Si può bere camomilla in gravidanza?
La camomilla in gravidanza è considerata sicura, purché assunta con moderazione. È, comunque, consigliabile consultare il proprio medico.

La camomilla in gravidanza può, potenzialmente, aiutare ad alleviare alcuni effetti “collaterali”, come nausea e tensione. Tuttavia, occorre fare attenzione sia alle dosi, sia alle caratteristiche della gravidanza in sé.
Camomilla in gravidanza: si può bere?
La camomilla in gravidanza può essere consumata, ma è preferibile farlo con moderazione e, possibilmente, chiedendo prima un consulto al proprio medico o al proprio ginecologo.
Infatti, sebbene non ci siano prove definitive in merito alla sua “pericolosità” se assunta durante la gravidanza, è altrettanto vero che non vi sono prove che la definiscano completamente sicura. Dunque, è meglio procedere con prudenza.
Detto questo, per anni si è ritenuto che il consumo di camomilla durante la gestazione potesse contribuire al rilassamento della muscolatura pelvica, di fatto aumentando il rischio di contrazioni e aborto spontaneo.
Se da un lato questa ipotesi non è stata confermata, alcune ricerche hanno comunque osservato dei possibili effetti sul tono dell’utero, in particolare durante le ultime settimane di gravidanza. Per questo motivo, in genere viene sconsigliato di consumare camomilla nel terzo trimestre di gravidanza, rispetto al primo e al secondo trimestre.
Quali sono i rischi di un eccesso di camomilla in gravidanza?
Bere troppa camomilla in gravidanza può, potenzialmente, aumentare il rischio di andare incontro ad alcuni effetti collaterali, specialmente nel terzo trimestre.
Alcune ricerche hanno associato l’assunzione frequente di camomilla a una maggiore incidenza di contrazioni uterine precoci, con possibili conseguenze come:
- Parto prematuro;
- Basso peso alla nascita.
Sia chiaro: si tratta di dati non conclusivi. Tuttavia, in via precauzionale, sono sufficienti per scoraggiare un uso eccessivo e, soprattutto, non monitorato da un medico o da un ginecologo.
Inoltre, occorre tenere presente che la camomilla può andare potenzialmente ad interagire con alcuni farmaci, in particolare anticoagulanti e sedativi. Qualora si assumano farmaci, dunque, è tassativo chiedere un parere al proprio medico prima di assumere camomilla.
Quali sono le quantità sicure di camomilla in gravidanza?
In genere, una quantità sicura di camomilla in gravidanza viene identificata con una tazza al giorno, preparata con un infuso blando; di quelli che, per intenderci, si possono acquistare normalmente al supermercato. Vengono invece sconsigliati gli oli essenziali e gli estratti concentrati, così come, ovviamente, gli integratori provenienti da filiere non controllate.
Non esiste una dose raccomandata “universalmente” valida, proprio in virtù dei relativamente pochi studi sull’argomento.
Occorre poi tenere presente che la tolleranza individuale può cambiare nel corso della gravidanza. Qualora, ad un certo punto, ci si accorga che l’assunzione di camomilla coincide con la comparsa di sintomi come diarrea in gravidanza e bruciore di stomaco in gravidanza, è consigliabile sospenderla.

Quando non bere camomilla in gravidanza?
In alcune situazioni, comunque, bere camomilla in gravidanza è sconsigliato. In particolare:
- In presenza di allergia alle piante della famiglia delle Astaracee, come il girasole, le gerbere e la calendula. In questi casi, infatti, possono comparire reazioni collaterali anche molto gravi, tra cui crisi respiratorie o shock anafilattico;
- Qualora si seguano terapie farmacologiche potenzialmente soggette a interazioni, ad esempio con anticoagulanti, sedativi, antinfiammatori o ansiolitici. La camomilla, infatti, può andare ad interferire con l’azione di questa tipologia di farmaco;
- Qualora l’infuso sia presente in forma concentrata o come olio essenziale;
- In presenza di fattori di rischio ostetrico e/o durante il terzo trimestre di gravidanza. In linea di massima, comunque, è sempre consigliabile chiedere un parere medico prima di assumere camomilla in maniera continuativa.
Tenuto presente tutto questo, un segnale per interrompere l’assunzione è la comparsa di sintomi atipici dopo il consumo di camomilla, anche se lievi. In particolare:
- Difficoltà digestive;
- Bruciore di stomaco;
- Comparsa di eruzioni cutanee;
- Gonfiore diffuso (sebbene, ad esempio, i piedi gonfi in gravidanza siano generalmente una condizione comune);
- Malessere generale.
In questi casi, è fondamentale sospendere l’assunzione e contattare il proprio medico o ginecologo di riferimento.
I benefici della camomilla durante la gravidanza
Nonostante le precauzioni di cui occorre tenere conto, la camomilla in gravidanza può comunque offrire alcuni benefici, purché utilizzata correttamente e con prudenza. Tra questi:
- L’azione calmante è, ovviamente, la più conosciuta e può aiutare a migliorare la qualità del sonno, soprattutto se l’insonnia è legata a tensione, dolori lombari o ansia per il parto.
L’effetto rilassante si estende anche al tratto gastrointestinale. La camomilla viene, infatti, tradizionalmente impiegata per contrastare la nausea mattutina (la tipica nausea in gravidanza), spesso presente durante le prime settimane di gestazione; - Il consumo di camomilla può aiutare anche in caso di bruciore di stomaco, facilitando la digestione e aiutando a contrastare la stitichezza in gravidanza. Inoltre, può contribuire a ridurre piccoli dolori muscolari e favorire una maggiore sensazione di distensione fisica.
Le tisane e gli infusi che si possono bere in gravidanza
Durante la gravidanza è, e rimane comunque possibile bere alcune tisane, purché in quantità moderate e dopo aver escluso controindicazioni specifiche, come la presenza di allergie.
Le erbe comunemente utilizzate in gravidanza includono:
- Melissa, che ha un effetto rilassante e digestivo;
- Valeriana, usata in genere per favorire il sonno;
- Tiglio, che aiuta il rilassamento e calma la tensione, in genere utilizzato in combinazione ad altre erbe;
- Biancospino, utile soprattutto in caso di agitazione lieve;
- Menta, che tende a dare sollievo da nausea e gonfiore;
- Passiflora, con blando effetto ansiolitico.
Questi prodotti possono, con qualche cautela, essere consumati senza particolari controindicazioni, al contrario di quanto avviene invece per il caffè in gravidanza, che in alcune donne provoca nausea e bruciore. Discorso simile per le tisane a base di liquirizia: anche la liquirizia in gravidanza è, infatti, sconsigliata.
Tutte le tisane dovrebbero essere assunte, comunque, con poco zucchero, per evitare picchi glicemici, soprattutto in presenza di diabete gestazionale.
Se si desidera approfondire l’argomento è possibile consultare i nostri articoli:
Fonti:
- Terzioglu Bebitoglu, B. (2020). Frequently Used Herbal Teas During Pregnancy - Short Update. Medeniyet Medical Journal, 35(1). https://doi.org/10.5222/mmj.2020.69851
- Ferguson, T., & Gordon, B. (2025). The Efficacy and Safety of Using Chamomile Products During Pregnancy and the Postpartum Period. Cureus. https://doi.org/10.7759/cureus.81527
- Sarecka-Hujar, B., & Szulc-Musioł, B. (2022). Herbal Medicines—Are They Effective and Safe during Pregnancy? Pharmaceutics, 14(1), 171–171. https://doi.org/10.3390/pharmaceutics14010171