tenere presente che:

  • In caso di intolleranza al caffè, anche il caffè decaffeinato potrebbe provocare gli stessi sintomi gastrointestinali della bevanda “normale”;
  • In caso di sensibilità alla caffeina, anche il caffè decaffeinato potrebbe provocare disturbi, poiché a seconda dei processi di decaffeinizzazione seguiti potrebbero ancora essere presenti delle tracce.

Anche in questo caso, oltre a rivolgersi al proprio medico per chiedergli un consulto, una possibile soluzione è assumere piccole quantità di bevanda, e valutare come reagisce l’organismo.

Fonti:

  • Andreozzi, L., Giannetti, A., Cipriani, F., Caffarelli, C., Mastrorilli, C., & Ricci, G. (2019). Hypersensitivity reactions to food and drug additives: problem or myth? PubMed, 90(3-S), 80–90. https://doi.org/10.23750/abm.v90i3-s.8168 
  • Temple, J. L. (2019). Review: Trends, safety, and Recommendations for caffeine use in Children and adolescents. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 58(1), 36–45. https://doi.org/10.1016/j.jaac.2018.06.030