Esami del sangue per la fibromialgia: diagnosi

Gli esami del sangue per la fibromialgia servono a escludere altre patologie che presentano sintomi simili. La diagnosi si basa sull’osservazione clinica e sull’anamnesi del paziente.

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esami sangue per fibromialgia

Non esistono esami del sanguetest strumentali specifici per la fibromialgia. Piuttosto, occorre effettuare una serie di esami e di test per escludere la presenza di altre patologie che causano sintomi simili, come affaticamento, dolore muscolare cronico e disturbi cognitivi.

Come si diagnostica la fibromialgia?

Non esiste un vero e proprio esame per diagnosticare la fibromialgia. La diagnosi viene effettuata, piuttosto, attraverso una valutazione clinica a tutto tondo, poiché non vi è un unico esame, strumentale o di laboratorio, specifico per poterne confermare la presenza.

La diagnosi della fibromialgia si basa, piuttosto, su:

  • Osservazione diretta dei sintomi riferiti dal paziente, compresi la durata e la distribuzione sul corpo, in particolare il dolore continuo e sordo su alcune parti specifiche;
  • L’esclusione di altre patologie che possono causare sintomi simili;
  • L’esame obiettivo, in particolare necessario per rilevare la presenza di specifici punti che risultano maggiormente dolenti a seguito della palpazione.

Il dolore causato dalla fibromialgia, per poter essere preso in considerazione per diagnosticarla correttamente, in linea di massima dovrebbe essere:

  • Presente da almeno tre mesi;
  • Localizzato su entrambi i lati del corpo, sopra e sotto la linea della vita;
  • Accompagnato, spesso, da sensazione di stanchezza intensa e persistente, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno.

Per escludere la presenza di ulteriori malattie possono essere richiesti dal medico degli esami del sangue per poter, appunto, escludere ulteriori cause. Il costo degli esami del sangue in questo caso è variabile, e i risultati tendono ad apparire nella norma.

Quali esami fare per la fibromialgia?

In presenza di sintomi riconducibili alla fibromialgia, gli esami hanno come scopo principale escludere altre patologie che possono causare dolore diffuso, stanchezza o disturbi simili. 

I test richiesti dipendono da vari fattori, nonché dalla storia clinica del paziente. Dunque, tendono a non essere uguali per tutti

In alcuni casi possono essere prescritte anche TAC o radiografie, oltre agli esami del sangue.

esami sangue per fibromialgia

Quali sono gli esami del sangue per diagnosticare la fibromialgia?

Gli esami del sangue per la fibromialgia vengono richiesti non tanto per diagnosticarla in maniera “diretta”, quanto per escludere la presenza di patologie o disturbi che possono causare sintomi simili.
In particolare, possiamo ricordare gli esami:

  • Emocromo completo;
  • Velocità di eritrosedimentazione e Proteina c reattiva, per verificare la presenza o meno di un’infiammazione sistemica. Quest’ultima è spesso assente in caso di fibromialgia;
  • Funzionalità tiroidea (TSH, T3, T4), utile per escludere la presenza di ipotiroidismo, che può causare stanchezza persistente, dolori muscolari e disturbi cognitivi;
  • Dosaggio della vitamina D e della ferritina, la cui carenza può accentuare i sintomi come dolore muscolare e senso di affaticamento persistente e “ingiustificato”;
  • Test ANA, per individuare la presenza di eventuali malattie autoimmuni, come il lupus o l’artrite reumatoide;
  • Analisi della creatinfosfochinasi, che consente di escludere la presenza di eventuali malattie muscolari infiammatorie;
  • Ulteriori fattori come calcemia, fosfatasi alcalina, transaminasi, anticorpi anti-HCV e anti-EBV.

Nella fibromialgia, i risultati di questi test tendono generalmente a rientrare nei valori normali, consentendo di escludere la presenza di ulteriori patologie.

Il test diagnostico per la fibromialgia

Ad oggi, purtroppo, non esiste un test diagnostico specifico in grado di confermare la fibromialgia

In passato si usava la valutazione dei cosiddetti tender points, ovvero punti del corpo specifici dolenti alla palpazione, ma la loro valutazione sistematica è stata progressivamente abbandonata perché considerata poco affidabile.

Ad oggi, la diagnosi di fibromialgia si basa soprattutto sull’esclusione di ulteriori patologie tramite una serie di esami, oltre ovviamente all’osservazione dei sintomi da parte del medico.

La visita reumatologica per la fibromialgia

Qualora si sospetti la presenza di fibromialgia, una visita reumatologica può essere particolarmente utile, soprattutto nei casi in cui il dolore è persistente e non si trovano ulteriori motivazioni

Il reumatologo (che, insieme al neurologo, viene considerato il medico specialista per la fibromialgia) raccoglie l’anamnesi dettagliata, valuta i sintomi riferiti e conduce l’esame obiettivo per individuare eventuali aree dolenti, rigidità o alterazioni funzionali.

La valutazione può includere non solo l’esame obiettivo, ma anche un inquadramento psicologico e comportamentale. Questo perché le condizioni psicologiche come ansia, depressione e stress possono influenzare l’andamento della sindrome. 

In presenza di patologie reumatologiche concomitanti, come l’artrite reumatoide o il lupus, è il reumatologo a distinguere i sintomi specifici della malattia da quelli potenzialmente attribuibili alla fibromialgia.

Cosa fare dopo la diagnosi di fibromialgia?

Dopo una diagnosi di fibromialgia, è necessario adottare un approccio multidisciplinare. 
L’obiettivo principale non è eliminare completamente il dolore, ma piuttosto ridurre l’intensità dei sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.

La terapia per la fibromialgia, in genere, tende ad includere:

  • Un trattamento farmacologico, che non è uguale per tutti ma va, piuttosto, valutato caso per caso;
  • Alcuni cambiamenti nello stile di vita, in particolare introducendo dell’esercizio fisico regolare, per migliorare e mantenere la mobilità articolare, riducendo la rigidità muscolare. In genere vengono consigliati stretching leggero quotidiano, e attività aerobica moderata, come camminata, cyclette o nuoto;
  • Miglioramento dell’igiene e della qualità del sonno;
  • Gestione dell’ansia e dello stress, talvolta con un supporto psicologico.

Fonti:

  • Siracusa, R., Paola, R. D., Cuzzocrea, S., & Impellizzeri, D. (2021). Fibromyalgia: Pathogenesis, Mechanisms, Diagnosis and Treatment Options Update. International Journal of Molecular Sciences, 22(8), 3891–3891. https://doi.org/10.3390/ijms22083891
  • Gyorfi, M., Rupp, A., & Abd-Elsayed, A. (2022). Fibromyalgia Pathophysiology. Biomedicines, 10(12), 3070. https://doi.org/10.3390/biomedicines10123070
  • Jurado-Priego, L. N., Cueto-Ureña, C., María Jesús Ramírez-Expósito, & José Manuel Martínez-Martos. (2024). Fibromyalgia: A Review of the Pathophysiological Mechanisms and Multidisciplinary Treatment Strategies. Biomedicines, 12(7), 1543–1543. https://doi.org/10.3390/biomedicines12071543
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